Libri > Classici Ottocento
Ricorda la storia  |      
Autore: Origin753    09/05/2011    5 recensioni
[crossover Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizio, Mansfield Park, Emma, Persuasione, L'abbazia di Northanger, Twilight]
Storia vincitrice Premio traccia 6 del concorso "Ricostruisci la storia" del Club Sofa & Carpet di Jane Austen.
"E' cosa nota e universalmente riconosciuta che due dita di limoncello prima di andare a dormire, combinate con giornali di gossip e ore e ore spese a leggere romanzi di Jane Austen, portano una janeite a fare sogni strani e ad immaginarsi strambe combinazioni tra passato e presente".
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TRACCIA 6.
-CHI: CAROLINE BINGLEY E ROBERT MARTIN
-DOVE: MANSFIELD PARK
-COSA: CAROLINE E’ DISGUSTATA CHE UN TALE BIFOLCO SIA OSPITE A MANSFIELD PARK
-PERSONAGGI SECONDARI: FRANK CHURCHILL,MARIANNE ed ELINOR
-SE FOSSE\SE AVESSE: Se Frank Churchill non fosse stato adottato dagli zii,sarebbe senz’altro rimasto col padre. Come sarebbe diventato col passare del tempo?Magari il piu’ frivolo ed impulsivo giovanotto di Randalls…

-“Cielo,dove sono mai capitata?Se avessi saputo prima chi sarebbe stato presente a questa serata,non avrei di certo accettato questo invito.”-sospiro’ spazientita Miss Bingley-“Mr Churchill,non pare anche a voi che ci sia persino un odore malsano in questa stanza?Sono oltremodo stupita che la padrona di casa sia potuta arrivare a tanto!”
http://www.sofaandcarpet.blogspot.com/

Ispirazioni e citazioni vare da Orgoglio e Pregiudizio, Twilight, opere di Shakespeare...
-------------------------------------------------

E' cosa nota e universalmente riconosciuta che due dita di limoncello prima di andare a dormire, combinate con giornali di gossip e ore e ore spese a leggere romanzi di Jane Austen, portano una janeite a fare sogni strani e ad immaginarsi strambe combinazioni tra passato e presente.
Non era raro per Elisa fare sogni di questo tipo. Questa volta si trovava a un ricevimento a Mansfield Park, ma a stento riconobbe il luogo, era molto diverso dall'ultima volta che lo aveva visitato: arredamenti con finimenti tanto dorati quanto pacchiani, tappezzerie dai colori vistosi e accostamenti improponibili, divani leopardati... Sir Thomas doveva aver battuto la testa!
Si guardò intorno osservando la compagnia: Miss Bingley, Nancy Steele, Isabella Thorpe, Henry e Mary Crawford, Lydia Wickham...Che giubilo! Si preannunciava proprio una serata deliziosa!
Poco dopo vide Elinor venirle incontro: «Eliza! Che piacere rivederti!»
«Oh Elinor, mia cara! Che sollievo! Siete qui con vostra sorella?». L'amica rispose di sì.
«Bene! Cominciavo a chiedermi dove fossero finite tutte le persone rispettabili. Ditemi, di grazia, cosa è successo a questo luogo?»
Miss Dashwood raccontò che Mansfield park aveva una nuova padrona. Fanny ed Edmund si erano trasferiti nel Somerset invitando Susan a stare da loro per qualche settimana; Lady Bertram non poteva fare a meno di Susan così convinse Sir Thomas a passare un po' di tempo in quella contea, i due coniugi trovarono il paesaggio così delizioso che decisero di trasferirvisi definitivamente.
«Posso chiedervi chi è la nuova proprietaria di questa tenuta?».
La curiosità della ragazza fu presto soddisfatta, perché prima che Elinor potesse rispondere, due servitori spalancarono la porta del salotto: oh là là! Lady Gaga! Mansfield Park sembrava proprio destinato ad essere nuovamente teatro di scandali!
