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Autore: UnintendedChoice    14/05/2011    6 recensioni
Lo so, è strano, ma a volte mi rendo conto di ricordare cose che qualcun altro non ricorda, che la maggioranza riterrebbe stupide, o irrilevanti. Ma le ricordo. Non credi che poi, a questo punto, diventino di conseguenza importanti, proprio perché le ricordo solo io?
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                Help me to carry the fire, we will keep it alight together.

 
 
 


Una conversazione così profonda tra loro non vi era da molto, troppo tempo.
Matthew e Dominic erano chiusi in quella stanza d’albergo da circa due ore; vi si erano trovati per caso, dopo una giornata monotona e più nostalgica del solito.
Forse è questa quella cosa chiamata Destino che ti permettere di vivere cose che non avresti mai pensato di poter vivere, nei momenti più casuali.
Parlarono di tantissime cose, dalle inezie fatte ultimamente fino a confidarsi segreti, paure, dubbi. Era qualcosa che succedeva così raramente tra loro; per questo quando accadeva entrambi ne gioivano immensamente, in silenzio.
Un occhio attento però avrebbe potuto notarlo dallo sfavillio negli occhi azzurri di Matt; o da quel sorriso di Dom, quello che come tutti i sorrisi, anche molti dei suoi, era un semplice movimento dei muscoli del viso, ma che esprimeva un momento di gioia incontenibile quanto effimera, e tutta la dolcezza di quell’uomo che tutto sommato era ancora un ragazzino.
Ma questi momenti generavano sempre una felicità infelice, una dolce amarezza, una gioia fugace.
 
- Dom, Dom… -.
- Dimmi Matt. -.
Matt, che era disteso su un lato, si mise prono reggendosi sui gomiti e facendo pendere le mani fuori dal letto, dove Dom poggiava la schiena seduto a terra.
- Stavo pensando a una cosa… Qualcosa che mi hai detto tanti anni fa. Avevamo formato da poco la band, mi pare… -.
Dom cercò di controllare il giramento di stomaco improvviso e rifletté con calma a cosa potesse essere.
- Non… Ti ho detto tante cose, Matt, aiutami. -.
Matt abbassò appena la testa e la voce.
- Una volta… mi hai parlato di un tuo problema, se così posso chiamarlo. Ricordo che eri un po’ depresso in quei giorni, e io quasi ti costrinsi a parlarmene. -. Sorrise rievocando quella scena. - Dom, io ricordo che tu mi dicesti di avere un bisogno, un particolare bisogno di… non so, non mi hai mai detto di chi si trattasse. Eri innamorato, Dom, o almeno questo ho supposto. -.
Il giramento di stomaco inevitabilmente peggiorò.
Dom, rilassati. Sapevi che prima o poi il momento sarebbe arrivato. E un altro più perfetto non lo troverai.

Matt continuò, con un garbo inaspettato: - Be’, ormai è passato così tanto tempo… Tu mi dicesti che con quella persona sarebbe stato diverso, sarebbe stato “per sempre”. Immagino non sia stato così, poi… forse era solo un’infatuazione adolescenziale.
E no, Matt, magari fosse così semplice…
- Ma mi colpì una cosa. Mi avevi anche detto che non era una cosa semplice; che ti sentivi addirittura egoista nel desiderare tutte le sue attenzioni, il suo affetto… Dom io a quell’epoca non ti ho aiutato molto, e mi dispiace. Ero io l’egoista, perché pensavo solo ai fatti miei, alla band, e per di più non avevo esperienza a sufficienza per consigliarti; l’unica cosa che potevo fare era ascoltarti. Però ora vorrei poter rimediare. Chi era, Dom? Non me l’hai più detto. -.
Dom sospirò, esitante.
- Come diavolo… ti ricordi di… queste cose? Dai… -.
Matt rise. - Lo so, è strano, ma a volte mi rendo conto di ricordare cose che qualcun altro non ricorda, che la maggioranza riterrebbe stupide, o irrilevanti. Ma le ricordo. Non credi che poi, a questo punto, diventino di conseguenza importanti, proprio perché le ricordo solo io? -.
- Be’, sì. -.
- Però stai sviando il discorso, non vale farmi perdere nelle mie chiacchiere! Ora parla. -.
Dom non parlava.
- Vediamo… inizia col dirmi: è una persona che è ancora nella tua vita? Com’è finita con lei? -.
- S-sì, è ancora nella mia vita. Non è mai finito niente perché non è mai iniziato niente. -.
Matt cercò di non rigirare troppo il coltello nella piaga: - Ma tu… non provi più tutte… quelle cose? È passata una vita. O sì?-.
Dom, con gli occhi bassi, non rispondeva.
- No Dom, ti prego. Non fare così. Odio vederti così. -. L’apprensione era percepibile nella voce di Matt, che si sporse un po’ verso l’amico. - Non fare così, sorridi. Mi piace quando sorridi, non devi smettere. Scusami, non avrei dovuto parlarne se non era il caso. È colpa mia. -.
Sì, è colpa tua. Ma anche mia.
 
Silenzio. Silenzio, e tensione. Tensione crescente.
D’improvviso sembrarono trovarsi in una dimensione totalmente diversa da quella in cui erano stati fin’ora. L’aria era così tesa che un coltello avrebbe potuto tagliarla in mille fettine.
Dom non sapeva cosa fare, se avesse aperto bocca non avrebbe detto niente di buono o all’altezza della situazione. Nemmeno tutto quelle che avrebbe voluto fare, era abbastanza. Forse non sapeva nemmeno cosa fosse.

Fu per questo che lasciò che fosse il cuore a guidare il suo corpo; il cuore gli sollevò una mano.
Gli occhi di entrambi erano fissi su quella.
La mano calda di Dom, che a Matt ricordò il calore delle luci soffuse e miti che illuminavano la stanza, sfiorò quella dell’altro.
Il tocco destò appena Dom, che perse coraggio e assunse imbarazzo, ma non così tanto.
Gli occhi s’incontrarono, timidi ma attratti, quasi volessero dare una spiegazione a quel gesto.
 
Quel gesto, che rappresentava tutte quelle cose non dette e non fatte in tutti quegli anni.
 
 
 
Our blood is cold, and we’re alone.
But I’m alone with you.

 
 
 
 
 
 
 
Piccolissimo delirio notturno, scusate la brevità e l’eccessivo zucchero.
Non so, come forse non sapete voi, e non sanno nemmeno Dom e Matt, cos’è successo dopo.
Credo che non sempre serva concludere.
Chiedo anche questa volta una recensione, e ringrazio anticipatamente chi ne lascerà una, approfittando anche per ringraziare chi me ne ha lasciate per le precedenti storie. Siete state davvero gentili e carinissime!
Alla prossima. :)
p.s.  Il tutto è ispirato da una canzone i cui versi sono scritti sia alla fine che nel titolo, vi consiglio di ascoltarla prima, dopo o anche durante la lettura. :D
   
 
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