Gilbert faticava a capire quei concetti complicati. E Kant aveva perso il conto delle spiegazioni.
“Fenomeno è ciò che vedi, noumeno quello che esiste, ma non è conoscibile,”
“La cosa in sé!” ripeteva Prussia convinto di aver compreso, ma il giorno dopo sarebbe tornato a domandare.
Kaliningrad è una cittadina tranquilla, con i bambini che si rincorrono lungo il viale del filosofo. A volte Gilbert si siede sulla scogliera, lascia che la brezza gli scompigli i capelli, osserva la città e finalmente capisce.
Kaliningrad è il fenomeno, Koenigsberg, quello che esiste, ma non si può più vedere, è il noumeno.
-2- Perchè tutto è destinato a passare, tranne lui
Prussia aveva deciso che non si sarebbe affezionato mai più a nessun essere umano, sapeva che le nazioni restano, ma gli uomini muoiono. Sapeva che non ne valeva la pena.
Gilbert aveva già commesso questo errore e giurato che non sarebbe più caduto nella trappola.
Prussia sentì tossire, alzò la testa e a stento trattenne lo stupore. Immanuel si era trasformato in un vecchio fragile e malato. Aveva capelli bianchi e occhi acquosi, riflesso di una mente ormai ingenua e infantile.
Gilbert batté il pugno contro il tavolo, rabbioso. Non si sarebbe mai più affezionato a nessuno. Faceva troppo male.
Note: di solito non pubblico fan fiction a distanza di poco tempo l’una d’altra, ma in questi giorni mi sento ispirata e ho voglia di scrivere.
Dopo l’atmosfera allegra delle precedenti drabbles, queste due sono più serie e tristi. Spero comunque che siano apprezzate. Il titolo è la definizione tedesca di noumeno(cosa in sè) e fenomeno (cosa per me)