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Autore: So I Don T Know    09/05/2011    3 recensioni
Bevve un'altro sorso di coca cola, poi si alzò dalla sedia e andò a gurdarsi allo specchio:
- Chissà se Near mi riconoscerà? - si chiese ghignando.
La sua vendetta era appena iniziata.
Genere: Dark, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Halle Lidner, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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"Tu non sei Superman ma, per favore, non vivere da Lois Lane".
No, no, non lo farò, Matt, puoi starne certo.
"Continua a lottare per quello che vuoi, Dio, che schifo le frasi fatte."
Lo so, Mel, questa è una frase fatta, ma è anche la pura verità.
"...ancora sconosciuta l'ideantità dell'uomo ucciso a colpi d'arma da fuoco..."
Matt? Matt dove sei?
"....difficile stabilire l'identità del secondo cadavere..."
Mel? Hei, Mel, andiamo, piantala di scherzare!
Rumori di pistole e odore di carne umana che brucia....

 

<>
Un urlo si levò dallla gola della giovane destandola da quel sonno disturbato dagli incubi.
<< Merda, un'altra volta>>sospirò e si stropicciò gli occhi. era l'ora di alzarsi.
<< Vabbè, vorrà dire che è il momento di mettersi al lavoro.>>Chiaccherava con il nulla, senza sentirsi stupida o in imbarazzo.
Ormai era da molto tempo che parlava da sola , senza avere nessuno che l'ascoltasse, ma d'altronde si era abituata a quel silenzio che gli girava intorno in continuazione.
Il silenzio le ricordava sè stessa.

Perchè lei era Silence.

Silence, la ragazza più intelligente della Wammy's house ai tempi della seconda generazione. Indubbiamente lei era la creatura di sesso femminile con il QI più alto dell'istituto ma, per quanto si impegnasse, non riusciva a tener testa ai primi tre in graduatoria: Near, Mello e Matt.
Il suo sguardo scivolò sulla sveglia scassata del comodino: 3.08.
<< Beh, almeno stanotte ho dormito un paio d'ore....>> Buon per lei, sarebbe stata più lucida.
Si sedette alla scrivania e aprì la lattina di Coca Cola di fianco al pc per poi avvicinarsela alle labbra. Il liquido fresco che le scendeva in gola rigenerava ogni sua cellula cerebrale e l'aiutava a ragionare meglio. Quella bevanda era la sua droga; certo, non era molto salutare, ma Silence era una ragazza dall'organismo forte e aveva la fortuna di possedere un metabolismo molto veloce.
Era davvero magra. Ma non il " magro anoressico", le i era più la tipa " magra giusta" decisamente più femminile e piacente.Guardò il suo riflesso sullo schermo ancora spento: dai suoi enormi occhi blu, della tonalità del cielo al crepuscolo, scendeva una lacrima che le rigava la guancia pallida.
<< Smettila, Silence, loro non ti vorrebbero vedere così!>>
Alludeva ai suoi due amici, la sua unica famiglia.
I due ragazzi che per colpa di Kira erano finiti ammazzati.
Ragazzi per i quali lei aveva sacrificato il suo futuro.
Ma non le importava più, ormai aveva scelto la sua strada, inutile tentare di tornare indietro.Le mancava tanto così dal venire a capo del caso Kira, ad un anno da quando L l'aveva risolto....
No, Silence sapeva benissimo che L, il primo L, era morto. Ora, quello che tutti chiamavano "L" era quell'odioso albino della Wammy's: Near.
Il numero uno.
Il ragazzo che lei e i suoi compagni, fino ad un anno prima, avevano cercato invano di superare.
Quando lui era stato eletto "successore di L" la Wammy's House aveva perso le sue quattro menti più brillanti: Il numero uno aveva preso il primo volo per New York, ed era andato a risolvere il caso Kira, lasciato in sospeso dal leggendario detective.
Il numero due si era tagliato fuori dall'istituto, anche lui per cercare di risolvere il caso a modo suo, però, cercando di arrivare al traguardo prima di Near.
La numero quattro, lei, Silence, era scappata per seguire il numero due, Mello.
Il motivo?
