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Autore: Sege    16/02/2006    9 recensioni
Una piccola one-shot su Takao e Kai, senza troppe pretese, se non quella di far fare "chu"!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*~*~*~* NdA *~*~*~*
Una piccola fanfic per far fare chu a Wren... scritta proprio perchè sentivo di scriverla, e non perchè in cambio mi sia stato promesso qualcosa... *____* Scherzo! O forse no? ^_^ Beh... buona lettura!
*~*~*~* Fine NdA *~*~*~*


L' aeroporto era gremito di ragazzine urlanti, che si accalcavano contro le transenne come impazzite. Lo speaker aveva da poco annunciato l' apertura dell' imbarco, per cui lui avrebbe dovuto passare per quello stretto corridoio da lì a qualche minuto.

"Aaaaah!!! Aaaaah eccolo!!! Eccolo!!!"

Per un attimo ci fu un silenzio sovrannaturale. Migliaia di occhi si voltarano verso il punto indicato dalla ragazza che aveva appena parlato. Poi, un' esplosione di grida, urli e suoni di giubilio.

"Takao!!! Takao fammi un autografo!!!"

Il campione del mondo avanzava lentamente tra le sue fans - le transenne che una volta avevano formato un corridoio cedevano lentamente una ad una - stringendo mani, ricevendo abbracci, baci e regali di ogni tipo.

"Waaah waaah gli ho toccato i capelli!!!"

"Amy-chan, sei così fortunata!!!"

Normale routine, per il blader campione del mondo, Takao Kinomiya. Ormai era solito ai bagni di folla, e in fondo, non gli dispiacevano per nulla. Ma quel giorno sorridere gli risultava davvero difficile. Non si aspettava certo che Kai piangendo lo implorasse di restare, non era quello che voleva. Quello di cui avrebbe avuto bisogno era semplicemente... un saluto, un sorriso. Un gesto qualsiasi... E invece no, si era scontrato ancora una volta contro quel muro impenetrabile. Aveva provato ad attaccarlo in tutti i modi, con la forza, con la gentilezza, con l' astuzia... ma non era mai riuscito ad entrare in quella fortezza di ghiaccio.

Kai Hiwatari, la fortezza impenetrabile.

Sarebbe stato tutto più facile se si fosse innamorato di una di quelle ragazzine urlanti a cui piaceva tanto. E invece no. Era così stupido da essersi innamorato di una persona come lui. E adesso sarebbe partito per andare dall' altra parte del mondo, per tornare chissà quando... e non era nemmeno riuscito a salutarlo. Anzi, l' ultima volta che l' aveva visto avevano quasi litigato.

Era stata tutta colpa sua in fondo, perchè si aspettava che Kai avesse, nei confronti della sua partenza, una reazione "umana". Succedeva sempre così, per ogni motivo, dal più serio al più futile. Che si trattasse di un' uscita per un pic-nic, di una festa di compleanno, del giorno di Natale... Takao non riusciva a trattenersi dal fantasticare su cosa avrebbe fatto, su cosa avrebbe detto Kai, finendo sempre col perdersi in pensieri in cui il compagno lo stringeva a sè, lo baciava e gli sussurrava il suo amore. E tutte le volte sbatteva la faccia contro quel muro invalicabile. E ci rimaneva male, così male che giurava a se stesso che mai ci sarebbe cascato di nuovo e poi... e poi si ritrovava a fissare gli occhi del russo, perdendosi di nuovo nelle sue fantasie.

Quella volta non era stata diversa dalle altre. Si era immaginato chissà che, e invece, quando aveva annunciato la sua partenza, Kai non aveva fatto una piega. Si era limitato a mormorare un "ah" non troppo convinto. E se Takao era riuscito a sorvolare su quella reazione tanto distaccata, non era riuscito a starsene zitto di fronte al saluto che gli era stato rivolto quella mattina, quando lasciando la casa in cui ormai conviveva coi suoi compagni di squadra, le uniche parole che aveva ricevuto erano state un "ah, ma stai uscendo?"

Aveva reagito come un imbecille, di fronte a tutte le sue illusioni che andavano in frantumi. Gli aveva tirato addosso la prima cosa che gli era capitata tra le mani - il suo cappello - gridando che sì, se ne stava uscendo, e per quanto riguardava Kai, probabilmente non sarebbe più rientrato.

E se ne era andato via, sbattendo la porta e salendo sul taxi.

Non si era nemmeno voltato a vedere che faccia avesse fatto... anche se ormai era sicuro che la sua espressione sarebbe rimasta impassibile di fronte a qualsiasi cosa.

"Waaah! Mi ha guardato! Mi ha guardato!!!"

Le grida delle ragazzine lo riportarono alla realtà. Era arrivato - in un modo o nell' altro - al bancone dell' imbarco. Fece passare il suo bagaglio a mano attraverso il metal detector, e ad un cenno del poliziotto di turno, passò anche lui. Mostrò la carta d' imbarco, riprese il suo bagaglio e salutò il poliziotto. Si girò un' ultima volta verso la folla, con la scusa di sorridere ancora alle sue fans. Ma quello che in realtà sperava era di vedere Kai.

Ma, naturalmente, non c'era.

Si voltò verso il lungo corridoio e si diresse verso il suo aereo.


"Ow... Amy-chan, se n'è andato... torniamo a casa!"

"Uff... non mi ha fatto l' autografo..."

"Ma di cosa ti lamenti! Gli hai pure toccato i capelli!"

"Già!!! Vabbeh torniamo a casa, sarà per la prossima volt... Miki-chan!!! Guarda!!! Quello... quello è Kai!!!"

"Seeh, ma dove? Non lo vedi che è solo un tizio col cappello?"

"Ma ti dico che è lui!!"

"E la marmotta che incarta la cioccolata dov'è? Su dai, per oggi ne hai già avuto abbastanza..."


Takao si sedette al suo posto, sbuffando. L' idea di allenarsi in America, che prima gli era sembrata tanto geniale, ora gli sembrava tremendamente stupida. Ma d' altro canto non poteva certo tornare a casa dopo il modo in cui se n' era andato. Non poteva dargliela vinta... certo che no.

Nel frattempo, quasi tutte le persone avevano preso posto. Qualcuno si era anche seduto accanto a lui, ma Takao era troppo impegnato a rimuginare sui suoi pensieri per dare peso alla cosa.

"Ah, se vuole che torni a casa come minimo mi deve chiedere scusa, altro che! E poi voglio indietro il mio cappello!"

"Scusa." disse il ragazzo col cappello seduto di fianco a lui, dandogli un bacio sulla guancia. "Il cappello però me lo tengo."

  
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