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Autore: bea    13/02/2006    16 recensioni
Cosa unisce due sognatori?
Sia forse il desiderio comune della ricerca della felicità a farli stare insieme o la voglia di qualcosa di alternativo e stuzzicante?
Ma loro certo non sono i baciati dall'amore.
Loro sono coloro per cui : fiori d'arancio non è sinonimo di belle speranze, bensì di un qualcosa di eternamente troncato, irricostruibile.
Però...a volte è strano come giochi il "destino" ...non trovate?
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ma l’avete presente quella sensazione che si a di tanto in tanto; quella che sembra che debba farci cadere l’intero mondo addo

 

 

 

 

 

Ma l’avete presente quella sensazione che si a di tanto in tanto; quella che sembra che debba farci cadere l’intero mondo addosso; che rotola ,striscia e ti tira su fin nelle viscere rivoltandotele, facendoti venire una di quelle voglie di vomitare che non avevi mai avuto in vita tua?

Quella che ti fa sentire la fine vicina sembra una dolce linea zuccherata ,al confronto della vita che hai vissuto fin li e per questo non vedi l’ora di raggiungerla. Tendi la mano nel tentativo di toccarla ma questa ti ferisce e basta e tu non la raggiungi .

E poi Boom.

Ti svegli. Sbatti le palpebre , e ti rendi conto di essere ancora una volta in quel minuscolo appartamento di periferia, che puzza di frittura di pesce e hamburger. Ma d’altronde se non avevi i soldi per comprarne uno migliore ,meglio li che sotto un ponte.

Forse è proprio questa la cosa bella della droga , sei stata un’ora e mezza distesa su quel persiano macchiato e non te ne sei neanche accorta. Tentavi di toccare le stele allungando la mano mentre ancora la siringa al tuo fianco e la cintura da uomo poco più in la ti fanno sperare in una nuova dose , che sai , non arriverà.

No te lo sei promessa, basta farsi. Se quel coglione ti ha mollata non è colpa tua ,dolce signorina,e non saranno quelle scenate isteriche per telefono che avevi fatto a fargli cambiare idea, lo sai questo ,no?

Crolli ancora sul pavimento. I capelli troppo lunghi disegnano buffe onde sul tappeto che una volta era rosso e oro; ora assomiglia più alla pelliccia marrone di un gatto spelacchiato, invece che ha un regalo di nozze.

Forse è per questo che ti fai , signorina. 

Il cielo stellato, e puoi sentire ancora l’erba fresca sotto di te ,mentre dei petali ti sfiorano il viso. Quasi per ironia sono fiori d’arancio. Gli stessi nel tuo buquet, gli stessi di quell’estate al mare nella vetrina di Sweety Bride.

Sospiri lasciando che gli occhi si socchiudano leggermente. Evidentemente non era il tuo destino quello di diventare un’affetta sposina , maniaca della pulizia, tutta casa e chiesa. Anzi sotto certi lati gli sei anche grata , ma sotto altri….

Non ha forse infranto il tuo sogno con il suo essere bastardo e doppiogiochista?

Pensare adesso che l’hai amato ti affatica ti rende tanto pesante che ,eccoti li, appena smontata da un dose che ha finito il suo effetto. Ma non lo potrai fare per l’eternità ,dato che, la roba costa , e tu – ti frughi nella tasca dei jeans logori e un po’ strappati: vuota- tu di soldi non ne hai.

Assomiglia tanto a una cosa che ogni tanto fai- e non solo perché affetti le cipolle in quel ristorantino sotto casa- . Ti somiglia alla sensazione che si ha quando , non sai perché, ma con le lacrime che ti bagnano il viso e gli occhi lucidi e arrossati scoppi a ridere .

Fai un mezzo sorriso, mentre il treno passa li vicino gracchiando sui binari e facendo muovere la persiana in latta a destra e sinistra. Quella che la tua amica chiama “I tuoi attacchi d’isteria contagiosa”. Inevitabilmente anche lei scoppiava a ridere.

Ed è quando che quel triste ricordo riaffiora al pelo dell’acqua che la voglia viene e l’hashish… quale via è mai più dolce?

