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Autore: Little Fanny    11/05/2011    1 recensioni
Si udì il suono di un solo colpo di pistola e poi cadde il silenzio.
La pallottola aveva squarciato la confusione che regnava nella stanza, facendo cadere gli occupanti nell’immobilità più assoluta.
Era stato un attimo veloce, ma al contempo lento.
Il Dottore aveva avuto tutto il tempo necessario per comprendere ciò che stava accadendo.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11, River Song, Rory Williams
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Bang!
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Eleventh Doctor, River Song, Amy Pond, Rory Williams
Rating: PG
Genere: triste, Death!fic
Conteggio parole: 1341
Avvertimenti: morte di un personaggio principale, spoiler!, one-shot
Riassunto: Si udì il suono di un solo colpo di pistola e poi cadde il silenzio.
La pallottola aveva squarciato la confusione che regnava nella stanza, facendo cadere gli occupanti nell’immobilità più assoluta.
Era stato un attimo veloce, ma al contempo lento.
Il Dottore aveva avuto tutto il tempo necessario per comprendere ciò che stava accadendo.
Note: partecipa alla missione della quinta settimana del Cow-T @[info]maridichallenge, con il prompt Death per il Vampire!Team.
La storia è stata scritta molto prima dell'inizio della sesta stagione e basata solo sui piccoli spoiler che erano allora in circolazione, quindi non tiene minimamente conto degli avvenimenti della sesta stagione.
Disclaimer: La storia è basata su fatti e personaggi creati e appartenenti alla BBC e a chiunque ne detenga i diritti. La storia non è scritta a scopo di lucro, ma solo per mio puro diletto.


Bang!

