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Autore: N i s h e    14/05/2011    4 recensioni
La mia personale analisi di una canzone che ho scoperto una sera di Aprile: 'Special Needs' dei Placebo.
Sono solo quel ragazzo che ti aiutava a calmarti, quando tuo padre alzava le mani.
Sono colui che ti ha scritto una canzone. Colui che ti ha detto 'ti amo' dopo la sua prima volta. Con te.
Sono quel dannato idiota che ti amava. Sono quello che ti faceva sedere sulle sue gambe fredde e senza vita.
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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special needs.
Ai nostri diciannove anni che un po' ci fanno paura.
Special Needs;

Perché i tuoi sogni non sono simili ai miei.

Perché ti sto insultando nella mia mente.
Perché non sei più la creatura rannicchiata che avevo accolto nel mio cuore.
Special needs. C'è uno spazio vuoto, adesso, lì. E' un bisogno speciale, il tuo peso in me.
Ti alzerai da terra, come una pianta velocemente cresciuta, e sarai tu. Sarai di tutti e perderai la linfa che colorava i tuoi occhi.
Avevi occhi simili a perle, illuminavano i miei sorrisi. Adesso hai solo due grezzi e rozzi diamanti, al loro posto.

Impareranno a guardarti, a scoprirti, non più invisibile.
Ti amavo quando eri invisibile, riuscivo a vederti solo io. Non ti vedevi nemmeno tu, ricordi?
Con i capelli castani, sciolti, sei diventata la leggerezza, in tutti i sensi.
Non eri leggera, ti amavo quando ti facevi quei dannati complessi: potevo smentirli, uno dopo l'altro.
Adesso cosa smentisco? Ci penseranno gli altri a sopraelevarti sul trono della perfezione.
Sono solo quel ragazzo che ti aiutava a calmarti, quando tuo padre alzava le mani.
Sono colui che ti ha scritto una canzone. Colui che ti ha detto 'ti amo' dopo la sua prima volta. Con te.
Sono quel dannato idiota che ti amava, io. Sono quello che ti faceva sedere sulle sue gambe fredde e senza vita.
Quella fottuta checca che si è messo a piangere quando l'hai lasciato. E quello che si è spaccato una mano, tirando un pugno al muro.
Per rincorrere i tuoi sogni.
Non conto niente.
Hai diciannove anni, da oggi, e sogni osceni.
Ricordati della mia voce che ti sussurrava aliti di fiato, nelle notti fredde.
Ritorna, prima che sia troppo tardi per te. Ricordati di me: ti amavo.


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