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Autore: Madame Darcy    11/05/2011    0 recensioni
12 Giugno 1999, momento unico e memorabile per Matteo.
Per Matteo è il presente il passato e il futuro, quella donna che da sempre osserva e che cerca ma non riesce ad ottenerla.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’estate era alle porte, era giugno, sole caldo, rilassante. Matteo stava osservando le foglie di un albero che ondeggiavano lentamente, quando d’improvviso passa lei, vestitino a fiori blu su tinta chiara, capelli ondulati lunghi fino alle spalle. Lei è Gianna, la sua vicina di casa.
Decide di prendere l’iniziativa, sono ormai due anni che lei si è trasferita in questa cittadina di campagna, sola con un passato doloroso alle spalle, un divorzio e una bambina di appena tre anni.
Matteo è un uomo di 32 anni, single, chiuso nel suo guscio di solitudine che apre occasionalmente quando suona in quel pub tutte le sere per intrattenere la gente ricca e sfacciata che non si cura mai dei problemi del povero pianista che li intrattiene con musica classica per poi passare al soul e sfumare in note tristi e piene di malinconia che lui ama.
Si infila le scarpe di corsa e scende rapido le scale, la manca di un soffio. A quel punto nulla è perduto, vale la pena di rischiare.
“Ehi Gianna!”.  Sentendo pronunciare il suo nome si volta un po’ confusa per cercare la fonte che aveva pronunciato il suo nome. Sbigottita fa un passo in avanti ma si ferma all’istante, attenta sempre a non sembrare disponibile e aperta a un incontro casuale con un uomo per di più single.
“Ciao Matteo, ti serve qualcosa?”, pacata come sempre nei suoi movimenti, si toglie gli occhiali da sole rivelando due occhiaie che le contornano gli occhi color zaffiro.
Matteo rimane impalato lì ad osservare gli occhi della donna, incatenato a quelle due pietre di diamante color zaffiro che lo avevano sempre affascinato e lasciato senza fiato dopo ogni loro fugace conversazione. Fa un bel respiro e facendo dei piccoli passi avanti la raggiungere restando però ad una distanza di sicurezza.
“No è che mi stavo chiedendo”, raccogliendo tutto il coraggio che aveva lasciato sopire all’interno del suo animo pronuncia le parole che non gli avrebbero più  permesso di tirarsi indietro.
“So che non mi hai mai considerato come un tuo eventuale amico o qualcosa in più, ma io vorrei che tu lo facessi. Arrivo subito al dunque.”, vedendo che lei iniziava ad assumere uno sguardo interrogativo.
“Ti va di prendere un caffè con me oppure andare a pranzo insieme? Sempre se per te va bene.. Ce l’ho fatta, questo è stato il pensiero di Matteo, dopo aver pronunciato quelle parole.
Gianna ovviamente sorpresa per quella proposta così fulminea, resta imbambolato con il sangue che le affiora lentamente sulle guance, provocandole un immediato calore in tutto il corpo. Chinando la testa, con una voce flebile risponde all’uomo che le sta di fronte.
“Certo con molto piacere, Claudia uscirà dall’asilo alle quattro, credo di poter pranzare con te.”
Folgorato da quella risposta affermativa, Matteo vorrebbe lanciarsi in un impeto di gioia addosso a lei e abbracciarla, ma sapendo di fare un grosso errore, resta lì immobile accennando un sorriso. Guarda istintivamente l’orologio, e qualcosa forse era deciso a ruotare sulla sua strada. La dea della Fortuna. Erano passati quattro minuti da mezzogiorno e decise di tentare ancora la fortuna.
“E’ mezzogiorno circa, ti va di andare in quel bistrò qui dietro l’angolo?”, cercando di apparire il più spontaneo possibile le porge una mano in segno di invito come si addice ad uno uomo del rango di tutti quelli che vedeva sfilare, ogni sera, nel pub dove lui suona.
Senza pronunciare una parola Gianna con un gesto del capo si avvia verso il locale certa che Matteo l’avrebbe seguita.
Arrivati ordinarono per due un semplice piatto di pasta al sugo con un’ insalata per contorno. Gianna trasse un profondo respiro e disse:
“Sai è da parecchio tempo che ti osservo, sei un uomo solitario che vaga per la città in cerca di qualcosa che nemmeno tu sai dove trovarlo, o per di più cosa sia. Mi sei piaciuto subito da quando ti ho visto la prima volta. Oh bè, intendo quando mi hai mandato quel cesto di frutta per il benvenuto, e ogni volta ti sei sempre dimostrato affabile con mia figlia. Matteo credo che tu mi piaccia.”
Colpito da quelle parole non riuscì a pronunciare frasi di senso compiuto fino a quando lei non le poggiò una mano sulla sua, e tutto in quel momento prese a girare nel verso giusto. Avrebbe confessato tutto a quella donna seduta di fronte a lui, che le aveva aperto le sue opinione e le sue incertezze su di lui.
“Gianna tu sei la donna più incantevole che io abbia mai conosciuto, sin dal primo momento che ti ho visto, che ti ho sentito pronunciare il mio nome, o un semplice ciao nei miei confronti, ho capito che tu sei la cosa che cerco. So dove trovarti e cosa posso trovare lì dove verrei a cercarti. Gianna sono due anni che io sono innamorato di te, tutto di te mi attrae, tutto di te mi sussurra la parola amore, felicità, gioia e per sino una parola che potrebbe spaventarti e che anche io ne sono turbato, ma non impaurito. ”
Si prese una pausa, per assicurarsi che Gianna avesse assorbito tutte le sue parole e vedendo che continuava a stringergli la mano, si decise a proseguire.
“Gianna questa parola è: Famiglia. Non sai quanto ti ho desiderato, cercato, aspettato e sperato che tu mi accettassi o mi rivolgessi sempre la parola quando ci incontravamo per strada o persino anche dal fruttivendolo. Io voglio una famiglia con te, e anche con Claudia, e...”
Senza che lasciasse continuare il discorso all’uomo che le stava di fronte, Gianna si alzò con fare sinuoso e gli si sedette al suo fianco, e senza aspettare nessun indugio o parola che avrebbe potuto fermare quello che stava per fare lo baciò. Quello non fu un semplice baciò fra un uomo e una donna, fu il bacio, pieno di passione, amore, sofferenza, solitudine e desiderio l’uno dell’altra. Tutto fu chiaro ad entrambi, tutte le catene che li avevano tenuti segregati nei meandri della solitudine e del dolore si spezzarono in quel preciso istante ed entrambi capirono che nulla poteva più separarli da quel momento in avanti.
 
