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Autore: Taila    14/05/2011    3 recensioni
La squadra viene coinvolta in un caso personale di Nate. Un'indagine dolorosa, a metà tra Washington e Los Angeles. Gelosie, incomprensioni, un amore che si è sicuri non nascerà mai, una folle corsa contro il tempo per salvare una persona prima che tutto sia perduto... o più semplicemente la ricerca di una persona cara ormai morta?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Vieni a prendermi
Autore: Taila
Serie: Crossover tra NCIS – LA e NCIS
Genere: Romantico, azione, drammatico
Tipo: Long – fic, slash, what if…?, crossover
Raiting: Giallo
Pairing: Nate x Callen, Tony x Gibbs, Sam x sorpresa ^^
Disclaimers: I personaggi presenti in questa long non appartengono a me, ma agli aventi diritto. Io li ho presi in prestito solo per puro divertimento e senza scopo alcuno di lucro.
Note: L’idea per questa fic è nata un po’ per caso e l’ho rigirata a lungo nella mia testa per vedere se potesse funzionare. Alla fine mi sono decisa e mi sono messa al lavoro. Per impedirmi di sforare come mio solito, ho pensata di scriverla prima tutta, ma dato che ormai ho buttato giù un buon numero di capitoli e sono praticamente a più della metà della storia, mi sono decisa e inizio a postarla. In questa long ho anche intenzione di presentare un’altra coppia slash che coinvolge Sam. Era da un bel pezzo che vi avevo messo gli occhi sopra, ma il nostro ex Seal e difficilissimo da accoppiare -.-‘’’È il primo crossover che scrivo e mi scuso anticipatamente se non sono riuscita a gestire al meglio i vari personaggi. Come sempre di garantito c’è tutta la mia buona volontà, la voglia di divertirmi e tutto l’amore che provo verso queste coppie.
Ringraziamenti: Ringrazio marty89: Eccomi qui con la long su NCIS - LA di cui ti ho parlato. Alla fine ho deciso di postarla subito, altrimenti non l'avrei mai finita, mi conosco ^^''' Sono contenta che "Il mio rifugio" ti sia piaciuto, che G ti sia sembrato IC. E' un personaggio cupo e spigoloso, ma quando vuole sa essere anche spiritoso, basta vedere i siparietti con Sam... Spero che anche questa fic ti piaccia ^^ Ringrazio BlackCobra: Allora... questa long è il motivo principale per cui ho ritardato la scrittura della long su Numb3rs ^^ Prenditela con Callen e Nate che mi hanno monopolizzato -.- Cooomunqueee... La frase che citi è anche la mia preferita, perchè dimostra tutto l'amore che Nate prova per G. E' un personaggio dolce e gentile, innamoratissimo, anche se la nuova veste delle puntate in cui lo propongono, lo stravolge completamente, non so se hai visto qualcosa su internet *.* Ti dico solo che Nate ferma un criminale a mani nude ^o^ Spero che anche questa long incontri i tuoi gusti ^^' Ringrazio Sharel: Va bene, lo confesso: ho già iniziato a elaborare una shot dal punto di vista di Callen. Geloso di Nate, combinerà un gran bel pasticcio: povero il nostro psicologo -.- Mi sto prendendo un pò di tempo in più, perchè scrivere il punto di vista di Callen è una tortura... è complicatissimo! T-T Sono contenta che l'altra fic ti sia piaciuta *.* Grazie mille per le bellissime parole, me emozionata ^//^ Ringrazio Shaila Light: Grazie mille davvero! Per aver dato una possibilità alla mia shot nonostante il pairing "strano" - diciamo così ^^ A me i pairing canon non piacciono molto, così mi sfogo su coppie alternative come queste ^o^Contentissima anche ti sia piaciuta la fic e che abbia trovato Callen e Nate IC ^.^ Spero che anche questa ti piaccia -__^
Ringrazio BlackCobra che ha inserito "Il mio rifugio" tra i preferiti. Ringrazio perlanera che ha inserito "Il mio rifugio" tra quelle da ricordare. Ringrazio Rose che ha inserito "Il mio rifugio" tra i seguti e tutti coloro che hanno anche solo letto (inchino!)
