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Autore: nightswimming    05/05/2011    4 recensioni
- Dom, ti devo parlare. -
- Immaginavo che alle sei del mattino non volessi propormi una partita a carte. -
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Matthew Bellamy e Dominic Howard appartengono rispettivamente ai loro piano, chitarra e batteria, nonché solo e soltanto a loro stessi medesimi . Scrivere questa sciocchezzuola non mi ha fruttato proprio nulla ed è stato fatto unicamente a scopo fangirlistico, come è giusto che sia :D








Aveva bussato, suonato, urlato, preso a calci la porta e a pugni il campanello: nulla. Si era dunque risolto a tirarsi fuori dalla tasca il mazzo di chiavi comunitario, dal quale pendeva anche quella del suo appartamento – più che altro perché Dominic si chiudeva fuori ogni due per tre, e non tanto per cameratismo spinto all’eccesso.

La serratura scattava, ma qualcosa ostruiva i cardini. Matthew fece forza e tirò una lieve spallata: quando la porta si aprì con un piccolo schianto rischiò quasi di cadere faccia a terra sul parquet di Dom.
Mosse qualche passo cauto all’interno della casa. Le sue scarpe continuavano a incontrare piccoli ostacoli tondeggianti che non sapeva riconoscere, ma poi, incuriosito dal suono vetroso che la punta dello stivale aveva prodotto contro quella che evidentemente era una bottiglia, si decise a chinarsi a terra e ad esaminarne uno da vicino.
Era un tappo di champagne. Il pavimento ne era letteralmente ricoperto.
Matthew si fece strada nella penombra mattutina – erano le sei, in fin dei conti, era normale che Dom non avesse trovato la forza o la voglia di venire ad aprire – fino a giungere alla porta chiusa della sua camera da letto. Bussò piano, falsamente cortese: nulla.
Oh, al diavolo. E’ importante, maledizione, non lo faccio certo per capriccio.
Abbassò la maniglia ed entrò il più silenziosamente possibile. Nel buio leggero che avvolgeva la stanza, una cascata di capelli rossi riluceva pigramente in netto contrasto sul cuscino bianco, accanto al famigliare arruffamento biondo che costituiva la testa dell’amico. Matt sogghignò, lanciando uno sguardo d’apprezzamento a quel poco di schiena femminile che spuntava dalle lenzuola.
Complimenti, Dom.
Non che avesse mai sospettato che le sue notti fossero noiose. Tutt’altro.
- Dom. – sussurrò, piegandosi sulle ginocchia accanto al comodino del suo lato di letto. – Dom, ehi, sono Matt. Quando avrò finito di parlare mi potrai uccidere, però ora ti devi svegliare. –
La risposta fu un mugugno scontroso e un aumento del volume del suo russare. Matt emise uno schiocco infastidito con la lingua.
- Dom! – ripeté, stavolta in tono normale, - Dominic Howard! Sveglia! –
Percepì a stento un movimento appena più deciso da parte della compagna di letto – quello che invece distinse chiaramente fu l’urlo spaccavetri che la ragazza fu in grado di emettere.
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhchiseiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! –
- Calma, son- -
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhdomchièèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!! –
Matthew poté giurare di averle visto le tonsille, ma venne distratto dal gesto seccato con cui Dom aveva tolto la testa da sotto il cuscino.
- Che cazzo…! -
Ma poi voltò il viso e incrociò lo sguardo metà colpevole metà divertito di Matt.
- Aaah. Ecco. – sospirò, per niente sorpreso. – Dolly, – disse poi, indicando disinvoltamente l’amico alla ragazza che guardava entrambi con gli occhi sbarrati, - Matt. Matt, Dolly. –
- E’ Polly. – corresse meccanicamente lei, pur così sconvolta.
Matt afferrò a mezz’aria la mano inerte della ragazza e gliela strinse velocemente.
- Piacere mio, Molly. – disse, impassibile.
- E’ Polly. –
- Sì sì, ok. Dom, – le concesse sbrigativamente Matt, agitando una mano e rivolgendo subito l’attenzione al proprio batterista, - ti devo parlare. –
- Immaginavo che non volessi propormi una partita a carte, alle sei del mattino. –
- Infatti. –
- Bene. Dolly, tesoro, vorresti… -
Ma Polly si stava già rivestendo, mugugnando indignata fra sé e sé parole come “selvaggi”, “pazzi furiosi”, “sta’ a vedere che è gay”, e una volta infilato lo stretto necessario si diresse spedita verso la porta col naso all’insù come una contessa.
- …ma stai già facendo da sola. Grazie mille. –
- Andate a farvi fottere. –
- Ciao, Molly. – disse Matt, sedendosi con un sospiro soddisfatto sul letto accanto a Dom e salutandola con una mano.
- Vaffanculo! –
- A presto – mugugnò Dom all’indirizzo della porta sbattuta con forza. Matt alzò eloquentemente le sopracciglia nella sua direzione.
- Che c’è? – chiese il biondo, perplesso.
- Carina. –
- Grazie. –
- L’ho detto a lei, mica a te. Che cazzo dici grazie. –
Dom fece spallucce.
- Credevo fosse un ulteriore riconoscimento del mio buon gusto. –
- Mi spiace, niente di tutto ciò. –
- E comunque era carina, però simpatica no di certo. –
Matt assunse un’aria scettica.
- Perché di lei ti ha attratto il variopinto mondo interiore, infatti. –
- Mmmh… -
Dom si rimise i boxer in perfetto agio e si accese una sigaretta, lasciandosi andare contro il cuscino con una mano sotto la testa e l’altra sopra la pancia.
- Bando alla filosofia. A che devo la piacevole intrusione, Bells? – chiese, rivolgendogli una smorfia beffarda. Matt gli sorrise con estrema delicatezza, qualcosa di molto simile all’espressione di un reale imbarazzo che ebbe il potere di mettere Dom sull’attenti.
Glielo disse subito, direttamente, in tono schietto e quasi brusco. Dom si ritrovò ad annuire come un automa di fronte a quelle parole così inaspettate.
- Ho solo una domanda. – disse, infine, dopo alcuni secondi di densissimo silenzio.
- Dimmi, Dom. – gli rispose l’altro, leggermente ansioso.
- Io immagino che dovrò fare… Cioé… Di solito è l’amico più… -
Matt gli sorrise entusiasta. Sapeva che era il suo modo – indiretto, egocentrico, goffo - di comunicargli che approvava la sua decisione, o perlomeno che la sopportava.
- Mi… Mi farebbe davvero piacere. E non ti preoccupare, comunque: Paul ti farà compagnia. – rispose, baldanzoso.
Dom trovò la forza di buttarla sul ridere.
- Di Paul non me ne frega un cazzo. Piuttosto, come sono le damigelle di Kate? –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: la mia personale, cortissima demenziale versione dell’annuncio matrimoniale di Matt a Dominic, nata dopo aver letto non mi ricordo dove la descrizione di una stanza col pavimento ricoperto da tappi di champagne. Non chiedetemi come abbia fatto a passare da una cosa all’altra, perché non lo so :D
Questo Dom donnaiolo e sconvolto dalla notizia è stato molto divertente da descrivere, così come la povera Polly-Molly-Dolly – Matt invece l’ho semplicemente odiato, non so davvero perché XDD
Spero vi sia piaciuta!
:****
   
 
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