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Autore: speranza19    06/05/2011    5 recensioni
Perquisì casa sua con l’accuratezza degna di un agente dell’ Fbi e della Cia messi assieme per un’ora e mezza abbondante, centimetro per centimetro. Controllò ogni angolo, ogni cassetto, ogni pianta, ogni tappeto, ogni tasca di ogni giacca e di ogni pantalone appesi nell’armadio o lasciati in giro per i centotrenta metri quadrati che condivideva con quel gran disordinato di David Karofsky, ma senza successo.[Futurefic Kurtofsky]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non vi è mai capitato di fare il regalo perfetto a una persona a cui volevate bene e volerglielo dare il prima possibile, anche se il suo compleanno sarebbe stato successivamente, perché non vedevate l'ora di vedere quanto quel dono lo avrebbe fatto sicuramente felice? A me sì LOL. Non riesco a trattenermi nelle mie cose XD! 

Pirates, è per voi. We have the rum, we have Dave, we have Kurt... we have a lot of things, especially each other's backs. I love you so. <3

Ps: questa probabilmente è una delle robe più diabetiche mai scritte da me, ma avevo bisogno di una futurefic che fosse ammore.

Ps del ps: il titolo è tratto da Le Jazz Hot.

Ps del ps del ps: David studente di legge è un omaggio a Masochism Hereafter di Mirokia, fic che amo con tutta me stessa; i capelli di Kurt che sanno di vaniglia mi sono accorta che la Marti lo ha scritto nell'ultimo capitolo di Glay Club che ha pubblicato oggi e io questa schifezza l'ho scritta tre giorni fa e passa. Noi piratesse siamo connesse mentalmente 0_O xD

You’re holding my soul together

Ehi, dormiglione – gli sussurrò Dave nell’orecchio.

La testa di Kurt si riempì di quella voce così calda e profonda mentre fuoriusciva lentamente dal sonno pomeridiano in cui si era immerso qualche ora prima.

Hmmmm- fu l’unico verso che le labbra rosee del soprano riuscirono ad emettere.

Ah, sei vivo allora- scherzò il più grande. Sto andando in biblioteca all’università, devo fare una ricerca pallosissima su un diavolo di statuto del Texas. Tra poche ore sarà il tuo compleanno, ci credi? –David gli accarezzò i capelli delicatamente.

Poi, lo studente prese un bel respiro e gettò la sua personale bomba a orologeria.

Ti ho fatto una piccola sorpresa: il tuo regalo è già qui in casa. Devi trovare la chiave che apre il luogo dove è nascosto. Io torno tra più due orette sicuramente, hai tutto il tempo di mettere sottosopra il nostro povero appartamento- affermò non senza una punta di divertimento sadico Karofsky, prima di schioccare un bacio sulla fronte dell’altro e andarsene con un ampio sorriso sardonico sul viso.

Non appena sentì l’uscio di casa chiudersi, Kurt spalancò gli occhi, si alzò dalla posizione orizzontale in cui si ritrovava come se gli avessero dato una scossa elettrica di un milione di volt e iniziò freneticamente a far ragionare il cervello.

Dove avrebbe potuto occultare una chiave il suo fidanzato-quasi-laureato-in-legge?

Il primo posto che gli venne in mente fu il vaso dei biscotti al cioccolato in cucina; un goloso come Dave era così facile da prevedere...

Si avvicinò al ripiano della zona cucina con un’aria di trionfo assoluto dipinta in faccia, ma quell’ espressione gli durò per poco sul viso di porcellana.

Infatti, aprendo il contenitore, Hummel trovò una bustina di plastica trasparente e, assieme a questa, un biglietto scritto in modo caotico e frettoloso.

Pensavi davvero che sarebbe stato così facile trovare la chiave? Continua a cercare, fatina!!!

Kurt arricciò le labbra sbuffando e nel farlo si aggiustò un ciuffo ribelle sfuggito alla sua massa iperlaccata, eppure sotto sotto era felice di poter continuare la sua ricerca. Trovava eccitante tutta quella caccia al tesoro per poter avere il suo fantastico dono di compleanno.

Perquisì casa sua con l’accuratezza degna di un agente dell’ Fbi e della Cia messi assieme per un’ora e mezza abbondante, centimetro per centimetro. Controllò ogni angolo, ogni cassetto, ogni pianta, ogni tappeto, ogni tasca di ogni giacca e di ogni pantalone appesi nell’armadio o lasciati in giro per i centotrenta metri quadrati che condivideva con quel gran disordinato di David Karofsky, ma senza successo.

Il ragazzo si ridusse addirittura a rovistare nel cesto del bucato in mezzo alle montagne di roba sporca di entrambi ma niente. Della chiave nessuna traccia.

Kurt era totalmente e assolutamente disperato.

Non sapeva più dove cercare quel maledetto chiavistello. E senza quello, di conseguenza niente regalo.

Non voleva di certo che il suo fidanzato tornasse dall’università e lo vedesse ancora in alto mare. Non poteva minimamente accettarlo. Doveva vincere quella piccola sfida che gli era stata lanciata.

Era una questione di principio, oltre che di orgoglio.

Con l’umore più nero della pece – cavolo, Dave gliela aveva nascosta dannatamente bene quella cosa!- si recò nel corridoio, deciso a ripercorrere ogni singolo passo che il suo compagno avrebbe potuto fare in casa.

A un certo punto, l’azzurro delle sue iridi lampeggiò quando vide il portaombrelli vuoto accanto alla porta di ingresso.

Era quello il nascondiglio giusto, lo sentiva dentro di sé; stavolta il suo istinto non avrebbe sbagliato.

Vi infilò la mano e toccò la superficie fredda della chiave con la punta delle sue dita sottili. 

