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Autore: Dioni    10/05/2011    1 recensioni
Salve a tutti, e la mia prima fanfiction che scrivo, la storia si svolge dopo la fine del manga, in questa storia ci saranno divinità,civiltà del passato,terribili nemici,nuovi amici, un antagonista particolare e un demone di ghiaccio con un passato a dir poco spaventoso, spero di avervi incuriosito,buona lettura ^^.
P.S, per questa storia mi sono ispirato ai giochi di God of war, quindi se notate delle scene troppo violente non vi spaventate, e perfettamente normale XD.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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 Sesshomaru era confuso...aveva bisogno di risposte...doveva sapere perchè...il perchè di tutta questa storia,il demone mosse lo sguardo verso l'arco che teneva in mano con aria pensierosa.

- Che strana sensazione...e come se quest'arma mi appartenesse,quasi fosse mio,che sia come i flagelli del caos?Un altra arma di mio padre?.

Sesshomaru si era di nuovo perso nei suoi pensieri per poi essere chiamato dalla voce del persiano.

- Sesshomaru...mi senti? ehi.

Il demone si girò verso Bagoa.

- Tutto bene demone?

- Non preoccuparti per me,tu piuttosto come ti senti?

- Un pò dolorante ma me la caverò.

- Non avresti dovuto attaccarlo...poteva ucciderti.

- Ha ucciso i miei compagni e Sargon ha usato il loro sangue per tingere di rosso i muri di questa stanza.

- E cosa vorresti fare? Ucciderli? Non credere che sia così facile.Rispose Sesshomaru con un tono a dir poco glaciale.

Sesshomaru voltò lo sguardo verso l'altra parte della stanza.

- Bagoa.

- Che c'è?

- C'è la fai a proseguire? o devo lasciarti indietro?

- Ehi,forse non sarò forte come te,ma anche io ho le mie capacità...ti seguo.

Il demone tornò con lo sguardo su Bagoa.

- Andiamo...e questa volta combatti solo con chi riesci a tenere testa.

- accetto,pronto per andare all'acquedotto?

Senza neanche pronunciare una parola il demone proseguì il suo cammino,non aveva bisogno di parole per farsi seguire da coloro che lo aiutavano a combattere i suoi nemici.

a qualche passo di distanza si trovava una porta uguale a quella precendente per entrare nella grande stanza sotterranea.

Stava per impugnare la maniglia ad anello quando all'improvviso la porta si aprì da sola, ma poco dopo da quella porta vide un umano a lui molto familiare con i vestiti strappati e il corpo pieno di ferite.

- Pigiama, disse il demone con tono stupito.

- Se...Sessh....

il satrapo non riuscì a finire e cadde a terra con il volto che toccava il terreno.

- MIO SIGNORE,urlò il mezzodemone alla vista dell'accaduto.

Bagoa fece un breve scatto per raggiungere il satrapo di Susa ridotto a una zampogna sanguinante,si abbassò prendendolo tra le braccia per poi farlo girare in modo da poterlo guardare in volto.

- Mio signore.

- Bagoa...amico mio,sono felice di vederti.

- Cos'è successo persiano?,disse Sesshomaru con tono glaciale.

- I romani...e le guardie di Sargon hanno preso controllo dell'acquedotto sottostante,senza l'acquedotto i cittadini moriranno di sete e come se non bastasse i soldati in città perderanno un importante posizione strategica.

- Posizione strategica?

- Si...l'acquedotto serve anche come passaggio segreto in caso di assedio,ora va.

Sesshomaru mosse lo sguardo verso Bagoa.

- Bagoa...rimani qui con lui.

- Certo.

Il demone oltrepassò i due e con passo deciso uscì dall'immensa stanza sotterranea e chiuse la porta di pietra alle sue spalle.

Appenna chiuse la porta una voce si fece sentire nella sua testa.

- Sesshomaru.

- Minerva.

- ciò che hai in mano e un arma leggendaria,appena puoi consegnalo ad Anubi o a Thot loro sapranno cosa farsene.

- Aspetta,dimmi perchè Flavio voleva questo arco,cosa c'è sotto?

- Quello che hai in mano non'è un arco qualunque, e conosciuto col nome di arco di Ra,se vuoi sapere altro chiedi ad Anubi o a Thot loro sapranno dirti di più.

- Sai dove si trovano?

- Mi dispiace ma non te lo so dire.

- D'accordo,disse Sesshomaru estraendo Bakusaiga.