Per Elisa si trattava della materializzazione del peggior incubo e sebbene almeno per una volta nella vita Lady Gaga fosse vestita, questa consolazione non alleviò affatto la sua sofferenza nel vederla; cambiano le epoche, ma la sostanza delle persone rimane invariata, infatti era la stessa persona volgare e provocatoriamente scandalosa di sempre.
Seppur sinceramente dispiaciuta di lasciare l'amica ancora pallida come un cencio a causa dello shock, Elinor si accomiatò da lei per cercare Marianne.
Le sorprese non erano ancora finite, non erano passati neppure due minuti che Elisa si sentì chiamare e con suo sommo stupore si trovò davanti Mr Collins, prostrato in un profondissimo inchino: «Perdindirindina, Mr Collins! Voi siete l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere qui! La vostra patronessa non si adirerà?!»
«Carissima Miss Eliza, consentitemi di dirvi che è stata proprio la mia generosissima protettrice Lady Catherine De Bourgh in persona a darmi la sua benedizione e ad esortarmi a prendere parte al ricevimento. Voi l'avete conosciuta, sapete bene quanto sia magnanima e attenta nei confronti di tutti. In quanto suo umilissimo servitore non posso far altro che ricambiare la sua munifica generosità facendole un resoconto completo sulle dimensioni delle stanze, sugli ornamenti e sulla sontuosità del pranzo come mi ha più volte rammentato prima che partissi...»
«Lady Catherine non avrebbe potuto scegliere persona più adatta per assolvere questo compito. Su questo non ho alcun dubbio.»
«Voi mi lusingate.»
«Ma ora ditemi, di grazia, come sta la vostra signora?»
«Oh sono lieto di annunciarvi che Sua signoria gode di ottima salute.»
«Mi riferivo a vostra moglie Charlotte...»
«Oh, ma certo! Oh anche lei... In verità, in verità vi dico che mi duole assai averla lasciata sola, ma permettetemi di azzardarmi ad affermare che non soffrirà di solitudine con una vicina così premurosa come Lady Catherine De Bourgh....»
«Sicuramente.»
Intanto, per la gioia di Mr Collins e l'infelicità di Elisa, Lady Gaga passò di lì: «Vossignoria, permettetemi di esprimervi le mie più sincere congratulazioni per come avete arredato questa tenuta! Complimenti vivissimi! Solo a Rosings Park, dimora della mia generosissima patronessa Lady Catherine De Bourgh, ho veduto stanze più grandiose ed arredamenti più eleganti. Conoscete Lady Catherine De Bourgh, vedova di Sir Lewis De Bourgh?»
Dapprima la risposta negativa di Lady Gaga disegnò una smorfia di sorpresa mista a sdegno sul volto di Mr Collins, ma non appena si riprese dallo stupore, si sentì in dovere di dare a sua signoria quante più informazioni possibili sul conto della sua nobilissima benefattrice ed iniziò così un lunghissimo sermone adorno di lodi, titoli nobiliari e nomi illustri.
Ovviamente Lady Gaga non era neanche minimamente interessata all'albero genealogico di Lady Catherine, quindi se ne andò dopo un paio di generazioni seguita a ruota da Mr Collins che non era comunque intenzionato a smettere.
Poco dopo Elisa vide Marianne, con Elinor al seguito, venirle incontrò con un sorriso radioso: «Oh Eliza! Che meraviglia vedervi! Sono la creatura più felice di questa terra, ho incontrato l'uomo giusto per me...»
«Dite davvero cara Marianne? Chi è? Lo conosco?»
«Credo di no, non si è mai visto da queste parti. Vagavo per i corridoi assorta nei miei pensieri, in cerca di un poco di solitudine e dalla sala della musica udii il suono di un pianoforte. Una melodia meravigliosa e struggente... Entrai e lo vidi: bello come un dio greco, occhi come ardenti di febbre, lineamenti perfetti, carnagione delicata e trasparente...E ci intendiamo alla perfezione: abbiamo parlato di Shakespeare, di musica...Oh, è troppo bello per essere vero! Sembra fatto...»
«Della stessa materia di cui sono fatti i sogni?»
«Mi avete tolto le parole di bocca...»
