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Autore: KainObreron    13/05/2011    3 recensioni
Esiste qualcosa che possa mettere in crisi Sesshomaru, le sue certezze ed il suo autocontrollo?
Esiste qualcuno che possa competere con lui, dargli filo da torcere, farlo dannare e sentire umiliato?
Con la fine della serie abbiamo lasciato la piccola Rin al villaggio di Musashi, è il suo destino quello di vivere fra gli umani o tornerà un giorno con Sesshomaru? La sua decisione non dipende solo dai suoi desideri, un nuovo travolgente personaggio influenzerà le loro vite e non sarà da solo!
Sono già passati 5 anni dalla morte di Naraku, ma la pace sembra essere già agli sgoccioli. Una nuova minaccia si proietta sulle loro esistenze, pericolosa e sconosciuta, all'improvviso strane creature compaiono, danno luogo a degli scontri furiosi.
Dei misteri emergono dal fitto, creature senza nome, oggetti particolari, maledizioni ma, soprattutto, Sesshomaru si troverà alle prese con qualcosa di molto più interessante che qualche combattimento!
Tuttavia si vedrà pure costretto a importanti decisioni e come mai prima d'ora rischierà di perdere tutto quello che ha, persino la vita!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1-Odore di demone (rivisto-2)
1~Odore di demone

Non lo sapeva nemmeno lui che razza di discorso stesse intavolando con Tenseiga, l'elsa blu faceva capolino fra le pieghe della manica, sorniona e sbarazzina. Circondato da una spirale d'alberi, Sesshomaru giaceva appoggiato a uno di essi godendo di un meritato riposo, mentre il cielo nero, vestito speciale della notte, si premurava di far calare il silenzio tutt'attorno a lui. Quello era stato un giorno turbolento, il tumulto del terreno che si estendeva contrito nei paraggi ne era stato testimone involontario; una battaglia violenta. Dall'alto della sua potenza Sesshomaru si era fatto superbo, fiero della propria spada Bakusaiga, faticosamente ottenuta, l'aveva ostentata nella lotta. Una leggerezza che si stava appunto rimproverando, punizione esemplare l'odore pungente del sangue che permeava l'aria e tradiva la presenza di un alone rosso che ben si confondeva con i decori del suo kimono. Sesshomaru conosceva bene quella fragranza ma rare volte si era trovato sul punto di sentirla provenire da se stesso.

