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Autore: Hime Kuran    14/05/2011    6 recensioni
AlloraH...Questa fanfic è dedicataH a Shinji Ramperouge, la ragazza migliore che conosca e che conoscerò mai.
- Sono passati pochi giorni dopo la sconfitta di Paul alla Lega di Sinnoh. Il ragazzo, solo, senza amici, odiato da tutti i suoi Pokémon, dopo una furiosa lite con suo fratello Reggie farà incidente con la macchina e morirà. La sua anima arriverà in Paradiso, dove un angelo di nome Celeste Brelitz gli dirà che deve andare all'inferno.
Paul, riuscì a convincere Camilla, il capo degli Angeli, a fargli dare una seconda possibilità, ma per non morire e non andare all'inferno dovrà diventare buono e rimediare a tutti gli errori fatti in passato.
Si ritroverà così a rivivere molti dei momenti della serie Diamond and Pearl... Ma in compagnia di Celeste Brelitz!
[NonameShipping - PauLxCeleste]
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                                                                         When I Die...

“Bastardo!” urlò Paul a suo fratello.
“Smettila…Per favore, non ouoi fare così…” sospirò l’altro, tristemente.
"Si invece! La devi smettere di intrometterti nella mia vita!”

“Ma lo faccio per te!”

“Non me ne fotte un fico secco, stronzo!”
“Paul…”
Il ragazzo prese la prima cosa che gli passò per mano, in questo caso un bicchiere di vetro, e lo scagliò contro il fratello.
Reggie, abilissimo, ma allo stesso tempo sconvolto, si scansò e lo evitò.
“Sai che ti dico?! Che sei solo un’irriconoscente! Se sei pronto per vivere da solo…VAI VIA! VAI IN MEZZO A UNA STRADA!”
“CON PIACERE COGLIONE!”
“Dopo tutto quello che ho fatto per te…Da quando mamma e papà sono morti… Tu fai così?!”
“Si, faccio così! Lasciami stare!”
“Dove ho sbagliato con te?!”
Lui aprì la porta e la chiuse violentemente, andandosene via.
 
Ultimamente, i litigi fra Paul e Reggie erano sempre più frequenti.
Stavolta avevano litigato per un consiglio di Reggie che andava contro agli ideali di suo fratello.
A Paul, però, non interessava.
Il suo cuore era di ghiaccio.
Non gli importava minimamente se stava per ferire a morte il fratello.
Tutta la gente lo chiamava “il ragazzo senza un cuore e senza un’anima”.
Il soprannome, tutto sommato, gli si addiceva parecchio.
 
Prese la macchina.
-Dopo la discussione con il coglione, vado a farmi un giro in macchina, passo al bar, compro una birra e vado da qualche parte, anche sotto un ponte va benissimo.- pensò, e così fece.
Purtroppo, non si limitò a una birra, ma ne prese ben cinque.
-Tanto, una o cinque, è la stessa cosa.- si giustificò lui.
Rientrò in macchina, con il volume della radio al massimo ed iniziò a girare di nuovo per la città.
E, tra un giro e l’altro, si scolava una bottiglietta.
Bottiglia dopo bottiglia, la sua vista iniziò ad appannarsi.
-Mi sto solo per addormentare…- pensò il ragazzo.
Dopo un po’, gli venne un senso di nausea, ma non ci fece caso.
S iniziò a preoccupare quando iniziò a perdere il senso dell’orientamento e la testa iniziò a girargli.
Nonostante questo, decise di non fermarsi.
Ad un certo punto, vide un ragazzo con una macchina all’ultima moda, come la sua, che gli lanciò un’occhiata e lo superò.
Paul la prese come una sfida e iniziò ad accelerare sempre di più.
All’improvviso perse i sensi per colpa dell’alcool, mentre la macchina continuava a correre.
 
L’incidente fu inevitabile.
Nel silenzio della notte, si sentì solo il rumore dello schianto di una macchina contro un muretto.
“Cos’è successo?!” “Com’è successo?!” “Chi c’è dentro la macchina?!” “Povero ragazzo!” “ Dio mio, aiutatelo!” “ Sanguina di brutto!” “Chiamate l’ambulanza!” dissero alcuni passanti accorsi.
 
A quelle urla Paul aprì gli occhi.
La sua macchina era completamente distrutta.
Si accorse che riusciva a respirare a fatica.
La vista era annebbiata.
Gli veniva voglia di chiudere gli occhi, di non respirare.
Fu quello il momento in cui si sentì legato alla vita più che mai: il momento in cui sentì che la sua vita stava per terminare
Lottò con tutte le sue forze, ma quella forza oscura chiamata Morte.
Chiuse gli occhi, smise di respirare.
Era morto.
Nella strada si sentì l’ambulanza che arrivava, più medici lo visitarono, eppure tutti erano d’accordo su una sola cosa: per il ragazzo, non c’era niente più da fare.
 
