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Autore: Rebychan    12/05/2011    3 recensioni
A volte un'esperienza considerata all'inizio una perdita di tempo, può cambiarti la vita.
Questo è quello che capiterà a Gokudera.
Atemporale - Pairing: YxG (8059)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17 Ecco qui il penultimo capitolo di questa storia. Siamo proprio agli sgoccioli.
Come al solito, i personaggi non sono miei e scusate se ci saranno degli errori.
Ringrazio chi ha letto lo scorso capitolo e soprattutto le quattordici persone che hanno ritenuto la storia degna di essere messa tra le preferite, le due persone che l'ha messa tra le ricordate e le diciotto che l'hanno messa tra le seguite.
Un ringraziamento speciale va alle quattro persone che hanno commentato lo scorso capitolo. Grazie di cuore!
Aspetto ovviamente i vostri commenti perché è grazie a loro se mi ritrovo a scrivere la storia con più solerzia e celerità. Oltre al fatto che i vostri dubbi e le vostre considerazioni mi spingono a migliorare.
Vi lascio alla lettura.
Rebychan

CAPITOLO 17

"Gokudera-kun.", esclamò Yamamoto strabuzzando gli occhi sorpreso, quando una volta arrivato davanti al cancello del canile se lo era trovato davanti all'improvviso.

L'interpellato però nel sentirsi chiamare non aveva detto nulla, si era limitato a guardare l'altro con un cipiglio, a sua volta incredulo.

Cosa ci faceva lì il patito del baseball?

Il cuore aveva cominciato a battergli nel petto in modo irregolare, e visto la faccenda Takeshi non riusciva a capire se era così perché era felice per la presenza  dell’altro oppure no.

Avrebbe dovuto essere contento del fatto che fosse lì perché gli piaceva, però non lo era perché aveva paura di soffrire illudendosi che l'altro fosse lì perché era interessato a lui. Ed anche se fosse stato davvero così non lo era, perché non riusciva in quel momento a non temere che un giorno anche Yamamoto lo avrebbe potuto lasciare come avevano sempre fatto tutti con lui.

Si sentiva così spaventato e solo.

Ancora una volta sentì le lacrime dispettose che tentavano di distruggere le sue barriere in modo da uscire, ma le scacciò.

Yamamoto dovette però accorgersi che in lui c'era qualcosa che non andava perché sollevando una mano, tentò di posarla sul suo viso in una carezza di conforto, chiamando di nuovo il suo nome: "Gokudera-kun."

Il suo tentativo di accarezzarlo però fallì, perché Gokudera gli afferrò il polso e glielo impedì.
Poi gli strattonò lontano  il braccio, e lo superò per allontanarsi da lui.

In quel momento, la paura che provava era troppa, perché potesse rapportarsi con Yamamoto in modo sereno. L'unica cosa che voleva era allontanarsi per trovare dentro di sé la forza per recuperare un certo equilibrio di fronte a tutta quella assurda situazione.

E di sicuro non sarebbe mai riuscito a recuperare quell’equilibrio se aveva davanti l'altro, perché l’ultima cosa che voleva era dimostrarsi debole di fronte a lui. Voleva che l'altro lo considerasse una persona forte su cui poter contare, invece che un rammollito che si lasciava abbattere per un nonnulla.

In fin dei conti infatti avrebbe dovuto sapere già che Takeshi non era suo, e quindi avrebbe dovuto essere già preparato all'addio.

Piangere per un cane non suo perché se n’era andato senza salutarlo quindi non aveva senso, sebbene in verità quell'abbandono avesse innescato in lui altri ricordi che l'avevano sempre fatto soffrire.

La sua solitudine passata gli aveva impregnato le viscere, ed anche se ora grazie al Decimo aveva cominciato ad avere attorno a sé tante persone fidate, che gli facevano compagnia, il vuoto nel suo cuore che non era mai riuscito a colmare in quel momento si era riaperto, impedendogli di ragionare a mente fredda.

