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Autore: marty_    16/05/2011    0 recensioni
Come ci si sente a dover tornare, come ci dovrebbe sentire anzi quando tutto quello che hai conosciuto è mutato. Alexis e Alice tornano dopo sei lunghi anni. Chissà a volte dicono che le cose cambiano in meglio, sarà il loro caso?!
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tom
“Cazzo!” bisbigliai voltandomi lievemente e mi portai le mani al volto per evitare di essere visto.
“Che hai Tom? Paparazzi, fan scatenate?”
Cavoli ma è possibile che in tutta la città (e vi assicuro che Amburgo non è poi così piccola) e con tutti gli Starbucks in città, io mi dovessi trovare seduto al tavolo di fronte al suo?!
L’avevo subito riconosciuta, nonostante la lieve ubriachezza e le luci della sera precedente: la linea lucente dei capelli che ricadevano sulle spalle piccoline, il nasino delicato, le lunghe gambe… troppi dettagli per una persona conosciuta la sera prima. Mai osservata così attentamente una ragazza; ne avevo avute talmente tante che i dettagli di una si mischiavano con quelli di un’altra. Per non parlare dei nomi poi! Non ne ero mai stato pazzo e di certo non avevo una grande memoria. Odiavo poi, quando la ragazza offesa di turno, partiva con la tiritera del perché hai sbagliato nome e bla bla bla. Dio!
Ma con lei era diverso. Il suo nome non si era perso nella confusione della mia mente, no, si era piantato come un chiodo fisso nel centro perfetto della mia testa: Alice.
Un suono armonioso, equilibrato. Bisognava aprire tutta la bocca per pronunciarlo, nella sinfonia di quella perfetta commistione di sillabe. Ecco nel momento in cui pensai queste cose, capii di essere finito. Tom non avrebbe mai detto ‘sinfonia di quella perfetta commistione di sillabe’.
“Bill ti prego andiamo via!” sussurrai, sporgendomi verso di lui tenendo sempre il capo chino.
“Ma Tom io davvero non capisco cosa tu abbia..” Interruppe la frase, individuando il punto della situazione.
“No! Noi non ce ne andiamo per niente!” decise, chiudendo il pugno sul tavolo. “ Anzi sai cosa fai ora?” aggiunse con una pausa per accentuare la suspense.  Mi guardò dritto negli occhi, aspettando forse che capissi da solo.
“Mio nascondo nel bagno?” proposi, senza la speranza di essere ascoltato.
“no certo che no cretino” sbottò stizzito, assomigliando sempre di più a una donna sull’orlo della menopausa.
“No. Ora ti alzi, ti trascini con la tua camminata da figo fino al suo tavolo, ti presenti e le chiedi il numero!” concluse sfoderando un sorrisetto soddisfatto e incrociando le braccia al petto con aria risoluta.
“Ah ha” latrai senza enfasi. “ Lo sai che a volte sei un vero spasso fratello ?!” Lo guardai incurante della sua espressione interdetta. “ Adesso però ti prego annulliamo le prenotazioni e filiamocela!!” terminai iniziando ad alzarmi.
“Troppo tardi Tom” sorrise Bill, compiaciuto. “ Sta arrivando la mia colazione”
 
Bill
Mi sciolsi in un sorriso quando mi accorsi che avevano interrotto il loro discorso. Era evidente che volevano evitare qualsiasi tipo di ‘impiccio’. Che fossero fidanzati quei due? Oh povero Tommy. Beh tentare non nuoce. Tesi la mano verso la fantomatica Alice.
“Salve! Io sono Bill!” La guardai girarsi verso il suo interlocutore per poi riportare la sua attenzione su di me graziandomi con una delicata stretta di mano. Notai con gioia una mano fresca di manicure.
“ Ciao io sono Alice e lui è..”
Il moretto davanti a lei la interruppe e mi strinse rudemente la mano bofonchiando un “ Dean”.