Sospiri affranta decidendoti ad alzarti dal tappeto. La stanza è piccola. Cucina, divano letto e studio, tutto in uno e un’altra camera più piccola per il bagno. E voila ecco la tua personale dependance.

Ti strofini assonnata gli occhi, come se non ti fossi appena fatta una dose, ma come se ti fossi appena svegliata da un bel ,dolce sogno. Stiracchi le braccia , facendo forza sulle gambe che fai muovere un po’ per sgranchirle.

Il sorriso stampato sulle labbra rosate e già sembri un’altra, mentre applichi quel sottile strato di burro-cacao alla ciliegia e tingi il dito col fondo tinta con cui nascondi le occhiaie.

Forse è per quello che ti droghi, benché quello sia stato il periodo più brutto della tua vita non eri in gabbia e questo ti basta.

Afferri con le dita sottili il freddo metallo dell’orecchino a pendolo che infili nel lobo, facendo ricadere i mille fronzoli sul davanti.  Con due dita ti sfiori le gote di terra , riprendendo un falso colorito sano e i tuoi occhi castani brillano con intensità sotto quel trucco tanto leggero , eppure che trovi così pesante.

Spazzo li distrattamente i capelli scalati,ritoccando per quanto possibile, la piega ribelle che hanno preso e ripristinando la tua riga laterale ,insieme alla zazzera.

Sorridi alla tua immagine allo specchio. Ormai è tutto finito, tutto superato e sei pronta a nuovi sogni, nuovi castelli e regni. Ma se ti chiedesse il perdono….arriveresti a darglielo?

Con passo leggero,eppure svelto, infili le scarpe consumate e il giacchetto in jeans prendendo il porta chiavi a forma di gemma. Quella pallina un po’ rosata che tuo nonno ha insistito per regalarti come regalo di nozze, che si diceva, venisse custodita nel tempio da oltre 500 anni. Ora si ritrova a fare da portachiavi.

Alzi le spalle scacciando il pensiero. Almeno è comodo.

Ultimo, ma non per importanza , la tua borsa, con dentro il libro e i fazzoletti. Sei l’unica che va a leggere in un parco a quell’ora di notte, ma è l’ambiguità a stuzzicarti. E poi i sogni notturni sono sempre i più belli.

Ti chiudi la porta alle spalle e con passo felpato inizi a scendere per la tromba delle scale.

Non lo sai se lo perdoneresti. Forse lo faresti, forse no, fatto sta che ti ha fatto soffrire lasciandoti così all’altare. Quell’imbarazzo segnerà per sempre la tua anima ,però…

….Meglio evadere per un po’ dalla realtà ,finche puoi, dolce Kagome.

 

***

 

Chi l’ha mai detto che girare per la città da soli è triste? Barcolli un attimo ma poi ti riprendi appoggiandoti al muro. Sputi un po’ di sangue , denso e amaro, e i polmoni sembra ti debbano andare a fuoco. Ma tra te e loro chi sta peggio sono loro ,no?

La notte è fonda e quella strada è deserta e tu, da sempre essere solitario, cammini ferito cercando appoggio in ogni luogo possibile, sicuro che mai nessuno sarà disposto ad aiutarti fuorché i muri. Ecco forse in questo sono meglio rispetto alla gente. Loro non si fanno problemi sul chi aiutare, cosa sorreggere, chi dividere, loro lo fanno e basta e non pensano al chi , come, dove, quando e perché.

Senti i cocci di una bottiglia spaccarsi sotto i tuoi piedi coperti dalle scarpe che si uniscono alla colonna sonora di “città notturna”. Un assolo di sirene, cani che abbagliano e voci lontane un po’ fosche, mentre qualche gatto si azzuffa con un altro per il territorio.

Tu hai fatto lo stesso e se ora quelle sirene suonano forse è per te. Hai fatto un gran bel casino e a quelli gli hai cambiato i connotati.

Ma come dici tu : fotti un stronzo oggi , togline uno domani, magari un bel giorno arriverà l’ultimo della serie!

