Titolo:
The
Girl In The Mirror
Pairing:
Elena/Katherine
Rating:
Verde
Avvertenze:
Accenni
femslash, angst, oneshot
Note
Iniziali: Ho
rovinato un prompt gente. Non sono molto convinta di questa shot, ma
scriverla mi è venuta naturale. La fine non mi convince molto,
quindi liberi di criticare pure.
Challenge/Prompt:
Scritta
per il TVG!Fest,
prompt Elena/Katherine
– “Davanti allo specchio”
Dedicata
a Lizzie_Siddal,
mia dolce ed innocua
compagna
di scleri.
Ti amo comunque. ♥
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Elena
fissava il suo riflesso sullo stesso specchio in cui aveva visto
innumerevoli volte il suo volto rigato dalle lacrime.
Lo stesso
specchio in cui, il giorno in cui scoprì di Katherine, rimase
a fissare il suo riflesso per un'ora intera.
Lo faceva spesso,
involontariamente. Provava ad immaginare lo sguardo della sua copia
spettrale, cercava di interpretarlo e dargli vita.
Ogni giorno
che passava inconsciamente avrebbe desiderato incontrarla, per
rendersi conto davvero di quanto fossero identiche.
Da una parte
non avrebbe mai desiderato farlo. L'inquietudine della situazione, ma
soprattutto, la paura di non essere all'altezza.
All'altezza di
Katherine.
La donna che non sarebbe mai stata, per fortuna o
purtroppo.
Elena sognava spesso di incontrarla, rimanere per
un lungo istante a fissarla in ogni suo movimento.
Scrutarla,
imparare da lei qualsiasi cosa non avesse già imparato nella
sua breve vita.
Le avrebbe fatto così tante domande,
avrebbe voluto sentire altrettante risposte.
Eppure, non l'avrebbe
mai sopportato.
Si sarebbe sentita inutile, come la sua esistenza.
In fondo, Katherine era la donna che tutti desideravano.
Sapeva
sedurre, era di una bellezza ammaliante e il suo carattere attirava
chiunque.
Ma non erano forse la stessa
persona?
No.
Non lo erano affatto e non lo sarebbero mai state, per fortuna o
purtroppo.
Ricorda ancora il giorno in cui la incontrò.
In un certo senso se lo aspettava, se lo sentiva.
Non ebbe
alcuna paura a voltarsi, non appena quel profumo alla vaniglia
inebriò i suoi polmoni.
Ed era lì, dietro di lei.
Incrociò il suo sguardo e improvvisamente si sentì
come un granello di sabbia, incapace di competerle, in alcun
modo.
Elena lo ammise a se stessa troppe volte per dimenticarlo.
Fu il loro semplice scambio di sguardi a farle capire che la sua
vita, di lì a poco, sarebbe totalmente cambiata.
Quando
Katherine avanzò verso di lei, sfiorandole la pelle e
facendola rabbrividire, Elena non capì più
nulla.
Svariate emozioni la travolsero, pensieri assurdi la
tormentarono.
Tutta colpa sua, tutta colpa di Katherine, per
fortuna o purtroppo.
Da quella sera, non l'aveva più
rivista.
I giorni successivi erano stati un incubo, anche se
ammetteva il contrario.
Ed era sempre quello specchio a ricordarle
che lei non era Katherine, ma Elena.
Quel pezzo di vetro l'aveva
vista piangere, quando desiderava con tutta se stessa una vita
diversa, migliore.
Quando desiderava essere lei,
in tutta la sua fottuta sicurezza.
Lei che non si fermava
difronte a nessun ostacolo, lottando solo ed esclusivamente per se
stessa.
Il suo egoismo era il suo punto di forza, la sua
salvezza.
Elena era umana. Non aveva bisogno di nient'altro, per
fortuna o purtroppo.
“Hai
il fuoco dei Petrova”
Ricorda
benissimo quel giorno, quelle parole.
A quell'affermazione, non
fece a meno di sorridere tra sé e sé.
Forse era
davvero ciò che si sarebbe voluta sentir dire, proprio perché
lo diceva Katherine.