Semplicemente perchè lei stimava davvero tanto quel ragazzo: amava il suo carattere irrequieto e arrogante, così tanto in contrasto con i suoi lineamenti delicati; adorava il suo atteggiamento da menefreghista e il suo costante impegno ne cercare di arrivare sempre primo.
E poi, una vittoria se la meritava...
Prima di lasciare l'istituto però aveva conversato a lungo con Matt, migliore amico di Mello, per pianificare un loro futuro incontro; la data era fissata un paio di settimane dopo, alle 3 PM di fronte al Big bang, Londra. Nei quindici giorni che li separavano dal rincontrarsi Matt doveva lasciare l'orfanatrofio e procurarsi tutta la stumentazione utile per svolgere indagini informatiche che gli avrebbero permesso di accedere ai più segreti archivi di CIA, FBI ecc oltre che a trovare un "quartier generale" dove poter dormire e mangiare, magari nelle vicinanze di un aereoporto per facilitare gli eventuali trasporti. Intanto lei e Mello si sarebbero presi la briga di raggranellare un pò di soldi.
Dopo quella chiaccherata la ragazzina prese la sua borsa e se ne andò, dicendo addio sia alla Wammy's House che alla sua infanzia.
Cercò Mello per un paio d'ore, per poi trovarlo sul ciglio di una strada deserta, con il braccio teso verso la carreggiata e il pollice alzato verso il cielo, sul volto aveva disegnata un'espressione che si potrebbe riassumere in "guarda come sono caduto in basso".
Silence avvicinò lentamente e poi lo chiamo; il ragazzo, voltatosi e riconoscendo la - ormai ex - compagna di scuola iniziò a dubitare del coraggio del suo migliore amico: possibile che quella ragazzina l'avesse seguito mentre Matt fosse stato troppo codardo per farlo?
I suoi dubbi però si dissolsero appena fu informato delle dinamiche del loro futuro incontro con Matt, iniziando a pensare che Silence avesse davvero del potenziale e che sarebbe tornata molto utile nelle indagini. E lei non poteva essere più felice di contribuire alla sua ascesa al podio.

Ora, seduta su quella scomoda sedia davanti al computer ronzante custidiva gelosamente nella sua memoria il ricordo di quei quattordici giorni: era stata il braccio destro di Mello, stringendo con lui un forte legame di amicizia e diventando la sua complice per i piccoli furti che compivano per procurarsi soldi.
Il biondo le aveva anche chiesto di prostituirsi, ma lei gli aveva risposto con un calcio ben assestato al bassoventre.
No, assolutamente no, Silence pretendeva rispetto.
Fatto sta che, passate le due settimane previste, i tre si ritrovarono come da copione sotto il big bang e quello fu l'inizio della loro personalissima caccia a kira; insieme, sarebbero riusciti a risolvere il caso prima di Near, dimostrando il loro valore come degni successori di L.
Si stabilirono in un bilocale vicino all'areoporto di Heathrow, e si misero subito al lavoro: Mello avrebbe cercato il maggior numero di informazioni possibili sui decessi delle vittime di Kira, Silence invece avrebbe tentato di ritrovare il materiale del caso già scoperto da L, mentre Matt...era più un supporto morale, dato che passava la maggior parte del tempo a giocare con i videogames.
Dopo qualche tempo Mello si prese la fissa del cioccolato, e Silence quella per la Coca Cola, quindi il rosso tabagista dovette iniziare a fare le corse al supermercato più vicino per soddisfare le richieste degli altri due.
<< Perchè la cioccolata?>> chiese una volta.
<< Non lo so. Ma ormai è una necessitudine>> Rispose il biondo.
<< Necessitudine?>> Silence si era unita alla conversazione.
<< Si, un incrocio tra le parole "necessità" e "abitudine">> tagliò corto Mello, con un sorriso serafico stampato sul volto.