 Ma il tuo orgoglio ferito ti aveva spinto alla battaglia e la tua sete di rispetto te li ha fatti schiacciare come scarafaggi. Peccato che non avessi proprio previsto quella mitraglietta che ti ha trafitto da parte e parte, in tre bei buchi, il polmone sinistro. Ma se arrivi alla tua tana, ti leccherai un po’ le ferite, aspetterai un po’ e i buchi saranno spariti e il tuo orgoglio sarà brillante.

L’hai fatta pagare anche a quel bastardo che- non l’avresti dimenticata mai la sua faccia- proprio lì, lì, dove sei adesso , cinque anni fa ti ingannato e sfruttato e poi te l’ha portata via. Ma non si parla di una scopata , quel bastardo l’ha uccisa e tu…tu ci sei arrivato vicino, ma ,da bravo sadico che sei , hai pensato che si, la morte può essere dolce,ma cosa c’è di più i vederlo dietro le sbarre per una vita intera? Niente e tu lo sai.

Ti hanno sottovalutato quei bastardi, solo perché sei un mezzo demone hanno creduto di poterti fregare. Ma se tu che l’hai fatto. Ormai l’hai capito a tue spese nessuno può amare un mezzo demone ,lo sai.

Guardala, solo una c’ha provato ,e adesso la sua lapide bianca rischiara il cimitero facendoti sempre più spesso desiderare di essere con lei a farle compagnia.

Come quella di tua madre. Tua madre. Ancora te la ricordi , con i profondi occhi castani , che sembravano leggerti nel pensiero e sapevano di tutto quel che di dolce una madre poteva dare al proprio figlio , al proprio marito. Di quando ti guardava dalla veranda con la tazzina di tè in mano e i capelli mori, lunghissimi, scossi dal vento, pieno di così tanti fiori d’arancio. I suoi preferiti. Così dolci , eppure , tanto amari, come la scorza delle frutte che poi avrebbero fatto nascere, che di dolce all’interno, avevano tanto da far sentire, bastava cercare.

Avevi sognato per anni di trovarne una così . Una come lei ,per te la perfezione di donna. Ma se poi ti eri innamorato del tipo opposto, non c’era certo da piangerci. Era speciale anche lei a modo suo. Provava quel che provavi tu, sentiva e capiva ogni tua emozione perché era marcata a fuoco anche sulla sua pelle.

Ma entrambe- guarda l’ilarità- avevano preso il volto, troppo precocemente per te, troppo precocemente per tutti.

E ti sembra proprio quelli il momento, quando una fitta più forte e dolorosa delle altre , ti fa cadere in avanti , ai piedi di quello stupido albero d’arance.

Sei davanti al giardinetto pubblico e i tuoi occhi annebbiati fanno fatica a rimanere aperti . Senti solo il profumo dell’erba e la terra che ti entra nelle narici col respiro. Non puoi fare a meno di pensare che …si è un bel posto per morire.

In un qual senso quello non è altro che il luogo dove l’uomo e la natura si toccano…

" Mio Dio stai bene?"sente delle mani toccargli leggermente la schiena , invitandolo implicitamente a un tentativo di aprire gli occhi. La voce e femminile come il brilluccichio che le illumina di riverbero il viso, gli orecchini che riflettono la luce del lampione. Sente le pagine di un libro muoversi veloci , girate dal vento.

Non riesci a vederla , ma in quel momento non fai che chiederti il perché .Perchè una tale gentilezza verso uno come te, che , non è ne l’uno ne l’altro. Ne Hanyou ne Youkai. Ma tanto in quel momento non importa…niente importa ora.

"Cerca di resistere ancora un po’ ok?"viene alzato e anche se a fatica , trascinato lontano da li.

L’ultima cosa che ricorda …sono i fiori d’arancio....I fiori d'arancio di cui quella ragazza profumava …

 

 

Ok lo ammettiamo , è una fic a dir poco delirante non abbiamo idea di come ci sia venuta in mente ( a dir la verità l’abbiamo fatto per noia!=P) Comunque alla fine ci siamo divertite a creare mille e uno analogie con delle canzoni italiane e non…vi lasciamo al dubbio di quali siano .

Come sempre più spesso abbiamo preso un tema leggermente dark ma siccome ci piace e ci viene abbastanza bene, siamo felici di scriverli!^^

 

Quindi vi salutiamo qui…

Commentate se ne avete voglia.

  
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