Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: RiceGrain    05/05/2011    4 recensioni
Da quando lui se ne era andato avevo deciso di chiudere i ponti con la famiglia Pattinson. Avevo creduto che avrebbe fatto meno male, forse, far finta che quella parte della mia vita non fosse mai esistita.
Stupida illusa.
"-Forse è stato meglio che tu non sia venuto, altrimenti avresti trovato il tuo posto occupato-
L’azzurro dei suoi occhi si fece improvvisamente più scuro.
-Forse è così che devono andare le cose, Rob. Non vedi? Non riusciamo mai a trovare il momento giusto. Gli passiamo accanto e non lo cogliamo mai.-
"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '๑Maybe Memories๑'
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46 Chapter

46


-Sugar?-
La voce roca di Tom mi fece alzare lo sguardo all'istante e sobbalzare dallo spavento.
-Che ti prende?-
L'ascensore era ancora fermo al piano e per un istante valutai la possibilità di fuggire nel corridoio, prendendo le scale.
Ma Tom non sembrava intenzionato a lasciarmi perdere perchè mi prese per una mano e mi trascinò verso l'interno.
Le porte si richiusero e lui mi venne vicino -Stai piangendo?-
-Tom lasciami perdere, per favore. Non sono affari che ti riguardano.-
-Certo che mi riguardano invece. Siete i miei migliori amici, cazzo.-
A quelle parole scoppiai a piangere e nascosi il volto tra le mani, sentendomi un rifiuto umano.
E lo sguardo, lo sguardo di Rob quando avevo tolto bruscamente la mano dalla sua...mi uccideva.
-Ti sei finalmente accorta che è un coglione?- Tom mi venne vicino, posandomi una mano sulla spalla.
Alzai lo sguardo, guardandolo attraverso le dita e scossi la testa -Oh, ti odio Tom.- e poi, senza nessun preavviso mi venne da ridere.
Lui si passò una mano fra i capelli e mi strinse a sè -Dai, andiamo a prenderci qualcosa da bere e a farci una bella chiacchierata. E' troppo tempo che non ne facciamo una.- sorrise e per un istante mi ricordò lo scapestrato Sturridge di anni addietro, quello che se ne veniva sempre fuori con le peggiori assurdità nei momenti peggiori, ma che in qualche modo ti faceva rendere conto che senza la sua presenza dilagante saresti andato poco lontano.
-Ok.- annuii e mi asciugai le guance bagnate. -Andiamo.-
-E poi sei proprio carina quando piangi, te l'avevo mai detto?- mi guardò sorridendo e io scoppiai a ridere. -Sturridge, non ho nessuna voglia di prenderti a schiaffi.-
-Ok, ok.- alzò le mani in segno di resa e premette il pulsante del piano terra.
-Conosco il posto perfetto, signorina Lawrence.-mi strizzò l'occhio ed io gli sorrisi.
Magari un pomeriggio con Sturridge mi avrebbe fatto davvero bene.


-Che ti va di bere?- mi chiese quando, qualche istante dopo, mi tenne la porta del Palace aperta, indossando un paio di Wayfarer e sorridendo quasi felice.
-Thè.- risposi, statuaria.
-Thè. Dico, si può essere più pallosi? Hai 25 anni, Sugar.-
-Veramente ne ho ancora 23.- scossi la testa, valutando seriamente l'idea di tornarmene dentro.
-Ecco appunto. Esattamente quello che voglio dire.-
-Non è nemmeno mezzogiorno, Tom. Cosa accidenti dovrei bere? Tequila?-
-Per esempio.- poi senza aspettare una mia risposta, forse perchè sapeva che non ce ne sarebbe stata una, mi prese per un gomito e mi trascinò a sè.
-Quando Robert girava Remember Me sono venuto spesso a trovarlo, conosco un posto carino.-
Sollevai gli occhi al cielo -Forse dovrei farmi da parte una volta per tutte e lasciare che tu e Robert vi viviate la vostra storia d'amore in santa pace.-
-Era ora, accipicchia. Finalmente l'hai capito.- di nuovo sorrise e io lo imitai.
Forse stavo soltanto immaginando le cose, ma ero sicura di non aver visto Tom sorridere in quel modo da lungo tempo a quella parte.

