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Autore: UnintendedChoice    12/05/2011    7 recensioni
Matt si poggiò sulle ginocchia. Dom l'imitò, un po' più incerto.
- Sicuro di poter sopportare questa penitenza?- disse Dom, cercando di mantenerla sul ridere.
- Be', sarà dura ma posso farcela- commentò divertito l'altro.

"Spin-off" di 'And after all, you're my undisclosed desire'.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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2001




La giornata volgeva al termine.
Il sole del tramonto creava nel cielo macchie allungate e rosacee, che erano le nuvole, e si rifletteva in mille pezzi sulla superficie del lago, leggermente mossa da una bonaccia.
L'attrezzatura da pesca era già stata rimessa a posto, con un po' di tristezza da parte di tutti, ma soprattutto di Dom, il più appassionato - e l'unico davvero esperto - si quello sport.
Era stato divertente, però, poter mettere in mostra le proprie capacità di fronte a degli incompetenti come Matt e Chris; Tom invece sembrava cavarsela di più, ma lo dimostrava solo quelle poche volte in cui posava la telecamera per prendere la canna.
Dom non avrebbe mai più dimenticato l'espressione di terrore di Chris dinanzi ai vermi, o ancor più i dieci secondi di gloria di Matt quando "cavolo, aveva preso proprio un pesce!", che subito gli sfuggì dall'amo.
Ora i ragazzi si apprestavano a montare la tenda per accamparsi. O piuttosto solo Dom e Chris, che veramente si stavano dando da fare per montarla alla bell'e meglio, mentre Tom faceva foto o panoramiche del paesaggio e Matt continuava a languire semidisteso sulla sponda del lago, crogiolandosi negli ultimi raggi di sole, che nella sua posizione lo colpivano in pieno. Ogni tanto poi si risvegliava dal suo torpore urlando qualcosa a qualcuno, come quando un pesce sguazzava fuori dall'acqua o vedeva una nuvola dalla forma bizzarra.
Matt ridette tra sé e sé; chissà per cosa, si chiese Dom, lanciandogli uno sguardo. Vide come il lieve sole gli illuminava il viso e gli accendeva gli occhi, che così sembravano ancora più limpidi. Solo l'odio che in quel momento provava verso di lui, che non voleva saperne di dare una mano, gli impedì di pensare a qualcosa come un complimento.
Tornò a concentrarsi su quella cavolo di tenda, che non riusciva a fissare a terra, ma in poco tempo lui e Chris finirono di montarla, si assicurarono che reggesse, e raccolsero anche della legna, per prepararsi a cibarsi del bottino.


La cena fu deliziosa, anche in questo caso grazie a Dom e alle sue abilità culinarie, nettamente migliori di quelle degli altri.
A pancia piena, però, notò qualcosa: - No! Abbiamo finito le birre!- disse, con un muso che toccava terra.
- Non vi preoccupate- intervenne Chris a calmare le lamentele. Frugò nell'enorme zaino che era il suo equipaggiamento, e da lì cacciò altri tre cartoni.
Fra gli elogi generali, pensò orgoglioso: "se si tratta di birra, fidatevi sempre di Chris Wolstenholme".

 

L'ultima bottiglia era quella che si stavano passando, attingendone un po' per uno, non contenti di essersene già scolate diciassette.
Se anche Chris era quasi ubriaco, potete farvi un'idea degli altri; in particolare Matt e Tom, che l'alcool lo reggevano davvero poco. Erano infatti loro due quelli che ridevano più forte, spesso senza alcun motivo; o forse per quello che stavano facendo.
Era un gioco stupido e adolescenziale, obbligo o verità: chi sceglieva verità doveva quasi sempre rispondere a domande come "È vero che ti scaccoli a testa in giù?" o "che ti baci le dita dei piedi?", mentre che sceglieva obbligo si ritrovava a far cose ancora più assurde: Chris aveva già dovuto immergere la testa nel lago ghiacciatoper dieci secondi, e il povero Dom era stato costretto a farsi acconciare i capelli in modi buffi con il gel che si portava sempre dietro.
- Ahahah, davvero l'hai fatto?! - stava urlando Matt, rivolto a Tom che raccontava un curioso aneddoto correlato alla verità che aveva ammesso poco prima.
- Sì, io me ricordo- sogghignò Chris. - Fu perché quella ragazza -Dana? Diana?- s'incazzò a morte con te, e tu dovetti inseguirla per metà strada solo con i boxer!-.
L'ilarità era irrefrenabile, Matt rideva stringendosi la pancia o si rivoltava per terra, con reazioni decisamente esagerate.

