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Autore: zenzero    16/05/2011    4 recensioni
Cosa accadrebbe se all’universo delle fiabe dei Fratelli Grimm si unissero i personaggi di Berserk? Sicuramente qualcosa di inquietante e misterioso, ma allo stesso tempo divertente! Ho utilizzato il testo di una fiaba che parla di una famosa bambina che si reca dalla nonna, ho aggiunto i personaggi di Kentaro Miura e..voilà! Buona lettura a tutti!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Guts
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPPELLACCIO BLU.
 

 
 
C’era una volta una cara ragazzina, tutti a vederla fuggivano spaventati, poiché aveva poteri magici e i capelli verdi. Una delle poche persone che le volevano bene si chiamava Flora ed era una strega. Una volta le regalò un cappello di velluto blu, e poiché le donava tanto che essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappellaccio Blu. Un giorno Farnese, la giovane donna che si occupava di lei le disse: - Vieni, Cappellaccio Blu, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali a Madama Flora, è debole e malata e si ristorerà.
Cappellaccio guardò il cestino storcendo il naso: - La focaccia l’hai fatta tu, vero?-chiese, tastandone la consistenza.Emanava un odore strano.
Farnese annuì, contenta: - Ho trovato un libro di ricette e ho provato a vedere se potevo cucinare delle focacce.
Cappellaccio scosse la testa . “E’ dura come il marmo. Deve averla tenuta troppo nel forno, come al solito,”, pensò , ma non lo disse.
Farnese continuava a parlare: - Mettiti in via prima che faccia troppo caldo e quando sei fuori, và da brava, non uscire di strada, se no cadi e rompi la bottiglia e Madama Flora resta a mani vuote.
- Mica sono scema , - commentò la ragazzina.
- E fai attenzione a chi incontri per strada. Non parlare con nessuno, e specialmente non prestare attenzione agli spaventosi Falchi Bianchi, che hanno l’aspetto di splendidi giovanotti e invece..
- Va bene, ho capito, ciao!  - esclamò Cappellaccio, e uscì di casa.
La nonna abitava nel bosco, a mezz’ora dal villaggio. Una volta giunta lì, Cappellaccio incontro il Falco. Ma non aveva un aspetto spaventoso, tutt’altro. Era un giovane uomo, vestito di abiti splendenti . Il volto meraviglioso, dai tratti efebici, era incorniciato da splendidi capelli bianchi che sembravano danzare al vento . Indossava una rilucente armatura bianca, che pareva brillare al sole come una gemma.
Cappellaccio rimase a fissarlo a bocca aperta, e quando il Falco parlò lei trasalì.
- Buon Giorno, Cappellaccio Blu,- egli disse.
- Grazie, Falco.
- Dove vai così presto, Cappellaccio Blu?
- Dalla Strega Flora.
- Cos’hai nel cestino?
- Vino e focaccia. Spero che la bevanda possa ammorbidire un poco la consistenza della focaccia, che sembra un sasso. L’ho sempre detto ,a Farnese, che non sa cucinare, ma lei..
- Dove abita la tua nonna, Cappellaccio?
- A un buon quarto d’ora di qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce, là sotto c’è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già.
Il Falco pensava “ Questa bimba tenerella potrei offrirla in sacrificio per ampliare il mio potere, mentre la Strega è un nemico da sconfiggere; se sei furbo, le acchiappi tutt’e due”.
Fece un pezzetto di strada vicino a cappellaccio, poi disse: - Vedi Cappellaccio, quanti bei fiori? Perché non ti guardi attorno?
Ma Cappellaccio  Blu sembrava non riusciva a distogliere lo sguardo  dai profondi occhi blu del bellissimo giovine.
- Non senti come cantano dolcemente gli uccellini?, - continuò il Falco.
Ma Cappellaccio  Blu riusciva ad udire unicamente l’armoniosa voce del giovane.
“Accidenti, sono troppo affascinante!” si disse il Falco.
- Te ne vai tutta contegnosa, come se andassi a scuola, ed è così allegro fuori nel bosco!
- Ma io non ci vado a scuola, - disse lei.
