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Autore: Oswin12    16/05/2011    1 recensioni
Cosa fareste voi se vostro padre vi negasse la possibilità di realizzare il vostro sogno più grande? Kaila ha optato per la fuga, ma non si aspettava certo di fare amicizia con il ladro più famoso di Sareil.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                IL LADRO E LA RAGAZZA           
 
 
 
« Mi sono convinto che anche quando tutto é o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio. Mi sono convinto che bisogna

contare sempre su se stessi e sulle proprie forze; non attendere niente da nessuno e quindi non procurarsi delusioni. Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa 

e che si può fare e andare per la propria via »
 
 
 
                                                            PROLOGO
 
 
Un silenzio di tomba alleggiava sulla fortificazione, come una nube nera. Le mura erano disseminate di cadaveri e quà e là delle case infiammate accendevano la

notte con sinistri bagliori.  I nemici non avevano avuto pietà né per i vecchi, né per i bambini, né per le donne. All’improvviso un cigolio risuonò nella lugubre

atmosfera e uno stormo di corvi, disturbati da qualcosa, si alzò in cielo gracchiando. Un’ombra si aggirava per i vicoli deserti, guardandosi intorno, furtiva. Uscì dalla

città e si mise a correre in direzione delle colline. Arrivata alla collina più vicina, l’ombra : un bambino sui dieci anni, di nome Mendir, si girò con il volto rigato dalle

lacrime, a guardare le rovine. Attese un paio di minuti e poi s’incamminò verso l’orizzonte.
 
 
 
 
 
                                                            10 ANNI DOPO
 
 
Il ragazzo correva per le strade di Sareil, una sacca in una mano e un piccolo coltello nell’altra. In città era tempo di mercato e una folla di gente minacciava di

sbarrargli il cammino. Dietro di lui si udivano le grida delle guardie, partite al suo inseguimento, che cercavano di non travolgere le persone. Il giovane afferrò al volo

 un barile e lo lanciò verso la guardia più vicina, creando uno sbarramento provvisorio che mandò tutti a gambe all’aria. Ne approfittò per svoltare a sinistra, ma si

ritrovò in un vicolo cieco. Guardandosi attorno cercò una possibile via di fuga; non trovandone si girò per tornare indietro, ma si trovò davanti un uomo grande e

grosso e armato fino ai denti.

- Già finita la corsa, ladruncolo ? – sogghignò quello – Intrappolato come una mosca in una ragnatela…e nelle prigioni, di ragnatele ce ne sono tante ! Ma non

preoccuparti, una volta che ti ci abitui, non ci fai più caso. Ti accorgerai che, finché sarai ancora vivo, non sarà poi così male la vita del prigioniero…-

- Grazie per la dritta, armadio a due ante, ma non credo di voler verificare di persona !- e detto questo lanciò negli occhi dell’avversario un po’ di terra e scappò via

come un fulmine. Corse finché non gli mancò il fiato e dovette fermarsi. Sorrise tra sé e sé, constatando di averli seminati.

- Nessuno può acchiappare Mendir, il re dei ladri !- e se ne andò fischiettando, scomparendo nelle stradine.
 
 
Quella notte, in una sontuosa reggia, poco lontano da Sareil, Kaila cercava di uscire da una finestra, al pian terreno, senza far rumore. Aveva diciassette anni compiuti

da poco e una mente sveglia e ribelle. Solo il giorno prima aveva espresso al padre il suo desiderio di girare per il mondo, ottenendo come risposta una risata di

scherno. Perciò decise di mettere in atto l’unico piano possibile : scappare. Percorse in fretta il grande giardino e scavalcò il cancello. Si guardò un’ultima volta alle

spalle e prese a correre più veloce che poteva.

Il mattino seguente fu svegliata dai rumori della città (si era addormentata ai margini di una delle tante vie). Guardandosi attorno scorse un sacco di volti nuovi e

sconosciuti. Si alzò. Cercò di rassettarsi la gonna come meglio poteva, ma senza ottenere grandi risultati.

- Sembro una stracciona…- disse tra sé e sé. Fece un bel respiro profondo e s’immerse nel caos. Stava girando senza una meta precisa, quando una voce si alzò

dalla folla, urlando : - AL LADRO !- Kaila si guardò intorno e scorse un bambino che disperato cercava di scappare da un uomo armato. Quando il piccolo la

raggiunse le si nascose dietro chiedendo aiuto. Lei constatò che doveva avere meno di otto anni e che aveva le stampelle. In mano reggeva una focaccia e due mele.

In un gesto di compassione lo prese in braccio e corse via, cercando di seminare la guardia. Disperata urlava aiuto, ma la gente si scostava, ignorandoli.

All’improvviso qualcuno, dal nulla l’agguantò e la trascinò in un vicolo. Lei fece per urlare ma una mano le premette la bocca.

- Sssh…non fiatare…- le sussurrò una voce. La guardia li superò di gran carriera, senza notarli minimamente, e il misterioso salvatore la lasciò andare. Il bambino,

che fino ad allora era rimasto rannicchiato tra le braccia di Kaila s’illuminò.