<< Ah, era tutto più semplice... una volta....>> sussurrò Silence passandosi una mano sugli occhi e massaggiandosi le orbite. Era la tipica frase di chi rimpiange il proprio passato ma non le proprie scelte; se avesse avuto un briciolo di coraggio in più forse si sarebbe tolta la vita in quello stesso momento. Solo una cosa la tratteneva dall'affondarsi un coltello da cucina nel petto: la fede. Non che fosse particolarmente religiosa, anzi, era da molto tempo che aveva smesso di credere ad un ipotietico "Dio", solo che era terrorizzata dall'idea che, nell'aldilà, tutto fosse organizzato secondo la visione dantesca: pardiso, inferno e purgatorio. Passava ore ed ore a ipotizzare su dove e come si trovassero i suoi due amici convinta che, dopo la loro morte, fossero stati destinati all'inferno. I suoi pensieri e fantasie spesso facevano nascere in Silence l'ispirazione per disegnare e dipingere enormi quadri raffiguranti ragazzi immersi nel ghiaccio, o sferzati dai demoni oppure ancora immersi in un fiume di sangue o che volteggiavano in una bufera.
Aveva un talento innato per le belle arti.
Stando a tutto quello che i due le avevano precedentemante raccontato quando erano in vita e alle sue ricerche degli ultimi tempi, era arrivata alla conclusione che Mello doveva appartenere al cerchio dei violenti contro il prossimo, oppure quello degli iracondi e accidiosi; mente Matt, Matt si meritava di stare nel girone degli ipocriti, o forse in quello degli avari, in quanto patologicamente geloso e orgoglioso dei suoi videogiochi.
Una cosa era certa, però: tutti e tre avrebbero avuto facile accesso al cerchio dei lussuriosi.
Successe un a notte, il giorno del diciassettesimo compleanno di Matt: Mello era riuscito a rubare alcuhe bottiglie di superalcolici da un discount non particolarmente videosorvegliato e insieme le avevano aperte quella sera stessa. Bevvero fino ad ubiracarsi e, si sà, quando si è alticci si diventa molto più....sinceri. Così, per qualche strano motivo, in quelle ore nelle quali la loro ragione venne soffocata dall'alcol, i tre finirono a letto insieme.
Un erroe, certo.
Ma un errore voluto, voluto e liberatorio. Mello e Matt si ritrovarono abbracciati, l'uno sull'altro, l'uno nell'altro, a gemere e godere, mentre, secondo loro, Silence avrebbe avuto solo il ruolo di....supporto. Purtroppo i due amanti non avevano fatto i conti con il carattere forte e presuntuoso della giovane, che pretendette la sua parte di piacere, scoprendo un lato di lei completamente dipendente da Matt e Mello.
Lato di lei che, nei giorni seguenti al rapporto fisico, iniziò a maturare fino a sovrastare il suo carattere schivo e la semplice "amicizia". Nemmeno i suoi coinquilini rimasero indifferenti all'accaduto: la sbronza non era stata nient'altro che una confessione. Si, si amavano; buffo vero? Quasi uno scerzo del destino. Ma perchè? Perchè non potevano trovarsi un partner del sesso opposto al loro ed essere felice con lui o lei che fosse? Matt pensava che fosse questo il bello dell'amore: << Non si può spiegare – disse un giorno – e, anche se tu ci provassi, nessuno riuscirebbe a capire completamente ogni minuscola sensazione che percorre il cuore e la spina dorsale di una persona innamorata. E' una cosa troppo potente, l'amore.>>.
Una sera decisero di affrontare l'argomento e conclusero che il loro sentimento non poteva essere ignorato: si, sarebbero rimasti insieme. Insieme come colleghi, come amici e come amanti.
Le notti, da quella sera, si fecero molto più movimentate.

 Di quei momenti Silence adorava e ricordava il movimento ritmico del rosario che teneva al collo Mello, e ancor di più quando gli occhiali arancioni di Matt si appannavano, a volte per il sudore, a volte per le lacrimeDivertente, Esaltante, Sublime.

 << Ora non mi resta che capire dov'è!>> Esclamò Silence in preda all'eccitazione.
Entrò senza problemi nell'archivio dell'FBI, dove erano racchiusi anche i dati dell'SPK, l'organizzazione creata per catturare Kira, della quale Near era a capo.
I suoi occhi vagavano senza sosta su ogni minimo dettaglio che poteva tornarle utile.
Ricordando e ricucendo in fretta la ferita infertagli dal 26 gennaio 2010, giorno della morte di Mello e Matt, era riuscita a ricomporre gli eventi quasi completamente; le mancavano solo le prove per confermare la sua ipotesi su dove si trovasse il quaderno in quel momento.