Quando arrivammo nel posto delle romantiche fughe d'amore Pattinson/Sturridge, Tom da vero gentiluomo inglese mi tenne la porta aperta e mi lasciò passare.
Quando mi fu accanto però, colsi un accenno di vibrazione nella tasca del suo giacchetto che lui si affrettò a fermare con un gesto repentino della mano.
-Allora, dove ti vuoi sedere zuccherino?-
-Tom...- esclamai io, guardandolo storto.
-Sì?-
-E' lui, vero?-
Corrugò le sopracciglia e scosse la testa -Lui chi?-
-Per favore, sai di chi sto parlando. Ho notato che anche prima, per strada, ti ha vibrato il cellulare. Gli hai detto che sono con te, vero?-
Rimase per qualche secondo interdetto e poi continuò a camminare imperterrito verso il tavolo più appartato del locale.
Si sedette e nascose il volto dentro il menù.
-Cazzo, Tom. Riesci a fare il serio per qualche minuto? Non chiedo tanto. Giusto una manciata di secondi.- gli tolsi bruscamente il menù da davanti, e il cameriere che si era avvicinato al tavolo, si allontanò rapidamente.
-Calmati, non voglio dare spettacolo.- fece lui, parlando sottovoce ed intimandomi di fare lo stesso.
-Oh Dio ce ne scampi, se qualcuno per un puro scherzo del destino dovesse riconoscerti.-
-E comunque sì gli ho detto che sei con me, va bene? E' preoccupato, cazzo. Siete tutte uguali tanto. Non ve ne importa un accidente, alla fine.-
-Scusami?- strabuzzai gli occhi e lo fissai assassina.
-Sì prendi anche Amber. Non c'ha pensato due volte ad andarsene e a chiudermi fuori dalla sua vita. L'ho vista bene insieme ad Ashton, le auguro tanta felicità.-
-Ti prego, non puoi essere serio.- gli avrei spaccato la faccia seduta stante nel caso la sua risposta fosse stata affermativa.
-La verità è che dovremmo lasciar perdere le donne. Portano solo guai.-
Invece di prenderlo a schiaffi, come avrei probabilmente dovuto fare, gli scoppiai a ridere in faccia e se non altro per quella frazione di secondo dimenticai i miei problemi.
-Ti fa così tanto ridere?- esclamò lui qualche istante dopo, quando si accorse che non accennavo a smettere.
-Sinceramente sì, Tom. Mi fa ridere perchè basterebbe così poco perchè le cose andassero bene ed invece combinate sempre un casino. Forse qualche domanda dovreste porvela.-
Alzò gli occhi sui miei e stavolta fu lui a ridere -Quale casino ha combinato Rob? No ti prego dimmelo perchè sono davvero curioso. Cosa ha fatto stavolta?- si aggiustò sulla sedia e non smise per un attimo di guardarmi serio.
Rimasi qualche istante senza parole e quando fui sul punto di ribattere qualcosa lui mi interruppe -Ecco cosa pare a me. Qualsiasi cosa faccia non è mai abbastanza per te. E' come se, non importa quanto impegno ci metta, finisca sempre col deluderti.-
Spalancai la bocca attonita e mi ritrovai incapace di parlare. Se era quello ciò che traspariva, avrei fatto meglio a buttarmi nel Tamigi.
-Beh no...non è così. Non è affatto così.- scossi la testa veementemente e lui alzò le sopracciglia.
-Ah no?-
Il cameriere si avvicinò nuovamente e stavolta Tom ordinò un macchiato doppio e un frappuccino alla vaniglia, prima di tornare a spostare la sua attenzione su di me.
-Lui non mi delude mai. Non l'ha mai fatto. Mai. Nemmeno quando se n'è andato via da me, l'ho pensato. Come fai a dire una cosa del genere?-
-Perchè vi ho visti insieme in questo ultimo periodo, Sugar. Ho visto come ti comporti con lui, come lui si comporta con te. Vive nel terrore costante di perderti, ma cazzo non te ne rendi conto?-
-Anche io ho questo terrore, cosa credi?-
Scosse la testa di nuovo -Ma perchè?! Non va da nessuna parte, come deve fartelo capire ancora?  Lui vuole te. Ti ha sempre voluto. Fin da quando eravamo ragazzini. Sai me li ricordo bene certi pomeriggi fra me e lui...- allungò una mano sul tavolo a sfiorare la mia e mi sorrise cordiale.
-Non ho mai visto nessuno illuminarsi così tanto col solo nominare la propria migliore amica. Eppure lui l'ha sempre fatto.-
Mi passai i capelli dietro l'orecchio, improvvisamente imbarazzata da quelle insolite confidenze e sospirai. -Era con Nina, ieri sera.
Ha rilasciato un'intervista, l'ho visto stamattina su Access Hollywood...- abbassai il tono e la testa nello stesso momento, sentendomi una stupida.
Tom ridacchiò e dopo qualche istante mi costrinse con una mano a guardarlo -E tu hai creduto ad un servizio in tv?
-Beh...-
-Sugar...- piegò le sopracciglia in modo strano e sospirò -Hai litigato con Rob per un cazzo di servizio su Access Hollywood?-
-Senti ma tu hai idea delle cose che ha detto? E hai idea di cosa significhi Nina Schubert per me?-
Improvvisamente mi sentii ribollire il sangue nelle vene al pensiero delle lunghissime unghie smaltate, delle gambe chilometriche, dei riccioli morbidi, delle labbra rosse e...
-Sugar!- alzai lo sguardo e mi resi conto di stare stringendo il bordo del tavolo così forte che le nocche mi erano diventate bianche.
-Adesso ti bevi i servizi di gossip come qualsiasi ragazzina in calore?-
-Non è questo Tom...- scossi la testa e tentai di riprendere un minimo di credibilità. Probabilmente dovevo davvero apparire come una sciocca ragazzina disturbata mentalmente.
-E' che...è un periodo particolare questo...- alzai gli occhi timidamente nei suoi e mi bloccai un istante.
Tom non sapeva che io fossi incinta. Robert non era ancora riuscito a trovare il momento giusto per dirglielo, e adesso non potevo certo essere io quella ad informarlo che la vita del suo migliore amico sarebbe irrimediabilmente cambiata nel giro di qualche mese.
Tom mi guardò incuriosito e si schiarì la voce -Cioè?-
Fanculo, chissà come ne sarei uscita ora.

