ho inserito una canzone di Carmen Consoli... non tutta, solo le parti che mi interessavano. la canzone, come il titolo di questa shot è: In bianco e nero! quindi le parti in corsivo che vedrete sono della canzone!
ok ci si vede giù!! ;)
Ho trovato
una vecchia foto di mia madre.
Quando mio
padre ha portato tutti i documenti del suo
caso, mi ha portato anche una scatola dicendomi:
-“Queste,
è giusto che le tenga tu!”-
Non avevo
aperto la scatola fino ad oggi.
Sapevo che
c’erano delle vecchie foto, non ero pronta per
vedere me da piccola abbracciarla e giocare con lei.
Non ero
pronta per ricordare ancora quei momenti di gioia
vissuti tanti anni prima.
Non ero
pronta per entrare nel mondo di Johanna.
Ma oggi
si. Qualcosa è scattato nella mia mente, dopo la
lettera di Royce.
È notte
fonda, ma come sempre la mia mente non riesce a
riposare, soprattutto quando sa che deve finire un lavoro, portarlo a
termine.
Come con
un caso. Non riesco a darmi pace finché non lo
risolvo, finché non sbatto in galera l’assassino, o gli assassini.
Ed è stato
esattamente così anche per il caso di Royce.
Sono letteralmente volata a Los Angeles, e Castle mi ha seguito, fedele
come un
cocker spaniel.
Siamo
rientrati da qualche giorno, ma la lettera di Royce
mi ha fatto riflettere, mi ha in un certo senso aiutata ad andare oltre
la mia
visuale. Non voglio guardarmi indietro e chiedermi se solo…
Così ho
iniziato dal principio, da quella scatola che
aspettava da mesi di essere aperta.
Sono
seduta nel mio letto.
La
finestra della camera è un po’ aperta.
Iniziano
le giornate calde e sentire quel fresco
venticello notturno che accarezza la mia pelle, mi fa sentire a casa,
mi fa
stare bene.
Osservo
quella scatola. Non la riconosco.
Non l’ho
mai vista a casa. È molto vecchia e consunta,
forse mio padre ne ha presa una dopo che la mamma è morta e ci ha messo
dentro alcuni suoi oggetti.
Poso le
mani e con un po’ di esitazione la apro.
Sento il
suo inconfondibile profumo al legno di sandalo,
infatti trovo una boccetta vuota, ma con ancora impresso quel profumo.
Ci sono
tante foto, ma una in particolare colpisce il mio
occhio.
“Guardo una
foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
il mio stesso sorriso”
Non mi
aspettavo di trovare foto così vecchie.
Mia madre
a tre anni il giorno del suo compleanno.
È una foto
che non ho mai visto.
Ha i
capelli raccolti in due lunghe trecce, e la sua
immensa felicità per aver ricevuto la bambola che aveva fortemente
desiderato.
Non capisco di che colore abbia avuto il vestitino, ormai è un bianco e
nero
sbiadito.
Ma ciò che
mi emoziona di più è il suo sorriso, uguale al
mio.
Questa
foto mi lega ancora di più a lei.
Credo di
avere una foto simile anche io, il giorno del
mio compleanno.
Apro
velocemente il cassetto del comodino e la trovo.
È molto
simile ma la foto è a colori. Sono dietro un
tavolo circondata da palloncini e dalla mia torta. Vedo tre candeline,
e
indosso un vestitino giallo. Ma al petto ho un buffo coniglietto rosa,
con un
fiocco tra le orecchie e una margherita rosa tra le zampe.
C’è un po’
troppo rosa in quel coniglio!
Ma è il
mio sorriso che tiene il mio sguardo incatenato
alla foto. È lo stesso di mia madre.
Poggio
entrambe le foto da una parte, e decido che le
farò incorniciare insieme.
Un’altra
foto cattura la mia attenzione:
“Guardo
una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita
Nitido scorcio degli anni sessanta
La scruto per filo e per segno e ritrovo
il mio stesso sguardo”
Ecco
qui un’altra foto di mia madre da giovane.
Qui
aveva pressappoco vent’anni. Era davvero molto bella. Una giovane donna.
Ha i
capelli raccolti in un foulard, proprio come usavano negli anni
sessanta.
Ha un
paio di enormi occhiali da sole bianchi in mano, o almeno credo che
siano
bianchi, la foto è ancora in bianco e nero.