Silence, conoscendo la mente contorta e brillante di Near aveva concluso che l'unica soluzione per chiudere definitivamente il caso fosse quella di distruggere il quaderno; anzi, i quaderni.
Senza prove che confermassero la sua teoria Silence non avrebbe potuto attuare il suo piano.
Poi una cartella di un'ex agente della CIA ( nonchè ex membro dell'SPK) catturò la sua attenzione: Halle Lidner.
Ci cliccò sopra un paio di volte con il mouse e si aprì una lista dei rapporti stilati dalla donna nei mesi antecedenti.
Dopo aver rovistato per un paio d'ore in quella cartella la ragazza trovò un documento inerente al 28 gennaio, il giorno della cattura di Kira, e della fine del mondo malato che aveva creato. Iniziò a leggerlo veloce, sicura che quel documento sarebbe stato decisivo.
Strano che non avesse notato prima quella cartella...
"...Near è riuscito a provare la colpevolezza di Light Yagami, sospettato numero 1 del caso Kira..."
<< Grazie Halle! Queste cose le sapevo già! Dimmi del quaderno!>> urlò Silence sull'orlo di una crisi di nervi. Continuò a leggere stringendo i denti, e dilatando gli occhi blu, come per diminuire la snervante atttesa che la stava prendendo.
E lei odiava dover aspettare.
"... Successivamente, col l'aiuto del Comandante Rester, ha bruciato sia il quaderno che eravamo riusciti a prelevare dalla cassetta della banca di Mikami, sia quello che era in possesso della polizia giapponese.
Con questo il caso Kira può dirsi concluso."
Le pupille di Silence divennero piccolissime, mentre delle lacrime liberatorie si facevano strada sulle sue ciglia, sbavandole il pesante trucco nero sempre presente sui suoi occhi.
Successivamente, una risata roca le salì dal profondo del cuore come un uragano, per poi stagliarsi nella sua bocca ed esplodere nell'aria.
Una risata spontanea quanto terrificante.<< Ce l'ho fatta. Grazie, Halle. Quasi quasi potrei anche pensare di risparmiarti...>> ci pensò su seriamente ma Halle Lidner, o meglio, Halle Bullook, era una pedina troppo importante; le sarebbe servita per raggiungere il suo scopo.
Bevve un'altro sorso di coca-cola, poi si alzò dalla sedia e andò a gurdarsi allo specchio.
<< Chissà se Near mi riconoscerà?>>
Da quando avveva lasciato la Wammy's aveva subito un drastico cambiamento di stile: si era forata sei volte l'orecchio sinistro, dilatata di qualche millimetro quello destro e aveva imparato ad usare il trucco nero per esaltare il colore profondo dei suoi occhi. I capelli mori, leggermente tendenti al blu, erano tagliati corti fino alle orecchie e portati spettinati; un ciuffo, sulla sommità della sua testa era tenuto in piedi da una consistente quantità di gel.
Addosso portava una maglia interamente nera a maniche corte e dei jeans scoloriti con dei bottoni color dell'argento sulla patta.
Non riuscì a trattenere un sorriso quando ricordò quante imprecazioni urlava Mello quando tentava di aprirglieli senza successo.
Mello....
Dal collo della giovane pendeva un crocefisso annerito dal fuoco, quasi carbonizzato.
L'ultimo ricordo di lui.
Poi si guardò il dilatatore a forma di spirale che portava all'orecchio desto: nero a righe rosse.
Come le sue magliette...
Matt...
Sulla sua testa, poco prima dell'ammasso di capelli portato all'insù, erano riposti con estrema cura un paio di Goggles arancioni, che forse conservavano ancora qualche schizzo di sangue...
Silence strinse con una mano il rosario e con l'altra andò a toccarsi gli occhialoni.
<< Questa è una promessa....Mail, Mihael, io vi vendicherò.>>
Successivamente varcò la porta dello squallido appartamento dove risiedeva, con il cuore in una mano e una pistola nell'altra.

 








So si confessa...

 Ok, credo di essere completamente andata di testa.
Chiedo scusa alla pubblicità occulta della Coca Cola.Cioè, si ok, forse è una cavolata assurda, ma se siete arrivati a leggere fino a qui allora probabilmente qualcosa, che sia in positivo o in negativo, vi ha colpito.
