Fanfic su artisti musicali > Beatles
Ricorda la storia  |      
Autore: DazedAndConfused    13/05/2011    3 recensioni
D’improvviso la porta cigolò e Linda udì dei passi felpati avvicinarsi sempre più: sua figlia voleva tenderle un agguato, al solito.
Sbuffò ad alta voce: -Heather, quante volte te lo devo dire che qua non devi scendere? La mamma sta lavorando! Dopo possiamo giocare ai pirati, ma adesso lasciami fare le mie magie in pace!-
-Mi scusi, non intendevo disturbarla… Tornerò un altro giorno.-

[Aderente all'iniziativa 101 kisses]
[#015, photograph]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Paul McCartney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Every time I see your face

prompt: #015, photograph

 

Nel buio della stanzetta Linda Eastman si accingeva a sviluppare le foto che durante quelle settimane aveva scattato con tanta passione.

Adorava il suo mestiere: Heather le diceva spesso che era una fata, perché solo una fata poteva far comparire dal nulla delle immagini, farle spuntare sulla carta che fino a pochi secondi prima era stata zuppa di soluzione, e la parte bambina di Linda non poteva far altro che annuirle sorridente.

Le piaceva poter credere di avere dei poteri magici, poter incontrare persone famose e farle riapparire piccine, dei folletti fatti di rullino.

Ma c’era una cosa del suo mestiere che Linda apprezzava ancor di più: il fatto di poter imprimere dei momenti sulla carta. Rubare pezzettini di felicità agli altri, catturarli e riportarli ancor più belli e fulgidi di prima la rendeva partecipe della gioia altrui, le permetteva di vivere un angolino della vita di chi aveva posato per lei.

 

Finalmente le foto appese al filo si erano asciugate: la donna le passò in rassegna velocemente, sorridendo soddisfatta ad ogni scatto per i colori, i profili e i giochi di luci ed ombre.

Ne prese una e l’osservò con più attenzione: il suo sguardo passò dal sorriso gioioso del signor Starr a quello sereno del signor Harrison, per poi posarsi sulla risata fanciullesca di Lennon.

Lo guardò seria, ripensando a quanto le era piaciuto un paio d’anni prima, quand’era andata a vederli allo Shea Stadium: ora come ora le era sembrato simpatico e davvero arguto ma una parte di fascino, doveva ammetterlo, se n’era andata.

Qualcun altro, invece, aveva continuato a conservarlo: lo sguardo di Linda passò da John al signor McCartney, come gliel’avevano presentato sul set, e accarezzò con precisione il profilo dolce del bassista.

Di per sé era una bella foto, ma la sua presenza contribuiva indubbiamente a renderla…

-Magnetica.-

La donna riprese a guardare lo scatto, e si ritrovò a pensare che avrebbe pagato fior di quattrini pur di immortalare nuovamente quel viso delicato. Da solo, però, le consigliò la coscienza.

D’improvviso la porta cigolò e Linda udì dei passi felpati avvicinarsi sempre più: sua figlia voleva tenderle un agguato, al solito.

Sbuffò ad alta voce: -Heather, quante volte te lo devo dire che qua non devi scendere? La mamma sta lavorando! Dopo possiamo giocare ai pirati, ma adesso lasciami fare le mie magie in pace!-

-Mi scusi, non intendevo disturbarla… Tornerò un altro giorno.-

La donna sussultò: quella voce matura e maschile di certo non apparteneva a sua figlia.

Seppure con timore, disse con voce tutto sommato decisa: -Chi va là?-

L’uomo si avvicinò e la luce fioca della lampada da tavolo illuminò il suo viso.

Linda sussultò di nuovo, stavolta più vistosamente, e il giovane si affrettò a scusarsi:

-Non era assolutamente mia intenzione spaventarla, miss Eastman. Non bisogna mai disturbare un’artista all’opera, e io non posso permettermi il lusso d’infrangere questa regola. Tornerò un altro giorno.-

La salutò con un cenno del capo e fece per tornarsene da dov’era venuto, ma Linda lo trattenne per un braccio, costringendolo a voltarsi.