-Ehm...beh. Sto cercando…di ritrovare...me stessa.- farfugliai, giocherellando con il menù di fronte a me.
Tom inarcò un solo sopracciglio e annuì lentamente –Ritrovare…te stessa?-

Fottutissimo Sturridge, doveva mettersi a fare il perspicace proprio adesso in 24 anni di esistenza.-Sì, insomma…dopo che io e Robert, sai? E poi…tutte le cose che ci sono capitate e io…- e poi, fortunatamente, il cellulare si mise a suonare e mi salvò dal disastro.
Era Vixie e quando lessi il suo nome provai per un secondo una fitta di rimorso perché lo sguardo
spiazzato di Robert tornò a farsi sentire.

-Shoo dove sei finita?!- era sull’orlo di una crisi di nervi, ne ero certa.
-Vix..- ma non ebbi il tempo di aggiungere altro, che le sue grida tornarono a sovrastarmi.
-Non avrai creduto ad una singola cosa di quella merda di servizio, voglio sperare! E dove sei adesso? Sei con Tom, vero? Me l’ha detto Robert…io e Billie siamo con lui. Shoo, Shoo ti prego. Gli agenti di Rob si sono già mossi contro il programma, hanno manipolato l’intervista!- continuò come un fiume in piena, non lasciandomi spazio di ribattere niente.
Spostai lo sguardo su Tom che, dato il volume delle grida di Vixie, stava sentendo tutto e lo vidi sorridermi compiaciuto.
-Vixie…-
-Robert ha chiamato Nina!- continuò lei –Quella stronza ha rilasciato altre interviste stamattina, della roba veramente orrenda. Se vuoi farti due risate compra Newsweek.-
-Vixie…- tentai di nuovo e stavolta lei mi lasciò parlare –Passami Robert se è lì.-
Non aggiunse altro e dopo un momento la voce di Robert mi arrivò forte e chiara alle orecchie.
-Sugar, mi dispiace.- sospirò rumorosamente e poi tornò a parlare -Vorrei che questa merda potesse restare fuori dalla nostra storia, ma non è così. Io...non so veramente cosa dirti se non che mi dispiace.-
Stupida e stronza. Stronza, stronza, stronza. Ecco ciò che ero.
-Rob...mi prometti che quando ci vediamo mi prendi a schiaffi? No perchè è l'unica cosa che merito.-
-Finiscila, stupida.- si limitò a dire, ma rise mentre lo faceva ed io non potei fare altro che imitarlo.
-Non so che accidenti mi sia preso. Scusami.-
-Dai, finisci di prendere questo caffè con Sturridge e torna da me. Ti aspetto.-
Chiusi la chiamata, sentendomi al settimo cielo.
-Ah, lo faranno santo quell'uomo- esclamò Tom, non smettendo per un attimo di guardarmi disapprovante.
-Ma mi hai chiesto di uscire solo per potermi insultare? Fammi capire.-
Continuò a guardarmi di traverso, senza tuttavia rispondere e quando finalmente le nostre ordinazioni arrivarono mi persi dentro la meraviglia del frappucino alla vaniglia, lasciandomi tutti i pensieri alle spalle.
-Sai io credo di amarla- esclamò lui, dopo qualche minuto.
Posai il bicchiere sul tavolo e lo guardai.
-Ma amarla veramente, non come tutte le altre. Sì io la amo, Sugar. E l'ho persa per sempre.- abbassò gli occhi sul bicchiere davanti a sé ed io mi sentii improvvisamente infinitamente triste.