Quindi mi dareste una mano se scriveste qui sotto un commentino, tanto per dirmi di smettere di pubblicare certe cose. E' la mia prima fan fiction ufficiale, ma non voglio che siate ipocrti, quindi nessuna pietà nelle recensioni, grazie!

E' la mia prima fan fiction ufficiale, ma non voglio che siate ipocrti, quindi nessuna pietà nelle recensioni, grazie!Quindi mi dareste una mano se scriveste qui sotto un commentino, tanto per dirmi di smettere di pubblicare certe cose. Cioè, si ok, forse è una cavolata assurda, ma se siete arrivati a leggere fino a qui allora probabilmente qualcosa, che sia in positivo o in negativo, vi ha colpito.Chiedo scusa alla pubblicità occulta della Coca Cola.Ok, credo di essere completamente andata di testa.Note dell'autrice.Successivamente varcò la porta dello squallido appartamento dove risiedeva, con il cuore in una mano e una pistola nell'altra.<< Questa è una promessa....Mail, Mihael, io vi vendicherò.>>Silence strinse con una mano il rosario e con l'altra andò a toccarsi gli occhialoni.Sulla sua testa, poco prima dell'ammasso di capelli portato all'insù, erano riposti con estrema cura un paio di Goggles arancioni, che forse conservavano ancora qualche schizzo di sangue...Matt...Come le sue magliette...Poi si guardò il dilatatore a forma di spirale che portava all'orecchio desto: nero a righe rosse.L'ultimo ricordo di lui.Dal collo della giovane pendeva un crocefisso annerito dal fuoco, quasi carbonizzato.Mello....Non riuscì a trattenere un sorriso quando ricordò quante imprecazioni urlava Mello quando tentava di aprirglieli senza successo.Addosso portava una maglia interamente nera a maniche corte e dei jeans scoloriti con dei bottoni color dell'argento sulla patta. Da quando avveva lasciato la Wammy's aveva subito un drastico cambiamento di stile: si era forata sei volte l'orecchio sinistro, dilatata di qualche millimetro quello destro e aveva imparato ad usare il trucco nero per esaltare il colore profondo dei suoi occhi. I capelli mori, leggermente tendenti al blu, erano tagliati corti fino alle orecchie e portati spettinati; un ciuffo, sulla sommità della sua testa era tenuto in piedi da una consistente quantità di gel.<< Chissà se Near mi riconoscerà?>> Bevve un'altro sorso di coca-cola, poi si alzò dalla sedia e andò a gurdarsi allo specchio.<< Ce l'ho fatta. Grazie, Halle. Quasi quasi potrei anche pensare di risparmiarti...>> ci pensò su seriamente ma Halle Lidner, o meglio, Halle Bullook, era una pedina troppo importante; le sarebbe servita per raggiungere il suo scopo.Una risata spontanea quanto terrificante.Successivamente, una risata roca le salì dal profondo del cuore come un uragano, per poi stagliarsi nella sua bocca ed esplodere nell'aria. Le pupille di Silence divennero piccolissime, mentre delle lacrime liberatorie si facevano strada sulle sue ciglia, sbavandole il pesante trucco nero sempre presente sui suoi occhi.Con questo il caso Kira può dirsi concluso.""... Successivamente, col l'aiuto del Comandante Rester, ha bruciato sia il quaderno che eravamo riusciti a prelevare dalla cassetta della banca di Mikami, sia quello che era in possesso della polizia giapponese. E lei odiava dover aspettare.<< Grazie Halle! Queste cose le sapevo già! Dimmi del quaderno!>> urlò Silence sull'orlo di una crisi di nervi. Continuò a leggere stringendo i denti, e dilatando gli occhi blu, come per diminuire la snervante atttesa che la stava prendendo. "...Near è riuscito a provare la colpevolezza di Light Yagami, sospettato numero 1 del caso Kira..." Strano che non avesse notato prima quella cartella...Dopo aver rovistato per un paio d'ore in quella cartella la ragazza trovò un documento inerente al 28 gennaio, il giorno della cattura di Kira, e della fine del mondo malato che aveva creato. Iniziò a leggerlo veloce, sicura che quel documento sarebbe stato decisivo. Ci cliccò sopra un paio di volte con il mouse e si aprì una lista dei rapporti