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Autore: Sekunden    16/05/2011    4 recensioni
«Devo chiederti una cosa» il tono di voce di Katerina si fece improvvisamente serio. Elena notò la cosa e la guardò, corrugando la fronte. Le fece cenno di sì e si spostò leggermente.
«Devi salvarla» disse la Bulgara, prendendole entrambe le mani e stringendole.
«Chi devo salvare?» domandò confusa la ragazza, tentando di capire. Katerina si fece ancora più seria, guardandola con preoccupazione.
«Ha bisogno che qualcuno le ricordi l'importanza dell'amore. Solo così potrà liberarsi dalla sua eterna dannazione» una lacrima improvvisamente rigò il volto di Katerina.
Elena la guardò dispiaciuta e con un dito raccolse la lacrima, accarezzandole con leggerezza la guancia calda.
Si rese conto di chi stesse parlando. Non aveva ancora collegato le due identità, forse non c'è n'era alcun bisogno.
Si ricordò di Katherine e del suo profondo egoismo.
Rimase stupita quando realizzò che, al contrario di come avrebbe mai voluto pensare, si sentiva al sicuro insieme a lei.
Insieme a Katerina.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Elena Gilbert, Katherine Pierce | Coppie: Elena/Katherine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Every step that I take is another Mistake to You'
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Titolo: Evening Sun
Pairing: Elena/Katerina
Rating: Verde
Note Iniziali: Premetto che oggi sono abbastanza malinconica e triste per i fatti miei. Tutti abbiamo problemi, no? Ecco, io cerco di affievolire la tristezza scrivendo e perdendomi nella fluffosità più totale.
Ho scritto il
prompt e subito dopo ho cominciato questa OS. Mi è venuto spontaneo. In effetti pensavo da tempo ad un confronto tra loro due. Elena e Katerina, così simili quanto differenti.
Bene, vi auguro dunque una buona lettura!
Contest/Challenge: Scritta per il TVG!Fest, prompt “Elena/Katerina - "I need you back, I need you better. Evening sun, why don't you stay? Just a little longer, please." [Evening Sun - Bliss]