Anche se provava forti sentimenti per Yamamoto, in quel momento non riusciva proprio ad illudersi che l'altro fosse lì per lui, che l'altro gli volesse bene, che l'altro volesse  stare con lui per sempre.

Mai nessuno lo era stato, tutti lo avevano abbandonato.

Yamamoto però gli impedì di allontanarsi, riposizionandosi davanti a lui per ostruirgli la via di fuga.

I due così dovettero fermarsi di nuovo in mezzo alla strada e  ritornarono a guardarsi.

Yamamoto però non riprovò a toccarlo, probabilmente perché il fatto che prima lui lo avesse scostato lo faceva temere che potesse rifarlo.

Però dolcemente lo chiamò per la terza volta senza aggiungere altro: "Gokudera-kun."

Poi lo guardò intensamente negli occhi come per fargli capire che era preoccupato per lui, e che avrebbe voluto potergli stare vicino per aiutarlo a superare il momento.

Gokudera si ritrovò allora ad arrossire, sia per l'intensità di quello sguardo che stava quasi per farlo cedere, sia perché si era reso conto che Yamamoto lo aveva accolto chiamandolo tre volte.

Aveva scommesso con Takeshi che se avesse abbaiato tre volte al suo arrivo, si sarebbe dichiarato confidando in un buon esito, ed ora anche se non era il cane, un altro Takeshi aveva fatto concretizzare quella scommessa.

Poteva davvero ricominciare a sperare di essere corrisposto?

Potava davvero ricominciare a credere che forse nel suo destino non c'era solo l'abbandono e la solitudine?

Stava giusto per convincersi a darsi una nuova possibilità, quando le parole successive di Yamamoto lo fecero ricredere di nuovo.

Non che disse qualcosa di particolarmente spiacevole, visto che in verità quella frase avrebbe comprovato il fatto che l'altro era lì per lui, ma in quel momento non aveva proprio bisogno di sentire uscire dalla labbra della persona che gli piaceva, il nome di quell’individuo che  negli ultimi giorni lo aveva fatto rodere dalla rabbia.

Yamamoto infatti disse: "Kamio mi ha mandato un Email per dirmi di Takeshi. Mi dispiace. Sono venuto per sapere se potevo fare qualcosa per te, so quanto ti eri affezionato al cane."

Poi gli sorrise come fino a quel momento non aveva ancora fatto, anche se era un sorriso un po' triste, di partecipazione al suo dolore.

Nell'udire il nome Kamio, Gokudera però si sentì prudere le mani. Non si soffermò minimamente sulle parole carine che l'altro gli aveva rivolto, anche perché potevano essere frutto solo della pietà, ma si ritrovò a pensare innervosendosi che lo scemo e l'insulso del canile avevano già cominciato a scriversi.

Loro due invece non si erano quasi mai scambiati Email per motivi personali, solo per avvertirsi di come se la cavasse il Decimo. Era ingiusto.

Oltre al dolore, dentro di lui nacque una grande rabbia e per sfogarla anche se sapeva che il suo comportamento era esagerato, si ritrovò a colpire con un pugno la guancia destra di Yamamoto.

Vide la testa del patito del baseball muoversi verso l'indietro, mentre dalle sue labbra usciva un piccolo gemito di dolore. "Ahio."

Lo scemo si portò la mano a massaggiarsi la guancia lesa, mentre con gli occhi gli chiedeva cosa avesse fatto per meritarsi quel pugno.

Gokudera sentì di nuovo prudergli le mani. Lo avrebbe di nuovo colpito volentieri per cancellargli quella domanda tacita dagli occhi. Possibile che non capisse proprio nulla? Possibile che non si rendesse conto che aver saputo che lui e Kamio erano così intimi da parlare dei fatti suoi nelle loro Email gli aveva fatto male? Possibile che non capisse che era geloso?