stilati dalla donna nei mesi antecedenti.Poi una cartella di un'ex agente della CIA ( nonchè ex membro dell'SPK) catturò la sua attenzione: Halle Lidner. Senza prove che confermassero la sua teoria Silence non avrebbe potuto attuare il suo piano.Silence, conoscendo la mente contorta e brillante di Near aveva concluso che l'unica soluzione per chiudere definitivamente il caso fosse quella di distruggere il quaderno; anzi, i quaderni.Ricordando e ricucendo in fretta la ferita infertagli dal 26 gennaio 2010, giorno della morte di Mello e Matt, era riuscita a ricomporre gli eventi quasi completamente; le mancavano solo le prove per confermare la sua ipotesi su dove si trovasse il quaderno in quel momento. I suoi occhi vagavano senza sosta su ogni minimo dettaglio che poteva tornarle utile. Entrò senza problemi nell'archivio dell'FBI, dove erano racchiusi anche i dati dell'SPK, l'organizzazione creata per catturare Kira, della quale Near era a capo.<< Ora non mi resta che capire dov'è!>> Esclamò Silence in preda all'eccitazione. Divertente, Esaltante, Sublime.Di quei momenti Silence adorava e ricordava il movimento ritmico del rosario che teneva al collo Mello, e ancor di più quando gli occhiali arancioni di Matt si appannavano, a volte per il sudore, a volte per le lacrimeLe notti, da quella sera, si fecero molto più movimentate.Una sera decisero di affrontare l'argomento e conclusero che il loro sentimento non poteva essere ignorato: si, sarebbero rimasti insieme. Insieme come colleghi, come amici e come amanti.Lato di lei che, nei giorni seguenti al rapporto fisico, iniziò a maturare fino a sovrastare il suo carattere schivo e la semplice "amicizia". Nemmeno i suoi coinquilini rimasero indifferenti all'accaduto: la sbronza non era stata nient'altro che una confessione. Si, si amavano; buffo vero? Quasi uno scerzo del destino. Ma perchè? Perchè non potevano trovarsi un partner del sesso opposto al loro ed essere felice con lui o lei che fosse? Matt pensava che fosse questo il bello dell'amore: << Non si può spiegare – disse un giorno – e, anche se tu ci provassi, nessuno riuscirebbe a capire completamente ogni minuscola sensazione che percorre il cuore e la spina dorsale di una persona innamorata. E' una cosa troppo potente, l'amore.>>.Ma un errore voluto, voluto e liberatorio. Mello e Matt si ritrovarono abbracciati, l'uno sull'altro, l'uno nell'altro, a gemere e godere, mentre, secondo loro, Silence avrebbe avuto solo il ruolo di....supporto. Purtroppo i due amanti non avevano fatto i conti con il carattere forte e presuntuoso della giovane, che pretendette la sua parte di piacere, scoprendo un lato di lei completamente dipendente da Matt e Mello.Un erroe, certo. Successe un a notte, il giorno del diciassettesimo compleanno di Matt: Mello era riuscito a rubare alcuhe bottiglie di superalcolici da un discount non particolarmente videosorvegliato e insieme le avevano aperte quella sera stessa. Bevvero fino ad ubiracarsi e, si sà, quando si è alticci si diventa molto più....sinceri. Così, per qualche strano motivo, in quelle ore nelle quali la loro ragione venne soffocata dall'alcol, i tre finirono a letto insieme. Una cosa era certa, però: tutti e tre avrebbero avuto facile accesso al cerchio dei lussuriosi.Stando a tutto quello che i due le avevano precedentemante raccontato quando erano in vita e alle sue ricerche degli ultimi tempi, era arrivata alla conclusione che Mello doveva appartenere al cerchio dei violenti contro il prossimo, oppure quello degli iracondi e accidiosi; mente Matt, Matt si meritava di stare nel girone degli ipocriti, o forse in quello degli avari, in quanto patologicamente geloso e orgoglioso dei suoi videogiochi.Aveva un talento innato per le belle arti.<< Ah, era tutto più semplice... una volta....