-Hai mandato tutto a puttane, Tom- lo guardai negli occhi e lui annuì lentamente.
-Lo so.-
-Non starò certo a chiederti i motivi del perchè l'hai fatto. Non mi interessano e non credo che tu debba dirli a me. L'unica cosa che mi sento di dirti è che se la ami davvero, la devi lasciare stare per adesso. La ferita è ancora troppo fresca, devi darle tempo.-
-E' che io senza di lei non vado avanti. Ed ogni volta che quell'orribile pomeriggio torna ad infestarmi la mente, e fidati succede spesso, vorrei solo morire. Perchè ti giuro che non ho ancora idea del perchè l'ho fatto. Io non provo più niente per Trixie. Quando mi sveglio e mi rendo conto che Amber non c'è, quando guardo qualcosa alla Tv e sorrido perchè mi ricordo qualcosa che ha detto, quando mi addormento e il profumo dei suoi capelli è lì nel cuscino...- lasciò cadere il discorso e se non avessi saputo chiaramente che Tom Sturridge non piangeva mai, avrei giurato che in quel momento l'avrebbe fatto.
-Non sarà facile, Tom. Ma ti dirò una cosa...per me ci riuscirai. Amber ha solo bisogno di riflettere. Tu devi farti da parte ma non sparire completamente, mi raccomando. E' un equilibrio delicato, ma ho piena fiducia in te.-
Gli sorrisi mentre finiva di bere e poi sospirai -Riaccompagnami in albergo. Ho un fidanzato da cui farmi perdonare.-
-Ti chiederei i dettagli zuccherino, ma trattandosi di Pattinson non sono sicuro di volere sapere- scosse la testa e si alzò, rimettendosi la giacca.
-Non te li avrei detti comunque, razza di pervertito.-
Ridendo ci avviammo verso l'uscita del locale e una volta in strada, lui sogghignò misteriosamente.
-Sei una in gamba quando ti ci metti, sai Sugar?- chiamò un taxi e poi mi tenne aperta la portiera.
-Wow che complimenti, signor Sturridge. Non so se esserne lusingata o offesa.-
-A parte quando ti perdi nelle cazzate, tipo credere ai servizi da quattro soldi del lunedì mattina.-
Il taxi ripartì lento ed io e Tom avemmo tutto il tempo per continuare i nostri adorabili battibecchi. Quando finalmente arrivammo al Palace, entrambi eravamo saturi della reciproca presenza.
-A mai più rivederci.- lo salutai, quando l'ascensore si fermò al mio piano e gli passai davanti per uscire.
-Già e non stancatevi troppo. Domani abbiamo un aereo da riprendere- mi gridò lui, mentre le porte scorrevoli si richiudevano.
Scuotendo la testa, estrassi dalla borsetta la chiave magnetica e prima di aprire tirai un enorme sospiro.
Avevo intenzione di farmi perdonare da Robert in qualsiasi modo possibile.
Non appena entrai, scorsi le sue scarpe buttate alla rinfusa sul pavimento insieme ad una felpa dell'Adidas che a volte usava per pigiama.
-Pattz?- chiamai lievemente, quasi timorosa.
Un rumore di coperte e di pagine di libro chiuse velocemente mi giunse alle orecchie. Non ebbi neanche il tempo di mettere a fuoco l'ambiente circostante per capire da dove quel rumore provenisse, che dalla stanza alla mia destra arrivò lui, con l'espressione più dannatamente dolce che gli avessi mai visto stampata in faccia. Gli occhi gli brillavano così intensamente che per un attimo mi sentii vacillare.
Lo guardai, senza una vera consapevolezza di come si dovesse sentire. Lo guardai e basta, cercando di fargli capire quanto mi sentissi stupida e un miliardo di altre cose ancora, ma lui piegò le labbra in un sorriso sghembo e mi afferrò per i fianchi.
Quando mi sentii al sicuro fra le sue braccia calde lo strinsi così forte a me da fargli male.
Restammo in silenzio per tantissimo e quando alla fine lui mi prese il viso fra le mani e mi guardò ancora più intensamente mi sentii sciogliere come cera calda.
-Voglio solo dirti che ti amo.-
-Ti amo anche io, zuccherino.-
-E ti ringrazio per questo, perchè sinceramente non so nemmeno come fai a sopportarmi dopo tutte le mie scene madri.-
Rise e lo fece così bene che decisi di bloccare quelle risatine con un bacio.
Quando si allontanò, alla vista delle sue guance arrossate e della piega maniacale del suo sorriso, ebbi voglia di tornare a baciarlo di nuovo e di non staccarmi mai più dalle sue labbra.
-Sei tu la mia musa ispiratrice! In quella maledettissima intervista, io stavo parlando di te Sugar. Tu sei l'unica. L'unica.- scosse un po' la testa e fece qualche passo indietro come per guardarmi meglio e poi si passò una mano fra i capelli.
-Rob...non so veramente cosa dire...- abbassai veloce lo sguardo e mi sentii forse ancora peggio di prima.
-Non dire niente. A me basta che tu sia qui e che stia bene. Del resto non me ne frega un accidente.-
Mi strinse nuovamente fra le braccia e stavolta inspirai a fondo il suo inconfondible profumo. Quel profumo così intenso da stordirmi ogni volta, così pieno di lui da farmi tremare.
-Che ne dici se attuiamo il tuo piano di stamattina?- gli chiesi poi io, accarezzandogli dolcemente una mano.
-In fondo abbiamo ancora tutta la giornata davanti a noi.-
-E così vuoi un po' di coccole, eh?- ridacchiò prima di baciarmi, una, due, tre volte.
-Sì, Rob.- annuii e lui mi prese letteralmente in braccio.
-Alla faccia di Nina e di qualsiasi altra persona- esclamò poi, poggiandomi sul letto e cominciando immediatamente a baciarmi sul collo.
Rabbrividii al contatto delle sue labbra morbide sulla pelle sensibile della spalla e allora lui si mise a ridere e con la mano destra risalì dalla mia gamba fino al petto, mandandomi completamente in tilt.
-Sappi che non faremo l'amore.- mi disse poi, allontanandosi di poco, con una terribile espressione da schiaffi dipinta in volto.
-Ho in mente altre cose per oggi.-
Corrugai le sopracciglia e lo spinsi via -Chi ha mai voluto farlo, Mr Puritano?-
Ridendo scosse la testa e si stese di fianco a me -Mi sembrava giusto avvertirti, dato che mi pareva tu fossi già partita per la tangente.- piegò le sopracciglia in una strana ed eloquente espressione e io avvampai di vergogna.
-Ti odio, ti odio, ti odio.- lo presi a pugni e lui fece trascorrere qualche secondo prima di afferrarmi per le mani e baciarmi con prepotenza quasi.
Poi si alzò dal letto e mi guardò a fondo -Quando hai finito di odiarmi, ti va di raggiungermi nella vasca?-
-Dipende.- accavallai le gambe e volsi lo sguardo dall'altra parte.
-Ok, ti aspetto di là.-
Sorrisi fra me e me e, sfiorandomi la pancia, mi sentii di nuovo al settimo cielo.