Sì, era follemente geloso. Ammise. Col cavolo che si sarebbe dichiarato!, decise. Tanto sarebbe stato inutile. Quello scemo lo avrebbe scaricato, era troppo preso da farsi irretire dal nuovo imbecille, dal pensare seriamente a lui come ad un possibile innamorato.

Probabilmente la sua reazione era esagerata, ma non riusciva a pensare freddamente. Era troppo scosso.

Di nuovo sollevò un pugno per colpirlo, ma stavolta Yamamoto era preparato per cui lo intercettò, bloccandoglielo con il palmo della mano.

Per un attimo rimasero lì a scontrarsi. Gokudera spingeva in avanti il pugno destro con tutta la forza che aveva per fargli raggiungere il suo obiettivo, ovvero l'altra guancia del patito del baseball, Yamamoto da parte sua continuava a fare pressione per tenerglielo fermo sulla propria mano e tentava di costringerlo a ritirarlo.

"Si può sapere perchè vuoi colpirmi?", gli chiese poi Yamamoto. "Se lo sapessi può darsi che ti lascerei fare. Vuoi sfogare il dolore per l’addio di Takeshi su di me?"

Era proprio un idiota che non capiva un tubo!, Gokudera ne ebbe ancora una volta di più la conferma. E così fece partire a quel punto la mano sinistra per colpirlo, ma Yamamoto bloccò anche quella.

"Lo sai che sono un idiota. E se non ti spieghi non capisco.", esclamò allora Takeshi.

E Gokudera sarcastico si ritrovò a rispondere: "Se non altro te ne rendi conto di essere un idiota."

"Quello lo so da parecchio, non fai altro che ripeterlo. Quello che non so è perché vuoi pestarmi. Cosa ho fatto di male stavolta?"

E spinto dal momento e dalla rabbia che provava e che non riusciva a sfogare a pugni, dato che l'altro gli teneva bloccate entrambe le mani, Gokudera si ritrovò a sputargli addosso a parole il suo rammarico.

"Non dicevi di guardarmi sempre? Ed ora non capisci una cosa così semplice? Non riesco a sopportare che tu messaggi con Kamio. Ecco cos'ho. Il solo pensiero che ci parli mi irrita. Non lo sopporto."

"Perché?", chiese con un filo di voce flebile Yamamoto sperando in cuor suo che fosse per il motivo che pensava, ovvero perché fosse geloso.

Quella domanda però ebbe il potere di risvegliare Gokudera, che si rese conto di non potersi permettere di dimostrare così apertamente le sue debolezze a Yamamoto.

Era confuso per l’addio a Takeshi, era geloso e frustrato per via della faccenda Kamio, ma nonostante quello non avrebbe dovuto reagire in modo così sproporzionato. Non davanti a Yamamoto almeno.

Non voleva che l’altro pensasse che fosse più odioso di quanto già dovesse pensare fosse. Era stato stupido e patetico. Tuttavia non riusciva proprio a calmarsi e fermarsi.

Con uno strettone tirò indietro le mani, spinse a lato Yamamoto urlando sempre furioso: "Non sono affari tuoi! Vai dal tuo nuovo amichetto a chiederglielo, sono sicura che se gli farai quattro moine ti risponderà."

Poi cominciò a correre verso una destinazione imprecisata. In effetti, quello che aveva detto era vero. Era sicuro infatti che se Yamamoto fosse andato da Kamio e gli avesse chiesto spiegazioni su quella sfuriata, l'altro gli avrebbe detto immediatamente che era perché anche a lui piaceva. E poi probabilmente si sarebbero fatti quattro risate insieme alle sue spalle.

Era palese che Yamamoto non lo amasse, lui l’aveva sempre trattato male, ed anche in quel momento, nonostante l’altro fosse stato così carino da andare da lui per rassicurarlo, aveva finito con l’aggredirlo sia fisicamente che verbalmente.