- Matt, Matt tocca a te ora-, esclamò poi Chris, attenuandogli il riso.
Matt tornò a sedersi a gambe incrociate, con un sorriso ebete sul volto e i suoi sporgenti zigomi arrossati.
Decise che voleva più azione.
- Uhm... Obbligo-, disse, fingendo di averci riflettuto.
In un attimo gli altri tre si avvicinarono per confabulare, come se stessero pianificando qualcosa di malvagio e lui non potesse ascoltarli, quando invece sghignazzava sentendoli proporre le cose più assurde, che non li accontentavano ancora.
Alla fine Tom e Chris si lanciarono uno sguardo d'intesa, e con quello sembrò avessero già deciso la penitenza per Matt; il batterista si sentì un po' eslcuso.

Fu Tom a parlare: - Devi baciare Dom-.

Al frontman si accese lo sguardo.
Dom sgranò gli occhi, lo stomaco gli girò un po' di più e pensava che presto avrebbe vomitato.
- Ci sto- rispose Matt con un mezzo sorriso, scatenando le esultanze di quei due disgraziati.

Non vedevo l'ora, aggiunse Matt a se stesso temerariamente.

Mio. Dio. , fu l'unico pensiero che attraversava la mente semilucida di Dom.

Matt si poggiò sulle ginocchia. Dom l'imitò, un po' più incerto.
- Sicuro di poter sopportare questa penitenza?- disse Dom, cercando di mantenerla sul ridere.
- Be', sarà dura ma posso farcela- commentò divertito l'altro.

C'era qualcosa di strano, c'era una forma di aspettativa, ben tangibile, persino in Chris e Tom che in quei pochi secondi precedenti non risero nemmeno.
Matt e Dom, uno di fronte all'altro, si sporsero in avanti, avvicinando lentamente i volti.
Poi Matt non resistette oltre, e si avventò sulle labbra dell'altro.
Chris e Tom esultarono e applaudirono; Matt e Dom, realizzando che si stavano realmente baciando, sorrisero. Pian piano l'enfasi aumentò.

Matt strinse il volto dell'altro tra le mani, manovrandolo a suo piacimento; aprì di più le labbra e la lingua iniziò a esplorare la sua bocca, studiando le sensazioni. Gli sembrò che l'ammasso intricato e nodoso che aveva dentro si stesse mano a mano disfacendo.
Non sapevano da quanto andava avanti, probabilmente non più di dieci secondi. Di sfuggita udirono Chris commentare passivamente "beh, a quanto pare non gli dispiace...".

Dom si sentiva come in un uragano, scosso, sballottato da ogni parte. Tutto ciò che lo circondava non esisteva più, c'erano solo Matt e la sua bocca, e quel momento che, ora aveva capito più che mai, serbava nella scatola dei desideri da troppo tempo.
D'improvviso, con uno scatto felino, spinse a terra l'altro, scagliandocisi sopra e baciandolo con più violenza; quella violenza che, stando rinchiusa nel suo cuore, aveva ferito solo lui, e che ora poteva finalmente scatenare su qualcun'altro: l'artefice, colui che se la meritava tutta.
Chris e Tom esclamarono un "Oooohh" sonoro, sbattendo le mani e ridendo di quello spettacolino che ai loro occhi, forse, era solo una scenetta divertente.
Anche Matt rimase disorientato dal gesto audace di Dom, ma non ne fu affatto dispiaciuto. Decise di farlo divertire ancora un po', lasciandolo a cavalcioni su di lui e facendosi stringere il volto con la sua forte presa da batterista; poi ne ebbe abbastanza e con poche difficoltà si spinse a sinistra, ribaltando la situazione: ora era lui che lo sormontava. Per la prima volta separarono le loro bocche, che ingorde s'incontrarono subito dopo.
Matt strinse i polsi di Dom, bloccandogli le braccia a terra e insistendo a baciarlo con veemenza, ricambiato.