 
Sono passati ormai cinque anni da quel giorno, Claudia ha ormai otto anni. Sta  giocando nel salotto della sua nuova casa, seguita a ruota da Pietro il suo fratellino di due anni. Gianna è al lavoro, mentre invece Matteo è nello studio. Tutto in quella casa parlava di amore, di famiglia e di felicità. Matteo ora era l’uomo più felice della terra, aveva una moglie splendida, due figli adorabili e bellissimi, e una lettera tra le mani, una lettera che aveva ricevuto da Gianna, cinque anni prima, il giorno dopo che avevano pranzato insieme. Era datata 20 marzo 1998. La lettera risale a sei anni prima. Un anno dopo che lei era arrivata in questo paesino, e giusto un anno prima che le loro vite si legassero per sempre in modo magico e dolce. Questa lettera è la prova gli che l’amore era giunto per lui, in questo sperduto paesino di campagna, tramite questa splendida donna.
 
“Caro Matteo,
sono le otto di sera, tu sei appena uscito per andare al lavoro. Non sai che cosa ho provato quando ti ho visto in completo elegante due minuti prima che tu voltassi l’angolo e inavvertitamente dessi uno sguardo alla mia finestra, alla mia casa. A me. Tutto per me è così complicato in questa cittadina, ma una cosa per me è giusta, è ovvia, è pura e bella. Questa cosa sei tu. Spero che tu un giorno possa fare il primo passo, e realizzare l mio sogno di stare con te. Il imo ex marito sta morendo e spero che tu non mi giudichi una persona cattiva se ti dico ciò che sto pensando. Credo che sia la cosa giusta se lui muoia, ho sofferto molto a causa sua, Claudia è figlia mia e sua, ma non è stata la figlia che io ho desiderato, sono stata stuprata da mio marito per parecchi anni sin da quando ero giovane, e un giorno mi accorsi che ero incinta di lei. Ero perduta, non volevo questa cosa che mi stava crescendo dentro, per giunta figlia di un uomo maligno, che credo che abbia finalmente pagato il suo male con la vita. Ma quando poi la vidi la prima volta in una ecografia, tutto per me divenne chiaro e lucido. Lei non era solo sua figlia, ma era anche mia figlia. Finalmente dopo che Claudia nacque, decisi di prendere il coraggio desiderato e chiesi il divorzio da quell’uomo crudele e spregevole. E mi ritrovai qui, quando ti vidi la prima volta capii che tu eri l’uomo che volevo al mio fianco per crescere mia figlia, ed eventuali figli nostri.
 Devo lasciarti mio amato, spero che un giorno io possa darti questa lettera e riuscire a vivere per sempre con te mostrando il mio eterno amore per te.
A presto mio amato.
Con amore,
La TuaGianna.”

  
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