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Autore: Epicuro    12/05/2011    5 recensioni
Il CLANG del coltello lasciato cadere sul pavimento, dalla mano ormai inerte della giovane, risuonò per tutta la stanza, mentre il sangue sgorgante dalla sua gola tingeva di rosso le candide lenzuola.
Una figura alta e ammantata aveva però osservato la scena:
«Donna, il tuo sangue non sarà stato versato in vano. Porterò il caos al Santuario e l’inferno nel cuore di Atena. Te lo prometto»
La storia è ambientata in un ipotetico post Ade di Lost Canvas.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA

 

Ho avuto diversi dubbi nel decidere di mettere in rete questa storia, perché devo ammettere di non sentirmi completamente a mio agio nello scrivere travagliate storie d’amore (normalmente preferisco scrive comico-demenziale), ma ogni tanto un po’ di sano masochismo ci vuole per provare a cimentarsi in generi diversi dal solito!

 

AVVERTENZE

 

I Saint protagonisti sono quelli di Lost Canvas e le storia è ambientata nel post Ade della serie di Kurumada. Ammetto da subito di non aver letto tutto il manga, ma di essere arrivato al numero 24, per poi saltare al 26, al 33 al 35 e al 37 e 38 (prima o poi riuscirò a procurarmi gli arretrati), quindi, per i fan accaniti, perdonatemi per essermi preso qualche (diverse) libertà, soprattutto nei caratteri dei personaggi di Kurumada. Comunque la trama originale del manga sarà toccata solo di striscio in quanto non rilevante ai fini della storia, se non per le relazioni tra alcuni personaggi.

Scusate l’azzardo, ma come ho detto in premessa sono masochista e, per sensi di colpa nei confronti dei saint della serie classica, che sto torturando in altre sedi, ho deciso di torturare i loro baldi predecessori (Saga, Aiolia, Aiolos, Shura, Milo e compagnia bella tirano un sospiro di sollievo e ringraziano di cuore il qui presente scribacchino per l'esonero).

Il rating per ora è arancione, ma potrebbe tendere al rosso in futuro, in base ai personaggi (scusate, ma non ho ancora ben deciso fino a che punto spingermi con le descrizioni, in quanto mi sento ancora un po’ impacciato).

Bene, se non vi siete ancora scoraggiati e non mi avete ancora mandato a quel paese dopo aver letto le avvertenze, lascio la parola al capitolo!

Per chi lo desidera, buona lettura (almeno lo spero XD).

 

 

 

L’urlo di dolore di una giovane sposa

 

Il rosso cupo del sangue si espandeva a macchia d’olio nell’arena dei combattimenti del Grande Tempio.

Un giovane uomo sulla ventina giaceva riverso sulla terra arida, mentre una donna coperta in viso da una fredda maschera d’argento guardava impassibile il suo operato. Il suo onore di sacerdotessa era salvo e l’uomo che l’aveva vista in viso giaceva senza vita ai suoi piedi.

Non c’era più nulla da vedere e gli spalti si stavano svuotando dopo il trambusto dello scontro; lo spettacolo era finito. Solo più le urla di dolore di una giovanissima donna risuonavano ancora nell’arena. L’uomo con una fascia rossa nei capelli, che l’aveva trattenuta per la durata dell’esecuzione, lasciò la presa e la donna corse a piangere sul corpo del giovane. In lacrime si rivolse alla donna con la maschera:

«Perché? PERCHÉ? Era un soldato semplice! Non avrebbe mai potuto competere con un silver saint

«Ha visto il mio viso e chi vede il viso di una sacerdotessa è condannato a morte. Anche se sei una serva dovresti conoscere le regole del Santuario. Ho fatto solo il mio dovere per preservare il mio onore»

«Onore? Quale onore c’è nell’aver ucciso un uomo inerme per una sciocchezza del genere? Mio marito non vi ha vista di proposito! É un’ingiustizia!»

«Queste sono le regole dettate dalla somma Atena. Se fossero ingiuste non le avrebbe decretate.»

La donna si morse il labbro facendolo sanguinare, mentre l’uomo con la fascia rossa costrinse delicatamente la giovane a lasciare il corpo del marito.

«Atena» il nome della dea venne nominato in un sibilo di rabbia dalla donna, che non sfuggì all’uomo.

«Le regole del Santuario possono sembrare crudeli, ma sono tutte fatte per mantenere l’equilibrio e la pace al suo interno. E anche se di questa mi sfugge la ragione, sono sicuro che la dea l’ha fatta per il bene del Grande Tempio.» disse l’uomo con la voce più consolatrice possibile.

«Oppure per invidia... la dea conosce l’amore solo a parole!» rispose però in tono asciutto la giovane sposa.

«Ciò che hai detto è sacrilegio! Atena ama immensamente tutta l’umanità!» rispose sconvolta la donna con la maschera.

«Chiudi un occhio Silver Saint dell’Aquila, questa donna ha appena perso il suo giovane sposo!» disse l’uomo, poi rivolgendosi alla vedova: «Venite, vi accompagno a casa. Chiederò personalmente che vi venga concesso un giorno di sospensione dai vostri incarichi per lutto.»

«Vi ringrazio sommo Sisifo, ma non è necessario.» e la donna si scostò dall’uomo, che la guardò addolorato allontanarsi dall’arena.

La giovane sposa aveva infatti in mente altri propositi e quando arrivò alla sua umile capanna, dove aveva riposto i suoi sogni d’amore e il suo futuro, che ormai erano andati distrutti, prese un coltello dalla cucina andandosi a sdraiare sul letto nuziale.

“Ma che mi aspettavo da Atena e dai suoi saint, che sentissero il mio dolore? Che misera stolta che sono! Infondo dovevo immaginarlo che era solo una dea della guerra che gioca a far la donna. Dei sentimenti degli uomini alla fine non le importa nulla. Oggi ne ho avuto la prova, avrebbe potuto fermare la mano di quella silver saint, ma non l’ha fatto. Se non si tratta de suoi prediletti anche lei volge lo sguardo dall’altra parte. Siamo solo granelli di sabbia sospinti dal vento, ma se esiste ancora una divinità che ha a cuore il grido di dolore di una giovane sposa, faccia che questo sacrificio non sia stato vano, e che le mia disperazione sia il tormento di chi ha permesso questo”.

Il CLANG del coltello lasciato cadere sul pavimento, dalla mano ormai inerte della giovane, risuonò per tutta la stanza, mentre il sangue sgorgante dalla sua gola tingeva di rosso le candide lenzuola.

Una figura alta e ammantata aveva però osservato la scena:

«Donna, il tuo sangue non sarà stato versato in vano. Porterò il caos al Santuario e l’inferno nel cuore di Atena. Te lo prometto»

E la figura si face sempre più evanescente fino a svanire nel nulla.

 

  
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