-Swedish Chick-

Duncan Evans non è geloso. Figurarsi per una ragazza. O almeno, così diceva. E adesso? Adesso non ne è poi così sicuro.
Forse era vero, che i ragazzi vogliono sempre quello che non potranno mai avere. Perchè, se aveste chiesto a Duncan di uscire con Courtney Callahan un paio di giorni prima, vi avrebbe riso in faccia. Per lui, lei non era altro che un passatempo nella sua noiosa vita scolastica, e per lei, il giovane delinquente era la persona che la faceva arrabbiare di più in assoluto, mandato dall'inferno per farle pagare qualche torto che aveva commesso negli ultimi sedici anni.
Ma le cose cambiano in quattro giorni, e loro due lo sanno bene.

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“Te lo giuro Bridgette, lui adora rendermi la vita un inferno” sbraitò Courtney nel cellulare, mentre andava a casa, dopo scuola, quel Giovedì pomeriggio. Era Maggio, e Bridgette -la mio migliore amica di Courtney- era a casa con la febbre. Ora, l'idea originale della bruna era quella di controllare come stesse la surfista , ma quella, avendole chiesto 'Come è andata a scuola?' aveva messo in azione la modalità 'urlo isterico'.
“Court, sono sicura che non è proprio come dici te” la bionda fece dei colpi di tosse prima di parlare di nuovo “sai che hai l'abitudine di enfatizzare le cose”
“Ha detto alla professoressa che avevo che avevo della droga nella borsa. DROGA! La prof mi ha setacciato lo zaino, Bridgette! Davanti a tutta la classe! E quando non ha trovato niente, Duncan si è scusato dicendo: Probabilmente mi sbagliavo. Mi stavo solo interessando della salute della Principessa.” disse, mimando perfettamente la voce.
“Ma non sei finita nei guai, giusto?”
“No, ma ti rendi conto di quanto fossi imbarazzata?” urlò Courtney nel telefono, facendo sobbalzare Bridgette.
“Capisco che tu sia arrabbiata, ma calmati. Vai a casa e fa.. yoga o che so io” disse la bionda mormorando un saluto e riattaccando.
“Principessa!” Oh dio, no.
Mentre si guardava intorno, Courtney fu colpita da tre gavettoni. Duncan passò in bici accanto alla sua casa, ridendo come un matto.
“Ugh! Duncan!” urlò la bruna, quando questi fece una curva a U e si fermò vicino a lei.
“Mh, bel reggiseno dolcezza, rosso, di pizzo. Carino, lo approvo”.
Guardando alla sua canottiera fradicia, Courtney gridò e entrò in casa, pronta a tornare fuori e a cavare gli occhi del ragazzo con un coltello.
Era fortunato che tutti i coltelli stessero facendo un giro nella lavastoviglie.

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Pedalando verso casa, un paio di isolati più in là dall'incontro con Courtney, Duncan sorrise.
Cavolo, quella ragazza rendeva tutto così facile. La cosa più semplice la mandava in bestia e questo rendeva il gioco molto divertente.
Inoltre, la ragazza si doveva ritenere fortunata che quel giorno lui si sentisse particolarmente misericordioso,dal fatto che aveva riempito i palloncini con l'acqua e non con la tintura per capelli arancione, come aveva progettato. Sarebbe rimasta di quel colore per settimane!
Dopo la droga, e i gavettoni, Duncan si chiese se doveva fare il tre in uno. Probabilmente sì.
Prima che potesse cominciare a pensare a qualcosa, però, il suo cellulare squillò, così accostò di lato e si portò il telefono all'orecchio “Che c'è?”
“Ehi, Bello! Non ti immaginerai mai cosa succederà” Geoff cominciò a raccontare tutto, prima che Duncan avesse il tempo di pensare a cosa l'uomo-party si riferisse.
“Domani ci sarà uno studente nuovo!” Goeff finì la spiegazione, che aveva compreso l'abbigliamento trasandato dei ragazzi e quante ore dormiva a notte.
“Un nuovo studente? E allora?”
“Cavolo, pensa alle possibilità! Potrebbe essere una strafiga ragazza svedese!” Questo fece aumentare l'interesse del punk.
“Ma sai se è un ragazzo o una pollastra?”
“Nah..DJ mi ha mandato un messaggio dicendomi solo che viene un nuovo studente. Lui ha ricevuto una telefonata da Carter, che ha avuto un'email da Emily che ha sentito da Joe che un professore ha det-”
“Okay, okay, ho capito. Non lo sai.” Duncan interruppe il chiacchiericcio dell'amico, che ridacchiò.
“Bè, domani mattina quando sarà in classe nostra lo scopriremo, no?”
“Mhhh”
“Ora devo andare, amico. E senti, sto pensando di fare una festa domani notte. Ci sarai?” Duncan poteva chiaramente immaginarsi l'amico col cappello da cowboy saltellare per l'eccitazione.
“Lo sai che ci sarò. Nove in punto?”
“Si, bè, ciao D.”
“Ci vediamo, Goeff”
Riattaccando il cellulare e buttandolo nella tasca dei pantaloni, Duncan si era completamente dimenticato della ragazza bruna da torturare. Riprendendo a pedalare, Duncan sorrise:
Si, spero sia una strafiga svedese.