Dette queste parole il demone proseguì il suo cammino,davanti a lui si trovava un strada perfettamente dritta,segno che quella strada era stata scavata nella pura roccia,continuò a camminare senza preoccuparsi del buio,Bakusaiga gli faceva tutta la luce che gli serviva.

Passo,dopo passo,dopo passo...camminò per un pò quando all'improvviso non si accorse di un rumore particolare,un fiume.

Il demone si fermò un attimo a riflettere.

- un fiume sotterraneo?...devo essere vicino all'acquedotto.

Dicendosi questo continuò a camminare,più andava avanti e più quel frastuono si faceva potente,al suo udito pareva un fiume durante un alluvione.

Dopo un pò di tempo arrivò alla fine del tunnel e vide quello che c'era davanti ai suoi occhi, una grossa stanza illuminata dalle torce accesse attaccate ai muri con infondo una raffinata struttura scavata nella roccia,era quella costruzione a produrre quel suono che risuonava in quella frazione dei sotterranei di Petra.

-Quello dovrebbe essere l'acquedotto...ma non vedo nessuno,ne persiani ne romani...e tanto meno le divinità egizie...meglio cercarlo se mi voglio togliere questo ingombrante arco.

Sesshomaru si addentrò nella sala con passo deciso e risoluto,avrebbe trovato Thot a qualsiasi costo,aveva bisogno di risposte...aveva bisogno di certezze.

Entrò nella grande sala che ospitava l'acquedotto e senza indugi si diresse verso di essa,ma prima ancora di essere riuscito ad attraversare la metà di quel luogo che il rumore prodotto dall'acqua che passava di li finì all'istante.

Dall'alto della struttura sbucarono due persone veramente enormi, misuravano due metri di altezza,erano di carnagione chiara ed erano muscolosissimi,dei veri armadi,il loro equipaggiamento consisteva in un gonnellino marrone che arrivava a metà coscia,una spessa cintura di cuoio marrone,sandali con le medesime caratteristiche della cintura, un grosso elmo nero da gladiatore con la visiera traforata e come arma maneggiavano una grossa ascia dal manico che misurava ottanta centimetri e con un unica curva affilata, un arma dagli effetti devastanti.

Il demone posò a terra l'arco e si preparò a combattere.

I due giganti saltarono giù dall'acquedotto e quando toccarono il terreno fecero un gran fracasso,le loro mani impugnavano saldamente quegli strumenti di morte adatti a combattenti della loro stazza.

- Sesshomaru,la voce della dea della sapienza si fece sentire ancora nella testa del demone.

- Cosa c'è Minerva?.

- Stai attento Sesshomaru,quelli sono Hoplomacus.

- Hoplomacus?

- Esatto,sono un altro tipo di gladiatori appartenenti a Flavio,combattono con forza bruta e armi pesanti.

- Mi basterà essere più veloce di loro.

uno dei gladiatori fece un passo in avanti,sollevo in aria la sua arma con entrambe le mani per poi sbatterre la testa dell'ascia  contro il terreno,un inutile tentativo di spaventare il demone di ghiaccio.

L'altro Hoplomacus invece batteva la mano destra sul petto e mostrando i poderosi muscoli che possedeva,non cercava di spaventare il demone,voleva fargli capire chi dei due era il più forte.

Sesshomaru non era affatto intimorito da questi due omoni pieni di muscoli,non'era la prima volta che combatteva contro degli avversari del genere.

Uno dei due colossi si lanciò all'attacco sicuro di poter abbattere il demone senza neanche troppa fatica,nel correrre l'hoplomacus era lento,goffo e decisamente privo di grazia.

L'Hoplomacus si avvicinava sempre di più con ferocia inaudita, arrivato di fronte al demone alzò l'ascia al di sopra della sua testa e immediatamente la fece cadere verso il basso,Sesshomaru evitò il colpo con un veloce spostamento a destra per poi usare subito usare bakusaiga contro il suo avversario.

Con un veloce movimento di bakusaiga ferisce il gladiatore all'addome che stranamente non ne risente molto del colpo inferto dal demone.

Il gladiatore guarda la ferita e poi,guardando in faccia il suo avversario si mette a fare una pesante risata,ma il divertimento dura poco, subito l'hoplomacus attacca Sesshomaru con la sua possente ascia che viene evitata ancora una volta con gran facilità del demone.

- Impossibile,come fa un semplice umano come questo a resistere ad un colpo di Bakusaiga?...queste parole albergano la mente di Sesshomaru che con grande stupore non sa come affronantare la situazione.