Tenseiga era stata l'unica lama in grado di aiutarlo a sconfiggere quel nemico, che si era rivelato un essere di un altro mondo. La comparsa repentina dal nulla di quella bestia gli dava da pensare, era raro che accadesse e quando succedeva non portava mai niente di buono.
“Si muoveva velocemente nonostante la grandezza della sua mole.”
Chiuse gli occhi, non voleva riflettere sul nemico sconfitto, per lui un perdente non valeva l'impegno di un ragionamento.
“Tuttavia... l'ho sottovalutato.” Lo sguardo scivolò sulla propria spalla, per controllare la reale grandezza di quella ferita, nulla tale da impensierirlo.
Si trovò a sospirare, sicuro che nessuno avrebbe colto quel gesto istintivo; sì, perché Jaken lo aveva perso di vista durante il combattimento, che lo avevano costretto a continui spostamenti.
Così poteva occuparsi di se stesso, immerso nel tenero abbraccio di quella notte.
Regnava il silenzio in quella parte della foresta, ma il silenzio ha un significato relativo per chi ha un udito sviluppato. Silenzio per Sesshomaru significava una moltitudine di piccoli rumori, dal fruscio sibillino del sottobosco al più flebile dei ronzii d'insetto. Persino il battito d'ali di una farfalla, considerata un simbolo di leggerezza, riusciva ad arrivargli come un qualsiasi altro suono.
Una notte pacifica dunque, che però si riempì bruscamente di un odore insolito, che costrinse Sesshomaru ad acuire i propri sensi ancora una volta.
“Odore di demone.”
Non appena l'informazione guizzò nella sua mente gli fu naturale chiedersi se si trattasse di un altro nemico. “Non è Jaken.”
Sentì qualcuno avvicinarsi piano, senza un minimo accenno a quella delicata arte dell'essere furtivi, Sesshomaru poteva tranquillamente percepire tutte le informazioni di cui aveva bisogno, compreso l'odore del sangue arrivare sempre più intenso con l'avvicinarsi del demone. A suo modo di vedere doveva essere uno scellerato per avere il coraggio d'avvicinarsi a lui di notte, con tanta goffaggine e già ferito per giunta.
-Stupido.- Soffiò fra i denti con una punta d'indignazione.
Sesshomaru riusciva a percepire qualcosa di nuovo su di lui ad ogni passo che questo compiva, con semplicità maggiore dello sfogliare le pagine d'un libro. Giudicava la gravità delle sue ferite dalla velocità con la quale l'odore di sangue aumentava, studiava i rumori che si lasciava grossolanamente sfuggire nell'avvicinarsi, gli bastarono pochi passi per dedurre la piccola mole e l'indebolimento fisico e riuscì a capire persino che si trattasse di un maschio.
Scoprì, quasi con orrore, quanto però quell'odore gli fosse incredibilmente familiare; giungeva fastidioso, suscitando in lui l'impazienza di una verifica visiva.
“Quest'odore, possibile che...” Azzardò un pensiero, prima di bloccarsi sul nascere, ingoiò la sua stessa impazienza e si limitò ad aspettare che lo sconosciuto sopraggiungesse. Ma per quanto volesse attendere il demone si faceva aspettare, anche se ormai avrebbe dovuto trovarsi prossimo al suo raggio visivo ancora non lo vedeva.
Tutta stava uscendo fuori dagli schemi che si era prestabilito: non appena Sesshomaru ne avesse identificato la forma, se ritenuta indegna d'attenzione si sarebbe fiondato sul demone, scaricando tutta la tensione accumulata dal combattimento precedente. L'idea che si stesse nascondendo per tendergli un agguato fece incendiare il già cattivo umore di Sesshomaru.
Insolente!”
Raggiunse la sua nuova preda in pochi attimi, ma quando se ne trovò davanti il braccio che aveva preparato per artigliarlo si abbasso, quasi deluso.
“Me lo dovevo immaginare.”
D'un tratto gli sovvenne per quale motivo quell'odore gli giungesse tanto familiare, in verità non si era soffermato a rifletterci sopra ed ora gli sembrava così ovvio. Osservò con attenzione la piccola figura che giaceva a terra in un giaciglio di sangue, non stava attuando nessun agguato ai suoi danni, né si stava nascondendo da lui. Incrociò il suo sguardo, quasi per sbaglio, e dal profondo qualcosa giunse a pungerlo, nella mente di Sesshomaru si profusero all'improvviso domande che non voleva porsi e alle quali non voleva dare risposta. Un fastidioso senso di legame era giunto da chissà dove e lo pizzicava come un'insistente zanzara.
Decisamente Sesshomaru non voleva avere a che fare con lui, o almeno era questo quello che si ripeteva da quando, contenendo odori a immagini, era giunto alle proprie ovvie conclusioni.
Cosa ci faceva lì un demone come quello? Questa domanda si fece velocemente strada nella mente di Sesshomaru, spiazzando il suo modo integerrimo di vedere le cose.
“Una seccatura, tuttavia...”
Il suo cervello aveva improvvisamente tirato fuori pensieri che non doveva, riproverò se stesso per questo e s'impose di non pensare oltre, dopotutto lui non doveva dare spiegazioni riguardo le proprie gesta, nemmeno a se stesso. Riteneva di avere il diritto di fare ciò che più lo aggradava,vedendo se stesso come quel tipo di creatura che non appartiene a niente e nessuno, mai si sarebbe abbassato a valutare le proprie azioni in virtù del pensiero altrui.
Così si trovò a fare ciò che gli era passato per la testa, senza pensare. Era questo quello che si era imposto, eppure non riuscì a non sentirsi stupido almeno una volta.

*

Inuyasha aprì gli occhi di colpo, l'aria nel sonno lo aveva bruscamente svegliato poiché s'era riempita di qualcosa che non gli piaceva. Alzandosi repentinamente svegliò anche Kagome.
-Che succede Inuyasha?- Le scandì stordita dal sonno.
-Sento un forte odore di sangue.-  In contemporanea con le proprie parole uscì di casa seguito dalla ragazza, improvvisamente preoccupata.
Bensì fosse notte fonda la luna, pur non nella propria pienezza, illuminava tutto con teneri toni chiari, così non fu difficile capire per Kagome su cosa stesse chinato Inuyasha.
-Ma è un bambino.- Constatò Kagome, raggiungendo la piccola figura. -Un demone.- Volle precisare Inuyasha. -Ha perso molto sangue.- Un tono d'allarme si fece strada nelle parole di Kagome, che si voltò subito verso il ragazzo. -Presto va a svegliare la vecchia Kaede!- Le disse prendendo da terra il piccolo demone privo di sensi, compiendo quel gesto evocò un pensiero con un tono di disappunto. La natura di quell'odore, di quella forma, appartenevano ad una certezza che gli riempì la testa di domande, con le quali fece i conti per diverso tempo. Nel mentre Kaede aveva avuto modo di occuparsi delle ferite del bambino, con pazienza e virtù. Agli occhi dell'anziana non sembrava manifestare un'età superiore ai dieci anni, ma considerando la natura demoniaca non poteva intuirne la vera età.
“Sicuramente un cucciolo.” Sentenziò fra se e se, mentre finiva di fasciare l'ultima ferita, prese la ciotola d'acqua accanto a se e si alzò.
-Anche se è un demone non sembra affatto minaccioso.- Osservando il candore del suo volto addormentato, Kagome si era trovata a rievocare i ricordi del suo incontro con Shippo.
-Te ne sei accorto anche tu Inuyasha, non è vero?- Chiese invece Kaede, mentre prese dalla ragazza le erbe che le stava porgendo, aveva notato quanto il ragazzo fosse assorto nei suoi pensieri e si trovò presto complice degli stessi.
-Sì.- Annuì lui un po' scocciato, seduto in un angolo, distogliendo lo sguardo dal bambino che stava ancora osservando, perplesso.
-Questo moccioso è un demone cane, come lo era mio padre.- 
  
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