Elisa sorrise, contenta di essersi guadagnata la stima di Marianne almeno per il resto della serata.
«Oh, eccolo! Eccola là!..»
Perbacco! Edward Cullen! In un angolo della stanza, ecco il celeberrimo vampiro circondato da alcune signorine impazienti di conoscerlo.
A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, Elisa non amava la saga di Twilight e non trovava il suo protagonista neppure passabile, quindi non poté fare a meno di pensare «Oh Cullen, Cullen!!! Perché sei qui, Cullen!?! Cosa ho fatto di male?!».
Il “giovane” alzò lo sguardo e la fissò. Doveva averle letto nella mente ed ora era a conoscenza dell'avversione che lei provava. Beh, tanto meglio...! E tanto meglio mettere subito in chiaro, per i poveri nervi delle ammiratrici del vampiro, che né in quel momento né in un futuro più o meno lontano, l'iniziale avversione tra i due volgerà nella più romantica delle storie d'amore.
«E' perfetto! Non è vero?» disse Marianne con gli occhi scintillanti e le guance imporporate. Tuttavia il suo entusiasmo si spense poco dopo notando che Isabella Thorpe aveva iniziato a disegnare ghirigori immaginari sul braccio di lui. Fu un duro colpo, ma non svenne.
Intanto Elisa meditava. Svelare la natura di Edward Cullen o non svelarla? Questo era il problema. Alla fine scelse di non dire nulla: egli era dotato di un quasi perfetto autocontrollo ed una notizia di quel genere non avrebbe fatto altro che scatenare il panico generale.
Nel frattempo arrivarono altri invitati tra i quali Mrs Mary De Philips, Mr Elliot e Robert Martin; immediatamente si udì un commento su quest'ultimo: «Cielo, dove sono mai capitata? Se avessi saputo prima chi sarebbe stato presente a questa serata, non avrei di certo accettato questo invito» sospirò spazientita Miss Bingley.
«Per una volta sono d'accordo con voi e devo dire che questo mi spaventa un poco, ma suppongo che non ci riferiamo alla stessa persona... buonasera, Miss Bingley» commentò Elisa.
Seppur piuttosto stizzita Caroline accennò una riverenza in segno di saluto e poi si rivolse al suo obiettivo della serata: «Mr Churchill, non pare anche a voi che ci sia persino un odore malsano in questa stanza? Sono oltremodo stupita che la padrona di casa sia potuta arrivare a tanto!»
Considerata la presenza al ricevimento di Mr Elliot, apparentemente più facoltoso di Mr Churchill, l'interesse di Miss Bingley nei confronti di quest'ultimo deve essere spiegato. Nessun cambiamento è avvenuto nel carattere di lei, ma molti sono avvenuti nelle condizioni economiche e sociali dei due gentiluomini. Al primo si era recentemente prospettata la perdita del futuro titolo di baronetto e del relativo patrimonio: Sir Walter Elliot si era risposato e la moglie aveva dato alla luce un erede maschio così bello che il padre non ebbe problemi ad inserirlo subito nel suo libro preferito. Il secondo invece aveva ereditato, grazie ad un lontano parente appartenente al ramo materno, alcune piantagioni nel continente americano che fruttavano una rendita annua tale da poter definire il gentiluomo ricco e considerare un eventuale matrimonio più che auspicabile.
Tuttavia i piani di Miss Bingley erano destinati alla rovina: a tavola si trovò seduta tra il sopraccitato bifolco contadino e il suo preferito, il quale però a stento la degnò di uno sguardo dal momento che era completamente assorbito da sua signoria.
Lady Gaga, incurante delle regole sociali, volle avere al suo fianco i due giovanotti più frivoli presenti al ricevimento, infatti dall'altro lato sedette Henry Crawford.
Il resto degli invitati si dispose secondo l'uso dell'epoca, ma le signore erano più numerose dei gentiluomini così al capo opposto si formò un allegro gruppetto composto da Mrs De Philips, Isabella Thorpe, Nancy Steele e Lydia.