-Signor… Signor McCartney, la pregherei di restare. Non mi dà alcun disturbo, sul serio.-

Il bassista le sorrise radioso, e Linda ringraziò mentalmente l’oscurità, capace di nasconderle alla perfezione le guance rosse.

-E così lei fa le magie, eh?-

A quella domanda Linda avvampò nuovamente, ma rispose in fretta:

-Per mia figlia sì, mister McCartney. Non sa come spiegarsi il fatto che sua madre riesca a catturare le persone lì dentro.- La donna indicò l’apparecchio fotografico sul tavolo e Paul rise, per poi guardarla nuovamente:

-La capisco perfettamente... Mmm, ma sa una cosa, miss? Mi piacerebbe davvero molto se potessimo lasciare da parte tutti questi convenevoli e darci del “tu”. “Signor McCartney” mi fa sentire vecchio, e ho solo 24 anni, diamine!-

Linda scoppiò a ridere e annuì, ma la foto che teneva dietro la schiena le scivolò dalle dita e cadde davanti ai suoi piedi.

Prima di poter fare qualsiasi cosa, Paul si era chinato e l’aveva raccolta, notando il soggetto dello scatto.

-Ma questi siamo noi!- esclamò entusiasta, passando in rassegna i vari volti sotto lo sguardo intenerito di lei.

Linda se ne stava accanto a lui in silenzio, a studiare il suo profilo in ogni minimo particolare, quasi a volerlo imparare a memoria.

-È molto bella, sai?-

La donna si era riscossa: il morbido profilo di Paul era stato sostituito dagli altrettanto dolci occhi, e da quel sorriso che sembrava volesse riempire tutta la stanzetta.

Linda arrossì, bofonchiando un paio di parole di ringraziamento: se solo sapesse cosa rende la foto così bella…

-Diamine, è così… magnetica!-

La donna spalancò gli occhi, fissandolo nuovamente con stupore: era telepatia o cos’altro?

-Hai saputo catturare perfettamente la nostra essenza… Non saprei, forse è l’equilibrio tra le nostre figure, un equilibrio che non è frutto di pose plastiche ma solamente della spontaneità…-

Riprese a guardarla: -Sei bravissima, Linda.-

La fotografa rimase a fissarlo, incapace di ringraziare un uomo che aveva finalmente compreso il suo modo di fare arte.

Quando finalmente provò ad aprir bocca per articolare una frase di senso compiuto, Paul la stava già baciando.

In quell’esatto istante Linda maledisse il cervello umano per non essere dotato di autoscatto, ma si consolò in fretta: quel momento sarebbe rimasto impresso per sempre nella sua mente.





Credits titolo: Photograph - Ringo Starr

 

Speculate about the cosmic solution.

Sì, questa è la foto che mi ha ispirato ed è la foto intorno alla quale ruota tutta la vicenda. La storia è, ovviamente una What If?: ai tempi Paul e Linda non erano ancora legati sentimentalmente, ma la scena si è formata nella mia mente e non ho saputo dirle di no.

Quei due sono così dolci e teneri che boh, mi sembra sempre di non rendere giustizia alla loro storia d’amore, quando scrivo di loro.

Inoltre aggiungo che questa fic non mi soddisfa totalmente, ma a mia discolpa posso affermare di necessitare di scene fluffose, e quindi questa è stata un toccasana per le mie orecchie K.O. (sì, sappiate che la sorella di Tommy degli Who sono io, anche se non è un rapporto di fratellanza quello che vorrei con quel figaccione sempre a torso nudo di Daltrey).

Stop. Torno seria.

Ringrazio in anticipo chi si prodigherà a leggere ‘sta schifezzuola e chi, addirittura!, si sprecherà a recensirla :’3

Vi ho sempre amato, e vi amerò anche quando raggiungerò Beethoven.

Bai.

 

Dazed; (andMOLTOconfused.)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: DazedAndConfused