L'Accademia Rocket si era vestita di rosso e d'argento, i colori del Natale.
Ad ogni angolo un albero di Natale illuminava la zona vicina con le sue mille luci.
La Sala Magna dell'Accademia era addobbata a festa, con striscioni colorati.
Alla bacheca della scuola era appeso da tempo il volantino per il ballo di Natale, che sarebbe iniziato a mezzanotte del 24.

«Jessie, sei pronta?» James sbuffò. Aspettava Jessie da mezz'ora davanti alla porta della sua camera. Aveva già dovuto, imbarazzato, rispondere alle domande di tutte le ragazze che passando gli chiedevano perché mai fosse nel dormitorio femminile.
«Sì, un attimo ...» Seguì una risata. Jessie sapeva benissimo che stava esasperando il suo fidanzato. E si divertiva.

Jessie uscì dalla camera. Il fruscio dell'abito sul pavimento fece voltare James, che stava guardando fuori dalla finestra la neve che cominciava a cadere.
«Jessie, sei ...» Il ragazzo sorrise. «... bellissima.»
La ragazza indossava un lungo abito rosso rubino, con una gonna stile antico decorata da nastrini rosa, una fascia d'argento in vita, un fiocco rosa chiaro, in tulle, sul petto. I capelli erano agghindati in un austero chignon legato da un nastro argento, con in cima un altro fiocco rosa. Le scarpette con un tacco basso erano rosse e lucide, con vari piccoli fiocchetti rosa sul davanti.
«Grazie.» rispose sorridendo la ragazza.
James guardò l'orologio che aveva al polso, sotto la manica blu del prezioso completo completo di decorazioni in filo d'argento puro. «E' quasi mezzanotte.» disse. «Dobbiamo muoverci.»
«Già, andiamo.»
Si incamminarono verso la sala magna. Jessie inciampava un po', a causa dell'abito. Alla fine, James fu costretto a cingerle le spalle con un braccio per aiutarla a non cadere.

La Sala Magna era addobbata a festa, ovunque si vedevano festoni e abiti rossi e colorati, persone allegre. Per un attimo ci si era dimenticati che in quell'Accademia si imparava a fare i "cattivi".
«Ragazzi ...» Era il preside Hun che parlava. Aveva la solida freddezza, nemmeno un po' addolcito dal Natale. Sorrise vagamente. «Siamo a Natale, e anche se dovremmo "essere tutti più buoni", ricordatevi che siamo il Team Rocket. In ogni caso, divertitevi.» Si sforzò di sorridere di più, poi fece un segno di saluto e scese dalla pedana. Era innaturale per lui essere felice o allegro, era abituato a più formalità e freddezza. "Ma insomma, è Natale!" Una vocina dal cervello. La sua allegria repressa, probabilmente.

«Jessie, vuoi ballare?»
La ragazza si era finalmente seduta dopo aver attraversato quasi tutta l'Accademia con quelle fastidiose scarpe con il tacco. "Maledetto chi ha messo il dormitorio femminile dalla parte opposta dell'Aula Magna ..." pensò. La domanda di James la fece sussultare. Represse un "MA SEI SCEMO?!" imminente, deglutì e guardò il suo ragazzo negli occhi. «S-Sono un po' stanca ...» disse facendo un mesto sorriso.
«Allora andiamo a prendere un po' d'aria fuori, ti va?»
Jessie sospirò. Era davvero stanca. Un po' d'aria fresca la avrebbe aiutata.

Fuori faceva freddino, ma i due non ci badavano. Il cortile dell'Accademia era vuoto. I passi dei due ragazzi rieccheggiavano sul selciato. Le aiuole apparivano spoglie, i fiori attendevano impazienti la primavera.
«... Che bello il cortile deserto ...» disse James, guardandosi attorno. «Questo silenzio ...»
In cielo, le nuvole cominciarono ad addensarsi.
James e Jessie rimasero lì in silenzio finché la neve cominciò a cadere.
«Nevica ...»
«Guarda, sembrano petali ...»
«Cosa?»
«Brutto idiota! I fiocchi di neve!»
«Ah ...»
«Petali di nuvole ...»
«Jessie ...»
«Mh? Dimmi.»
«Beh, tutto ciò, non ti sembra ...»
Jessie alzò lo sguardo.
«...»
«... romantico?» disse James, prendendo la mano della ragazza.
Jessie sussultò. Il cuore batteva a mille. "Cosa ..."
«Jessie, è un po' che ci pensavo ...»
«Eh?»
«Stiamo insieme ormai da anni ...»
«Quanti?»
«... Cosa?»
«Quanti anni? Dimmi che te lo ricordi!» Jessie socchiuse gli occhi.
«Ehm, dunque, sono ...» James ci pensò su. «... tanti anni!»
«Suvvia, scherzavo.» Jessie rise. «Cosa dovevi dirmi?»
«Beh, pensavo che ora ...» James si infilò una mano in tasca.
«... ora?»
«... Jessie, vuoi sposarmi?»
Svelto, tirò fuori dalla tasca un bellissimo anello. Il cerchio d'oro portava in cima una gemma color rubino. Sopra vi erano incise due "J", seguite dal simbolo del Team Rocket (la R) in rosa. Lo porse a Jessie, sorridendo.

La domanda la sorprese. Sussultò, il battito del cuore aumentò. Strinse la mano di James fino a fargli male. Ma lui non se ne accorse. Avvampò, guardando il suo fidanzato. Davvero le aveva chiesto questo? Voleva sposarla? L'anello brillava tra i vortici della neve.
«James ...»
«... Allora?» Si vedeva che il ragazzo era teso.
«... E chiedi anche? Certo che sì !!!» rispose Jessie sorridendo.
«...» James non rispose. Una lacrima gli scese su una guancia. «Jessie ... Io ti ... ti amo ...» E sporse la testa verso la ragazza.
«Anch'io, James, anch'io...»
E fu il più bel bacio mai esistito. I due abbracciati, stavano fermi, le labbra unite. Impassibili di fronte all'intemperie, i vortici di neve che gli turbinavano attorno non erano niente di fronte alla forza del loro amore. Impassibili di fronte alle intemperie, perché si amavano. E l'amore è la forza più grande mai esistita.