Bang!
Si udì il suono di un solo colpo di pistola e poi cadde il silenzio.
Un attimo prima si poteva sentire una cacofonia di voci che si sovrastavano le une alle altre, ognuna cercava di prevaricare quella dell’avversario, facendo valere le proprie ragioni.
Un attimo dopo era il silenzio innaturale a farla da padrone.
La pallottola aveva squarciato la confusione che regnava nella stanza, facendo cadere gli occupanti nell’immobilità più assoluta.
Era stato un attimo veloce, ma al contempo lento.
Il Dottore aveva avuto tutto il tempo necessario per comprendere ciò che stava accadendo.
Aveva sentito la discussione di Amy interrompersi a metà, la sua voce alta e lievemente isterica risuonava ancora sulle pareti della stanza. L’aveva vista voltarsi di colpo, spaventata e presa alla sprovvista da quell’inavvertito colpo di scena. Tutto ciò che la sua giovane compagna aveva potuto fare era stato di portarsi la mano alla bocca a coprire l’urlo di terrore e dolore.
Rory, il giovane e devoto marito, aveva serrato gli occhi, incapace di assistere al momento in cui la pallottola avesse raggiunto il suo obiettivo.
Li aveva guardati con la coda dell’occhio, mentre il proiettile concludeva la sua traiettoria nel suo costato. Amy e Rory erano stretti in un abbraccio terrorizzato, mentre la vita del loro Dottore gli veniva strappata dal petto. Aveva regalato loro un ultimo sorriso, mentre sentiva il suo corpo precipitare verso terra.
Il tonfo della sua testa al suolo bastò a ridestarli dall’immobilità in cui erano caduti e poi tutto fu di nuovo confuso e concitato. Amy corse nella sua direzione, gettandosi al suo capezzale per tenergli sollevata la testa. Strappò con mani tremanti una parte della camicia a scacchi, lasciando scoperta buona parte della sua pelle candida, mentre con il pezzo di stoffa cercava di tamponare il sangue che fuoriusciva a fiotti dalla ferita.
Il Dottore poteva avvertire le sue piccole dita carezzagli dolcemente la testa, spostandogli le ciocche di capelli dal viso. Gli sussurrava incoraggiamenti all’orecchio, cercando di minimizzare il danno procurato dalla pallottola e tentando di farlo ridere, anche in quel frangente.
Il Dottore sorrise amaramente, mentre gli occhi seguivano i movimenti di Rory che, con circospezione, toglieva la pistola ancora fumante dalle mani di River.
Ho ucciso l’uomo migliore che io abbia mai conosciuto.
Continuavano a vorticargli in testa quelle parole, si susseguivano senza sosta non lasciandogli tempo per pensare ad altro.
Ho ucciso l’uomo migliore che io abbia mai conosciuto.
Osservò River avvicinarsi a Amy e posarle una mano sulla spalla. Gli occhi le si erano riempiti di lacrime e vedeva le sue mani, solitamente salde, tremare vistosamente. River si inginocchiò di fianco alla ragazza, scuotendola appena e cercando di staccarla dal corpo praticamente esanime del Dottore.
Il Signore del Tempo sentì le mani della sua compagna stringersi con forza al suo corpo, restia a lasciarlo andare e incapace di guardare negli occhi la donna che aveva ucciso il suo Dottore stropicciato, l’amico della sua infanzia.
“Fidati di me, Amelia Pond.” Sussurrò il Dottore all’orecchio della giovane, con le ultime forze rimastegli. Sollevò una mano a carezzarle il viso, ripercorrendo i lineamenti di quel volto ancora da bambina che aveva già sofferto troppo. Intrecciò le dita nei suoi capelli rossi e si scambiarono uno sguardo complice: si fidava del Dottore.
Amy lo depose di nuovo al suolo e titubante si lasciò rimettere in piedi da Rory che la stringeva in un abbraccio d’incoraggiamento.
“Ce la farà?” chiese a River con astio.
La donna guardò prima il Dottore e poi Amy. Annuì leggermente, lasciando che le lacrime scorressero libere sul suo volto. “Sì. I Signori del Tempo hanno un metodo tutto loro per aggirare la morte.” Spiegò veloce, abbassando la testa.
“Quindi che si fa? Rimaniamo qui?” domandò Rory togliendosi la giacca e porgendola alla moglie. Amy tremava, non di freddo, ma al momento la sua giacca calda era tutto ciò che lui le poteva offrire.
River negò con la testa, facendo cenno ai ragazzi di seguirla fuori da quella stanza impolverata.
“No!” urlò Amy impuntandosi. “Non lo lasceremo qui ad affrontare qualsiasi cosa dovrà accadere da solo! Non di nuovo!”
River tornò veloce sui suoi passi, la furia che albergava nei suoi occhi.
“Hai detto che ti fidi del Dottore.” Le disse fredda e determinata. La ragazza annuì: il fuoco della battaglia che le scaldava il corpo e il dolore che le incendiava tutti i suoi sensi.
“Allora devi fidarti di me.”
Le due donne si guardarono per lunghissimi minuti, ognuna barricata nella propria posizione e non intenzionata a soccombere.