Quella mattina, parlare con Katherine le era
sembrato semplicemente la cosa più naturale del
mondo.
Ascoltarla, mentre con angoscia e finto menefreghismo le
narrava la sua triste storia.
“La
tua opportunità sta svanendo. Sta per svanire... è
svanita.”
Per
la prima volta, dopo un anno, pensò attentamente al suo
futuro.
Nonostante la sua storia con Stefan e le conseguenze di
essa, non aveva mai pensato ad un'eventuale trasformazione.
Katherine
invece, era riuscita a risvegliare in lei quell'oscuro
pensiero.
Mentirebbe se dicesse che, per un breve istante, avrebbe
desiderato raggiungere di pochi centimetri la vampira e bere dal suo
sangue avidamente, senza mai smettere.
In fondo Katherine era
l'unica che riusciva realmente a capirla, e forse lo stesso valeva
per lei.
Sarebbe bastato uno sguardo, una parola di
troppo.
Condividevano quel legame, per fortuna o purtroppo.
Si
stava specchiando, sistemandosi pronta per andare a scuola.
Troppo
immersa nei suoi pensieri, non avrebbe mai immaginato che sarebbe
tornata.
“Sta
diventando sempre più facile impersonarti”
Quella
voce così identica alla sua, come sempre accompagnata da una
sicurezza che Elena non avrebbe mai avuto.
Rivederla la faceva
star male. L'insicurezza l'assaliva, rendendola una povera
stupida.
“Hai
bisogno di me, Elena”
Salvata
dalla sua sosia tanto odiata quanto apprezzata. Non voleva cedere, ma
sapeva in cuor suo che era l'unica soluzione.
Da quel momento
l'avrebbe incontrata ogni giorno – in chissà quale
camera da letto – e al solo pensiero non poteva fare a meno di
sbuffare, rassegnata.
Katherine l'avrebbe aiutata semplicemente
perché le serviva, per fortuna o purtroppo.
Passandosi
una mano tra i capelli, Elena continuava a guardarsi allo
specchio.
Ricordava di quei mesi interminabili, la paura e lo
sconforto che l'avevano accompagnata.
Pensava se ne fosse
liberata, anche solo per un istante.
Rifletteva a quante persone
aveva perso, in così poco tempo.
Aveva visto Isobel
suicidarsi, alla ricerca della redenzione eterna.
Aveva visto
Jenna essere uccisa, condannata ad un destino non voluto.
Era
ancora umana grazie a John, il quale le aveva donato una vita
nuova.
Una vita da umana.
Le
ore che passavano veloci durante il rituale le servivano per
abituarsi all'idea che sarebbe tornata diversa, più
forte.
Quando
Klaus si nutrì di lei fino all'ultima goccia del suo prezioso
sangue, Elena rivedette ogni singolo momento della sua vita.
Tutti
coloro che ne facevano parte, in un modo o nell'altro.
E fu poco
prima di perdere conoscenza che immaginò Katerina sorriderle,
ingenuamente.
“Andrà
tutto bene, starai bene”
Improvvisamente
Elena si sentì tranquilla, lasciandosi cullare da quella voce
così pura.
Sarebbe diventata vampira, non avrebbe permesso
più a nessuno di rovinarle la vita.
Eppure,
si era svegliata sempre la stessa, per fortuna o purtroppo.
«Damon
non sopravviverà»
una folata di vento improvvisa e quella voce fecero tornare Elena al
presente.
Chiuse gli occhi, sospirando senza voltarsi.
«Bonnie
ha detto che in questo modo sopravviverà»
disse, con un tono convinto.
Anche Damon era tra i suoi pensieri.
La stava letteralmente devastando.
Non avrebbe mai voluto
perderlo, perché teneva a lui talmente tanto da non ammetterlo
neppure a se stessa.
«Il
morso di un licantropo è letale,
neppure una streghetta da quattro soldi lo potrà salvare.
Dobbiamo rassegnarci»
Katherine avanzò, rimanendo a braccia incrociate e
posizionandosi di fianco alla ragazza.
