Osserva dentro il mio dolore,
scovane da dentro le variabili
e distruggile, abbattile ancora,
perché non si confondano da fermi
con i suoi impotenti inutili freni
che non sanno bloccare questo flusso.
Spiegamelo, perché non capisco,
questa mancanza di vuoto e distanza,
questo potere di inutilità perversa.
Sono poesie infrante che volano,
scorron tra le pagine di un libro bianco,
ha perso ogni cosa che è esistita
e ti ha vista da lontano o di sfuggita.
Cosa è che non si crea tra le distanze?
E’ un gioco nel rincorrere a vicenda
Ogni istante che svanisce nella memoria?
Sono gli errori che si impiantano qui?
Cos’è, spiegami, il vuoto che riempie,
perché non ho la capacità di capire.
Cos’ho che non va dentro il mio cuore
Dove si spiega la realtà del mio dolore?
Cosa c’è che mi divide da questo o quello
Nell’incapacità di parlare e agire?
Ho bisogno di risposto e di domande,
ho perso anche le più inutili speranze,
non richiedo un perdono inutile al mondo,
ma un presente che spieghi il mio fondo.