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Autore: the angelus    05/05/2011    7 recensioni
Ed ecco la continuazione di MY LIFE, avevamo lasciato le due separate da diversi problemi.. ma la vita continua, non si ferma certo con lo spezzarsi del cuore.. il dolore resterà sempre lì nascosto a ricordarti quanto faccia male. Alessandra si è laureata a pieni voti, ed ora inizierà la sua nuova vita, un tirocinio interessante, persone interessanti e gli amici di sempre.. che succederà??
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno,

Finalmente dopo un anno dalla pubblicazione di MY LIFE, riesco a pubblicare GLI OCCHI E IL CUORE o in altre parole la continuazione di MY LIFE. Molti di voi infatti mi hanno tempestato di messaggi chiedendomi di continuare, o spiegazioni in merito al finale aperto.. molti mi chiedevano "perchè hai dato un finale triste?" beh.. è sempre stato nei miei piani continuare questa storia, spero solo di essere all'altezza delle vostre aspettative e di non cadere nel banale.. buona lettura e buon divertimento =)

Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate di questo inizio...

Angelus

 

 

..I miei sensi tornavano lentamente ad esser vigili, i miei polmoni respiravano lentamente e con difficoltà, sembrava che sopra il mio petto ci fosse un’incudine che non mi permettesse di respirare, un silenzio frastornante ricopriva tutto come un velo nero, non si sentiva alcun rumore provenire dalla stanza o al di fuori di essa, niente al di fuori del mio lento bisogno d’ossigeno. Sentivo freddo, le mie mani erano molto fredde come il resto del mio corpo non volevo però aprire gli occhi anche se ciò avrebbe dato sollievo al corpo ma non alla mia mente che voleva rimanere ferma,immobile senza alcun pensiero. Il cuore, cercava di pompare il sangue lungo tutto il corpo, cercava disperatamente di fare il suo duro lavoro, ma era stanco e ferito, cercava di battere e portar nuova vita alle mie spoglie. Ecco ora iniziava un leggero vociare, qualcuno aveva alzato il volume e tolto quel velo nero che oscurava il mio udito, qualcuno stava impartendo degli ordini, ma non riuscivo a capire, cercavo di ascoltare con attenzione, di comprendere qualche parola ma tutto ciò che riuscivo a percepire era questo fastidioso e incomprensibile e continuo sussurrare. Spostai la mia attenzione, mi concentrai nuovamente sul mio corpo, era parecchio debole, fragile..non riuscivo a muovermi o muoverlo, faticavo a riempire i polmoni e il mio cuore batteva all’impazzata, che stava succedendo? Nella mia testa sentivo perfettamente un battito regolare, forse ero il lento scandire del tempo, mi sembrava d’avere un metronomo nella testa, uno…due…tre…quanti battiti erano al minuto? Quattro…cinque…sei..cosa stava ad indicare? Sette…otto…nove… era il mio cuore o i miei respiri?dieci…undici… sempre più forte e preciso, questo rumore mi riempiva la testa, riecheggiava forte sempre più forte e sempre più doloroso. Sentivo…sentivo quasi la mancanza del silenzio, cinquantaquattro…cinquantacinque… forte sempre più forte, la mia testa stava esplodendo. Doveva smettere, mi faceva male, dovevo aprire gli occhi, cercare la fonte di quel rumore, da dove veniva? Verità o bugia..realtà o una inutile fantasia. Sembrava ci fosse un immenso orologio che scandiva il tempo con precisione, ma rimbombava solamente nella mia testa. Cercai con tutta me stessa di aprire gli occhi, non era facile, il mio corpo era veramente stanco per risponder a qualche comando, come si fa ad imporsi di aprire gli occhi? Iniziai a respirare molto velocemente, troppo velocemente, stavo entrando in panico…non riuscivo ad aprire gli occhi, poi mi bloccai..venni sbattuta contro l’evidenza, i miei occhi erano aperti ma io non vedevo…”

 

 

Erano quasi due ore che mi trovavo seduta su queste scomode poltroncine in attesa che qualcuno annunciasse il nostro volo, si dice che la pazienza sia la virtù dei forti io la trovo più una seccatura, solo io potevo essere in ritardo non gli aerei e soprattutto sapendo che appena le tue chiappe si fossero sedute ai loro posti, avresti dovuto aspettare altre otto ore prima di rialzarle da lì, alquanto seccante come cosa.

