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Autore: Medea Astra    09/05/2011    5 recensioni
Il grande generale Inutaisho non aveva mai amato nessuno, eppure nel suo petto da un pò di tempo a quella parte, il suo cuore batteva al ritmo di una nuova e dolce armonia. Quella donna umana l'aveva cambiato al punto tale da non riconoscersi quasi più. I pensieri e le riflessioni del padre di Inuyasha nella notte più bella della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Somebody to love

 
È una calda mattina di luglio e il sole è appena sorto, rischiarando con i suoi raggi i meravigliosi prati del Giappone.
I bambini ancora dormono e forse proprio per questo non percepisco il loro vociare concitato che invece, in questo tripudio di suoni e profumi ha lasciato il posto all’armonico canto degli usignoli.
 Sembrerebbe una mattina come tante altre, una di quelle insignificanti che non verranno mai ricordate da nessuno, eppure, all’interno di una lussuosa camera un demone si è appena svegliato consapevole che  da quella tutto sarebbe stato diverso, completamente diverso da come lo era stato fino a poche ore prima.
Lui era il grande Inutaisho, signore dei demoni cane, essere spietato temuto da tutti, eppure qualcosa o meglio qualcuno era stato in grado di rompere la sua fredda corazza fino a scalfire il suo cuore nel profondo.
Aveva affrontato nemici di ogni tipo nel corso della sua longeva vita, demoni ed umani si erano sempre inginocchiati ed arresi davanti la sua potenza devastante e distruttrice.
Era abituato ad essere predatore ma la notte che aveva preceduto quell’alba aveva sovvertito l’ordine di ogni cosa.
Era stato lui la vittima e non c’era stato alcun verso per scappare dal proprio destino.
Delicatamente spostò il lenzuolo che copriva il suo corpo nudo esponendo così ai raggi del sole anche le morbide curve della donna che riposava al suo fianco.
Un sorriso si formò delicato sulle sue labbra, com’era bella e delicata, stentava  a credere che quella notte lei, così dolce e pura, fosse diventata sua, solo sua per l’eternità.
Si erano conosciuti durante la primavera dell’anno precedente e sin da allora era rimasto rapito dallo sguardo deciso della ragazza.
Lei camminava da sola lungo la riva del fiume quando un demone le si fiondò addosso di certo non ben intenzionato; fu un attimo e lui con un solo fendente recise il capo dell’assalitore e afferrò al volo il corpo della fanciulla prima che si potesse far male cadendo.
Era bastato quel solo contatto per mettere in moto nel corpo del demone qualcosa di cui addirittura egli, sconosceva l’esistenza.
Forse era stato tutto così rapido anche per lei dato che il giorno dopo la trovò seduta nello stesso punto, con gli occhi speranzosi.
In breve avevano preso l’abitudine di vedersi ogni giorno poco prima del tramonto, si incontravano fuori dalle porte del feudo del padre di lei per fare lunghe passeggiate o anche solo per parlare e bearsi della reciproca compagnia.
Era chiaro che stava crescendo qualcosa di nuovo nel petto di entrambi, eppure loro non sembravano averne paura, sentivano di non dover temere nulla finchè erano insieme, nulla li avrebbe feriti.
Il primo bacio, il primo inebriante contatto con quel bocciolo rosato lo aveva voluto lui, una sera d’inizio inverno sulla soglia del palazzo l’aveva attirata a sé e aveva poggiato le labbra sulle sue.
Un bacio casto e delicato, un bacio che mai aveva dato e che mai avrebbe dato a nessun’altra perché lei era la sola di cui si fosse innamorato.
In breve quel dolce scambio  era divenuto indispensabile come l’ossigeno e sempre più possessivo e disperato, come se cercassero, l’uno nella bocca dell’altro, qualcosa che potesse appartenergli per sempre, qualcosa, un profumo, un sapore da portarsi dietro per le notti che li vedevano sempre lontani.
La sera prima come di consueto lui era andato da lei, questa volta però la visita non si preannunciava affatto piacevole, avrebbe dovuto salutarla perché partiva per la guerra.
Lo scontro si preannunciava difficile e lui non era certo di poter tornare da lei, gliel’avrebbe detto, non voleva, non poteva mentirle.
Le si avvicinò con molta calma e dopo averla stretta possessivamente contro il suo petto le disse che sarebbe dovuto partire l’indomani per scontrarsi con Riokotsusei.
La reazione della donna non tardò ad arrivare, il suo corpo tremò, le sue mani cercarono il viso di lui come a volerne rubare i tratti, dagli occhi sgorgarono lacrime con la potenza di fiumi in piena.
Non poteva essere vero, non potevano portarglielo vai proprio adesso, lei non l’avrebbe permesso.
Lo supplicò di rimanere, si inginocchiò davanti a lui come la più umile delle serve, si aggrappò alle sue gambe nel disperato tentativo di tenerlo con sé.
Lui la prese in braccio e la portò nelle sue stanze, la adagiò sul fouton e le si stese di fianco accarezzandole i capelli, voleva farla calmare ma la visione della sua donna così vicina a lui gli stava facendo perdere la ragione.
Alle carezze seguirono i baci, baci dapprima delicati e timidi, poi disperati e passionali.
In breve le mani divennero sempre più bramose di scoprire i rispettivi corpi e nel buoi della notte nessuno lo impedì.
Fecero l’amore per ore, si portarono reciprocamente all’apice del piacere varie volte per poi cadere addormentati l’uno tra le braccia dell’altra.
E l’alba li aveva trovati così, avvinghiati l’uno all’altra.
Ciò che c’era stato tra loro non poteva essere dimenticato, lei adesso era sua per sempre, nessun uomo o demone l’avrebbe mai toccata.
Il marchio dei suoi affilati canini era ben evidente tra i seni di lei.
Proprio dove poche ore prima aveva impresso il suo amore, vi posò un bacio.
Perso nei suoi pensieri il grande demone si alzò, si rivestì e mise al collo della donna la sua collana, sperava che l’avrebbe protetta quantomeno dall’odio della gente che non avrebbe compreso il loro amore.
Rimase a guardarla ancora per qualche minuto poi chinandosi per salutarla, un odore dolciastro colpì il suo fine olfatto.
Dal ventre di Izayoi proveniva una nuova fragranza, i loro semi si erano uniti per dar vita al frutto della proibizione, il loro amore avrebbe avuto di certo un seguito anche se lui non fosse mai più tornato dalla guerra.
Felice la baciò sulla fronte e uscì dalla finestra correndo dietro al proprio destino.

   
 
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