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Autore: SeverusF    16/05/2011    1 recensioni
Maria, un nome importante, una famiglia disastrata, una concezione sicuramente non immacolata. Riuscirà un'adolescente, con una vita passata difficile, a terminare la gravidanza e a non soccombere alle cattiverie della gente troppo impicciona?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Che dire, spero vi piaccia!


Cazzo.
E ora, cosa dovrei fare? Piangere? Ridere? Urlare?
Quante volte ho guardato quel maledetto test, come ha potuto una cosa così piccola sconvolgermi completamente la vita?
Controllai più e più volte le istruzioni, sperando di aver saltato qualche passaggio in cui dicevano che quegli aggeggi erano totalmente inaffidabili, che avevano poca precisione, che non funzionavano se era troppo caldo, non so cosa stessi cercando, qualsiasi cosa mi desse qualche speranza.
No, quegli stronzi sembravano perfetti, non sbagliavano mai, avevano anche il display con il numero di settimane. Possibile?
Mi appoggiai al muro e iniziai a scivolare verso il basso, conscia di star perdendo i sensi.
Quando li riacquistai, pochi minuti dopo, tutto mi sembrava un brutto sogno, io, Maria, quindicenne, stavo aspettando un bambino, una piccola creaturina. E assicuro che non era stata un’immacolata concezione. A ripensarci, non sembrava nemmeno vero. Come poteva esserlo?
Mi alzai e uscii dal bagno, la casa, come sempre vuota, era inondata dal sole di un caldo pomeriggio di giugno. Mi diressi lentamente al divano con la testa annebbiata, come avrei fatto a dirlo a lui? Certo era il padre, ma con me non si era comportato bene, tradendomi, come potevo anche solo sperare che si sarebbe preso cura del nostro bambino? Probabilmente, non appena glielo avrei detto, lui sarebbe scappato a gambe levate e non si sarebbe più fatto vedere. Ma l’avrei capito, anche io sarei fuggita, se non ce l’avessi avuto nella pancia.
Solitamente a questo punto ci si preoccupa per come dirlo ai genitori, beh, quello non era il mio caso. Mia madre ci aveva abbandonati parecchi anni prima per un uomo più giovane, senza figli, da allora non l’avevo più vista. Inizialmente ci spediva i regali al compleanno, ma poi si dimenticò di noi.
Mio padre, per riuscire a mantenere la famiglia, si era dedicato completamente al lavoro, guadagnando molto certo, ma rendendosi estraneo alla sua stessa famiglia.
Mia sorella Francesca si era laureata in medicina, finanziandosi gli studi con chissà che mezzi, e appena ne ha avuto l’occasione, se n’è andata a vivere in Sud Africa, a fare la missionaria.
Io e Filippo, cresciuti senza una guida, ci siamo dovuti arrangiare. Filippo aveva quattro anni più di me, anche se a vederlo in faccia sembrava molto più vecchio, distrutto dall’alcool com’era.
In una situazione del genere, posso dire di aver scritto nel dna che mi sarei messa nei guai.
Maria, la ragazzina con la famiglia disastrata e il volto d’angelo, ora incinta. Cosa avrebbero detto di me a scuola, per strada?
Certo, tutti aspettavano un mio sbaglio per dire che “loro lo sapevano che, con una storia del genere, non avrei potuto stare lontana dai guai per sempre.”
Ma non mi importava, che a gente stupida si sa, ora dovevo trovare il modo di dirlo a Viola e Lucia, le mie migliori amiche.

  
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