- Usa le armi che tuo padre sigillò nel tuo corpo...la voce di Minerva arrivò in tempo per consigliarlo e guidarlo nella lotta.

- D'accordo.

L'hoplomacus sferra un colpo laterale nel tentativo di tagliare a metà il demone,con un balzo all'indietro evitò l'arma del suo avversario con facilità e con dei rapidi gesti rinfoderò bakusaiga e impugnò le brutali armi che si attaccavano alla sua schiena quasi fossero delle calamite.

Se non poteva abbattarlo con i movimenti aggrazziati di Bakusaiga lo avrebbe abbattuto con la violenza dei suoi flagelli.

Il demone mosse velocemente le catene ferendo seriamente il gladiatore,quelle armi brutali erano tanto potenti da essersi meritate il nome che portano.

Il gigante era ormai ferito in modo serio, gran parte del suo corpo era stato a contatto con quelle lame malefiche,stava in piedi,indebolito e con l'ascia che a malapena riesce a reggere con un mano, era alla merce di Sesshomaru.

Sesshomaru si avvicinò all'Hoplomacus indebolito,stordito e con varie gravi emoraggie esterne, gli sottrae l'ascia di mano,la impugna con entrambe le mani e con un movimento veloce la conficca con forza nella faccia del suo avversario trapassando con facilità la visiera dell'elmo, il cadavere cade per terra emettendo un pesante tonfo alla caduta.

Il demone si avvicinò al cadavere e gli staccò l'ascia dalle carni, gaurdò il cadavere con uno sguardo glaciale, il primo era morto, adesso toccava al secondo Hoplomacus.

Alla vista del compagno morto il gladiatore sopravvissuto alzò lo sguarda verso l'alto per poi emettere un grido pieno di rabbia e carico d'odio,tornò con lo sguardo verso il demone e si lanciò alla carica verso di esso.

Sesshomaru rimase li:freddo,composto,immobile, si preparò all'arrivo dell'altro ammasso di muscoli, il demone si mette in posizione pronto all'arrivo del suo furioso avversario, il gladiatore si avvicinò al demone e mise l'ascia alla sua destra per caricare il colpo alla massima potenza,un ultimo passo,i piedi  sul terreno,il colpo parte, la lama si avviccina al collo del demone per staccargli la testa.

Sesshomaru si abbassò in tempo prima di farsi decapitare,col manico dell'ascia fece inciampare il colosso muscoloso,si alzò velocemente in piedi e impugnado l'arma dalla parte più bassa del manico la sbatte violentemente contro l'hoplomacus che era caduto di schiena conficcandogli l'ascia dritta nel cuore con una forza degna di Ercole.

I due gladiatori erano stati uccisi con le loro stesse armi,Sesshomaru non era il tipo di guerriero da usare armi del genere,ma si sa,quando ci vuole  ci vuole,ma non era quello il punto,in realtà il problema era bakusaiga,come mai un spada così potente non riusciva a uccidere un umano? Sesshomaru era perplesso,era la prima volta che gli capitava una cosa del genere.

- Guarda che macello.

Un altra presenza si trovava li,la sua voce proveniva dall'alto dell'acquedotto.

Sesshomaru mosse lo sguardo in direzione di quelle poche parole pronunciate con una briciola di malignità.

- Chi sei? fatti avanti,disse il demone con tono deciso.

Dal condotto dell'acqua uscì sargon che si sedette subito sul margine della struttura con le gambe a penzoli nel vuoto.

- E dire che un uomo molto forte costa molto al mercato degli schiavi,figuaramoci due gladiatori freschi freschi di palestra.

- Chi sei tu?

- Sono Sargon, il mercante più ricco del mediterraneo,compro,vendo e baratto di tutto,e per tutto...intendo tutto,non esiste cosa sulla quale non voglia contrattare...compreso te,mio caro demone orientale.

- Io non ho un prezzo.

- Sbagliato,tutto e tutti hanno un prezzo,compreso tu,ho per meglio dire...il tuo cadavere.

- Fatti sotto se ne sei convinto.

- Non ci penso neanche,disse Sargon in tono scherzoso.

Sargon si alzò in piedi per poi saltare nel cunicolo dove scorreva l'acqua che poi passava sotto tutta la città.

- E poi perchè dovrei combattere io quando posso far combattere gli altri per me?.

La voce del mercante risonuò un ultima volta prima di scomparire nei meandri della acquedotto.

Sesshomaru rimase a fissare la parte più alta dell'acquedotto.

- meglio muoversi.