Inutile negare quanto
inquietante fosse la situazione. Entrambe si specchiavano
perfettamente, i loro riflessi dannatamente uguali erano comunque
differenti.
Elena aprì di colpo gli occhi, non curandosi
della questione.
«Dobbiamo?»
la ragazza rimase un po' perplessa.
«Come mai non sei al
pensionato?» la vampira sviò subito il discorso. Elena
non fece a meno di roteare gli occhi, aspettandoselo.
«Questa
è pur sempre casa mia, Katherine» rispose fredda,
alzandosi dalla sedia.
Notò di sfuggita lo sguardo della
donna riflettere sullo specchio.
Spostò lo sguardo in
basso, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Ad
ogni modo tornerò dagli altri più tardi, l'ho già
detto a Stefan» continuò, per poi rialzare lo
sguardo.
Katherine aprì uno dei cassetti della scrivania,
prendendo in mano la qualsiasi con molta curiosità.
«La
vuoi smettere?» Elena le tolse un pupazzetto dalle mani,
chiudendo il cassetto di scatto e parandosi di fronte a
lei.
Katherine rise divertita, poi si spostò gettandosi sul
letto di Elena, cominciando a giocare con i capelli.
«Così
non godrò della tua stupida compagnia per il resto
dell'eternità» disse la vampira, con un finto tono
rassegnato. «Peccato, mi sarei divertita a pettinarti i
capelli»
Elena fece finta di nulla, guardandola abbastanza
seccata.
Poi però, ripensò improvvisamente
all'attimo prima della sua morte.
Il
sorriso di Katerina, la sua dolce risata e le sue guance rosee.
«Elena, ti sei forse incantata?» la voce di Katherine
la fece scuotere da quei pensieri.
Bastò un'ulteriore
occhiata alla vampira per rassegnarsi, come sempre.
«Posso
dirti una cosa?» si sistemò anche lei sul letto, di
fianco a lei.
Katherine le fece cenno di sì, senza
risponderle.
«Quando Klaus mi ha morsa, prima di perdere i
sensi... ti ho vista» Elena deglutì, curiosa della sua
reazione.
«Immagino allora che la tua morte dev'essere stata
sublime» Katherine rise leggermente, prendendo in giro la
ragazza.
«Non eri tu, o almeno in parte» Elena si fece
seria, guardandola dritta negli occhi.
«Beh, se non ero io,
chi era?» domandò con curiosità la vampira,
incrociando le braccia e corrugando la fronte.
Elena rimase in
silenzio, poi sbuffò e portò una mano alla fronte,
scuotendo la testa.
Non sapeva come spiegarle cosa aveva visto,
non in quelle circostanze.
Stranamente però, si sentiva a
suo agio. Nessun timore, insieme a quella che avrebbe definito
stronza per sempre.
«Lascia stare, niente» si rialzò
dal letto e velocemente andò a prendere la sua borsa,
sospirando.
La chiuse e presa in mano fece un lieve sorriso, ma fu
subito interrotto dalla suoneria del suo cellulare.
«Stefan?»
«Elena,
vieni subito qui. Si tratta di Damon, si è ripreso»
«Cosa?
Arrivo subito!»
Elena cominciò a preoccuparsi.
«Visto? Stefan è riuscito a trovare la cura,
salveremo Damon! E' incredibi...» si voltò verso
Katherine, ma non la trovò più.
Confusa andò
a chiudere le finestre. Sentiva ancora il profumo della vampira, lo
stesso che sentì la prima volta che la incontrò.
Un
altro stupido sorriso si formò sul suo volto. Varcò la
soglia della porta, e prima di andar via diede un ultimo sguardo.
Non
sapeva le vere intenzioni di Katherine, non più ormai.
Sarebbe stata tutta da scoprire, come sempre.
Quello che
avrebbe dovuto fare non appena tutto si sarebbe calmato.
Era
inutile negarlo, Katherine Pierce faceva ormai parte della sua vita,
per fortuna o purtroppo.
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Note
finali: Bene,
adesso posso scappare. Recensite senza scrupoli, criticatemi pure.
Sono pronta a tutto dopo aver scritto questa schifezza è_é
alla prossima!