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e commenteranno questa long (inchino!)
Adesso la smetto di blaterare e vi lascio alla lettura, al prossimo capitolo gente \^o^/



Vieni a prendermi


Prologo

Corri.
Corri veloce. Sempre più veloce. Oltre il limite delle tue forze.
Corri e non sai nemmeno dove stai andando, tutto quello che ti interessa è trovare un nascondiglio sicuro.
Corri e senti i muscoli delle gambe cedere, incespichi e cadi in avanti, sbattendo violentemente contro l’asfalto. È stato così veloce che tutto quello che avverti è solo qualcosa di caldo e viscoso che ti cola dalla fronte. Ma non puoi fermarti, non ne hai il tempo.
Ti rialzi e cerchi di riprendere a scappare, ma i muscoli delle gambe sembrano essere diventati di marmo, non rispondono e inciampi ancora, però questa volta reagisci d’istinto e blocchi la caduta con le mani. I palmi e le ginocchia sono scorticate, il sangue ti sta impregnando i pantaloni, ma non senti niente, è come se l’interruttore del dolore sia stato spento dentro di te. Tutta te stessa è divorata dal terrore, concentrata sull’assoluto desiderio di salvarti la vita e tornare a casa, non importa come.
Barcollando penosamente ti rialzi e questa volta riesci a darti la spinta necessaria per riprendere a correre. I polmoni sembrano pompare gas incandescente e i muscoli delle gambe paiono immersi nell’acido. Senti il sudore colarti lungo la schiena, freddo e abbondante, viscido e appiccicoso come colla.
Non avresti dovuto mai accettare di seguire questo incarico, ma eri così desiderosa di cambiare aria dopo quello che è accaduto, che non hai riflettuto bene sulla decisione da prendere. Avrebbe dovuto essere una faccenda semplice: raccogliere le informazioni e sparire. Tutto qui.
Invece ci sono voluti sei mesi per mettere le mani su quello che stavi cercando e quando infine ci sei riuscita sei stata scoperta. Sicuramente qualcuno ti ha tradita. Non può esserci nessun’altra spiegazione. E per questo ora stai correndo per vicoli malfamati, inseguita da un paio d’uomini armati che hanno come unico obbiettivo quello di ucciderti. Imprechi tra i denti e giuri che se uscirai viva da questa storia, farai qualsiasi cosa per stanare quel maledetto che ti ha venduto e allora dovrà implorarti per avere una morte rapida e pietosa.
I passi dei tuoi inseguitori suonano vicini, sempre più vicini, e con essi anche il terrore dentro di te monta sempre di più. Stringi forte i denti e, dando fondo a quel poco di forze che ti sono rimaste in corpo, aumenti la tua velocità, anche se sai che infondo non serve a nulla. Sei come un topo in trappola.
Il rumore assordante di uno sparo e una fitta feroce di dolore ti esplodono contemporaneamente nel fianco sinistro, per poi dilagare fulminei in tutto il tuo corpo e concentrarsi nel cervello. Il contraccolpo ti sbalza in avanti, facendoti cadere a terra e rotolare per alcuni metri. Ansimando pesantemente ti risollevi a fatica sulle gambe malferme e riprendi a correre, senza sapere nemmeno tu da dove stai tirando fuori quelle ultime energie.
Senti i loro passi pesanti e veloci alle tue spalle e allora cerchi di aumentare ancora la tua corsa. Avverti il tuo corpo cedere un po’ alla volta per lo sforzo, la mente sciogliersi in un terrificante nulla. Diventa sempre più difficile anche formulare i pensieri più semplici.
Sei in trappola. Non hai più scampo, ormai ne sei consapevole. E ripensi a tuo fratello, cerchi di immaginare la sua espressione, cosa potrebbe provare quando gli diranno della tua morte.
Morte.
È strano ma, nonostante il tuo lavoro, non hai mai pensato alla tua morte. Hai visto tanti colleghi andarsene prima del tempo, lasciando indietro familiari inconsolabili e forse è per questo che hai sempre preferito non soffermarti su simili particolari, come anche solo pensare certe cose potesse farle realizzare.