Non
guarda verso l’obiettivo perché noto che con l’altra mano sta salutando
qualcuno.
È
felice.
Mi
piace pensare che stesse salutando mio padre, anche se probabilmente
allora non
si conoscevano ancora.
Sicuramente
in questo periodo stava già frequentando il college. Probabilmente
aveva già
scelto la facoltà in cui laurearsi.
In
questo scatto ancora non sapeva che sarebbe diventata un avvocato, non
sapeva
che il suo mestiere, la sua tenacia nello scoprire la verità,
l’avrebbero
portata alla morte, strappandola da me.
Scruto
la foto con precisione per assorbirne i dettagli. Abbiamo lo stesso
sguardo.
Ma io a
vent’anni l’avevo già persa.
A
vent’anni avevo già in mente solo una cosa: scoprire chi l’avesse fatta
uccidere.
Una
lacrima sfugge via al mio controllo.
Sapevo
che aprire quella scatola di ricordi mi avrebbe fatto male, come una
pugnalata
al cuore.
Ma è
una cosa che sento il bisogno di affrontare, anche se fa maledettamente
male.
Ci sono
delle lettere avvolte con un elastico. Credo che siano quelle che si
sono
scambiati i miei genitori. Erano davvero innamorati.
Ma
queste dovrebbe tenerle mio padre.
Prendo
il pacchetto in mano così da poterglielo restituire, ma una lettera più
piccola
scivola via, e sopra ha scritto il mio nome.
L’afferro
velocemente e poggiando l’indice sul foglio, seguo il contorno di
quella
grafia, che riconosco come quella inconfondibile di mia madre, sottile
e
lineare.
“Mia
adorata Kathie…
Se
stai leggendo questa lettera significa che non
ci sono più.
Sto seguendo un caso molto complicato e
difficile, non è come tutti gli altri. Qui c’è un’intera matassa da
sbrogliare
e risolvere.
C’è qualcuno che mi minaccia, e non voglio che
questo pericolo si ripercuota su di te.
Sei la mia unica figlia, la mia bambina, e io
devo proteggerti ad ogni costo.
Voglio che tu sappia che se mai dovesse
succedermi qualcosa, voglio che tu prosegua con la tua vita.
Conoscendoti non
troverai pace finché non arriverai a capo della verità e io non posso
permettere che ti accada nulla.
Approfitto di questi momenti di finta quiete
per scriverti questa lettera, mentre tu pattini e con la mano mi saluti.
Sei davvero una bellissima ragazza, una
giovane donna, e so per certo che hai una lunga fila di pretendenti
dietro di
te, ma nessuno ti interessa veramente. Come quando uscivi con il
chitarrista
grunge o con quel ragazzo che fumava e puzzava di flanella bagnata,
solo perché
a me e a tuo padre non piaceva.
Ma so anche per certo che quando troverai il
vero amore saprai riconoscerlo.
E se sarai come me per un po’ scapperai da
questo sentimento, come feci io con tuo padre. Mi veniva dietro come un
cagnolino e io non gli davo importanza, perché ero troppo spaventata.
Nessun
altro ragazzo a quel tempo mi aveva fatto sentire viva come faceva lui,
e la
mia prima reazione fu di scappare. Ma lui ha tenuto duro, ha rischiato
per me,
e alla fine ho abbracciato quel sentimento, scoprendo che non avevo più
paura,
che non mi spaventava più.
Tuo padre c’è sempre stato per me, e sono
sicura che troverai un uomo che ti farà provare queste stesse emozioni
e
sensazioni, e ci sarà sempre per te, non avrà paura di dirtelo.
Vivi
figlia mia.
Non lasciare che gli eventi della vita ti
soffochino, facendoti perdere di vista gli obiettivi che ti sei
predisposta.
Vivi Kate, e trova quella persona speciale che
ci sarà sempre nella tua vita.
Mamma”
Le
lacrime mi rigano il volto, e stavolta non faccio niente per
reprimerle.
Non ero
preparata a trovare una sua lettera per me.
È stata
scritta due settimane prima della sua morte. Ricordo che mentre
pattinavo
felice lei stava scrivendo, ma non pensavo che fosse un qualcosa
destinato a
me.