Il Falco stava per perdere la pazienza quando i suoi (splendidi) occhi si posarono su qualcosa di interessante.
 - Guarda che elfi carinissimi! - esclamò, puntando il dito alle sue spalle, e Cappellaccio finalmente si girò.
C’erano davvero due piccoli elfi che svolazzavano allegramente.
“Se li porto a Flora, potrà usarli per i suoi esperimenti, le farà piacere, è tanto presto che arrivo in tempo”.
Tirò fuori dalle tasche un retino per farfalle, regalo del suo amico Robert detto Bob, la spugna, e dal sentiero corse nel bosco per acchiappare le due creature. Correndo si inoltrava sempre più nel bosco.
Ma il Falco si fece dare un passaggio dal suo amico, Zodd il Nosferatu, e in un attimo  arrivò alla casa della nonna e bussò alla porta.
–Chi è?
–Cappellaccio Blu, che ti porta vino e focaccia: apri.
–Alza il saliscendi, - gridò la Maga:  – Io sono troppo debole e non posso levarmi.
Il Falco alzò il saliscendi, la porta si spalancò e, senza dir motto, egli puntò il dito in direzione della strega e Zodd la divorò.
Poi si mise le sue vesti e la cuffia, si coricò nel letto e tirò le cortine.
Cappellaccio non riuscì ad acchiappare i due elfi, ma almeno ne raccolse la polvere magica, che infilò in un sacchettino. Poi si ricordò della strega e s’incamminò. Si meravigliò che la porta fosse spalancata ed entrando nella stanza ebbe un’impressione così strana che pensò: “Oh, Dio mio, oggi, che paura! E di solito sto così volentieri con la Maestra Flora!”
Esclamò: – Buongiorno! - ma non ebbe risposta. Allora s’avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata, con la cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano. Sicuramente più attraente.
- Oh, Maestra, che pelle liscia e delicata!
- Per ricevere un tuo bacino sulla guancia!
- Oh, Maestra, che meravigliosi occhi blu!
- Per vederti meglio!
- Oh, Maestra, che mani affusolate!
- Per meglio indicarti!
- Ma Maestra, che labbra morbide!
- Per meglio darti il bacio d’addio!
E subito il Falco posò le sue labbra sulla fronte della bambina, per poi indicarla.  Zodd balzò sul letto e ingoiò la povera Cappellaccio Blu.
Il Nosferatu, saziato il suo appetito si mise a letto (fortunatamente a due piazze, altrimenti non sarebbe entrato), s’addormentò e cominciò a russare sonoramente. Il Falco gli si coricò accanto, e si mise  a riflettere della propria bellezza.
Proprio allora passò lì davanti il Guerriero Nero e pensò: “Come russa la vecchia! Proprio ora che stavo per appisolarmi dopo una notte d’inferno! Devo dirle di smetterla , anche se sta male chissenefrega!”
Entrò nella stanza e, avvicinandosi al letto , vide il Falco. –Eccoti qua, vecchio impenitente, –disse, – è un pezzo che ti cerco.
Stava per puntargli la spada al cuore, ma poi vide Zodd e gli venne in mente che il mostro avesse mangiato la strega e che si potesse ancora salvarla, aveva ancora qualcosa da chiederle a riguardo degli spiriti infernali.
Non gli tranciò il corpo di netto come era solito fare, ma usò la punta della spada per tagliare la pancia del Nosferatu addormentato.
Dopo due tagli, vide brillare il cappellaccio blu, e dopo altri due il corpo esanime della bambina uscì fuori grondante di sangue e di budella calde.
- Perché, che ti aspettavi?- chiese il Falco alzandosi da letto e guardando il Guerriero.
- Niente di diverso, - rispose questi sorridendo, - Dopotutto, siamo stati partoriti dalla fantasia perversa di Kentaro Miura. Mi spiace solo per le espressioni disgustate dei poveri lettori, e per i miseri Fratelli Grimm, che si staranno rivoltando nella tomba. E ora lottiamo.
Il Falco annuì, preparandosi alla lotta.
Prima di cominciare rivolse un ultimo pensiero alla sventurata Cappellaccio Blu.
“Mai più correrai da sola nel bosco, lontano dal sentiero, quando Farnese te l’ha proibito”.
 

FINE
 
 
 
 

   
 
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