L'idea di un vampiro tra i commensali era piuttosto inquietante. Catherine Morland, seduta vicino a Edward, era una ragazza un po' sbadata, ma i coltelli erano così poco affilati che persino Bella Swan in persona avrebbe fatto fatica a ferirsi; di conseguenza, salvo tentativi di suicidio d'amore da parte di Marianne, ci si poteva ritenere salvi.
Conoscendo le abitudini di Lady Gaga, Elisa era restia ad assaggiare qualsiasi piatto, tuttavia cedette alla tentazione: in un sogno non si può morire avvelenati e il suo vicino, Mr Collins, che aveva assaggiato ogni portata, non era ancora caduto riverso sulla sedia, quindi si poteva affermare con una certa sicurezza, che non vi era traccia di arsernico o cantarella nel vino o nelle pietanze.
Ciò nonostante, in molti momenti del pranzo, la ragazza si trovò a desiderare che ci fosse sul serio del sonnifero nell'arrosto: il reverendo era davvero noioso e non la smetteva più di fare i complimenti a sua signoria, lodare la qualità del servizio di piatti e bicchieri ed ogni singolo piatto dicendo che solo a Rosings aveva assaggiato prelibatezze di bontà superiore.
Per rispetto ed empatia nei confronti del suo adorato vicino, Marianne mangiò poco mentre Edward niente del tutto. Che agnello stupido a struggersi d'amore per uno così! Che leone pazzo e masochista a non far nulla per nascondere la sua natura! Perché non fa nemmeno finta di mangiare? Perché non si è messo un po' di belletto per mascherare il pallore? Elisa non riusciva a capirlo. Di quel passo qualcuno si sarebbe insospettito... Infatti Catherine Morland aveva iniziato a guardare Mr Cullen con un certo interesse e, se non grazie all'arguzia, si trovava comunque piuttosto vicina alla soluzione a causa della fervida immaginazione; Edward doveva essere a conoscenza di questo eppure sembrava non curarsene.
Tutto sommato fu una cena abbastanza tranquilla e il cicaleccio degli invitati fu interrotto, solo una decina di volte, dalle risate di Lydia abbastanza stridule da far sobbalzare Cullen sulla sedia, vibrare tutti i bicchieri della tavolata e interrompere i monologhi di Mr Collins che si sentiva in dovere di lodare la cara cugina per lo spirito con il quale affrontava la recente terribile tragedia.
Solo allora Elisa apprese che da parecchio tempo, Lydia non riceveva più notizie dal suo caro Wickham, partito per le Indie Orientali alcuni mesi prima. Dopo lunghe ricerche i suoi compagni lo diedero per disperso e l'opinione pubblica si divise: alcuni, per carattere o convenienza, pensarono al peggio; altri, per disincanto o malignità, pensarono ad una fuga d'amore con una bella principessa indiana; fatto sta che la giovanissima moglie, con tanto intenso quanto breve rammarico, iniziò a considerarsi “vedova”.
Terminato che ebbero di pranzare, le Signore si ritirarono in salotto, lasciando sua signoria e i gentiluomini a bere e fumare. Elisa notò che Marianne era di umor nero, per questo non si avvicinò a lei e ad Elinor.
«Oh gli uomini!» disse ad un tratto Isabella Thorpe «Sono così incostanti e insolenti! Nevvero, Miss Eliza? Ho dovuto sgridare più volte Mr Elliot per la sua impertinenza! E Mr Cullen? Prima di pranzare è stato scandalosamente sfacciato nei miei confronti! Mi ha persino chiesto se poteva permettersi di chiamarmi 'Bella'! Invece a tavola non mi ha rivolto nemmeno una parola benché io fossi seduta quasi dirimpetto a lui...ma ormai conosco bene la loro natura e non soffrirò di certo. Mi hanno proprio seccata! Ho deciso che non parlerò più a nessuno di loro.» Nel frattempo furono raggiunte da Lydia.
«Miss Eliza, carissima!»
«Mrs Lydia Wickham, quanto tempo...!»
«Vedova Wickham, prego...» disse Lydia con uno sguardo afflitto «purtroppo il mio caro marito non è più tra noi...Pace all'anima sua!»