Yamamoto avrebbe dovuto essere masochista per interessarsi ad uno come lui.  

Ed era così scosso, inoltre che ormai non dubitava più nemmeno che Yamamoto e Kamio fossero già diventati intimi, poco importava se si conoscevano da pochi giorni.

Se arrivavano pure a scriversi degli affari degli altri, dovevano essere molto uniti.

Non riusciva minimamente a ragionare che c'era qualcosa di strano sul fatto che il suo presunto rivale, avesse scritto qualcosa a Yamamoto di lui, in modo che andasse a consolarlo.

Se avesse pensato a mente lucida avrebbe capito che c'era qualcosa di estremamente sbagliato in quello, ma in quel momento la sua emotività era talmente scombussolata, da riuscire a fare solo ragionamenti distruttivi.

La paura ed il dolore l’avevano sopraffatto, lasciandolo incapace di sperare in qualunque cosa.

Yamamoto tuttavia come si rese conto non andò da Kamio, seguì invece lui correndogli appresso.

E lo intercettò all'entrata del parco. Senza volerlo le gambe di Gokudera lo avevano infatti condotto lì, dove era stato felice con Takeshi.

Yamamoto gli afferrò entrambi i bracci e lo girò verso di lui.

A causa della corsa entrambi ansimavano per cui rimasero per qualche istante in silenzio a guardarsi.

"Gokudera, Kamio non è il mio nuovo amichetto.", si giustificò poi il patito del baseball. "Ieri si è dichiarato ma l'ho rifiutato. Io..."

"No.", urlò Hayato per impedirgli di aggiungere altro, in quello stato, infatti, non sarebbe mai stato in grado di accettare le parole di Yamamoto serenamente, anche se fossero state quelle che desiderava.

Il fatto che Yamamoto avesse rifiutato Kamio infatti aveva di nuovo riempito il suo cuore di un’assurda speranza, ma la paura dell'abbandono tentava a tutti i costi di annientarla di nuovo.

"Ti prego, non dirmi niente. Non ora.", continuò a dire Gokudera. "Lasciami prima calmare."

Sì, aveva bisogno di tranquillizzarsi, perché se no, sarebbe impazzito.

Troppe emozioni gli stavano dilaniando il cuore, e troppi pensieri gli stavano affollando la mente.

Doveva riuscire a isolarli uno ad uno per recuperare il suo sangue freddo.

Yamamoto lo lasciò andare, probabilmente perché aveva capito che sul serio aveva bisogno di trovare un po' di tranquillità e serenità dentro di sé per riuscire ad accettare ciò che voleva dirgli. O forse era semplicemente perché pochi attimi prima le parole gli stavano uscendo dalla bocca spinte dal momento, ed ora che si era accorto di quello che stava facendo era arrossito imbarazzato.

L'unica cosa certa fu che permise a Gokudera di allontanarsi da lui di qualche passo. E poi lo seguì.

Stavolta stavano camminando entrambi.

Hayato andò verso la radura in cui si era divertito con Takeshi e lasciando da parte tutti gli altri sentimenti che provava, si concentrò solo sulle emozioni che aveva iniziato a provare per il cane in modo da sfogarle e poi lasciarle andare.

In quel modo uno dei sentimenti che l’opprimevano lo avrebbe lasciato, e forse finalmente avrebbe messo di nuovo le briglie alla paura.  

In quel posto era stato felice con Takeshi. Si disse.

Sentì gli occhi inumidirsi, mentre chiamava il suo nome flebilmente: "Takeshi."

Ammise che ora che l'altro se n'era andato avrebbe sentito molto la sua mancanza, in quanto gli si era affezionato tanto, troppo.

Provò a farsi coraggio dicendosi che il cane era tornato dai suoi padroni, dove di sicuro sarebbe stato felice, ma ancora una volta il vuoto che gli aveva lasciato dentro lo annichilì.

