E' il primo giorno di scuola, e Mike Chang si sente perso. Non è nè il tipico buffone della classe come Noah Puckerman, nè imponente fisicamente come Finn Hudson, ma non è nemmeno tutto il contrario. E' solamente quel tipo di ragazzo carino, silenzioso che si tiene fuori dai guai ed al quale piace ciondolare.
"Cosa stai facendo?"
Mike si gira di colpo, per poco non perde l'equilibrio. Ride nervosamente, e pulisce il dorso delle sue mani sui pantaloni. "Niente".
La ragazza che era entrata nella stanza - una bionda della quale ricordava solo il nome; Brittany - sorride. "Stavi ballando?"
Mike è accaldato. "No."
Brittany si mette al suo fianco e incrocia una sua mano in quella del ragazzo, porta l'altra dietro la sua schiena. Instintivamente, anche la mano di Mike scende sulla sua, e il suo sorriso s'ingrandisce mentre lei lo porta verso la vuota aula del coro. Non c'è musica, ma il ritmo pulsa nelle ossa di Mike, e il corpo di Brittany è caldo sotto le sue mani.
Mike si stacca da Brittany e le gira intorno, lei ride. Di risposta, si muove fluidamente sul corpo del ragazzo, la sua faccia è pericolosamente vicina alla sua. Mike ha conosciuto Brittany per tutta la sua vita, ma hanno mai avuto gli stessi amici. Conosce il suo nome, ma non aveva mai avuto una conversazione con lei. Fin'ora.
"Sei sicuro che non stessi ballando?" chiede, ancora con il fiatone.
Mike ride e lascia che Brittany posi la sua testa nell'incavo del suo collo, tocchi con le sue dita le scapole, dolcemente, giù per la muscolatura della schiena. Sente il cuore della ragazza battere nel petto, e sa che il proprio sta battendo ancora più forte.
"E' meglio con la musica," dice lei, prima di staccarsi dolcemente e accendere lo stereo.
Gli impulsi sonori attraversano il suo corpo, lui la afferra e inizia a muoversi. E si sente delirante, ma vivo. Vuole chiederle dove avesse imparato a ballare così, ma lei sorride nuovamente e lui dimentica tutto.
Quando è finita, è finita. Lei lo bacia sulla guancia, lo ringrazia, e esce dalla stanza. Mike non ha nemmeno il tempo di chiederle se magari le sarebbe piaciuto rifarlo, qualche volta.