Detto questo tornò a prendere l'arco e con un salto si ritrovò all'interno del canale indrico dell'acquedotto,abbastanza largo da far passare una persona sola.

Sesshomaru si incamminò verso l'interno della struttura in cerca di un uscita,dopotutto,se da un parte entrava l'acqua,dall'altra usciva.

Il demone ci mise mezz'ora prima di trovare l'uscita,davanti a lui si trovava un varco di forma quadrata poco più basso della sua statura,guardando fuori dall'uscita si accorse di essere sbucato dentro un pozzo rotondo largo dieci metri e con una scala che collegava il fondo all'entrata della città.

Il demone saltò giù dal varco posandosi sul fondo, si avvicinò alla scala, lanciò l'arco all'uscita del pozzo e cominciò ad arrampicarsi.

Pochi secondi dopo era arrivato all'uscita del pozzo,con le mani attaccate al bordo del pozzo spinse con la schiena il resto del corpo,a quel punto fece forza con le braccia e finalmente riscì a uscire dal pozzo,guardandosi attornò capì tre cose:la prima,si trovava all'ingresso della città,(avete presente l'atrio dalla quale entrano i turisti per visitare le rovine di Petra?l'entrata circondata dal canyon?bene,Sesshomaru si trovava li).

La seconda, era sera, in cielo non era completamente buio e al posto delle stelle si vedeva un cielo misto tra l'azzurro metallizzato e quel poco di rosa che si vede ancora quando rimangono gli ultimi raggi di sole,un spettacolo bello quanto l'alba.

La terza,e la più importante,non si sentiva anima viva,c'era silenzio assoluto,sembrava una città fantasma,non si sentiva anima viva.

Sesshomaru raccolse da terra l'arco e senza starci a pensare troppo decise di rientrare in città, si stava avvicinando all'ingresso principale della città quando all'improvviso...

- Non entrare,non puoi più fare niente che possa aiutare questa città.

Sesshomaru si girò in direzione delle parole pronunciate,era Anubi che aveva pronuncito quelle parole con tono così duro.

- Bagoa e Pigiama?

- Se la caveranno, presto arriveranno i rinforzi persiani,saranno qui entro poche ore.

- Anubi ha ragione,disse Thot spuntando dal nulla.

- Sargon potrebbe essere ancora dentro la città,quando mi trovavo nei sotterranei della città due guerrieri di Flavio mi avevano attaccato, ho faticato un pò per ucciderli,e pensare che rano solo degli umani.

- Aspetta,per caso questi guerrieri avevano delle ascie?.

- Si,Minerva li ha chiamati Hoplomacus.

Intervenne Anubi.

- Hoplomacus?Flavio ti ha mandato due Hoplomacus?Dannazione...questo non ci voleva,Thot.

- Si?

- Pensi anche tu che...

- E probabile.

Intervenne Sesshomaru.

- Di cosa state parlando?

Intervenne Anubi

- Sesshomaru,ora le cose si fanno serie,e per questo motivo meriti una ricomepensa.

Lo sciacallo allungò il braccio destro con la mano aperta verso il demone.

- Ma cosa...

Sesshomaru non fece in tempo a parlare che si trovò in un posto sconosciuto, una fitta nebbia lo cirocondava,e come se ciò non bastasse l'arco non c'era più.

-Sesshomaru

Una voce a lui familiare riecheggiava in quella nebbia.

- Padre.

- Sesshomaru,e giunto il momento che tu divenga più forte,hai sconfitto due membri della squdra dei dieci,il primo componente,kalì, uccisa con brutalità e forza bruta,il secondo,Palgea,morto per mano di Bakusaiga, la sua dipartita e avvenuta con onore,figlio mio,come già ti dissi nella nostra ultima conversazione e giusto che tu ora possieda....queste.

subito dopo il discorso avvenne qualcosa di strano,le catene del demone risplendevano di luce propria,una luce rosso fuoco.

- Ma cosa....

All'improvviso delle fiamme avvolsero il corpo del demone,cadde sulle ginocchia mentre veniva invaso dalle fiamme,tuttavia il fuoco non gli provocavano dolore,anzi, lo facevano sentire a suo agio.

Ma questa non'è era la cosa più strabiliante,all'improvviso le fiamme si spensero liberando il demone da quel incendio che invadeva il suo corpo.

- Alzati figlio mio e guardo tu stesso i doni che ti ha lasciato la bestia che vive nel tuo braccio.

