Il ritratto di Dorian Grey

Un giorno, forse, l'espressione crudele sarebbe scomparsa dalle labbra accese e sensuali, ed egli avrebbe potuto mostrare a tutti il capolavoro di Basilio Hallward.

Il piacevole e delicato profumo di lavanda pervadeva l'ampio salone. Le spesse tende in velluto rosso impedivano ai tiepidi raggi di penetrare in quella stanza, lasciandola immersa nella penombra.

«È il vostro miglior lavoro, Basil» osservò pacatamente Dorian, seduto compostamente sulla poltrona davanti al camino.

Era talmente bello e così delicato da confondersi con una statua di marmo bianco.

«Indubbiamente. Ma non credo che lo esporrò» mormorò sovrappensiero il pittore, indicando con un ampio gesto della mano il quadro, ancora appeso al cavalletto.

Lord Grey aggrottò le sopracciglia e squadrò stupefatto l'amico. «E perché mai?».

Gli occhi scuri di Basil Hallward, che fino ad allora era rimasti posati sul ragazzo, si spostarono sul dipinto. Una copia semplicemente perfetta, se non addirittura migliore, del vero Dorian.

Si alzò dal divano e posò la tazza di té che stava sorseggiando sul tavolino. Con una lentezza quasi teatrale raggiunse il suo capolavoro, ed alzò la mano verso il viso dipinto.

Non aveva mai avuto l'onore di immortalare una creatura così splendida, così pura.

Un onore che difficilmente gli sarebbe stato concesso di nuovo.

Lasciò cadere il braccio lungo il fianco, e rivolse un sorriso tirato al suo interlocutore. «Non posso proprio. Vi ho racchiuso troppo di me stesso».

Note dell'autrice

Mi sono iscritta ad Efp principalmente per migliorarmi, quindi credo che pubblicherò, oltre a questi esercizi prettamente "scolastici", anche delle cose scritte di mio pugno. Per ora mi limito a trascrivere i miei precedenti temi, comunque.

Spero non sia un tentativo fallito.