E ora la Nera Signora è arrivata per te. La stai guardi in viso ma non provi nulla, come se non si trattasse di te. Ma mentre sei impegnata a costringere il tuo corpo a ignorare il dolore e la debolezza sempre più vicini, ti scopri a mormorare a fior di labbra una preghiera.
È una di quelle ti hanno insegnato da bambina, che non hai più recitato quando sei cresciuta, dimenticandola come se non ti servisse a nulla. E ora che ti trovi alla fine della tua vita, ti affidi a quella fede che non hai mai sentito come tua ma più come un’imposizione della tua famiglia, che per tutta una vita hai creduto che non ti era stata concessa ma che, infine, hai scoperto che era già dentro di te proprio a un passo dalla fine.
Tuo fratello direbbe che è null’altro che l’istinto dell’uomo di sfuggire al terrore del nulla che si nasconde dietro la morte, immaginando una vita ultraterrena in cui continuare quello che abbiamo iniziato qui e non siamo riusciti a portare a termine. Ma in questo momento non ti importa di nulla, ti aggrappi con ferocia a quella piccola scintilla, come se fosse l’unica cosa che potrebbe darti le ultime forze per portare a termine il tuo compito.
Svolti un angolo e ti appoggi con la schiena al muro. Sei riuscita a distanziare un po’ i tuoi inseguitori, ma non puoi sprecare tempo in questo modo e permettergli così di recuperare terreno. Ma ti senti così tanto stanca che potresti stramazzare al suolo da un momento all’altro. Scivoli lungo il muro, lasciando una lunga scia rossa e lucida di sangue sui mattoni, fino a quando non ti siedi a terra, tra l’immondizia e la polvere. Le lacrime ti risalgono la gola fino agli occhi insieme a quel senso di disperazione che eri riuscita a tenere lontano fino a questo momento, sentendo per la prima volta la tua vita e tutte le persone che ami scivolare via dalle tue dita come impalpabili e dispettosi granelli di sabbia. E devi far violenza su te stessa per ricacciare indietro quell’urlo nero che preme contro i tuoi denti serrati.
Chiudi gli occhi stremata fisicamente e psicologicamente e poggi la nuca contro il muro alle tue spalle. Cosa credevi di fare quando hai accettato l’incarico del sergente? Vedevi la tua vita rinchiusa in una sfera di cristallo, costretta a ripetere giorno dopo giorno le stesse menzogne, a far finta che non fosse mai accaduto nulla. Quella proposta è stata l’unica via d’uscita che hai visto per non farti spezzare a metà dal dolore.
Questo è semplicemente il risultato della tua scelta. Quando hai accettato sapevi già che c’era il rischio di poter morire, ora devi soltanto accettarlo.
Butti fuori l’aria che hai trattenuto fino a ora e riapri gli occhi. C’è un’ultima cosa che devi fare perché la tua morte abbia comunque un senso. A fatica ti rimetti in piedi, digrignando i denti quando il dolore ti trapassa con stilettate precise e violente. Inspiri forte per farti coraggio, immergi l’indice e il medio della mano destra nella ferita che ti deturpa il fianco: il tuo sangue è l’unico inchiostro che hai a disposizione per scrivere il tuo messaggio d’addio.
Con le dita imbrattate da quel liquido cremisi, tracci sul muro alcune lettere e una serie di numeri, a tutto apponi la tua firma: tuo fratello capirà, ne sei sicura. Ti fermi un attimo a osservare la tua opera e questo ritardo ti è fatale. Uno dei tuoi inseguitori ti ha raggiunta e ti sta puntando contro la sua pistola.
Lo guardi inebetita, come se non riuscissi a capire cosa sta accadendo. Non può essere lui. Non può volerlo fare davvero.
A rallentatore lo vedi ghignare e premere l’indice sul grilletto. D’istinto ti porti le mani al volto come se questo bastasse a proteggerti da un proiettile sparato a bruciapelo.
Poi tutto il mondo attorno a te è divorato dal rumore assordante dello sparo.

  
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