«Ma come?» disse Elisa. «Avete già abbandonato le speranze? In fin dei conti non è certa la sua dipartita...»
«Oh tesoro! Cerca ti farti forza, mia dolcissima Lydia...»
«Siete molto care a preoccuparvi per me, il mio cuore piange ogni giorno, ma cerco di non arrendermi al dolore..c'est la vie!...ad ogni modo Miss Eliza, mi dispiace moltissimo che abbiate dovuto sopportare per tutto il pranzo quel tedioso Mr Collins! Se vi avessi notata prima avreste potuto unirvi a noi, ci siamo tanto divertite! Non è vero cara Isabella? Oddio che ridere! Abbiamo chiacchierato tutto il tempo e poi Mrs De Philips ha avuto un'idea splendida per animare il resto della serata! Si è offerta di fare da chaperon a tutte in un modo speciale! Oh, ma non ti posso dire di più fino a che non torna sua signoria...è un segreto! Sono troppo eccitata!»
«Chissà se Mr Elliot parteciperà! Non vedo l'ora di scoprirlo!» esclamò Isabella
Dopo circa mezz'ora i signori e la padrona rientrarono in salotto, Mrs Mary De Philips svelò finalmente la sua idea che consisteva principalmente in una versione ottocentesca di Uomini e Donne.
Inaudito! Miss Bingley non poteva proprio accettare una cosa così grossolana e volgare quindi, convinta com'era che il suo compagno della serata fosse della sua stessa opinione, si rivolse a Mr Churchill impaziente di esprimere il suo disappunto e di guadagnarsi la stima di lui, ma non fece neppure in tempo ad aprir bocca che subito lo udì dare entusiasticamente la sua adesione.
Elisa era seriamente preoccupata di essere nuovamente d'accordo con Miss Bingley, Mr Crawford si candidò immediatamente come “divanista” e Isabella pregò Mr Elliot e Robert Martin di partecipare.
«Oh, oh, oh, oh, ohhhh. E' una fantastica idea e per questa sera rinuncerò alla mia solita partita a Poker!» disse Lady Gaga.
«Vi ringʀazio, vossignoʀia» replicò Mary De Philips con una leggera riverenza e una mano sul cuore.
«Brava! Brava! Brava davvero, Mrs De Philips. Sarebbe molto più facile trovare marito comportandosi in modo più esplicito!»
«Sono perfettamente d'accordo con sua signoria» disse Marianne con ritrovato entusiasmo per la vita «sono veramente stanca dell'ipocrisia e della freddezza degli incontri...».
Elinor le lanciò un'occhiata eloquente.
Lady Gaga continuò dicendo che, se le signorine avessero voluto più scelta, non avrebbe avuto nulla in contrario ad autorizzare la partecipazione dei suoi due servitori più fedeli Alexander e Robert.
Dopo quest'ultima dichiarazione l'unica cosa che impedì a Miss Bingley di cadere svenuta fu la consapevolezza che, immediatamente dietro di lei, non c'era un divano bensì Robert Martin. Miss Crawford, la quale intuì il suo stato d'animo, cercò di tranquillizzarla assicurandole che i due servitori non sarebbero stati necessari e che comunque nessuna notizia sconveniente sarebbe giunta ad orecchi estranei.
In proporzione, considerate la padrona di casa e la scarsità di persone dotate di un certo buon senso e pudore, la serata non fu poi così sconveniente e le dichiarazioni di Mr Collins sul non vederci alcuna inclinazione al peccato in una serata come quella, suonarono meno assurde del previsto, ma fu comunque un bene che i Bertram non fossero presenti.
Isabella Thorpe si lasciò convincere, dopo “lunghe” insistenze, a ballare per tutto il tempo con Mr Elliot.
Lydia Wickham, ehm “vedova Wickham” era in splendida forma: civettava, rideva e scherzava con tutti i gentiluomini presenti, con una tale scioltezza che a suo confronto persino Rossella O'Hara sarebbe sembrata una dilettante.