Kurt la afferrò felicissimo, trattenendo a stento un verso acuto di giubilo per esser riuscito a trovare quell’agognato oggetto e si precipitò in camera da letto pronto a capire quale diamine di cassetto potesse aprire.

Esaminandola meglio, il giovane capì che quell’arnese dischiudeva il tiretto del comodino della sua metà. Si precipitò sul pavimento, si inginocchiò davanti ad esso e lo spalancò.

Le sue mani iniziarono a tremare quando appoggiò sulle coperte leggermente sfatte del copriletto un voluminoso pacco piuttosto pesante, di forma quadrata.

Sopra, c’era attaccato un post it con la solita grafia quasi illeggibile di David.

Bravo, ce l’hai fatta alla fine! Adesso vediamo quanto riuscirai a resistere prima di strappare via la carta dal tuo regalo. Secondo me, non resisti fino al mio ritorno. D.

Il suo fidanzato aveva di nuovo colpito un altro suo punto debole: la curiosità.

Kurt non era certo di sopportare ancora molto a lungo. Fissava quel fagotto di carta posato sul materasso, non sapendo cosa fare.

In fondo, non era ancora nemmeno il suo compleanno… e voleva rovinarsi così la sorpresa preparata da Dave?

Assolutamente sì! – pensò il ragazzo, mentre scartava con furia distruttiva il misterioso dono.

Si ritrovò tra le mani un quaderno molto spesso, con la copertina rilegata finemente in morbidissima pelle marrone scuro e gli angoli sottolineati da righine dorate. Esteticamente perfetto. 

Kurt iniziò a sfiorare quelle pagine color avorio, insicuro ed emozionato.

Sulla prima pagina c’era una scritta autografa.

All’unico uomo che abbia mai amato.

David

Il turchese degli occhi di Hummel venne immediatamente riempito da lacrime di gioia. Gioia incandescente, pura, che si riversò presto sulle sue guance e che non smetteva di scorrere mano a mano che leggeva il suo regalo.

Dave aveva raccolto, con una pazienza pressoché infinita, la maggior parte delle mail, degli sms e dei bigliettini che si erano scritti l’un l’altro in oltre quattro anni di relazione e li aveva fatti stampare in quel librone.

Ad ogni parola, ad ogni virgola, era legato un ricordo. Un piccolo mattone che aveva contribuito a costruire loro due assieme.

 

Io non credo in Dio, lo sai, ma credo in te. Tantissimo. Vai e spacca tutto stamattina.

 K.

Kurt aveva dato così a David l’in bocca al lupo per il suo primo esame universitario. E avevano festeggiato poi stando a casa, la loro casa, mangiando una favolosa cena a base dei piatti preferiti dell’atleta fatta dal più piccolo e vedendo in tv sia la partita di football che Moulin Rouge.

 

 

Il caffè è già pronto. Non fare tardi a lezione fatina. Quando torno, andiamo al parco a passeggiare, ti va? Voglio farti vedere una cosa…

D.

E quel giorno Dave al parco gli regalò i biglietti per andare assieme alle Hawaii. Aveva lavorato di nascosto per mesi pur di guadagnare i soldi necessari. Fu la prima vacanza passata insieme, semplicemente la vacanza più bella della loro vita.

 

 

Mi dispiace aver litigato oggi con te. Ero un po’ nervoso. Non volevo dirti tutte quelle cose orribili… perdonami.

K.

Il tempo di mandare quell’sms e David, che era andato via incazzato come una belva, si precipitò a casa. Non si dissero nemmeno una parola. Fecero l’amore e rimasero a letto abbracciati tutto il giorno. E Kurt gli portò la colazione a letto per una settimana per farsi perdonare del tutto.

 

 

Ogni pagina che toccava, ogni frase su cui lo sguardo di Hummel si posava erano una fitta al cuore e una stretta allo stomaco. Spuntavano automatici un sorriso luminoso e una stilla di acqua salata accompagnata da un singhiozzo sommesso.

Poi, si sentì la porta di casa spalancarsi e un suono baritonale echeggiare tra le sue pareti.

Kurt… - disse David ad alta voce, sperando in una risposta da parte dell’altro, troppo sconvolto per rispondergli in qualche modo.

Non appena il ragazzo si affacciò sulla soglia della camera da letto, Hummel si mise in piedi sul baldacchino, saltò e con un balzo da gatto agilissimo si aggrappò alle spalle e al torace del suo fidanzato, immergendosi nei suoi vestiti e nella sua carne.

Oh, hai scartato il regalo. Sapevo non ce l’avresti fatta- rise Dave tra i capelli del fidanzato che profumavano di vaniglia, mentre quello gli piangeva avviluppato addosso come un koala al ramo di eucalipto, intravedendo sulle coperte la carta e il quaderno aperto.

Grazie, grazie, grazie- furono le uniche parole che Kurt riuscì a strappare dalla sua bocca bloccata dalla commozione.

Grazie a te, invece. Ti amo vecchietto, anche se compi gli anni tra qualche ora e hai già visto la sorpresa che ho impiegato due mesi a preparare –mormorò il più grande all’orecchio dell’altro, stringendolo teneramente a sé, come se avesse ancora paura che potesse rompersi o svanire da un istante all’altro.

David, tu per me sei il regalo più bello. Me lo hai appena dimostrato per l’ennesima volta. Ti amo- dichiarò Hummel con il petto pieno di beatitudine e dolcezza.

Un sorriso si formò silenziosamente sulle labbra di entrambi e illuminò i loro lineamenti, rilassati e persi nella presenza dell’altro, grati per ciò che stavano provando nel loro profondo.

Non si erano mai sentiti più completi come in quel momento, mentre ognuno abbracciava forte a sé ciò che teneva assieme l’anima propria e dell’altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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