>> sussurrò Silence passandosi una mano sugli occhi e massaggiandosi le orbite. Era la tipica frase di chi rimpiange il proprio passato ma non le proprie scelte; se avesse avuto un briciolo di coraggio in più forse si sarebbe tolta la vita in quello stesso momento. Solo una cosa la tratteneva dall'affondarsi un coltello da cucina nel petto: la fede. Non che fosse particolarmente religiosa, anzi, era da molto tempo che aveva smesso di credere ad un ipotietico "Dio", solo che era terrorizzata dall'idea che, nell'aldilà, tutto fosse organizzato secondo la visione dantesca: pardiso, inferno e purgatorio. Passava ore ed ore a ipotizzare su dove e come si trovassero i suoi due amici convinta che, dopo la loro morte, fossero stati destinati all'inferno. I suoi pensieri e fantasie spesso facevano nascere in Silence l'ispirazione per disegnare e dipingere enormi quadri raffiguranti ragazzi immersi nel ghiaccio, o sferzati dai demoni oppure ancora immersi in un fiume di sangue o che volteggiavano in una bufera. << Si, un incrocio tra le parole "necessità" e "abitudine">> tagliò corto Mello, con un sorriso serafico stampato sul volto.<< Necessitudine?>> Silence si era unita alla conversazione.<< Non lo so. Ma ormai è una necessitudine>> Rispose il biondo.<< Perchè la cioccolata?>> chiese una volta.Dopo qualche tempo Mello si prese la fissa del cioccolato, e Silence quella per la Coca Cola, quindi il rosso tabagista dovette iniziare a fare le corse al supermercato più vicino per soddisfare le richieste degli altri due.Si stabilirono in un bilocale vicino all'areoporto di Heathrow, e si misero subito al lavoro: Mello avrebbe cercato il maggior numero di informazioni possibili sui decessi delle vittime di Kira, Silence invece avrebbe tentato di ritrovare il materiale del caso già scoperto da L, mentre Matt...era più un supporto morale, dato che passava la maggior parte del tempo a giocare con i videogames.Fatto sta che, passate le due settimane previste, i tre si ritrovarono come da copione sotto il big bang e quello fu l'inizio della loro personalissima caccia a kira; insieme, sarebbero riusciti a risolvere il caso prima di Near, dimostrando il loro valore come degni successori di L.No, assolutamente no, Silence pretendeva rispetto.Il biondo le aveva anche chiesto di prostituirsi, ma lei gli aveva risposto con un calcio ben assestato al bassoventre. Ora, seduta su quella scomoda sedia davanti al computer ronzante custidiva gelosamente nella sua memoria il ricordo di quei quattordici giorni: era stata il braccio destro di Mello, stringendo con lui un forte legame di amicizia e diventando la sua complice per i piccoli furti che compivano per procurarsi soldi. I suoi dubbi però si dissolsero appena fu informato delle dinamiche del loro futuro incontro con Matt, iniziando a pensare che Silence avesse davvero del potenziale e che sarebbe tornata molto utile nelle indagini. E lei non poteva essere più felice di contribuire alla sua ascesa al podio.Silence avvicinò lentamente e poi lo chiamo; il ragazzo, voltatosi e riconoscendo la - ormai ex - compagna di scuola iniziò a dubitare del coraggio del suo migliore amico: possibile che quella ragazzina l'avesse seguito mentre Matt fosse stato troppo codardo per farlo? Cercò Mello per un paio d'ore, per poi trovarlo sul ciglio di una strada deserta, con il braccio teso verso la carreggiata e il pollice alzato verso il cielo, sul volto aveva disegnata un'espressione che si potrebbe riassumere in "guarda come sono caduto in basso".Dopo quella chiaccherata la ragazzina prese la sua borsa e se ne andò, dicendo addio sia alla Wammy's House che alla sua infanzia. Prima di lasciare l'istituto però aveva conversato a lungo con Matt, migliore amico di Mello, per pianificare un loro futuro incontro; la data era fissata un paio di settimane dopo, alle 3 PM di fronte al Big bang, Londra. Nei quindici giorni che li separavano dal rincontrarsi Matt doveva lasciare l'orfanatrofio e procurarsi tutta la stumentazione utile per svolgere indagini informatiche che gli avrebbero permesso di accedere ai più segreti archivi di CIA, FBI