Frank Churchill non era da meno: la recente fortuna lo aveva fatto diventare ancor più frivolo di quel che era di natura per educazione ricevuta, mentre il vino aveva contribuito a renderlo ancor più allegro del solito.
Mr Crawford chiese l'onore di poter ballare con tutte le signorine presenti in sala e Miss Bingley accettò nella speranza di suscitare gelosia nel suo preferito, ma Mr Churchill non si sentì affatto infastidito e anzi invitò Lydia a ballare: Caroline Bingley stava per essere nuovamente battuta da una Bennet!
Marianne suonava il pianoforte troppo felice e troppo ansiosa di conquistare la stima del suo amato Edward per curarsi delle lamentale di sua signoria che la invitava a suonare qualcosa di più moderno e ballabile.
I begl'occhi della ragazza luccicavano osservando quel sole splendente, quel viso perfetto, quel corpo marmoreo, quel sorriso sghembo sorridere...ad un'altra!
Edward Cullen chiese a Catherine Morland un'”esterna” in biblioteca e l'indignazione di Marianne fu incontenibile. Si alzò di scatto, furente, rossa in viso e con le lacrime che le scorrevano a fiumi dalle guance, uscì dalla stanza sbattendo la porta con una violenza tale che l'udito finissimo del suo beniamino subì un durissimo colpo.
Elinor le corse dietro ed Elisa fece lo stesso non appena Lady Gaga si sedette al pianoforte iniziando a suonare Poker face.
«Oh perché?! Perché?! Destino crudele!» gridava Marianne disperata .
«Catherine è una cara ragazza, ma non ha neppure una qualità desiderabile! La sua carnagione è spenta, i suoi lineamenti sono scialbi, i suoi modi goffi e sbadati. Non sa suonare, non sa cantare, non sa dipingere...Non sa fare niente!...A pranzo Mr Cullen ha persino dovuto aiutarla a tagliare un pezzo di arrosto!»
Elisa pensò che probabilmente fu in quel momento che nacque l'amore...
«E poi» riprese Marianne «Non ha gusto in fatto di musica, né in fatto di libri! Legge solo quegli sciocchi romanzi completamente incentrati sulla trama e senza neppure una riflessione che elevi lo spirito.»
«Appunto! E' proprio per quello che Edward Cullen la apprezza...»
«Che intendete, Miss Eliza? Deve esserci un inganno! Miss Morland deve aver usato qualche sua arte e... »
L'uscio non era ben chiuso, dal corridoio si udirono distintamente le voci dei due innamorati.
Forse ora i miei lettori si aspettano che io riporti dolcissime parole d'amore o languidi dialoghi atti ad appagare i desideri del pubblico, che troverebbero spazio nei blog o nei diari di scuola delle adolescenti facendomi guadagnare un posto nell'Olimpo dei Best Sellers, ma ho troppo rispetto per Miss Austen e per il mio tasso glicemico per poterlo fare.
Vi basti sapere che le loro voci furono abbastanza chiare da provocare un'ulteriore crisi a Marianne, la quale scoppiò nuovamente in singhiozzi disperati che non volle neppure provare a controllare.
Elisa andò a chiudere la porta per cercare di alleviare la sofferenza della sventurata fanciulla, ma scorse Cullen, con la testa inclinata e il sorriso sghembo, sorridere a Catherine e porgendo uno spesso libro dalla copertina nera e lucida. Twilight! La nostra coraggiosa eroina si lanciò verso di loro gridando: «Catherine! Noooooo» e...La sveglia suonò le 7.00. Qui il sogno si interrompe.
Con la speranza che questa storia sia stata di vostro gradimento, io termino qui il mio racconto. Vorrei lasciarvi il compito di scegliere una conclusione adeguata: decidete voi se il libro sarà galeotto e se anche questa storia si concluderà con uno o più matrimoni; decidete voi se Elisa si schianterà contro un candelabro nel tentativo di salvare Catherine da Twilight; decidete voi una giusta conclusione per una serata a Mansfield Park.

Finis.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Classici Ottocento / Vai alla pagina dell'autore: Origin753