Non vi è mai capitato di fare il regalo perfetto a una persona a cui volevate bene e volerglielo dare il prima possibile, anche se il suo compleanno sarebbe stato successivamente, perché non vedevate l'ora di vedere quanto quel dono lo avrebbe fatto sicuramente felice? A me sì LOL. Non riesco a trattenermi nelle mie cose XD!
Pirates, è per voi. We have the rum, we have Dave, we have Kurt... we have a lot of things, especially each other's backs. I love you so. <3
Ps: questa probabilmente è una delle robe più diabetiche mai scritte da me, ma avevo bisogno di una futurefic che fosse ammore.
Ps del ps: il titolo è tratto da Le Jazz Hot.
Ps del ps del ps: David studente di legge è un omaggio a Masochism Hereafter di Mirokia, fic che amo con tutta me stessa; i capelli di Kurt che sanno di vaniglia mi sono accorta che la Marti lo ha scritto nell'ultimo capitolo di Glay Club che ha pubblicato oggi e io questa schifezza l'ho scritta tre giorni fa e passa. Noi piratesse siamo connesse mentalmente 0_O xD
You’re holding my soul together
Ehi, dormiglione – gli
sussurrò Dave nell’orecchio.
La
testa di
Kurt si riempì di quella voce così calda e
profonda mentre fuoriusciva
lentamente dal sonno pomeridiano in cui si era immerso qualche ora
prima.
Hmmmm- fu
l’unico verso che le labbra rosee
del soprano riuscirono ad emettere.
Ah, sei vivo allora-
scherzò il più grande. Sto andando in biblioteca
all’università,
devo fare una ricerca pallosissima su un diavolo di statuto del Texas.
Tra poche
ore sarà il tuo compleanno, ci credi? –David
gli accarezzò i capelli
delicatamente.
Poi,
lo
studente prese un bel respiro e gettò la sua personale bomba
a orologeria.
Ti ho fatto una piccola
sorpresa: il
tuo regalo è già qui in casa. Devi trovare la
chiave che apre il luogo dove è
nascosto. Io torno tra più due orette sicuramente, hai tutto
il tempo di
mettere sottosopra il nostro povero appartamento- affermò non senza una punta
di
divertimento sadico Karofsky, prima di schioccare un bacio sulla fronte
dell’altro
e andarsene con un ampio sorriso sardonico sul viso.
Non
appena
sentì l’uscio di casa chiudersi, Kurt
spalancò gli occhi, si alzò dalla
posizione orizzontale in cui si ritrovava come se gli avessero dato una
scossa
elettrica di un milione di volt e iniziò freneticamente a
far ragionare il
cervello.
Dove
avrebbe
potuto occultare una chiave il suo fidanzato-quasi-laureato-in-legge?
Il
primo
posto che gli venne in mente fu il vaso dei biscotti al cioccolato in
cucina;
un goloso come Dave era così facile da prevedere...
Si
avvicinò
al ripiano della zona cucina con un’aria di trionfo assoluto
dipinta in faccia,
ma quell’ espressione gli durò per poco sul viso
di porcellana.
Infatti,
aprendo il contenitore, Hummel trovò una bustina di plastica
trasparente e,
assieme a questa, un biglietto scritto in modo caotico e frettoloso.
Pensavi davvero che
sarebbe stato così facile trovare la chiave? Continua a
cercare, fatina!!!
Kurt
arricciò
le labbra sbuffando e nel farlo si aggiustò un ciuffo
ribelle sfuggito alla sua
massa iperlaccata, eppure sotto sotto era felice di poter continuare la
sua
ricerca. Trovava eccitante tutta quella caccia al tesoro per poter
avere il suo
fantastico dono di compleanno.
Perquisì
casa
sua con l’accuratezza degna di un agente dell’ Fbi
e della Cia messi assieme
per un’ora e mezza abbondante, centimetro per centimetro.
Controllò ogni
angolo, ogni cassetto, ogni pianta, ogni tappeto, ogni tasca di ogni
giacca e
di ogni pantalone appesi nell’armadio o lasciati in giro per
i centotrenta
metri quadrati che condivideva con quel gran disordinato di David
Karofsky, ma
senza successo.
Il
ragazzo si
ridusse addirittura a rovistare nel cesto del bucato in mezzo alle
montagne di
roba sporca di entrambi ma niente. Della chiave nessuna traccia.
Kurt
era
totalmente e assolutamente disperato.
Non
sapeva
più dove cercare quel maledetto chiavistello. E senza
quello, di conseguenza niente
regalo.
Non
voleva di
certo che il suo fidanzato tornasse
dall’università e lo vedesse ancora in alto
mare. Non poteva minimamente accettarlo. Doveva vincere quella piccola
sfida
che gli era stata lanciata.
Era
una
questione di principio, oltre che di orgoglio.
Con
l’umore
più nero della pece – cavolo, Dave gliela aveva
nascosta dannatamente bene
quella cosa!- si recò nel corridoio, deciso a ripercorrere
ogni singolo passo
che il suo compagno avrebbe potuto fare in casa.
A
un certo
punto, l’azzurro delle sue iridi lampeggiò quando
vide il portaombrelli vuoto accanto
alla porta di ingresso.
Era
quello il
nascondiglio giusto, lo sentiva dentro di sé;
stavolta il suo istinto non
avrebbe sbagliato.
Vi
infilò la
mano e toccò la superficie fredda della chiave con la punta
delle sue dita
sottili.
Kurt
la
afferrò felicissimo, trattenendo a stento un verso acuto di
giubilo per esser
riuscito a trovare quell’agognato oggetto e si
precipitò in camera da letto
pronto a capire quale diamine di cassetto potesse aprire.
