Fanfic su attori > Coppia Downey.Jr/Law
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Autore: MintCar    09/05/2011    2 recensioni
In collaboration con Alucard51 vi presentiamo
Un Jude più apatico che depresso, intrappolato in quella che gli altri chiamano vita, ma che lui chiama solo esistenza.
Un incontro tragico cambierà la sua e la vita di altri, in bene o in male ecidete voi.
Che introduzione del piffero XD
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pioveva quel giorno di ottobre, sulla città del crepuscolo.
Londra si stagliava fuori dalla finestra del sedicesimo piano, in tutto il suo imponente grigiore.
Spostò lo sguardo dalle cime dei palazzi al fogli che aveva davanti.
Aveva letto quelle cinque righe almeno una dozzina di volte, senza capire una parola di ciò che dicevano.
Non che gli importasse granchèin realtà.
Sbuffò pesantamente, abbandonando la testa fra le mani.
Dovunque si girasse, i suoi occhi incontavano solo grigio, grigie le pareti, grigia la moquette,  grigio l'arredamento, i fogli, il cielo, persino le sue iridi.
C'era talmente abituato che non riusciva neanche a capire se gli piacesse o meno.
Attorno a lui, le persone si muovevano frenetiche, intente a risparmiare tempo, che gli sarebbe scivolato dalle mani come acqua piovana.
Lui invece si limitava ad osservarle, chiuso nella sua campana di monotona calma,  in mezzo a quella che pareva essere vera vita.
Ma lui non ci credeva affatto.
Si alzò senza alcun preavviso, afferrò il cappotto, le chiavi della macchina e uscì, senza salutare nessuno,  d'altra parte nessuno ci avrebbe fatto caso.
Tanto il capo era lui, lo studio, per quanto mediocre e sulla cima di un vecchio palazzo, era intestato a lui, e lui poteva fare quello che voleva.
Poteva allungare una mano e prendere un taxi, un pullman, poteva fare l'autostop e fare un viiaggio in America, poteva correre nudo per la strada, diventare primo ministro, ma non ottenere una vera vita.
Non quella che gli altri pensavano di condurre, fatta di banalità e routine, ma una vera vita.
Gli sarebbe bastato un motivo per svegliarsi la mattina, uno solo.
No, dire 'trovare un motivo è il tuo motivo' non bastava.
E ci pensava mentre camminava sotto la pioggia battente per tornare a casa.
Sotto di lui il Tamigi scorreva impetuoso, facendo sbattere una con l'altra le barche ormeggiate alla riva.
La spiaggetta era sparita,  sommersa dalla forza del fiume in piena, così come le sculture di sabbia che tante volte aveva visto fare*.
Gli piaceva guardare il suo scorrere rapido, soprattutto nei giorni di pioggia, rifletteva un po' la sua esistenza, che non era sempre stata vuota.
Stava per cominciare a ricordare quei momenti di vitalità,  quando una voce lo interruppe.
"Non ti avvicinare"
Alzò gli occhi e ne incontrò altri due, gonfi di lacrime già spese.
Nonostante fossero appannati dalla pioggia e dall'evidente stanchezza, il loro colore avvolgente, risaltava nitidamente fra tutto quel grigio.
Fece per fare un altro passo  ma venne interrotto di nuovo.
"Lasciami morire, ti prego" supplicò l'uomo, mentre altre lacrime affioravano, confuse con la pioggia.
Non capì immediatamente a cosa si stesse riferendo, troppo catturato da quel colore, ma improvvisamente lo colpì la consapevolezza che la persona che aveva davanti era in piedi sul parapetto del Westminister Bridge, e aveva tutta l'aria di uno che non avrebbe avuto remore nel morire.
Un altro passo e sarebbe volato nel nulla.
Non poteva permettere che quel colore, così caldo e intenso venisse inghiottito da quel grigiume, così quando cadde (all'indietro?), lo prese al volo, evitandogli una traumatica presentazione col marciapiede.
Non era un pensiero coerente, quello che lo aveva spinto a salvarlo, ne tantomeno razionale, ma quegli occhi,seppur per poco, lo avevano riscaldato nel profondo.
Era svenuto, e respirava a fatica, probabilmente in preda alla febbre.
Gli infilò una  mano in tasca, in cerca di un documento, ma 'unica cosa che trovò fu il tesserino della biblioteca della sua città, con la foto.
Robert Downey Junior, cittadino americano, attualmente residente a New York.
Sorrideva.

Sì, dovrei aggionare l'altra, ma ho una notizia orribile.
Il mio computer è deceduto, e uso quello di mio fratello, la cui tastiera lascia alquanto a desiderare, perciò vi prego perdonatii gli errori di battitura.
Per l'altra, sono un po' indietro, aggiornerò appena riavrò il mio amato apple (torna da me tesssorrro çAç)
Ah, se non recensisco non vi offendete, quando torna a provvederò.
Fatemi sapere cosa ne pensate via.
 

  
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