Sesshomaru riaprì gli occhi e si guardò gli avambracci,le catene erano diventate grigio scure,prese i flagelli tra le mani e anche essi erano cambiati,i manici erano rossi con all'estremità delle guardie a forma di teste di grifone appiattite con dei becchi dalla quale uscivano due spade corte dalla lama curva e altamente tagliente.

Si rialzò da terra con una domanda che sembrava piuttosto ovvia.

- Cos'é accaduto padre mio?

- Ti e stato fatto dono di una nuova forza,usa quelle spade con saggezza figlio mio poichè esse non sono le armi più adatte ad un eroe.

- Queste armi non vanno bene per me...io non sono un eroe,troppi sono gli sbagli che ho commesso.

- Figlo mio, anch'io ho le mie colpe...sta notte,mentre dormirai,ti farò di nuovo visita...ti stai facendo molte domande su quello che accade durante il tuo viaggio,per adesso ti darò le risposte necessarie a placare la tua curiosità.

- Mi darete risposte anche sull'arco?

- Per quell'arma dovrai chiedere ad Anubi,oppure Thot,in ogni caso anche loro posso darti informazioni utili.

- Posso farvi una domanda? Riguarda Bakusaiga.

- Certo,dimmi pure.

- Oggi ho ucciso due guerrieri di Flavio, All'inizio ho usato contro uno di loro la mia Bakusaiga,eppure non si era fatto niente.

- Sono ancora vivi questi guerrieri?

- No, ho usato i flagelli del caos e poi li ho finiti con le loro stesse armi.

- Capisco,non so proprio cosa dirti,forse più tardi potrò darti una risposta.

- Bene.

Dopo aver pronunciato queste parole la nebbia si dissolse poco alla volta,una fortissima luce prese il posto della nebbia, molto intensa fu quella luce che il demone si dovette riparare gli occhi per impedire a quella radiosa presenza di abbagliare la sua potente ma sensibile vista.

Riaprì lentamente gli occhi e abbassò la mano che lo aveva difeso dall'abbagliamento, si accorse di essere tornato a Petra nello stesso punto in cui si trovava prima,le due divinità erano ancora li e senza muoversi di un centimentro.

- Bentornato guerriero,ti é piaciuta la sorpresa?,disse Thot con un leggero tono di curiosità.

- Cos'é successo?

Intervenne Anubi.

- Per un breve lasso di tempo ti ho fatto sognare...per così dire,infatti come puoi notare le tue armi sono cambiate,tuo padre ti ha detto qualcosa di importante?

- Questa notte mio padre mi farà ancora visita.

- Capisco, e giusto che tu sappia il resto.

- giusto o sbagliato che sia io voglio risposte,cambiando argomento,dove andiamo adesso?

- Dobbiamo tornare a Tiro, le nostre spie hanno confermato che Sargon venderà un grosso quantitativo di armamenti ai nemici a potenti nazioni che sono in contrasto con le poche province romane fedeli agli olimpici e i loro alleati.

- Quando ci muoviamo?

Interviene Thot.

- Adesso,se mi trasformo Nella mia forma di Ibis gigante arriveremo A Tiro prima dell'alba.

- Bene.

- D'accordo,prima di cambiare la mia forma dobbiamo uscire da questa gola,non ho spazio sufficiente per trasformarmi.

Interviene Anubi.

- D'accordo,usciamo da qui presto.

Gli altri due annuirono e corserò fuori dalla gola rocciosa di Petra.

L'eroe se ne andò dalla città...e con lui gli dei,ma non c'erano solo loro in quella piccola parte della città,infatti,c'era un altra presenza.

Palgea si trovava a Petra,o per meglio dire su una nuvola che si trovava sopra la città,dall'alto guardava i tre che se ne andavano via da essa.

- Sesshomaru, Anch'io stanotte ti farò visita,ma a differenza di tuo padre non sarò portatore di buone notizie.

Palgea mosse lo sguardo verso l'interno del teatro,pur essendo in alto vide chiaramente ciò che c'era al suo interno,Flavio,mentre saliva le scale percorse dal fratello per raggiungere i sotterranei.

- Flavio,un demone dall'armatura nera,all'apparenza un demone semplice,un burlone,un uomo che se visto in una rapida occhiata non da l'impressione di poter fare qualcosa di spettacolare,eppure,sotto questo suo aspetto si nasconde qualcosa,qualcosa di indecifrabile,qualcosa di incomprensibile...qualcosa di caotico.

Detto questo Palgea scomparve in un unica grande fiammata in attesa di raccontare ciò che aveva da dire al demone di ghiaccio.



  
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