- Mendir !- urlò felice, guardando la figura. La ragazza cercò di capire i tratti del volto di quest’ultimo, ma i lembi del cappuccio nero glielo impediva. Mendir controllò

che la via fosse libera e fece segno di seguirlo. Giunsero ad una casa abbandonata, con i muri coperti di crepe. Entrati salirono una lunga scala, arrivando nella

soffitta. Kaila mise giù il bambino e si guardò intorno meravigliata. Cerano mobili in ottime condizioni e ovunque erano accatastati oggetti di mille forme e colori. 

Una parte di parete era stata buttata giù e offriva una panoramica dei tetti sorprendente. Spostò lo sguardo sul suo salvatore, che stava abbassando il cappuccio. Il

mantello scivolò sul pavimento, scoprendo un viso decisamente attraente, dai lineamenti ben marcati e con due occhi indagatori, di un profondo color verde. I capelli

neri gli arrivavano fin quasi alle spalle. Vestiva semplicemente, con una camicia bianca un po’ logora, un paio di pantaloni neri e scarpe dello stesso colore. Era

snello, di altezza media e dall’apparente età di vent’anni. Appena si accorse che lo stava guardando spostò lo sguardo su di lei.

- Voi chi sareste ?-

- Kaila, signore. Devo ringraziarvi per poco fa, se non fosse stato per voi…- con un gesto della mano il giovane fece intendere che non era il caso di ringraziare.

- Non potevo certo lasciarvi in balia di quell’energumeno ! Io mi chiamo Mendir. – poi sorridendo aggiunse, spostando lo sguardo sul bambino, che intanto si era

seduto su uno sgabello - Bastian ! Dovresti smetterla di cacciarti nei guai !-

- Sto solo mettendo in pratica i tuoi insegnamenti - gli rispose il piccolo, raggiante.

Ridendo Mendir gli spettinò i capelli, dirigendosi verso un angolo e tirando fuori da una sacca del cibo.

- Sarete affamata, signorina…- disse porgendole del pane e della carne. Kaila fu tentata di declinare, ma un gorgolio alla pancia la costrinse ad accettare ciò che gli

offriva.

- È la prima volta che vi vedo. Non siete di queste parti o sbaglio ?-

- Non sbagliate signore….-

- Datemi pure del tu ! E chiamatemi Mendir – la interruppe lui.

- Non sbagli Mendir. Arrivo da un posto in cui non intendo tornare. Sono scappata di casa !-

- E come mai Kaila, siete scappata ?-

- I miei desideri non coincidono con quelli di mio padre …- in quel momento una voce chiamò dalla strada. Bastian si alzò in piedi, reggendosi alle sue stampelle.

- È mia madre ! Ci vediamo dopo Mendir ! Arrivederci Kaila !- e detto questo uscì dalla stanza.

Si sentì lo scalpicciò sui gradini e poi la porta che si apriva.

- Allora Kaila, avete un posto in cui dormire ?-

- Veramente no…-

- Se volete potete rimanere qui. C’é tanto di quello spazio !-

- Grazie. Ripartirò domani mattina – detto questo lui le mostrò il posto in cui avrebbe dormito e lei si addormentò in un baleno.
 
 
Quando riaprì gli occhi ci mise qualche secondo per accorgersi dov’era. Si mise a sedere e una voce alle sue spalle la fece sobbalzare.

- Buongiorno Kaila.-

Lei si girò di scatto ma si tranquillizzò alla vista di Mendir. Era seduto ad un tavolino e stava facendo colazione con una mela e un bicchiere di quella che, dall’odore,

sembrava birra. Lei si alzò e andò a sedersi accanto a lui. Prese anche lei una mela e cominciò a mangiare. Dopo qualche minuto, fu lui a rompere il silenzio.

- Avete già deciso dove andare ?- le chiese, guardandola dritto negli occhi.

- Veramente no. Non proprio…- rifletté qualche secondo – Credo che andrò verso il mare, a Coisa. Ho una zia che abita da quelle parti. –

Mendir stette a guardarla per qualche istante.

- È un viaggio piuttosto lungo…vi ci vorranno almeno tre mesi. –

- Non mi preoccupa tanto quanto ci metterò, piuttosto non sono sicura di conoscere la strada…-

- Abito in questa città da dieci anni e non l’ho mai lasciata. – rifletté lui - Ho pensato di cambiare aria, anche solo per un po’, ma non avevo un motivo valido per

andarmene - disse guardandola – Se per voi non é un problema vorrei accompagnarvi. -

Kaila lo guardò sorpresa e non riuscì ad evitare che un po’ di rossore si facesse largo sulle sue guance.

- Assolutamente no. Non ho nulla in contrario…-

Lui si alzò di scatto e cominciò a camminare di quà e di là, raccattando diverse cose tra vestiti, monete e roba varia. Infilò tutto in una sacca da viaggio e sotto lo

sguardo sempre più stupito della ragazza esclamò : - Sono pronto !- lei, per tutta risposta, non poté fare a meno di scoppiare a ridere,  felice di come fosse cominciata

bene la giornata e per nulla pentita di essere scappata di casa.

Così, prima che le campane suonassero mezzogiorno, Mendir e Kaila s’ incamminarono verso sud, diretti al mare.
 
 
 
FINE
  
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