Nessuno dei due sapeva quanto tempo fosse passato, ma non fu certo per quello che si fermarono. I respiri erano affannati, le teste bruciavano e giravano troppo. Quasi con un consenso Matt sollevo la testa e si lasciò cadere su un lato. Entrambi erano stesi, ridendo silenziosamente nonostante i polmoni faticassero per assumere più aria.

Non avrebbero saputo dire come si sentivano, se era l'alcool o qualcos'altro che in quel momento prevaleva; sapevano solo che la testa pulsava e sbatteva in tutte le direzioni, che le guance erano in fiamme, che i cuori erano talmente impazziti da non poter più distinguere i singoli battiti.
Guardavano attorno, si guardavano, ma non vedevano niente, come se un faro li avesse accecati; l'unica cosa che facevano era ridere insieme a Chris e Tom, mentre tornavano a sedersi, senza potersi nemmeno spiegare gli sguardi vagamente compiaciuti degli altri due.

Tutto continuò come prima, per altre una o due ore, tra risate, risate, risate.
Matt infine finalmente vomitò tutto, e fu lì forse che si decisero a dormire; ma nessuno avrebbe mai potuto dire con certezza dopo quanto riuscirono a prendere sonno.

Quella notte Dom ebbe la confusa visione, che divenne un ricordo altrettanto vago, delle gemme blu di Matt lampeggianti nell'oscurità.

 

 

~

 

 

Anche quella mattina il vento era calmo e piacevole, considerò Dom mentre si faceva placidamente scompigliare i capelli.
Chris, Matt e Tom erano chissà dove, indaffarati con i preparativi per il ritorno.
Inspirando l'aria pulita del bosco, si allontanò dalla sponda del lago, decidendosi anch'egli a raccattare le sue cose. 

Infilò la testa nella tenda e lì si bloccò a metà, non aspettandosi di vedere Matt che buttava a caso nello zaino i vestiti del giorno prima.
- Ah... Buongiorno...- riuscì a dire.
- 'giorno- mugugnò Matt, distogliendo subito lo sguardo e tornando a concentrarsi sui vestiti. Aveva il viso tirato e stanco.

Dom tentò di recuperare le sue cose tra tutte quelle sparse un po' ovunque nella tenda.
Il silenzio era tedioso e imbarazzante. Dom decise di spezzarlo, con un taglio netto; prese un po' di coraggio e, fingendo indifferenza, disse:
- Dio, che mal di testa. Ieri abbiamo bevuto davvero troppo-.

Fece una pausa per studiare la reazione di Matt, che aveva solo annuito con la testa, perseverando con lo zaino.

- Tu... ricordi qualcosa?-. Rimase a guardarlo, di sottecchi, con lo stomaco che pulsava.

Matt si fermò, fissando i propri piedi. Poi sollevò lo sguardo.

- No - disse, respirando finalmente. - Non ricordo niente-. Mollò lo zaino uscì di fretta dalla tenda.

Dom forse un po' se l'aspettava.
Non condannò Matt, non quella volta, nonostante fosse stata l'unica e quella decisiva; dopo tutto nemmeno lui aveva avuto il coraggio di ricordare.
Riuscì finalmente a trovare qualcosa di suo, e con l'altra mano afferrò il suo zaino, cominciando a riempirlo.

Piegando i vestiti il suo sguardo fu catturato da un angolino bianco che spuntava da sotto il mucchio di cose di Matt. Era un foglio di carta.

Non ne si vedeva molto, ma in quel piccolo spazio fra tutti gli scarabocchi riuscì a decifrare le parole 'Lips are turning blue'.









Non so quando fu scritta Sing for Absolution, ma mi sembrava perfetta.
Una recensione mi riempirebbe di gioia, anche piccola.
Kisses! :)

   
 
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