Mi chiedevo per quale ragione la razza umana inventasse minchiate assurde stile “birra per cani” ma non riusciva a creare un semplicissimo portale teletrasporto…diamine a paperopoli c’erano riusciti!!! La mia compagna di sventure stava beatamente ronfando contro la mia spalla, sbavando anche un pochino, sorrisi…solo lei poteva prender sonno nella sala d’aspetto di un aeroporto!! Finalmente il nostro volo venne annunciato e così mi ritrovai costretta a svegliare la cara principessina!!!

-Irene…Ehi…Svegliati…dobbiamo andare!!-

L’aereo decollò, era iniziato il viaggio di ritorno, mi riportava in patria, ma non alla normalità di tutti i giorni, allo studio o alla vita dentro al negozio, no mi portava verso una nuova storia, verso un nuovo mondo. Mi ero da poco laureata, io….la piccola Alessandra, mi ero trasformata agli occhi di tutti nella Dottoressa Baroni, suonava ancora strano alle mie orecchie, ma almeno i miei sforzi, le mie lacrime, le mie notti insonni chine sui libri, furono premiati con quel cento e lode stampato a caratteri cubitali nel mio papiro. Così, per premiare le mie fatiche i mie parenti mi avevano regalato questo viaggio a New York per due persone, ovviamente Irene ne fu pienamente soddisfatta di questo regalo…ci immaginavamo queste serate alla Sex and the city, ci immaginavamo queste notti folli in una metropoli che non si ferma nemmeno un attimo, mentre ora guardando fuori dal finestrino sembrava che tutto si fosse fermato per salutarci. L’America, il sogno di tutti noi giovani, metter un piede in quella terra e sentirsi liberi, sentirsi completamente e totalmente diversi, più gasati, più…telefilmati, cioè vi sentite fighi, atletici, vipposi e palestrati come dentro a tutti quei maledetti telefilm americani dove i protagonisti vivono in una specie di campi elisi terrestri.

Vista da qui la New York notturna sembrava un enorme albero di natale pieno di luci colorate che si rincorrono tra di loro come degli immensi festoni, addobbata da immensi grattacieli, mentre qui all’interno le hostess distribuivano i cuscini per la notte e tutti si muovevano come sotto incantesimo, nessuno voleva rompere l’armonia che si era creata all’interno, nessuno voleva spezzare il silenzio. Qualche coraggioso si alzava delicatamente per raggiunger il bagaglio a mano posto sopra le loro teste, molti erano già addormentati, alcuni davano un ultimo sguardo smarrito alle ultime sbavature della grande mela ed altri, poveri disgraziati, erano bloccati dalla paura di volare. Ecco questo era il gruppo che ci avrebbe accompagnato per quella nottata, ma a farmi compagnia non ci sarebbe stato nessuno se non i miei pensieri mentre il mio sguardo correva a disperdersi fuori dal finestrino.

Lo so, percepisco che state bramando un nome, quel nome…beh in otto ore di volo ve ne avrei raccontate di cose, ma non essendo così stupida posso percepire che volete sapere immediatamente che cosa sia successo alla Contessina Black, beh... e chi lo sa…la Contessina era semplicemente sparita, lo giuro…nessuno sapeva che fine avesse fatto, tanto meno la sottoscritta.

Erano passati tre anni da quell’ultimo sguardo, da quell’addio così sofferto e dannatamente doloroso, tre anni…io e la Contessina Black assieme, pensarla ora mi venne da ridere, sembrava… sembrava una fantasia erotica di una giovane in piena crisi ormonale, eppure quelle foto con quel bacio rubato stampato sopra, beh quelle foto esistevano e comprovavano che la mia non era pazzia, né follia, lei per un periodo era stata veramente mia. Vi giuro, passai mesi ad analizzare il suo comportamento, come fosse possibile averla conosciuta come un essere perfetto per poi trasformarsi e diventare una stronza, una carogna, un tale diabolico e perfetto demone, era impossibile, illogico, non trovavo una spiegazione logica e razionale per poter giustificare tutto ciò. Non la trovavo, inutile, ero una psicologa ma non riuscivo ad analizzare lei, Michelle, era un essere talmente perfetto che la sua trasformazione divenne perfetta, senza mezzi termini né misure, niente errori, niente morsi di baccanti o dardi avvelenati che potessero giustificare questo assurdo cambiamento, niente.

