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Autore: Leslie and Lalla    15/05/2011    0 recensioni
[Seguito di Drawing a SongAttenzione: può essere letta senza alcun problema anche da chi non ha letto il primo]
Sono passati sedici anni dall'incontro di Lori e Cleo, e ora tocca alle loro figlie fare i conti con il primo amore e le complicazioni che ne derivano.
Madelyn e Michelle sono due cugine adolescenti inseparabili eppure, alle volte, diverse: la prima è la fotocopia del padre, capelli castani, occhi verdi, terribilmente protettiva nei confronti della sorella più piccola e senza i libri, i quali le permettono di viaggiare di fantasia e quindi staccarsi per un po' da un mondo che sembra avercela con lei, non vivrebbe; la seconda il padre lo ha a malapena conosciuto, ha viaggiato in giro per il mondo armata di macchina fotografica e ora si sente un po' stretta nella piccola città di montagna dove l'hanno relegata.
A confronto di Michelle, Mad reputa indispensabili i ragazzi: le volte in cui ha preso una cotta per uno stronzo che aveva fretta di buttarla via senza curarsi dei suoi sentimenti sono incontabili, tanto che ora ha perso ogni speranza di trovare uno con la testa a posto ed è convinta che siano tutti come i suoi ex, cioè dei luridi vermi senza uno straccio di cuore. La cugina, invece, non ha mai pensato ai ragazzi come più che amici, non si è mai innamorata e dopo aver sentito le storie di sua madre, sua cugina e della sua migliore amica, ha paura che accada anche a lei.
Tuttavia le due ragazze, nonostante tutto, nel loro più profondo continuano a sognare la propria anima gemella, che sembra non essere poi così irraggiungibile...
[Scritta a quattro mani, con due punti di vista diversi: quello di Madelyn e quello di Michelle]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All of Drawing a Song and Sequels'
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23. Epilogue – First part




Venerdì 16 giugno

Madelyn's Pov.

Dicono che non bisogna mai smettere di sognare, e una volta che il proprio sogno diventa realtà ci si deve svegliare e vivere il presente.
La mia vita ora è al fianco di Nicola. Nicola così sicuro, Nicola così innamorato, Nicola così esperto, Nicola così attento. Da quando ho deciso di fare l'amore con lui, ho passato un mese e mezzo insieme a lui: giorni felici, con qualche battibecco, ma pur sempre felici.
«A cosa stai pensando?» domanda, interrompendo bruscamente i miei pensieri.
Volto la testa verso il suo viso e abbozzo un sorriso. «A noi» rispondo, sincera.
A questo punto mi prende la mano e dolcemente intreccia le sue dita con le mie.
Rimango colpita da questo gesto, semplice, ma che racchiude miriadi di sentimenti.
«Dobbiamo andare in farmacia, ricordi?» soggiungo, troncando l'atmosfera romantica che s'era fatta tra di noi.
«Giusto, tua cugina sta male» conferma lui, annuendo.
Ci avviamo per mano verso la farmacia più vicina, che è a cinque minuti a piedi da qui.
«Intanto che compro il buscofen, ti fa niente andarmi a prendere una bottiglietta d'acqua al bar che sto morendo di sete?»
«Certo, amore» fa lui, stampandomi un bacio sulla fronte. «Torno subito.»
«Grazie.»
Appena metto un piede dentro la stanza, una ventata di agitazione mi assale.
Forza Mad, penso tra me e me.
«Salve» mi saluta la signora al bancone con un sorriso cordiale.
«Buongiorno» borbotto, mentre i battiti del cuore accelerano drasticamente. Prima di dire le fatidiche parole, prendo un sospiro di incoraggiamento. «Un buscofen e... un test di gravidanza» dico, con voce rotta.
Non posso credere che stia realmente accadendo.
«Ecco a lei» fa quella, porgendomeli. «Sono diciotto euro e cinquanta.»
Tiro fuori il portafoglio con il cuore in gola.
Prima di uscire, mi fermo a guardare i ciucci e i biberon con una punta di malinconia.
Cinque minuti dopo sono fuori che mi guardo attorno, in cerca di Nicola.
«Eccoti» esclama lui, quando mi vede. «Tieni l'acqua.»
«Grazie» dico, prendendola con la mano tremante.
Deve aver notato il mio fremito, perché subito mi chiede preoccupato: «Ma stai bene?»
«Ho solo un po' di mal di testa» rispondo, sforzandomi di sorridere. «Dev'essere il caldo.»
Una volta che ho finito di bere, Nicola mi stringe i fianchi con affetto. «Vedrai che quando siamo nel bungalow stai meglio.»  


