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Autore: Mery92    07/05/2011    1 recensioni
Forse gli dei non hanno tutto ciò che desiderano.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le labbra di Venere

A volte fare un giro nel parco fa bene.

Puoi fare incontri particolari.

 

C’è una ragazza distesa sul prato…non so cosa fare.

E’ meravigliosa,di una bellezza unica…semplice,ma misteriosa. Sto forse sognando?

Mi avvicino lentamente,non vorrei svegliarla.

Ma è normale che una si addormenti così in un parco pubblico? Non penso.

Mi sto avvicinando,ma cosa sto facendo? Vorrei andarmene,cioè…non verrei…ma so che non dovrei…oddio ma perché il mio corpo non risponde più ai miei comandi?

Mi inginocchio vicino a lei…ora posso vederla bene in viso.

Che pelle chiara,così liscia e chissà com’è morbida. Sembra così innocente e rilassata,da vicino è ancora più bella.

Ma perché continuo a star qui a fissarla?! Perché?!

Non resito…Non resisto…e la bacio.

Ok sono un idiota. Ok me ne devo andare,ora subito,all’istante! Ma niente,le mie gambe non collaborano.

Ha aperto gli occhi,sono di un azzurro che farebbe impallidire il cielo,ma non ho tempo di contemplarli abbastanza, perché la sua espressione sorpresa muta improvvisamente. La rabbia scurisce quegli occhi divini e un secondo dopo la mia faccia si trova a contatto con il suo pugno chiuso e mi trovo semi disteso a terra.

Cazzo se fa male! Se prima credevo di sognare ora ho la certezza che è tutto vero!

Mi volto a guardarla e rimango a bocca aperta.

Una stra gnocca, vestita come una scolaretta dei manga giapponesi, con minigonna molto mini a quadri rossa, camicetta bianca annodata sotto il seno, cravatta nera, scaldamuscoli neri e scarpe da ginnastica e per finire in bellezza: lunghi capelli biondi legati in due codini. Sul fianco, un tatuaggio,piccolo,uno strano motivo floreale che non riesco ad identificare perché non so se guardare prima il tatuaggio o il suo bel decoltè.

Ora posso ufficialmente morire, che qualcuno mi uccida così da non subire le ire di questa splendida creatura…almeno morirò con la soddisfazione di avere visto una simile bellezza.

“Chi sei e cosa vuoi da me? Ma soprattutto come ti sei permesso a baciarmi?!”

Mi sta parlando. Mi aggiusto gli occhiali ma non riesco ancora a parlare. Vorrei ma non ci riesco.

“Ma cos’è sei sordo o cosa? Rispondi!”

Oddio com’è autorevole. Ama farsi rispettare…e direi che ci riesce bene.

“Ehm…io…ti avevo vista li…e…pensavo…” bene ora cosa cavolo le dico?

“Pensavi cosa scusa?”

Sembra molto arrabbiata. Bhe…non le do neanche tutti i torti, anche io lo sarei se uno venisse li e mi baciasse. Ora che scusa mi invento?

“Allora? Il gatto ti ha forse mangiato la lingua?”

Batte il piede in maniera nervosa,molto nervosa. Forza cervello pensa,pensa,pensa,collabora,cazzo!

“Ehm…pensavo fossi svenuta..ecco…si pensavo fossi svenuta e quindi volevo farti al respirazione bocca a bocca per rianimarti…” Ecco, ho detto la stronzata del secolo. Dico ma una volta,una sola dannata volta,riuscirò a concludere qualcosa?

“Prego?E tu se vedi una svenuta la baci?”

“Bhe…ok scusa…ti chiedo perdono,non so cosa mi sia preso e non so neanche perché ti ho baciata. Eri li da sola su un prato, non è da tutti i giorni trovare una ragazza…che dorme su un prato” Sto avvampando e sono certa che lei se ne è già resa conto.

Abbasso lo sguardo,non ho il coraggio di guardare quei due abissi senza fine.

“Scusa….è meglio che io vada…” Me ne vado che ho già fatto abbastanza figure di merda per oggi.

“Ma no dai aspetta…effettivamente…in parte hai ragione. Avrei bisogno di un po’ d’aiuto,sono nuova di questa città e non so dove andare. Mi faresti fare un giro?”

Il cuore accellera. Troppo.

“Come ti chiami?”

“A-Alex…e si,certo che si! Vieni andiamo a prendere qualcosa di fresco al bar,con questo caldo è l’ideale”

La prendo per mano e la trascino fuori dal parco.

“Bar?E cos’è?”

Ok non credo alle mie orecchie.