La rividi l’anno seguente, nel secondo concerto fatto in Villa Black, ma non dava segno d’avermi riconosciuta o non voleva darlo a vedere, mi ricordo ancora benissimo quella serata, quell'ennesimo incontro con il ghiaccio della sua anima.

Lei era lì, in piedi, gli occhiali da sole coprivano quei due pezzi di ghiaccio che tanto mi avevano scrutato dentro, il suo modo di camminare così altezzoso e fiero, la sua voce così fredda e tagliente, il suo viso così pallido e magro ma che non nascondeva di certo quei tratti così nobili e glaciali.. era così cambiata, faceva quasi paura la sua perfezione.

Quella sera molta gente era accorsa a vedere lo spettacolo, anzi non siamo ipocriti, era accorsa a vedere lei.. si perché iniziava a farsi vedere sempre meno, meno interviste, meno eventi, stava scomparendo lentamente…la gente l’aveva vista nel suo film al cinema, forse anche l’ultima apparizione al pubblico. L’anno seguente infatti non presentò lo spettacolo in villa ed i maligni già vociferavano molte cose aiutati anche da quei mezzi titoletti sui giornali gossip, molti sostenevano che stesse affrontando una gravidanza scomoda, altri sostenevano con cattiveria che fosse entrata in un giro di droghe, altri che fosse entrata in un istituto perché anoressica, altri ancora dicevano che il periodo di fama le fosse finito e così trasformata in una meteora sparì nel buio dell'anonimato. Michelle stupì tutti invece e si presentò agli MTV Awards presentando un suo secondo film, in perfetta forma, senza pancioni scomodi e non presentava segni di malattia, dannatamente bella e ai miei occhi era ancora così glaciale ed ovviamente seguita da una lorda di fans impazziti che la chiamavano a gran voce alla ricerca di un motivo per quella sparizione così improvvisa dalle scene.

Quel mondo che tanto odiava, da cui cercava sempre di scappare..beh alla fine l’aveva inghiottita, trascinata sempre più in profondità, era…era una specie di gorgo dal quale non ne esci più, perchè ti prende.. ti avvolge con la sua forza e ti trascina lì nel buio più nero e più profondo.

Era passato così un altro anno da quando si fece vedere al pubblico per l’ultima volta, in alcuni forum i suoi fans cercavano in ogni modo di trovar risposte, alcuni provavano ad intrufolarsi in Villa, altri invece cercavano le risposte nei modi più strani magari fingendosi giornalisti o cavolate simili ma alla fine qualcuno gettò lì la risposta più assurda: è finita rapita dagli alieni assieme ad Elvis Presley e al caro Jackson.

Vorrei tanto dirvi che tutti si stavano sbagliando e che lei era proprio lì dove sempre voleva essere, sotto gli occhi di tutti ma nascosta alla nostra vista da semplici e comuni panni mortali lì tra l'uno nessuno e i centomila, ma così non era, la verità era lì rinchiusa dentro quelle alte mura di Villa Black e non riusciva ad uscire da lì, era protetta da quella effige a forma d’aquila, stemma dei Jean Jeraque, che non permetteva ad orecchie comunemente mortali di scoprire quella verità.

Sapete devo confessare che alla fine a vedere i film di Michelle ci sono andata, ero veramente indecisa se andarci o meno, un thriller-horror molto forte, un ragazzo ossessionato dalla sua ex, lei aveva lasciato lui dopo esser stata cornificata, lui non sopportava questa cosa e la ri-voleva a tutti i costi, viva o morta che fosse. Si sviluppava così una serie di tentativi nel catturare la ragazza fino al tentato omicidio bloccato grazie all’intervento della polizia e alla morte del tizio, morte per altro molto cruda. Ok vi ho rovinato il film, vi posso dire che la continuazione è ancora meglio, comunque in questo film Michelle era appunto la protagonista, vedere lei e sentir la sua voce doppiata da una Barbara De Bortoli faceva molto strano, non tanto per la voce ma per la sua bravura nel recitare che mi portò a credere che lo avesse sempre fatto anche nella nostra relazione. Vero o falso che fosse, Michelle questo era.. un'attrice, una diva, una Contessina.. era tutto e niente.. era un demone dal viso angelico.