Circondata da quattro mura che mi trasmettono una vaga sensazione rassicurante, rimango seduta sulla tavoletta del water con lo sguardo vuoto, mentre nella mano destra stringo il test di gravidanza con il risultato che non ho ancora avuto il coraggio di guardare.
«Uhm, Mad... tutto bene?» chiede Michelle, bussando alla porta del bagno. «Sei chiusa lì dentro da un quarto d'ora...»
Improvvisamente la voce di mia cugina mi trasmette forza. Abbasso lo sguardo e do una veloce occhiata alle due lettere che sono comparse.
Non ho la forza di sillabare mezza parola, l'unica cosa che riesco a fare è aprire la porta per poi trovarmi mia cugina di fronte a me, che mi fissa preoccupata.
«C'è qualcosa che non va?» chiede lentamente, poi abbassa lo sguardo e nota il bastoncino bianco che tengo in mano. «Oh... cosa...?»
D'improvviso, come se mi fossi appena svegliata da un incubo, mi salgono le lacrime da chissà dove, non riesco a reprimere i gemiti e scoppio in singhiozzi, buttandomi a pancia in giù sul letto. Non voglio che mi veda, non voglio farmi vedere così fragile e disperata.
«Mad!» esclama lei. Poco dopo sento che si siede accanto a me, e subito dopo mi appoggia una mano sulla spalla con dolcezza.
Non riesco a spiegarle subito, ho bisogno di un po' di tempo per sfogarmi prima.
«E'... è positivo» balbetto poi, tra una lacrima e l'altra.
Michelle non dice niente, rimane ad accarezzarmi la schiena trasmettendomi nient'altro che tanto, tanto affetto. Tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento.
Dopo qualche minuto, mi metto a sedere, asciugandomi le guance dal sale delle lacrime.
Non ho il coraggio di guardarla in faccia, forse perché provo vergogna per me stessa.
«Non so... non so cosa dire» mormoro.
«Perché non provi partendo dall'inizio?» prova a incoraggiarmi lei.
«Non saprei da dove cominciare» dico, alzando leggermente le spalle. «E' solo che... che non credevo di essere rimasta davvero incinta. Solo a pensarci mi sembra assurdo... Inizialmente credevo fosse un normale ritardo, a volte mi capitano, ma quando sono entrata nella seconda settimana di ritardo ho iniziato a prendere in considerazione l'idea che... che...» non riesco a finire la frase, che scoppio di nuovo in lacrime. «Mi sento così... così sporca, Michelle.»
«Non devi» mormora, quasi commossa, «non è colpa tua...»
«Sì invece, non dovevo farlo...» dico in un sussurro, mentre nella mia mente, come se non bastasse, compaiono immagini di me e Nicola a letto insieme.
D'improvviso mi sale un coniato di vomito, allora corro in bagno, alzo la tavoletta e inizio a vomitare, mentre Mich mi tiene i capelli.
Quando alzo la testa, do un'occhiata al mio riflesso sullo specchio e vedo che sono diventata bianca. Mi do una veloce sciacquata in faccia, sperando che l'acqua fredda basti per farmi riprendere un po' di colore.
«Tutto bene?» mi chiede lei, sfiorando la mia mano con la sua.
«Sto un po' meglio» sussurro. «Ho... ho bisogno di sedermi», e detto questo, mi avvio verso la camera, sorretta da Michelle.
Quando mi siedo sul letto, mi impongo di respirare piano e di calmarmi.
«Mad, pentirti di quello che hai fatto non cambierà le cose» dice, piano, sedendosi accanto a me.
«Lo so» sospiro io. «Ma è difficile cercare di rimboccarmi le maniche e fare qualcosa di concreto... Cioè, cosa dovrei fare? Tenere il bambino? Abortire?» ipotizzo, mentre una lacrima silenziosa percorre la mia guancia. «E comunque» faccio, tirando su con il naso, «in ogni caso la mia vita è rovinata... io sarei etichettata come “quella che scopa e che ha la sfiga di concepire un bambino a diciassette anni”. Porca puttana!» grido poi, sfogando la mia rabbia e il mio risentimento.
«Penso... penso che prima di tutto dovresti parlarne con Nicola» suggerisce lei, dopo una breve pausa. «E' una decisione importante da prendere e non puoi farlo da sola, anche perché lui ci è dentro quanto te.»
Mi asciugo gli occhi con le mani, sentendomi per un attimo una bambina piccola. «Sì... però, non lo so... non è una decisione facile, anche se ne parlassi con lui... e poi, se dovesse mollarmi? Cosa farei? La ragazza madre? E rovinarmi la vita?» inizio, mentre dallo stomaco mi sale il panico. «Oppure dovrei abortire? Io sono contro l'aborto, è come se uccidessi la creatura che si sta formando dentro di me... oddio, Mich, mi viene così da piangere...»
«Ssh» mormora, abbracciandomi e posando la fronte sulla mia spalla, «tu ti fidi di Nicola, giusto?»
Rimango immobile a meditare, ripenso ai nostri incontri d'amore, alle sue parole, alla sua dolcezza con cui mi abbracciava quando c'era qualcosa che non andava, poi annuisco con lentezza.
«Allora devi confidare che farete la scelta giusta e che andrà tutto bene, anche se sarà dura.»
Per un po' fisso pensosa il pavimento, le piastrelle marroni quadrate, la loro perfezione, la loro regolarità, la loro simmetria. Quanto vorrei che anche la mia vita fosse tutta calcolata in questo modo.
Quando riesco a trovare qualcosa da dire, alzo il capo e incrocio il mio sguardo triste con quello incoraggiante e speranzoso di mia cugina. Non posso non sorridere davanti al suo viso, alla sua espressione colpita e allo stesso tempo così rassicurante e dolce. «Spero proprio di sì, Michelle...» sussurro, mentre una morsa mi stringe il cuore.


