Bang Bang
Uno scoppio.
Uno scoppio così forte e
vibrante che sembra bloccare la
pioggia.
Un suono che tu hai già
sentito, in un qualche luogo di
una qualche vita che hai finto di vivere.
O almeno , pensi di conoscerlo.
Le tue ginocchia si piegano,
lentamente.
Gli ombrelli viola davanti a te sono
spariti. Forse quei
bastardi hanno avuto paura del tuo cadavere, riesci a pensare mentre ti
abbandoni sul suolo freddo e bagnato.
La guancia premuta contro
l’acqua sporca, la camicia che
si inzuppa piano. Anche in questo stato riesci a ripetere, nella tua
testa, che
la violenza non ti piace e non ti è mai piaciuta.
Che non volevi che finisse
così.
Che volevi una vita normale. Un
temperamento normale, una
famiglia normale.
La parola
“famiglia” ti fa un po’ male. O forse
è solo
quel buco nello stomaco che adesso sta sputando sangue.
Essere temuto è una bella
sensazione, ma il timore che
incuti è una grossa cappa di vetro che ti allontana dalla
gente.
Sei in trappola.
Povero Shizu-chan. E pensare che tu
volevi solo dei
legami.
L’acqua intorno a te si
tinge di rosa.
La tua camicia, l’asfalto,
le automobili parcheggiate, le
mura, è tutto rosa.
“Come essere in una storia
di fate per bambine” pensi
stupidamente.
Quest’acqua rosa, questa
versione formato liquido di amore e dolcezza, comincia a
entrare nel tuo
occhio destro.
Sono le lacrime che nemmeno adesso
riesci a versare.
Persino in questo stato, tra la vita e
la morte, il tuo
pensiero corre verso quell’occhio di vetro che tante volte
hai visto posare su
di te.
Un piccolo schermo nero nel quale puoi
specchiarti, ma
che riesci a leggere come se fosse un libro aperto.
Perché non
c’è bisogno che lei abbia un volto
perché tu
possa capirla, Shizuo.
Lei, la Dullahan. Lei, la tua migliore
amica. Lei, una
creatura così strana a detta della gente di Ikebukuro.
Troppo strana. Come te.
Il solo pensiero riesce a farti
montare su tutte le
furie.
Anche lì, incapace di
muoverti, sei incazzato nero con il
Mondo intero , che non ha permesso a Celty Sturluson di essere
semplicemente
Celty e non una Dullahan.
Una donna normale, non una leggenda
metropolitana da
stanare e studiare su un tavolo da laboratorio.
E’ inutile raccontarsi
balle, Shizuo. Sul punto di morte,
almeno adesso, dovresti essere
più
sincero e onesto.
Perché Celty Sturluson non
è una donna normale, e non lo
sarà mai.
Perché lei è
semplicemente STRAORDINARIA.
Dolce, sensibile, materna. Bella.
Energica. Incasinata.
Ancora più incasinata di te.
L’unica che puo’
capirti, l’unica che puoi capire.
L’unica che potresti amare.
E infatti tu la ami, Shizuo.
L’unica che potrebbe amarti
per quello che realmente sei.
Non per l’uomo sexy ( a detta delle donne di Ikebukuro)
capace di sollevare un
palo della luce e scagliartelo addosso.
Non l’idiota finto biondo
con gli occhialetti e il
vestito da barista.
No.
Perché lei ti conosce come
Shizuo Heiwajima.
Concetto chiaro come la luce,
cristallino come il mare d’estate.
Come lei.
E adesso?
Adesso dovrai dirle addio.
Shizuo Heiwajima, sei veramente
inutile.
Tutta la tua vita la passi a piangerti
addosso per la
mancanza di veri legami, e alla fine cosa fai?
Muori , così miseramente,
quando la donna della tua vita
ha bisogno di te.
L’acqua è sempre
più fredda. Non ha ancora smesso di
piovere.
L’acqua è sempre
più fredda, tanto fredda da rendere il
tuo sangue un simil-ghiaccio colorato.
Le forze ti stanno abbandonando.
Sayoonara, Shizuo.
O forse no.
Raccogli le ultime forze e ti sollevi
lentamente sui
gomiti.
Una fitta di dolore ti fa mancare il
respiro per una
decina di secondi.
Alzati, Shizuo. Non è il
momento di mollare.
Alla fine riesci a metterti in piedi.
Ti appoggi al muro,
hai bisogno di un sostegno per arrivare da lui.
Il tuo odiosamato Shinra.
Ti trascini a fatica, senza staccarti
dal muro. In cuor
tuo speri che Celty non sia a casa.
Non vuoi farti vedere da lei in queste
condizioni.
La violenza non ti piace e non ti
è mai piaciuta.
La
violenza non ti piace e non ti è mai piaciuta, ma chi
ti ha sparato pagherà con molto dolore questo gesto.