Il silenzio del dolore.

http://www.youtube.com/watch?v=aNzCDt2eidg ( ascoltate la canzone)

 

Ho sempre pensato che la mia vita sarebbe finita da eroe, in mezzo ad un campo di battaglia sotto la pioggia a difendere il mio onore o peggio, la mia vita.

Invece eccomi qui, moribondo, sul mio letto che è talmente grande da non permettere al calore del giorno di rimanerci intrappolato.

Centocinquanta anni a lottare contro me stesso, prima respingendo la mia natura, poi abbandonandomi a essa e poi respingendola di nuovo dopo il mio incontro con lei.

Lei, che non appena ha scoperto quello che mi era successo non è riuscita a controllare le lacrime e la sua disperazione.

Per me?

Ma merito davvero la sua sofferenza, il suo dolore?

Sinceramente non lo so. Mi giro alla mia destra e la vedo dormire con la testa appoggiata sul letto e il resto del corpo sistemato in una posizione scomoda sul pavimento, è così tenera. L’ho amata dal primo momento che l’ho vista ed ora, al pensiero di doverla lasciare, sento una morsa allo stomaco, mi sento improvvisamente egoista ed arrabbiato al pensiero che, non ho avuto mai realmente una possibilità di redimermi con lei, non mi sono fatto mai davvero amare.

Avevo forse paura che se le avessi davvero mostrato chi sono mi sarei dovuto davvero impegnare e non continuare a vivere un sogno?

Non lo so.

Cosa penserà di me una volta che me ne sarò andato? Avrà delle parole dolci o continuerà a sentirsi ferita per sempre?

Credo che il morso mi stia facendo delirare, sento dentro di me una sensazione che non provavo da tantissimo tempo: ho paura.

Allora è questo quello che provano gli umani quando hanno paura di morire?

Mi abbandono completamente a questo sentimento e lascio che le lacrime si impossessino di me come mai prima d’ora, mi sento debole ed incredibilmente solo.

Ma quando sono diventato così? Quando ho lasciato che la mia parte umana tornasse ad impossessarsi di me?

E’ stata la prima volta che mi ha sorriso o quella in cui mi ha detto che tra noi c’era un legame?

Vorrei tornare indietro, vorrei avere almeno un altro giorno per poterle dire tutto, per poterle spiegare e morire senza questo enorme macigno che mi schiaccia il cuore. Mi rigiro alla mia destra, verso di lei, e con la mano tremante le accarezzo i capelli imprimendo dentro di me questa morbidezza. Lei fa un piccolo mugugno e poi sposta la sua piccola mano vicino alla mia e intrecciando le nostre dita, alza lo sguardo. Si sforza di sorridermi ma so che vorrebbe urlare.

-          Sono con te, starò qui fino a che vorrai.-

Dice debolmente.

-          Lo so-

Dico prima di lasciarmi andare definitivamente al buio.