Salve ragazze rieccoci qui ad aggiornare con i capitoli più merdosi del mondo. Lo so fa veramente pena adesso lo stato di questa fanfic, me ne dispiaccio credetemi. solo che non so dove cazzo andare a sbattere la testa per aggiustare le cose, perchè la verità è che non so più scrivere decentemente.
no, davvero. non trasmetto più niente ç_______ç e non so neanche perchè. so solo che mi piange il cuore.
comunque, vabeh non volevo certo farla più lunga della Messa cantata, per cui la chiudo qui e niente. Questo cap di transizione orrenda per fortuna è finito e se mai vi piacerà penso che qualche venerdì sicuro vi manca XD
Va bene ok basta con le battute da sfigata cronica..
A presto :)

Ah! Prima che me ne dimentichi....dunque su fb l'ho già scritto, ma beh utilizzo anche quest'occasione per dirvelo XD
Dunque sto partecipando ad un contest dell'Indipendente Concerti dove metti delle foto dei concerti a cui sei stato, la foto che riceve più voti vince due accrediti per un concerto di tua scelta!
Ecco, ora voi capite che a Settembre all'Iday ci sono gli Arctic Monkeys e io voglio andare come la morte, tanto per citare una mia cara compagna di scorribande...e beh insomma niente XD Se poteste votarmi mi fareste felicissima, davvero :D
Vi lascio il link della foto, voi dovete soltanto cliccare sul link che dice "click to vote" tipo oppure lasciare un commento!

Link --> Votami!

Grazie mille, pubblicità occula finita.


sì e beh nessun personaggio realmente esistente mi appartiene.






   
 
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