Sapeva
di essere in pericolo, ma non ha comunque rivelato a cosa stesse
lavorando. Per
proteggermi. Per proteggere me e papà.
Mi
conosceva così bene, meglio di me stessa.
Sapeva
che avevo continuato a frequentare quel ragazzo solo perché a loro non
piaceva.
Sapeva
che non mi sarei mai arresa di fronte al suo omicidio, sapeva che per
questo
avrei cambiato totalmente la mia vita, le mie amicizie, i mei studi, il
mio
modo di essere.
Sapeva
anche che di fronte ai miei sentimenti più profondi mi sarei tirata
indietro,
perché spaventata.
Il mio
cuore sa a chi si riferiscono le parole della mamma, anche se quando
lei l’ha
scritta parlava in generale, io so chi è la persona che c’è sempre
nella mia
vita.
Always…
È come
dice Mike. Non voglio guardarmi indietro e chiedermi “se solo”. Non
posso più
continuare a chiedermi se le cose fossero andate diversamente, o se la
mamma
non fosse morta.
Afferro
il cellulare.
Ho
bisogno di sentire la sua voce, ho bisogno di sapere se lui ci sarà
ancora
nella mia vita.
Dopo
alcuni squilli una voce impastata dal sonno mi risponde:
-“Beckett!
Dimmi che non c’è un corpo ma che hai chiamato per farti raccontare la
favola della
buona notte!”-
Resto
in silenzio ma sorrido.
-“Ehi!
Tutto apposto?”-
Sospiro.
-“Si,
Castle. Bene…”- rispondo con la voce spezzata dalle lacrime.
-“Ma tu
stai piangendo! Non provare a negare perché lo sento dalla tua voce!”-
-“Castle,
so che sono le 2 e mezzo, ma ho bisogno di parlarti. Potresti venire?
Non
voglio farlo per telefono, e non posso aspettare!”-
-“Arrivo!”-
fu l’unica parola che disse prima di precipitarsi da me.
Forse ha
capito anche lui che per me è davvero importante.
Esattamente
mezz’ora dopo stava suonando il mio campanello.
-“Ehi!
Ma stai ancora piangendo!”- mi disse con un’espressione triste,
prendendo il
mio volto fra le sue mani e asciugandomi quelle lacrime.
-“Parla
con me Kate. Dimmi che cosa ti sta succedendo! Sono...sono io a farti
questo?”-
Quella
domanda mi ha completamente spiazzata.
È così
dolce a preoccuparsi per me.
Scuoto
energicamente la testa e gli prendo le mani nelle mie, conducendolo
insieme a
me nel divano.
-“Ho
trovato una lettera di mia madre. È di qualche settimana prima del suo
omicidio.”-
-“Dice
qualcosa riguardo gli assassini, o il caso?”-
-“No.
Mi ha parlato da madre. Ma non è questo il punto. Castle io devo
sapere… ho
bisogno di sapere se tu ci sarai… nella mia vita.”-
La tua
faccia esprime la confusione più totale, ma sempre fissandomi negli
occhi
esclami con fermezza:
-“Always!”-
Mi basta.
Sei
venuto qui in piena notte.
Ti sei
preoccupato che fossi tu la causa delle mie lacrime.
Ci sei
sempre per me.
Avvicino
il mio viso al tuo, e in un attimo ti bacio. Avrei dovuto farlo in
quella
camera a Los Angeles, ma ero troppo spaventata, avevo paura.
Ma
rischiare il nostro cuore è, come ha detto Mike, la ragione per cui
siamo vivi.
Per cui
questa volta ho rischiato. Ho deciso di buttarmi.
Ti
stacchi da me, e per quanto vedo che sei felice, c’è ancora confusione
in te.
-“Mia
madre, nella sua lettera, mi ha detto di cercare la persona che ci
sarebbe
stata sempre nella mia vita…”-
Mi
sorridi e tenendomi fra le tue braccia mi sussurri:
-“Always
Kate!”-
prima di baciarmi
un’altra volta.
sono sicura che mi sto dimenticando di scrivere qualcosa, ma appunto
non ricordo.. *me smemorata*! XD
vabbò.. spero che vi sia piaciuta comunque!!
grazie a tutti coloro che la
leggeranno e che lasceranno in commentino!! xD
sbaciotti a tuttiiiiii
kateRina24 ;>