 

Le prime luci dell’alba tentavano con forza di intrufolarsi dal mio finestrino, Irene si stava risvegliando mentre io non ero riuscita a chiuder occhio, troppi pensieri in testa, aggiungiamo inoltre che tra un paio di giorni dovevo cominciare il mio tirocinio ed il gioco era fatto... ero più fusa del fuso orario, chissà cosa mi aspettava ora??. Il professore che mi seguì per la tesi si assicurò di potermi avere come sua tirocinante presso un istituto privato dove lui ne era il direttore. Il professor Teresi, così si chiamava, era stato molto disponibile con me, Irene sosteneva che ci stesse provando spudoratamente con la sottoscritta, vabbè dopo la parentesi Michelle Irene era diventata gelosa verso qualsiasi forma umana si avvicinasse a me, figuriamoci se non lo fosse del mio professore con il quale avevo passato pomeriggi interi assieme per sistemare la tesi a dovere.

Il segnale luminoso “cinture” si accese seguito dal classico suono e dagli assistenti che ricordavano per l'ennesima volta di non slacciare le cinture fin quando il segnale luminoso non si fosse spento, tra poco avremmo toccato nuovamente il suolo italiano, ormai dovevano esser le 11 qui in Italia e il maledetto fuso orario si stava facendo sentire in tutte le sue sei ore di differenza.

-ed eccoci nuovamente a casa…- sentenziò una Irene con la voce impastata dal sonno

-già…una bella avventura comunque-

-non son stata di gran compagnia durante il volo vero?-

-beh dai…qualche parola l’hai detta nel sonno!-

-non è vero non parlo nel sonno-

-oh si…e anche sbavi un pochino- presi un pugno sulla spalla.. –Ahio!! Violenta!!- risposi massaggiando la parte lesa.

Sotto di noi Milano si avvicinava sempre di più, il nostro aereo era attirato al suolo.. vedevo ora tutto l'aeroporto dall'alto.. è si..stavamo per atterrare, ancora un paio di minuti e avremmo assistito alla classica routine dell'atterraggio: gente terrorizzata e non abituata ai piccoli scossoni che si aggrappa alle braccia di poveri passeggeri seduti al loro fianco bloccando loro la circolazione del sangue e provocando ai poveretti dei lividi violacei molto vistosi, poveretti ai quali l'unica colpa imputabile era d'aver avuto il posto sbagliato per sedersi. Speriamo non arrivi il classico quanto snervante applauso, mi sapete spiegare perchè noi italiani ogni volta che prendiamo l'aereo dobbiamo farci riconoscere utilizzando questa stupida pratica dell'applauso all'atterraggio? Ridicolo!!

Il rullo sputava fuori i bagagli con una snervante lentezza..uno alla volta.. e bloccandosi per qualche valigia scesa male facendo suonare quella sirena che ti perforava la testa, era un’attesa molto irritante circondata anche da un alone di ansia dovuta all'aver assistito al grazioso lancio acrobatico dei bagagli in stiva, addio souvenir!! Il mio bagaglio si comportava da star... si stava facendo attendere alla grande...c’era il mio bagaglio vero??

Eccolo ruzzolare fuori con poca grazia da quella specie di forno immenso, sembrava un rullo pieno di torte appena sfornate…avevo detto “rullo pieno di torte”? ecco, adesso potevo dire che il fuso orario si stava facendo sentire in tutto il suo splendore!!! Nemmeno il tempo di riprendermi dall’idiozia appena pensata che mi ritrovai le braccia al collo contornato da un

-Aleeeeee ben tornaaataaaa- mezzo, anzi no tre quarti urlato…

Miryam mi stava quasi strozzando, all’abbraccio si aggiunse anche il caro Mirko, mentre quell’idiota di Riccardo stava ovviamente riprendendo il tutto.

-Ale come stai??-

-Mi stai strozzando…Ricky spegni quel coso!!!-

Mattia invece si era lanciato, assieme a Cristiano, a rapire la mia ragazza…

Sembravano dei pazzi scatenati, quanto mi erano mancati…ecco tutta la Scooby gang al completo!! Passano gli anni, ma fortunatamente gli amici migliori restano e fortunatamente tutta la gang, con qualche nuova aggiunta amorosa, era rimasta intatta. Tutti facevano domande di vario genere, erano pieni di domande, troppe domande.. volevano sapere tutto di tutto, Mattia prese il mio bagaglio mentre Cristiano si occupò di quello di Irene, erano euforici per il nostro ritorno, intonavano ancora canzoncine per prendermi in giro ora che ero diventata una dottoressa!! L'avventura americana era finita, ora ero pronta ad affrontare l'avventura più grande... una nuova vita!!

 



   
 
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