“Come? Bhe un bar è…è un luogo dove si vendono bevande,gelati,cose da mangiare. Un punto di ritrovo dove i ragazzi e le ragazzi stanno a chiacchierare, scusa ma da dove vieni? “ scoppio a ridere “Non sembri neanche di questa Terra.”

La trascino al bar più vicino e ordino due Coca Cole fredde.

Lei si guarda intorno, mi fa un milione di domande e io la guardo sempre più incantato; la porto a fare un giro per la città.

I monumenti,i giardini,le vie del centro storico.

Le faccio conoscere il gruppo di amici con cui esco sempre,sembra così felice e spensierata.

Le sue guance si coloriscono di un rossore che la rende ancora più splendida.

Il sorriso…su di lei…è come una perla di rara bellezza.

Tutto la entusiasma…e io sono sempre più stregato da lei.

Una Dea. Pura bellezza scesa in terra.

“Non ti ho ancora chiesto come ti chiami….”

“Bhe…io…mi chiamo Venere…” ha abbassato subito lo sguardo,imbarazzata.

“Non potresti avere nome più azzeccato” le prendo le mani tra le mie “La tua bellezza oscurerebbe persino quella della splendida dea dell’amore.”

Ride. Cioè io sto morendo di vergogna per ciò che le ho appena detto…e lei….mi ride in faccia?!

“L’hai mai vista?” continua a ridere.

“Chi scusa?”

“La Dea Venere. Prima di dire che la mia bellezza supera la sua devi prima aver la vista.”

Alzo gli occhi al cielo e sorrido pure io.

“Se esistono miti e leggende su di lei,se tanti poeti ne hanno decantato la bellezza per millenni…forse…un fondo di verità ci deve essere…E poi,la Dea dell’amore non può certo essere brutta.”

Il tramonto è così bello visto da qui, siamo tornati nel parco dove ci siamo incontrati.

Il tempo è trascorso troppo velocemente.

“Devo ringraziarti sai,Alex?”  il suo tono è un po’ malinconico,gli occhi lucidi.

“Perché scusa?”

“Perché mi hai fatto vivere una giornata…meravigliosa.”

“Ma non ho fatto niente di speciale…”

“Si invece,grazie a te oggi sono stata una normale adolescente.” Sorride,ma è un sorriso amaro.

“Ma,non capisco. Cosa vuoi dire?”

“Già…tu non puoi capire…per te è tutto normale. Tu non hai obblighi,non hai responsabilità.” Sospira “Tu hai amici che riempiono le tue giornate e il sorriso non ti amnca mai.” Un altro sospiro “Ti invidio sai? Tu hai tutto quello che io avrei sempre desiderato ma che non potrò mai avere,però grazie a te,ho potuto vivere almeno una volta come una ragazza normale. Grazie.”

Non riesco a capire.

Grazie di tutto,Alex.”

Improvvisamente accade qualcosa.

Una luce calda,bianca,l’avvolge e davanti a me non c’è più la ragazza con cui ho passato l’intera giornata ma ben si una donna adulta,matura; lunghissimi capelli biondi l’avvolgono,grandi occhi azzurri e sgurdo seducente,labbra carnose,uno splendido e florido seno. Indossa un semplice abito bianco stretto sotto il seno e lungo fino a terra,i piedi nudi.

Mi sorride e ma io non riesco a ricambiare,sono troppo stupito per proferir verbo.

Una piccola risata. Si avvicina e mi da un abcio sulla guancia.

 

“Mi hai reso una donna felice,Addio Alex.”

 

Si alza e raggiunge un uomo che si trova a qualche passo di distanza da noi,solo ora mi sono accorto della sua presenza.

 

“Venere,mia amata,ti è piaciuto trascorrere questa giornata sulla Terra?”

 

“Si Marte,non so come ringraziarti per questo splendido regalo di compleanno, ora possiamo tornare a casa, grazie per la pazienza.”

 

Si volta a guardarmi ancora un istante.

 

Mi sfrego gli occhi,incredulo, e quando li riapro, sono scomparsi.

 

Mi lascio cadere sul prato ridendo,se raccontassi questa storia a qualcuno nessuno mi crederebbe, ma non ha importanza, nel cuore serbo il ricordo di lei,dei suoi occhi,della sua risata e delle sue labbra d’ambrosia.

Non importa che sia stato un sogno o un colpo di sole,il sapore delle sue labbra rimarrà impresso per sempre nella mia mente,vivido.

 

“Avete presente Venere,la ragazza che vi ho presentato ieri?”

“Venere? Ma cos’hai bevuto Alex! Guarda che ieri non ti abbiamo visto per tutto il giorno,sicuro di stare bene?”

 

Eh già,ha concesso solo a me il privilegio di ricordarmi di lei.

 

   
 
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