«Che bella serata» fa Nicola, alzando lo sguardo verso il cielo stellato.
«Già» ammetto, e quasi senza rendermene conto stringo la sua mano, come per fargli capire di aver bisogno di affetto.
Lui capisce, infatti ricambia la stretta e torna a guardarmi negli occhi, sorridendomi.
Abbozzo un sorriso poco convinto, mentre dentro di me mi sento morire. Cosa sto aspettando? E' un'ora che passeggiamo per la spiaggia e non ho ancora formulato una frase di senso compiuto.
«Stai ancora poco bene?»
«Sì, cioè... più o meno» borbotto, distogliendo lo sguardo.
«Vuoi sederti?»
«Okay» dico, poi propongo di sistemarci sul pontile.
Una volta che ci siamo seduti con le gambe penzoloni a pochi centimetri dal mare, lui mi circonda la vita con un braccio. Io d'istinto appoggio la guancia sulla sua spalla, sentendomi subito meglio. Il suo profumo mi invade le narici come una ventata d'aria fresca mentre le onde del mare bagnano la costa, ridondanti, a qualche metro di distanza da noi.
Quanto vorrei che si fermasse il tempo... Ma purtroppo il tempo non si fermerà, i secondi trascorreranno inarrestabili e le vite di tutti gli esseri umani proseguiranno con i soliti alti e bassi.
«Nik?» dico, senza sapere ancora che parole usare. Maledetta me e la mia impulsività.
«Sì?»
E ora?
«Dimmi, amore» mi incoraggia lui, dopo una pausa vuota in cui sono rimasta zitta a osservare il mare e la spiaggia deserta.
«E'... è difficile» inizio, alzando il capo dal nervosismo. «Non so come dirtelo...»
«Cosa?»
«Vorrei che fosse un brutto sogno, vorrei tanto potermi svegliare in questo esatto momento...»
«Cos'è successo, Mad?» mi chiede preoccupato, cercando il mio sguardo.
Non muovo un muscolo e sembra che anche i polmoni abbiano smesso di scambiare aria, e per un momento credo che pure il cuore abbia smesso di pompare sangue alle vene, ma quando i battiti si fanno sempre più veloci, realizzo che sono viva, sto respirando e non sono in un sogno. Nicola è realmente qui, e vorrebbe tanto guardarmi negli occhi e sapere cosa mi sta succedendo.
«Ti prego, guardarmi» implora poi.
Volto di scatto il capo e ho finalmente il coraggio di guardarlo in faccia. Ha la fronte corrugata, questa volta non perché si sta sforzando di tradurre una frase di latino complicata, ma perché sta cercando di capire il motivo per cui sono ammutolita improvvisamente. I suoi occhi chiari sono spaventati, le labbra aride.
«Sono... incinta» sputo fuori d'un fiato, il cuore che batte come un tamburo, le mani che tremano, il respiro affannoso.
La sua espressione cambia improvvisamente, come se gli avessi appena dato una sberla, ma non è colma di sdegno o di frustrazione, no...
«Sposiamoci.»
«Cosa?!» esclamo, credendo di aver capito male.
«Sposami, Madelyn» ripete con più sicurezza, afferrandomi tutte e due le mani e racchiudendole nelle sue.
Non so se gridare per la felicità o mettermi a urlare dandogli del pazzo. Di sicuro non mi aspettavo questa reazione.
«Ma... ma... abbiamo solo...» balbetto.
«Io diciannove e tu diciassette anni, lo so» dice, determinato. «Ma so anche che ti amo davvero e sono sicuro di voler passare la mia vita con te... e con il nostro bambino.»
«Io...»
Rimane a fissarmi, senza abbassare mai lo sguardo. La sua assoluta convinzione a sposarci e vivere per sempre insieme mi ha letteralmente spiazzata. Certe persone non sono convinte a sposare l'amore della loro vita all'età di trent'anni, e io che ne ho diciassette...
«Ormai siamo legati per sempre con questo bambino, e sposarci renderà solo più forte il nostro rapporto... e sarà un rapporto vero.»
«Sì, è vero, però... mi sembra così assurdo...»
«Io sono contrario all'aborto, e per di più non voglio uccidere mio figlio che sta crescendo nel grembo della donna che amo con tutto me stesso!» aggiunge, sbattendomi la verità addosso. «Questo sarebbe assurdo!»
Dio, è proprio così.
«Ti amo troppo, Mad, e farei qualsiasi cosa per te, per noi, per essere felici.»
Senza accorgermene, gli sorrido. E' vero che non avevo preso minimamente in considerazione l'idea che lui volesse sposarmi e tenere il bambino, ma è anche vero che non è poi così assurda come idea: sono incinta di lui, nessuno dei due vuole commettere un omicidio con un aborto e ci amiamo, perché non sposarci e rendere il nostro amore eterno?
«Sì, Nicola, sposiamoci» affermo poi, annuendo con un sorriso dipinto sulla bocca.
«Dio, se ti amo» dice lui, socchiudendo gli occhi per un attimo, poi d'un tratto unisce le nostre labbra con foga, colto da un improvviso desiderio.
Pochi minuti dopo siamo sdraiati sul pontile, lui sopra di me che non smette di baciarmi il viso. Le labbra, la fronte, le guance, il naso, il collo... dopo poco con la bocca scende lentamente fino ad arrivare alla pancia, scoperta, per poi posare delicatamente l'orecchio sul mio ombelico.
«Il nostro bambino» sussurra, provocandomi mille brividi lungo la schiena.
«O bambina» aggiungo, con un fil di voce.
«O bambina» ripete lui, guardandomi con un sorriso raggiante sul volto che io ricambio. «Bambina o bambino che sia, sarà sicuramente il più bello del mondo.»


