Di nuovo sentì le lacrime premere per uscire, ma vi si oppose.

Non voleva dimostrarsi così debole da piangere per un cane che sapeva già non essere suo, e che quindi prima o poi sarebbe stato costretto a lasciare. Era un motivo così stupido.

Non voleva poi di sicuro piangere davanti a Yamamoto che ancora lo seguiva preoccupato.

Già in quei pochi minuti in cui erano stati insieme, quel giorno si era comportato con un'isteria non sua, ora non voleva completare l'opera dimostrandosi pure una femminuccia.

Non l'avrebbe sopportato. Lui era forte.

Respirò diverse volte per calmarsi.

"Non piango.", disse indispettito ad alta voce, rivolto a se stesso.

E fu in quel momento, che due braccia forte lo afferrarono da dietro, poi lo spinsero contro un ampio torace, mentre lo circondavano in un abbraccio possessivo.

Yamamoto gli sussurrò all'orecchio: "Lo so... non stai piangendo."

Ed a quel punto Gokudera non riuscì più a trattenersi. Pianse calde lacrime pensando a Takeshi, a quello che la sua presenza aveva fatto per lui, a come grazie a lui aveva capito i suoi sentimenti per Yamamoto, a come grazie a lui ora si trovava tra le braccia dell'altro.

E non era ancora finita, come si rese conto qualche istante più tardi.

In quel momento, infatti, non si sentiva più debole a causa del pianto, ma al sicuro.

Grazie al calore dell'altro era riuscito finalmente a calmarsi. Ancora i suoi occhi erano leggermente velati dalle lacrime, ma ben presto anche quelle sarebbero cessate.

Ora che aveva sfogato il suo dolore tra le braccia dell'altro, infatti, stava meglio.

E fu proprio in quel momento che Yamamoto fece quello che fece. E quel gesto riuscì a far cessare definitivamente il suo pianto.

Gokudera sentì infatti la stretta di Yamamoto su di lui allentarsi un pochino, mentre il patito del baseball diceva in un sussurro: "Scusa Gokudera-kun. So che infrangerò la promessa che ti ho fatto qualche giorno fa, ma non resisto più."

Detto quello, Takeshi portò la proprio mano destra sotto il suo mento per spingergli il viso verso l'alto, e con un gesto deciso lo baciò.

FINE CAPITOLO 17

Cosa succederà dopo il bacio di Takeshi? Gokudera finalmente riuscirà a trovare un po' di serenità? I due ragazzi riusciranno a chiarirsi? Tutto quello lo scoprirete leggendo l'ultimo capitolo di questa storia.

L'ANGOLO DI REBYCHAN
Incredibile! Sono riuscita a ricollegarmi al prologo senza travisarlo troppo. E sinceramente visto l'evoluzione della storia che era andata avanti in maniera un po' diversa da come programmato  temevo che sarebbe stato difficile far tornare i conti ed invece così non è stato. Tiro un profondo respiro di sollievo.
Il problema ora rimane l'ultimo capitolo. Io ed i finali infatti abbiamo un rapporto molto conflittuale. Ho sempre il dubbio di non riuscire a renderli al meglio. Speriamo in bene.
Come al solito ovviamente aspetto vostre considerazioni.
Un'ultima cosa. Nel mio forum ho aperto un piccolo sondaggio a scopo informativo personale per trovare la fic che dovrebbe sostituire Takeshi al giovedì. E' aperto fino a mercoledì prossimo. Senza obbligo alcuno, chi volesse votare può farlo a questo link: http://otakurclub.forumfree.it/?t=55635847 . Non è necessario presentarsi al forum, nè confermare il voto con un topic. Basta avere un account forumfree e cliccare sul tastino desiderato.
Grazie a chiunque voterà e mi darà una mano a decidere il da farsi.
Con questo, anche stavolta mi sembra di aver detto tutto .
Chi vuole contattarmi può farlo qui sui commenti EFP, per Email o sul mio forum.
Alla prossima.
Rebychan