 
Dopo un po’ di tempo, nessuno può dire quanto, Paul aprì gli occhi.
Era in un posto nuovo, che non aveva mai visto.
Gli sembrava di camminare sulle nuvole, sopra il cielo.
Guardò davanti a sé: c’era un bancone con una ragazza con un paio di ali e una tunica di seta bianca che lo fissava.
Sembrava una signorina al bancone della Reception negli hotel.
Paul le si avvicinò, dicendo: “Scusa, dove sono?”
“In Paradiso, mio caro Paul Shinji!”
“Eeeeh? Come fai a sapere il tuo nome?!”
“Bèh, diciamo che ho delle schede con su scritti i nomi di tutti gli umani…Con le loro informazioni personali e la data della loro morte.
“Cosa?!”
“Già…E tu sei Paul Shinji, hai 18 anni e mezzo, e sei morto…Poco tempo fa in un incidente stradale.”
“Sentiamo, tu chi saresti?!”
“Celeste Brelitz.”
“Bene. Ora, mi fai tornare a casa?!”
“Giusto, mi devo occupare della tua sistemazione” disse la ragazza mentre sfogliava un fascicolo.
“Mh… Bene signorino… Maltrattamento di Pokemon… Non hai amici… Sei stato capace di farti odiare da tutti… Hai messo le mani addosso ad un paio di ragazze… Cavolo! Hai anche spacciato droga! Fumi anche! E vedi quante cose hai fatto a tuo fratello!”
“Che vuoi farmi la predica?!!!”
“Mh…Ok. Tutto chiaro. L’inferno è la porta in basso a destra. Goditi il soggiorno.”2
“I-I-Inferno?!”
“Già… Dopo tutto quello che hai fatto, non puoi proprio entrare nel Paradiso!”
“E sentiamo, come hai fatto tu ad entrarci?”
“Io sono un angelo…Non hai visto le ali?”
Paul alzò lo sguardo da terra e inziò a scrutare attentamente la ragazza: era alta poco meno di lui, aveva i capelli castani liscissimi, una frangettina girata verso sinistra con una deliziosa mesh azzurra come i suoi occhi.
“Si, ho visto le ali… Ma…Parlami un po’ di te…”
“Io? Bèh, sono occupata col mio lavoro, non posso…”
Lui invece sarebbe stato disposto ad ascoltarla parlare per ore ed ore, pur di non andare all’inferno.
“Si invece…Ci sono solo io!”
“Eh si, in effetti…”
“Allora…Quanti anni hai?”
“Diciassette.”
“Sono più grande di te, quindi.”
“Esatto.”
“Che fai di bello al Paradiso?”
“Diciamo che sono relativamente piccola, non sono morta nemmeno cent’anni fa… Sto ancora recuperando gli anni di studio che non ho potuto seguire mentre ero viva.”
“Capisco...”
“Già…Sto sui libri tutto il giorno… Noi angeli abbiamo il corso di gentilezza, bontà, pazienza, autocontrollo, dolcezza, dobbiamo imparare a volare e a controllare le nostre ali, facciamo corsi come massaggiatori, impariamo a suonare degli strumenti musicali, io per esempio suono l’arpa…Hey, ma ti interessa quello che sto dicendo?!” disse lei, arrabbiata, vedendo Paul che guardava da tutt’altra parte.
“Si…”
“E cosa ho detto?”
“Bèh…Hai detto che…Insomma…Si…”
In quel momento arrivò una ragazza alta, molto più dei due ragazzi, magrissima, con un vestito da sposa bianco, aveva delle ali enormi, il triplo di quelle di Celeste, bionda con gli occhi verdi acqua (insomma, un po’ più chiari di quelli di Celeste…Non quelli di Celeste Brelitz, proprio quelli di Shinji Ramperouge).
“Cosa succede qui?” chiese.
Celeste si inchinò, trascinando con sé anche Paul.
“Sua Altezza Camilla, va tutto bene.”
“Va bene Brelitz. Chi è quel ragazzo vicino a te?”
“Sua Altezza Camilla, lui è Paul Shinji, morto oggi.”
“Posso consultare il suo fascicolo?”
“Certamente, Sua Altezza Camilla”.
La ragazza si alzò senza guardare la donna negli occhi e le porse il fascicolo.
“Molto bene…Sei un soggettino, mio caro Shinji…”
“Cosa?” disse Paul alzandosi, mentre Celeste gli diede uno strattone per farlo inginocchiare di nuovo.
“Caro mio… Non ti sei guadagnato il Paradiso. A te spetta l’inferno!”
“Mi scusi… Sua Altezza Camilla o chi è lei…Ma io…Non voglio andarci.”
“E perché? In fondo, hai sempre condotto una vita sballatissima!”
“Si ma… Dopo aver letto la  Divina Commedia… Aver ascoltato qualche volta la Messa… Bèh…”
“L’inferno di spaventa, vero?”
“Esatto…”
“E tu…Pur di non andarci…Saresti disposto a rimediare a tutti i tuoi errori?”
“…Si.”
“Benissimo… Te la senti di tornare sulla terra e rivivere l’ultimo anno della tua vita rimediando a tutti i tuoi errori?”
“Si! Si! Ovvio!”
“Ricordati solo una cosa… Se fallirai… Morirai…E se non sarai puro…Ti aspetta un viaggio di sola andata all’inferno!”
“…Cavolo…Comunque…Si, ci proverò!”
“E per supervisionare il tuo lavoro…Brelitz, che ne dici di accompagnarlo?”
“Io? Lui? Cosa? Bèh, Sua Altezza Camilla, vede…”
“Non accetto scuse Brelitz. Lo farai e basta. Ricorda che noi Angeli dobbiamo essere dolci, gentili e pazienti.”
“D’accordo Sua Altezza Camilla.”
 
Camilla, con un gesto del braccio, fece comparire una porta luminosa.
“Attraversatela e… Buona fortuna!”
 
*FINE CAPITOLO 1*
  
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