Esaminandola
meglio, il giovane capì che quell’arnese
dischiudeva il tiretto del comodino della sua metà. Si
precipitò sul pavimento, si inginocchiò davanti
ad esso e lo
spalancò.
Le
sue mani
iniziarono a tremare quando appoggiò sulle coperte
leggermente sfatte del
copriletto un voluminoso pacco piuttosto pesante, di forma quadrata.
Sopra, c’era attaccato un post it con la solita grafia quasi illeggibile di David.
Bravo, ce l’hai fatta alla fine! Adesso vediamo quanto riuscirai a resistere prima di strappare via la carta dal tuo regalo. Secondo me, non resisti fino al mio ritorno. D.
Il
suo
fidanzato aveva di nuovo colpito un altro suo punto debole: la
curiosità.
Kurt
non era
certo di sopportare ancora molto a lungo. Fissava quel fagotto di carta
posato
sul materasso, non sapendo cosa fare.
In
fondo, non
era ancora nemmeno il suo compleanno… e voleva rovinarsi
così la sorpresa
preparata da Dave?
Assolutamente sì! –
pensò il ragazzo, mentre scartava
con furia distruttiva il misterioso dono.
Si
ritrovò
tra le mani un quaderno molto spesso, con la copertina rilegata
finemente in morbidissima
pelle marrone scuro e gli angoli sottolineati da righine dorate.
Esteticamente
perfetto.
Kurt
iniziò a
sfiorare quelle pagine color avorio, insicuro ed emozionato.
Sulla prima pagina c’era una scritta autografa.
All’unico uomo
che abbia
mai amato.
David
Il
turchese
degli occhi di Hummel venne immediatamente riempito da lacrime di
gioia. Gioia
incandescente, pura, che si riversò presto sulle sue guance
e che non smetteva
di scorrere mano a mano che leggeva il suo regalo.
Dave
aveva
raccolto, con una pazienza pressoché infinita, la maggior
parte delle mail,
degli sms e dei bigliettini che si erano scritti l’un
l’altro in oltre quattro anni
di relazione e li aveva fatti stampare in quel librone.
Ad
ogni
parola, ad ogni virgola, era legato un ricordo. Un piccolo mattone che
aveva
contribuito a costruire loro due assieme.
Io non credo in Dio, lo
sai, ma credo in te. Tantissimo. Vai e spacca tutto stamattina.
K.
Kurt
aveva
dato così a David l’in bocca al lupo per il suo
primo esame universitario. E
avevano festeggiato poi stando a casa, la loro casa, mangiando una
favolosa
cena a base dei piatti preferiti dell’atleta fatta dal
più piccolo e vedendo in
tv sia la partita di football che Moulin Rouge.
Il caffè
è già pronto.
Non fare tardi a lezione fatina. Quando torno, andiamo al parco a
passeggiare,
ti va? Voglio farti vedere una cosa…
D.
E
quel giorno
Dave al parco gli regalò i biglietti per andare assieme alle
Hawaii. Aveva
lavorato di nascosto per mesi pur di guadagnare i soldi necessari. Fu
la prima
vacanza passata insieme, semplicemente la vacanza più bella
della loro vita.
Mi dispiace aver
litigato oggi con te. Ero un po’ nervoso. Non volevo dirti
tutte quelle cose
orribili… perdonami.
K.
Il
tempo di
mandare quell’sms e David, che era andato via incazzato come
una belva, si
precipitò a casa. Non si dissero nemmeno una parola. Fecero
l’amore e rimasero
a letto abbracciati tutto il giorno. E Kurt gli portò la
colazione a letto per
una settimana per farsi perdonare del tutto.
Ogni
pagina
che toccava, ogni frase su cui lo sguardo di Hummel si posava erano una
fitta
al cuore e una stretta allo stomaco. Spuntavano automatici un sorriso
luminoso
e una stilla di acqua salata accompagnata da un singhiozzo sommesso.
Poi,
si sentì
la porta di casa spalancarsi e un suono baritonale echeggiare tra le
sue
pareti.
Kurt… -
disse David ad alta voce, sperando
in una risposta da parte dell’altro, troppo sconvolto per
rispondergli in
qualche modo.
Non
appena il
ragazzo si affacciò sulla soglia della camera da letto,
Hummel si mise in piedi
sul baldacchino, saltò e con un balzo da gatto agilissimo si
aggrappò alle
spalle e al torace del suo fidanzato, immergendosi nei suoi vestiti e
nella sua
carne.
Oh, hai scartato il regalo.
Sapevo non
ce l’avresti fatta-
rise Dave tra i capelli del fidanzato che profumavano di vaniglia,
mentre
quello gli piangeva avviluppato addosso come un koala al ramo di
eucalipto,
intravedendo sulle coperte la carta e il quaderno aperto.
Grazie, grazie, grazie-
furono le uniche parole che Kurt
riuscì a strappare dalla sua bocca bloccata dalla commozione.
Grazie a te, invece. Ti amo
vecchietto, anche se compi gli anni tra qualche ora e hai
già visto la sorpresa
che ho impiegato due mesi a preparare –mormorò
il più grande all’orecchio dell’altro,
stringendolo teneramente a sé, come se
avesse ancora paura che potesse rompersi o svanire da un istante
all’altro.
David, tu per me sei il regalo
più
bello. Me lo hai appena dimostrato per l’ennesima volta. Ti
amo- dichiarò Hummel con il petto pieno
di beatitudine e dolcezza.
Un
sorriso si
formò silenziosamente sulle labbra di entrambi e
illuminò i loro lineamenti,
rilassati e persi nella presenza dell’altro, grati per
ciò che stavano provando
nel loro profondo.
Non
si erano
mai sentiti più completi come in quel momento, mentre ognuno
abbracciava forte
a sé ciò che teneva assieme l’anima
propria e dell’altro.