L'ANGOLO DELLE RISPOSTE AI COMMENTI:

Un ringraziamento speciale va a:

kury: Mi dispiace! Lo so! Ho il brutto vizio di interrompere i capitoli sul "più bello", ma è più forte di me. Sono sadica! No, Takeshi non era morto, e come avrai letto Yamamoto si è dato una mossa.
Ed allora come hai trovato questo nuovo capitolo? Spero ti sia piaciuto.
Grazie per il commento.

Per__xX: Già! Sono un orologio svizzero. Al giovedì si aggiorna. Peccato solo che giovedì prossimo questa fic dovrebbe finire, per cui sto tentando di trovarne una "degna" sostituta. Speriamo in bene.
Diciamo che Gokudera è un tipo "ombroso" sul generis. Nel senso che al contrario di questi personaggi che di solito sono sempre seri, chiusi ad oltranza tanto che parlano pochissimo e che si atteggiano a duri che non si spezzano mai, Gokudera invece quando è con i suoi amici si atteggia sì a duro, ma sa anche ridere e divertirsi. In lui è molto più facile vedere la maschera che con qualche altro personaggio, perché di natura per me sarebbe un tipo socievole, solo che le prove della vita lo hanno incupito, facendolo chiudere in se stesso. E' un personaggio davvero particolare, e mi piace molto parlare di lui ed entrare nella sua testa. La sua introspezione in effetti è quella che mi riesce meglio nelle mie fic, perché il suo carattere ha dei punti in comune con il mio. Sono felice di sapere che ti piace come lo rendo. Spero di non deluderti mai.
In effetti il padrone di Takeshi ha fatto un'improvvisata, ma non sapendo che la donna l'aveva affidato ad una persona in particolare, lui è andato a prenderselo senza porsi il problema avverto. Già! Se non altro il bel cagnolone non è morto, ed è tornato a casa mia. Ah no... a casa del padrone. Giusto! Mi sono confusa. Eh eh eh!
Sì, visto che ci siamo bisogna essere perverse fino in fondo. E' meglio che Dino si prepari psicologicamente, un giorno sarà nostro. (Risata malefica). Bisogna colpirlo quando meno se lo aspetta.
Esatto! Yamamoto non può mancare all'amm.. cioè all'incontro. Tanto basterà mascherarla da gioco, e finirà dritto nella nostra rete. Siamo geniali! E poi per me lui e Gokudera sono paghi uno e prendi due, per cui più siamo meglio è.
E poi, chi altro vogliamo aggiungere al nostro carnet? Qualche altro suggerimento?
Grazie per il commento.

lampadina: Grazie! No, se si leggeva attentamente il prologo, si sarebbe dovuto capire che il cane non era propriamente morto, ma era andato in un posto migliore in cui sarebbe stato felice, cioè a casa. Ma siccome ho mascherato la situazione con ambiguità probabilmente non si è capito.
Sono felice di sapere che ti è piaciuto come ho reso il dolore di Gokudera di fronte alla scomparsa di Takeshi. Per lui abbandonato da piccolo a se stesso, è stato come rivivere un brutto periodo. Che tristezza!
Grazie ancora Sono felice di sapere che ti piace come caratterizzo i personaggio. Io adoro entrare nella loro testa. Starei ore infatti a discutere delle motivazioni dietro ai loro gesti anche più piccoli. E' uno dei miei passatemi preferiti.
Dai! Mal che vada io e te andiamo in un bel luna park virtuale e così parleremo lo stesso di 8059 e Katekyo Hitman Reborn. Cosa ne pensi?
A me invece l'estate a dirla tutta piace e non piace. Il caldo infatti mi debilita e mi fa passare la voglia di fare qualunque cosa. Preferisco il fresco. Da questo punto di vista siamo agli antipodi, perché da quello che scrivevi, invece mi sembra di aver capito che tu adori la bella stagione, vero?
Ancora grazie per aver commentato la mia D18, anche se so che Hibari e la coppia non ti piacciono poi più di tanto.
Spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento.
Il prossimo capitolo dovrebbe inoltre essere l'ultimo per cui dovrebbe concludersi anche la tua ansia di sapere come la storia andrà avanti.
Grazie per il commento.