“È l’unico modo.”
La voce del Dottore era suonata come un leggero bisbiglio, le sillabe impastate le une alle altre. Era un rantolo a malapena distinguibile ma sufficiente affinché Amy seguisse gli ordini di River.
Il Dottore osservò il suo gruppo di amici uscire veloci dalla stanza e mettersi in salvo.
Vide River tentennare sull’uscio, restia a chiudere la porta dietro le sue spalle. Da quel momento in poi avrebbe dovuto portare sulle sue spalle il peso di quella bugia.
River Song aveva mentito per salvarli.
“Ben fatto.” Sillabò il Signore del Tempo muovendo le labbra, ormai troppo debole perché la voce potesse risuonare ancora un’ultima volta in quelle mura.
Con le lacrime agli occhi la donna sigillò la stanza e scappò via: il futuro ora dipendeva da lei.
Il Dottore non si sarebbe rigenerato. Non questa volta, almeno.
Il Signore del Tempo strisciò sul pavimento fino ad addossarsi contro la parete. Si tirò stancamente a sedere, stendendo le sue lunghe gambe, solitamente scattanti e piene di vita, di fronte a sé. Era sfinito, il dolore della pallottola piantata nel petto si acuiva sempre di più.
Era stato un colpo diretto e preciso, volto a farlo morire senza permettergli di rigenerarsi.
Era doloroso, ma al contempo giusto.
Sentiva il suo corpo farsi sempre più freddo e il suo brillante ingegno spegnersi poco a poco. Era una sensazione strana, del tutto diversa da quella che aveva provato durante le morti precedenti. Era come se gli ingranaggi del suo cervello si stessero lentamente inceppando e non ci fosse nessuna nuova forza a rimetterli in movimento.
Era morto tante volte ormai, vuoi per il normale corso della vita, vuoi per le circostanze più disparate. Era morto per salvare qualcuno nella maggior parte dei casi; nessuno era insignificante ai suoi occhi e troppi erano morti per lui.
Tuttavia questa volta qualcosa sarebbe cambiato, lo sentiva nel battito dei suoi due cuori che si stava sempre più affievolendo.
Sollevò una mano portandola all'altezza del suo volto: era pallida e fredda. Non c'erano segni di rigenerazione.
Per così tanto tempo aveva aggirato la morte che forse ora era giunto il momento di fermarsi, non permettere che nessun'altro andasse in giro col suo nome e un volto nuovo.
Lasciò ricadere il braccio al suo fianco, da una parte timoroso ma dall'altra anche incuriosito da questa nuova esperienza. Certo, rigenerarsi era come morire un po' ogni volta, ma subito ne seguiva una rinascita. Era un’esperienza tremenda: un attimo prima sapeva chi era e l’attimo dopo, quando l’energia della rigenerazione lasciava il suo corpo, appariva come un estraneo ai suoi occhi. La sua mente doveva abituarsi a un corpo del tutto diverso, con differenti emozioni e percezioni.
Adesso avrebbe dato tutto ciò che era in suo possesso per poter provare nuovamente quella terribile sensazione, ma sapeva che semplicemente non poteva.
Adesso tutto doveva andare in maniera diversa.
Doveva morire.
Sbuffò, cercando di mascherare il proprio dolore.
Doveva morire perché due Dottori assieme non potevano esistere. Aveva compreso che quello era l'unico modo per riuscire a salvare il mondo. Per un certo verso la sua vicenda gli ricordava quella dell’eroe di libri per ragazzi. Un certo Harry Potter, se la sua mente non iniziava già a tirargli brutti scherzi: nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive.
Sì, condividevano lo stesso amaro destino.
Chiuse gli occhi lasciando che un timido sorriso aleggiasse sul suo viso.
Sentì la vita abbandonarlo pian piano e, con le ultime forze rimastegli, si augurò che la sua corsa non finisse mai.


Fine

 




Note finali: girano tantissime ipotesi su chi sia l’uomo migliore che morirà per mano di River, io ho scelto di uccidere Eleven perché… dovevo uccidere qualcuno! XD
A parte gli scherzi, l’idea che River uccida il Dottore può essere molto fondata. Ho voluto inserirla in una scelta molto Potteriana: gli spoiler sulla sesta stagione vedono due Eleven che gironzolano mandando tutti in confusione e per ovviare a questo problema l’unica soluzione possibile è uccidere il Dottore, impedendogli di rigenerarsi.
Ovviamente poi Moffat mi smentirà e tirerà fuori dal cilindro Eleven che gioca con Eleven a rincorrersi, riscriverà ancora un po’ il tempo cambiando ancora le leggi dei Signori del Tempo.
Ma io non sono Moffat e per le mie pazzie non ci guadagno nulla.
Inoltre, davvero, non potevo uccidere Ten, gli voglio troppo bene per poterlo uccidere. E il Master l’ho già ammazzato due volte, una terza volta mi sembrava sadismo!
Harry Potter è di proprietà di J. K. Rowling.
   
 
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