*** Spazio Autrici ***

Buonaseeera!
Visto come siamo state brave con i tempi di pubblicazione?! :D

Questo è il mio ultimo scritto di Ds2... oddio, come sono contenta (: E che soddisfazione! Finalmente questa long-fic giunge alla fine, che dite? ^^ (ahah, aspettate, non intendevo per liberarvi di noi, per quello dovrete aspettare ancora taaanto dato che c'è ancora tutta Ds3! :D)

Non so se ve l'avevamo già anticipato, ma l'epilogo è diviso in due parti: la prima, come potete vedere, è scritta dal punto di vista di Madelyn, mentre la seconda parte da quello di Michelle. Con Drawing a Song avevamo fatto un unico epilogo scritto in terza persona, ma non c'era piaciuto molto, così per Drawing a Song 2 abbiamo deciso di fare in questo modo, quindi, il prossimo capitolo sarà l'epilogo scritto dalla mia socia, e dunque quello che succederà con i suoi personaggi... Uh, quasi dimenticavo, i dialoghi dei personaggi di Leslie in questo capitolo li ha scritti lei e viceversa per quanto riguarda il prossimo capitolo ^^

Allora, vi piace come ho fatto finire la mia parte? *si nasconde sotto la scrivania per evitare pomodori virtuali che attraversano lo schermo del pc.
Lo soooo, molte di voi erano per Mad/Gianluca, ma questa è la mia volontà U_________U (ahahah preso dal film "La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler" che ho visto ieri) No, scherzi a parte, vi ricordo che c'è ancora Ds3 (che personalmente non vedo l'ora che ci sia su EFP **) e lì ci saranno un sacco di sorprese anche per quanto riguarda Ds2 :)

L'ultima cosa che vorrei dirvi prima di chiudere, è che in Ds3 siamo decisamente a buon punto:  io sto finendo il quinto capitolo mentre Lindu sta finendo il secondo (vabbeh, ma sono io l'anormale che scrive un sacco di Ds3 ancora prima di finire Ds2! Ahahahah)

Bieeeen, io ho finito qui :)
Al prossimo (e ultimo ç.ç) aggiornamento ;D

Tanti baci
da Lalla e Leslie

   
 
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