ecc oltre che a trovare un "quartier generale" dove poter dormire e mangiare, magari nelle vicinanze di un aereoporto per facilitare gli eventuali trasporti. Intanto lei e Mello si sarebbero presi la briga di raggranellare un pò di soldi.E poi, una vittoria se la meritava...Semplicemente perchè lei stimava davvero tanto quel ragazzo: amava il suo carattere irrequieto e arrogante, così tanto in contrasto con i suoi lineamenti delicati; adorava il suo atteggiamento da menefreghista e il suo costante impegno ne cercare di arrivare sempre primo.Il motivo? La numero quattro, lei, Silence, era scappata per seguire il numero due, Mello. Il numero due si era tagliato fuori dall'istituto, anche lui per cercare di risolvere il caso a modo suo, però, cercando di arrivare al traguardo prima di Near.Quando lui era stato eletto "successore di L" la Wammy's House aveva perso le sue quattro menti più brillanti: Il numero uno aveva preso il primo volo per New York, ed era andato a risolvere il caso Kira, lasciato in sospeso dal leggendario detective. Il ragazzo che lei e i suoi compagni, fino ad un anno prima, avevano cercato invano di superare.Il numero uno. No, Silence sapeva benissimo che L, il primo L, era morto. Ora, quello che tutti chiamavano "L" era quell'odioso albino della Wammy's: Near.Le mancava tanto così dal venire a capo del caso Kira, ad un anno da quando L l'aveva risolto.Ma non le importava più, ormai aveva scelto la sua strada, inutile tentare di tornare indietro.Ragazzi per i quali lei aveva sacrificato il suo futuro. I due ragazzi che per colpa di Kira erano finiti ammazzati.Alludeva ai suoi due amici, la sua unica famiglia.<< Smettila, Silence, loro non ti vorrebbero vedere così!>>Guardò il suo riflesso sullo schermo ancora spento: dai suoi enormi occhi blu, della tonalità del cielo al crepuscolo, scendeva una lacrima che le rigava la guancia pallida. Era davvero magra. Ma non il " magro anoressico", le i era più la tipa " magra giusta" decisamente più femminile e piacente.Si sedette alla scrivania e aprì la lattina di Coca Cola di fianco al pc per poi avvicinarsela alle labbra. Il liquido fresco che le scendeva in gola rigenerava ogni sua cellula cerebrale e l'aiutava a ragionare meglio. Quella bevanda era la sua droga; certo, non era molto salutare, ma Silence era una ragazza dall'organismo forte e aveva la fortuna di possedere un metabolismo molto veloce. << Beh, almeno stanotte ho dormito un paio d'ore....>> Buon per lei, sarebbe stata più lucida.Il suo sguardo scivolò sulla sveglia scassata del comodino: 3.08.Silence, la ragazza più intelligente della Wammy's house ai tempi della seconda generazione. Indubbiamente lei era la creatura di sesso femminile con il QI più alto dell'istituto ma, per quanto si impegnasse, non riusciva a tener testa ai primi tre in graduatoria: Near, Mello e Matt.Perchè lei era Silence.Il silenzio le ricordava sè stessa.Ormai era da molto tempo che parlava da sola , senza avere nessuno che l'ascoltasse, ma d'altronde si era abituata a quel silenzio che gli girava intorno in continuazione.Chiaccherava con il nulla, senza sentirsi stupida o in imbarazzo. << Vabbè, vorrà dire che è il momento di mettersi al lavoro.>><< Merda, un'altra volta>>sospirò e si stropicciò gli occhi. era l'ora di alzarsi.Un urlo si levò dallla gola della giovane destandola da quel sonno disturbato dagli incubi.<> Rumori di pistole e odore di carne umana che brucia....Mel? Hei, Mel, andiamo, piantala di scherzare!"....difficile stabilire l'identità del secondo cadavere..."Matt? Matt dove sei? "...ancora sconosciuta l'ideantità dell'uomo ucciso a colpi d'arma da fuoco..."Lo so, Mel, questa è una frase fatta, ma è anche la pura verità."Continua a lottare per quello che vuoi, Dio, che schifo le frasi fatte."No, no, non lo farò, Matt, poi starne certo."Tu non sei Superman ma, per favore, non vivere da Lois Lane". 


 

  
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