▪▪▪

Elena non aveva mai visto quella terra.
Camminava spaesata, tentando di capire dove si trovasse.
Respirava un'aria nuova, pura. La sua pelle era illuminata dal sole d'estate, mentre i capelli lunghi e lisci erano spettinati dal vento.
Accelerò il passo, cominciando a prendere confidenza con quell'ambiente del tutto nuovo.
La sua mente era svuotata da ogni pensiero superfluo. Le sue labbra erano arricciate in un sorriso divertito, come quello di una bambina.
Infine iniziò a correre, respirando a pieni polmoni il profumo dei fiori appena sbocciati e udendo con serenità il cinguettare degli uccelli.
Correva spensierata, ridendo da sola e tenendosi i fianchi per la fatica.
«Aspettami!» una voce improvvisa la fece fermare, senza voltarsi. Continuò a sorridere con dolcezza, mentre tentava invano di sistemare i capelli.
Fece un lungo respiro, chiudendo gli occhi, attendendo che qualcuno arrivasse.
«Finalmente...» Elena aprì gli occhi, sentendo nuovamente quella voce così pura.
Realizzò in breve tempo che fosse
identica alla sua.
«Ti stavo aspettando,
sŭkrovishte» disse quella voce, con un tono allegro.
Riuscì a comprendere il significato di quella parola e scrutò con timore la pronuncia di essa, fin troppo conosciuta dalle sue orecchie.
Elena non aveva il coraggio di voltarsi. Improvvisamente la serenità che l'aveva accompagnata in quegli attimi era come svanita. Deglutì e rimase immobile.
«Non avere paura, voltati» sussurrò la voce, con una gentilezza inaudita. Tutto fu chiaro alla ragazza quando riuscì a sentire il respiro affannato di qualcun altro, dietro di lei.
E' umana. Pensò rassicurandosi, facendo un altro sorriso.
Seguì il consiglio e lentamente si girò, curiosa di scoprire a chi appartenesse quella voce.
Un breve istante separò il suo stupore dal tocco lieve di quell'entità.
«Chi sei?» domandò Elena, guardandola dritta negli occhi.
«
Moeto ime e Katerina» rispose l'altra, porgendole l'altra mano e sorridendole.
«
Zdravei, Katerina» mormorò Elena, e nel contempo realizzò che riusciva a comprendere e parlare quella lingua, come nulla fosse.
La ragazza continuò a sorridere, accarezzandole la mano sinistra.
Il sole illuminava i loro volti completamente identici. Finalmente Elena ricambiò il sorriso, sentendosi al sicuro.
«
Vieni con me, voglio mostrarti una cosa» sussurrò Katerina, come se fosse una proposta segreta. L'altra accettò, lasciandosi trascinare.
Le due cominciarono a correre. Katerina stringeva la mano della ragazza, senza mai lasciarla andare.
«P
iano, rischio di cadere!» esclamò Elena con il fiatone. La giovane non le rispose, si limitò a ridere e continuare a correre.
Finalmente si fermarono, respirando a fatica entrambe.
Per la prima volta, Elena notò l'abbigliamento dell'altra. Un lungo vestito color pesca, scollato sulle spalle e sul petto.
Dopo osservò attenta quei capelli ondulati che ricadevano sulle sue spalle. Infine notò la profondità delle sue pupille e l'oscurità delle sue iridi.
Abbozzò un altro sorriso, prima di sedersi per terra e guardarsi intorno, per rendersi conto di dove Katerina l'avesse portata.
Di fronte a lei vi erano una serie di alberi e diverse colline. Il cielo era libero da qualsiasi nuvola.
Si poteva sentire il fruscio dell'acqua in lontananza, probabilmente vi era un ruscello da qualche parte dietro le colline.
«E' fantastico» constatò Elena, quasi a bocca aperta. Katerina si adagiò di fianco a lei, cingendosi le gambe con entrambe braccia.
«Lo pensi davvero? Io amo questo posto, vengo qui da quando ero bambina» disse la giovane Bulgara, con occhi illuminati da mille ricordi.
Elena notò questo particolare e non fece a meno di sorridere.
Forse non aveva mai sorriso così tanto come in quel momento, nell'arco degli ultimi mesi.
«E' tutto così tranquillo. Rimarrei qui per ore, a riflettere» disse Elena sospirando. Ripensò a tutte le sue tragedie, alle sue perdite e alla sua dannata vita. Deglutì e cercò di cacciar via una lacrima che con prepotenza avrebbe voluto rigarle il volto.
Katerina trovò nella sua voce quella nota di malinconia, così prese la sua mano destra e la strinse forte, mostrandole conforto.
«Non sarai triste per sempre,
malki» le sussurrò all'orecchio, continuando a stringerle la mano.
Elena amò quell'alternarsi delle parole, la dolcezza infinita con cui Katerina le pronunciava.
«Sembri sicura di ciò che dici» Elena la guardò, poi spostò lo sguardo sulle loro dita intrecciate.
«Continua a credere nell'
amore» Katerina le alzò lo sguardo, guardandola. Le sorrise nuovamente, questa volta il sorriso fu molto più sincero.
Elena ricambiò e – come se fosse il gesto più naturale del mondo – poggiò la testa sul petto della giovane, lasciandosi cullare da un abbraccio colmo di affetto.
Si rilassò, ascoltando il suo battito del cuore. Il venticello continuava a sfiorarle la pelle, facendola rilassare ulteriormente.
«Quanti anni hai, Katerina?» le domandò, alzando leggermente il capo per guardarla.
«Diciannove anni» rispose la ragazza, guardando di fronte a lei.
Elena scosse il capo, sistemando nuovamente la testa sul suo petto.
«Devo chiederti una cosa» il tono di voce di Katerina si fece improvvisamente serio. Elena notò la cosa e la guardò, corrugando la fronte. Le fece cenno di sì e si spostò leggermente.
«Devi salvarla» disse la Bulgara, prendendole entrambe le mani e stringendole.
«Chi devo salvare?» domandò confusa la ragazza, tentando di capire. Katerina si fece ancora più seria, guardandola con preoccupazione.
«Ha bisogno che qualcuno le ricordi l'importanza dell'
amore. Solo così potrà liberarsi dalla sua eterna dannazione» una lacrima improvvisamente rigò il volto di Katerina.
Elena la guardò dispiaciuta e con un dito raccolse la lacrima, accarezzandole con leggerezza la guancia calda.
Si rese conto di chi stesse parlando. Non aveva ancora collegato le due identità, forse non c'è n'era alcun bisogno.
Si ricordò di
Katherine e del suo profondo egoismo.
Rimase stupita quando realizzò che, al contrario di come avrebbe mai voluto pensare, si sentiva al sicuro insieme a lei.
Insieme a
Katerina.
«Come posso farlo?» domandò, insicura del compito che le aveva assegnato.
Katerina si avvicinò a lei, cingendole i fianchi con un braccio.
«Dalle
speranza, solo tu puoi farlo» si interruppe un attimo, prima di riprendere il discorso. «Sei tu la sua fonte di salvezza, la sua umanità perduta» sussurrò Katerina.
Elena rimase abbastanza allibita da quelle parole, che però non le suonavano nuove. In cuor suo sapeva che era la verità.
Improvvisamente il cielo venne ricoperto da nubi cariche di pioggia, mentre il vento cominciò a soffiare sempre più forte.
«E' ora di andare» affermò Katerina, che senza indulgi scoppiò in un pianto liberatorio.
«No, non voglio andar via. Voglio restare qui con
te» cominciò anche lei a piangere, scuotendo la testa ed ignorando i tuoni che rimbombavano su tutta la vallata.
Cominciò a diluviare, i loro corpi in poco tempo si inzupparono di acqua.
Katerina tentava di lasciarla andare, ma Elena non mollava la presa. Si avvicinò ulteriormente, permettendo alle loro labbra umide di sfiorarsi.
Passò più di un minuto. Il temporale era sempre più intenso e la non voglia di abbandonare la giovane Bulgara si faceva sempre più convinta.
Katerina si alzò da terra, toccandosi il vestito completamente bagnato.
«Ci rivedremo,
obeshtavam»
«Lo prometto» ripeté Elena, prima di ammirare il sorriso di Katerina,
per l'ultima volta.

Our party is almost over,
why don't you stay a little longer, please?
I need you back, I need you better.
I need you back that I could kill.
I need you back, I need you better...
Evening sun,
Why don't you stay?
Just a little longer, please.”

▪▪▪

Note Finali:
sŭkrovishte: tesoro;
Moeto ime e Katerina: il mio nome è Katerina;
Zdravei, Katerina: ciao, Katerina;
malki: piccola;
obeshtavam: lo prometto;

Ho pianto mentre la scrivevo. Sarà il mio umore, il mio stato d'animo, ma credo che questa sia la cosa più dolce e semplice che io abbia mai scritto.

   
 
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