Capii al volo quello che in realtà voleva dire; il suo ‘piacere di conoscerti’ sembrava molto di più un ‘piacere di scoprire che sei un uomo Bill. Prima che tu ci illuminassi con il tuo nome, ero convinto fossi una donna’. Ormai capivo queste cose, anche se non mi erano dette, sapevo di non essere lo specchio della virilità e che a vent’anni la mia sessualità era un dubbio persino per me, quindi decisi di collocarlo nella mia speciale lista di persone delle quali non calcolare le frecciatine, proprio sotto mio fratello: l’ultimo posto.
Erano incredibilmente simili per quanto riguardava frecciatine a risposte caustiche. In risposta non feci altro che allargare il mio angelico sorriso per poi rivoltarmi verso la .
“Voi due non siete di qui vero? Tu parli un tedesco ottimo ma l’accento del tuo ragazzo mi sembra molto americano! Vi siete trasferiti da poco?” chiesi  innocentemente.
"Veramente no, io siamo nati quì ma abbiamo passato molti anni di studio in America; siamo appena tornati. Comunque accomodati Bill!" mi invitò a sedere, indicando una sedia accanto alla sua.
"Ah e comunque non stiamo insieme! ecco noi siamo..."
il tipo davanti a lei, Dean, si sporse in avanti confare minaccioso dicendo.
"Siamo molto legati e a lei tengo molto quindi se trovo qualcuno ad infastidirla non sò come potrei reagire." quelle parole suonavano come una minaccia bella e buona ma non mi scomposi e continua a guardarlo negli occhi.
"Tranquillo caro sono una persona tranquilla io!" sorrisi. " Quindi dov'è che abitate, se non ricordo amle avete detto di essere tornati! scusate l'invasione è solo curiosità!"  vidi negli occhi di Dean accendersi un lampo, probabilmente non aveva molto gradito la mia intromissione.
"Hai presente il quartiere residenziale?" intervenne Alice " quel vicono ceco del 3°viale? ecco l'ultima casa è la nostra. o almeno era dei miei e dei nonni e dei nonni dei nonni, diciamo che è un pò vecchiotta!"
avevo capito di che casa stava parlando; da piccoli tutti la chiamavano la 'casa stregata' , dicevano che ci vivesse una strega e che molti bambini avevano sentito urla strazianti provenire dalla cantina. Tom più di una vola era voluto andarci ma alla fine ha sempre declinato. Quando poi i proprietari avevano traslocato di quella casa non si era fatto più nulla.
"Ah si bella casa, ci passavo sempre con mia amdre per andare a scuola! Ma ci vivete voi due soli? insomma è un pò grande per du epersona soltanto..."
stavo per ricevere una risposta da Alice quando Dean la interruppe bruscamente.
"Senti, Billy, o come ti chiami, sei venuto quì per farti una chiacchierata amichevole o c'è un motivo preciso per il quale dobbiamo sostenere questo tuo interrogatorio?" il suo tono era sprezzante e il suo volto contratto da una smorfia di sfida.
"Oh si scusami Dean, non era mia intenzione interrompoere una coppia di sconosciuti" esordìì "e comunque non è una cosa che riguarda te, cercavo solo di renderti partecipe della conversazione dato che mi sono state insegnate le buone maniere, che forse tua madre non ha avuto interesse di fare" dissi noncurante della sua espressione e posando lo sguardo sul mio nuovo smalto.
alzai lo sguardo solo quando sentii il sumore della sedia che sbateva sul pavimento.
"Fottiti frocio!" mi disse per poi rivolgersi a Alice " ti spetto in macchina, muoviti!" lasciò i soldi sul tavolo, e lo guardai sparire dietro la porta.
"Non pensavo se la sarebbe presa non era mia intenzione essere maleducato! chiedo scusa!"
Alice sorrise teneramente guardando nella direzione di Dean; dovevano essere davvero molto legati. Quello sguardo mi ricordò quelli che lanciavo a Tom nei suoi momenti di sconforto.
" lascia stare Bill, è una storia molto lunga e complicata" disse sorridendo " Ah ma non c'era qualcosa che volevi dirmi?"
Risi. Ero troppo pettegolo per non rispondere alla sua provocazione.
"Bhe niente di che ecco, solo che Ti STIMO! Cazzo se ti stimo!" sorrisi davanti alla sua espressione corrucciata; mentre in un altro tavolo il mio amabile fratello cercava di non farsi notare.
 

  
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