Hibari Kyoite: Veramente seppur celato da una certa ambiguità, se si leggeva attentamente il prologo, avrebbe dovuto essere chiaro che Takeshi non era morto, ma che probabilmente era tornato a casa. Solo che appunto essendo stata ambigua, la gente ha pensato subito al peggio. Sono stata cattiva! Grazie per i complimenti. Il mio ego sadico ne è soddisfatto.
Non è un vizio sparare a raffica i proprio pensieri. E' invece molto salutare perché aiuta a sfogarsi per cui con me sentiti libera di dire qualsiasi cosa e come ti capita. No problem!
Mi fa piacere sapere che dopo il suo POV hai rivalutato il povero Kamio. E' un personaggio talmente dolce e sensibile, sotto la sua scorza da duro. E' come un uovo di Pasqua, dentro nasconde molte sorprese. Solo che essendo la fic gestita con il POV di Gokudera per lo più, era difficile capirlo. Mi fa piacere sapere che ora anche tu lo sostieni. Su! Speriamo che presto possa trovare qualcuno di adatto a lui.
Diciamo che io mi sono fatta travolgere dall'emotività di Gokudera nello scorso capitolo, per cui subito quando ha scoperto che Takeshi non c'era più, che aveva perso un amico, un confidente, un sostegno e proprio nel momento in cui ne aveva più bisogno, mi sono sentita invadere da una sensazione di abbandono che non ti dico. Mi sono immedesimata in lui moltissimo perché io stessa e più volte nella vita ho vissuto esperienze simili ed ogni volta è durissima ripartire da capo, soprattutto se si è da soli.
Per sua fortuna Gokudera invece non era solo, perché come dicevi bene tu c'era un invasato del baseball che correva da lui per evitare che il suo cuore si frantumasse del tutto per poi ricostruirsi diventando ancora più freddo e gelido di quello che era prima. Se fosse rimasto da solo infatti probabilmente si sarebbe chiuso di nuovo in se stesso, tornando a vivere solo per onore, lasciando dietro di sé ogni sentimento, e così si sarebbe privato di ogni possibilità di essere felice davvero. Povero caro!
Mi dispiace di averti fatto quasi piangere nello scorso capitolo, ma se non altro quello significa che sono riuscita a rendere l'emotività di Hayato bene ed ho usato le giuste parole per far capire come il suo animo era spezzato e spaventato.
Già! Takeshi come fic è proprio agli sgoccioli. Il prossimo dovrebbe essere l'ultimo capitolo. Questo doveva preparargli la strada, risolvendo alcune cose e ricollegandosi al prologo e spero ti sia piaciuto, anzi incrocio le dita perché ti sia piaciuto visto che i tuoi pareri sono molto importanti per me.
Mi fa piacere sapere di essere riuscita a coinvolgerti così tanto con questa fic senza mai annoiarti. Vuol dire che ho raggiunto il mio scopo e posso ben dire allora che almeno un pochino la storia vale. Grazie!
In effetti per i due capitoli precedenti e per questo ho usato una tecnica convergente. Tutto doveva portare al momento in cui Ruriko avrebbe detto la verità e sono contenta di sapere che tu hai gradito il meccanismo con cui la storia è stata creata.
Mi fa piacere sapere che hai apprezzato anche l'allusione alla D18.
Alla prossima settimana per l'ultimo capitolo.
Grazie per il commento.

Un bacione

Rebychan
   
 
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