Titolo:
Evening
Sun
Pairing:
Elena/Katerina
Rating:
Verde
Note
Iniziali: Premetto
che oggi sono abbastanza malinconica e triste per i fatti miei. Tutti
abbiamo problemi, no?
Ecco, io cerco di affievolire la tristezza scrivendo e perdendomi
nella fluffosità più totale.
Ho scritto il prompt
e subito dopo ho cominciato questa OS. Mi è venuto spontaneo.
In effetti pensavo da tempo ad un confronto tra loro due. Elena e
Katerina, così simili quanto differenti.
Bene, vi auguro
dunque una buona lettura!
Contest/Challenge:
Scritta
per il TVG!Fest,
prompt
“Elena/Katerina
- "I need you back, I need you better. Evening sun, why don't
you stay? Just a little longer, please." [Evening
Sun - Bliss]
▪▪▪
Elena
non aveva mai visto quella terra.
Camminava spaesata, tentando di
capire dove si trovasse.
Respirava un'aria nuova, pura. La sua
pelle era illuminata dal sole d'estate, mentre i capelli lunghi e
lisci erano spettinati dal vento.
Accelerò il passo,
cominciando a prendere confidenza con quell'ambiente del tutto
nuovo.
La sua mente era svuotata da ogni pensiero superfluo. Le
sue labbra erano arricciate in un sorriso divertito, come quello di
una bambina.
Infine iniziò a correre, respirando a pieni
polmoni il profumo dei fiori appena sbocciati e udendo con serenità
il cinguettare degli uccelli.
Correva spensierata, ridendo da sola
e tenendosi i fianchi per la fatica.
«Aspettami!» una
voce improvvisa la fece fermare, senza voltarsi. Continuò a
sorridere con dolcezza, mentre tentava invano di sistemare i
capelli.
Fece un lungo respiro, chiudendo gli occhi, attendendo
che qualcuno arrivasse.
«Finalmente...» Elena aprì
gli occhi, sentendo nuovamente quella voce così pura.
Realizzò
in breve tempo che fosse identica
alla sua.
«Ti stavo aspettando, sŭkrovishte»
disse quella voce, con un tono allegro.
Riuscì a
comprendere il significato di quella parola e scrutò con
timore la pronuncia di essa, fin troppo conosciuta dalle sue
orecchie.
Elena non aveva il coraggio di voltarsi. Improvvisamente
la serenità che l'aveva accompagnata in quegli attimi era come
svanita. Deglutì e rimase immobile.
«Non avere paura,
voltati» sussurrò la voce, con una gentilezza inaudita.
Tutto fu chiaro alla ragazza quando riuscì a sentire il
respiro affannato di qualcun altro, dietro di lei.
E'
umana. Pensò
rassicurandosi, facendo un altro sorriso.
Seguì il
consiglio e lentamente si girò, curiosa di scoprire a chi
appartenesse quella voce.
Un breve istante separò il suo
stupore dal tocco lieve di quell'entità.
«Chi sei?»
domandò Elena, guardandola dritta negli occhi.
«Moeto
ime e Katerina»
rispose l'altra, porgendole l'altra mano e sorridendole.
«Zdravei,
Katerina»
mormorò Elena, e nel contempo realizzò che riusciva a
comprendere e parlare quella lingua, come nulla fosse.
La ragazza
continuò a sorridere, accarezzandole la mano sinistra.
Il
sole illuminava i loro volti completamente identici. Finalmente Elena
ricambiò il sorriso, sentendosi al sicuro.
«Vieni
con me, voglio mostrarti una cosa»
sussurrò Katerina, come se fosse una proposta segreta. L'altra
accettò, lasciandosi trascinare.
Le due cominciarono a
correre. Katerina stringeva la mano della ragazza, senza mai
lasciarla andare.
«Piano,
rischio di cadere!»
esclamò Elena con il fiatone. La giovane non le rispose, si
limitò a ridere e continuare a correre.
Finalmente si
fermarono, respirando a fatica entrambe.
Per la prima volta,
Elena notò l'abbigliamento dell'altra. Un lungo vestito color
pesca, scollato sulle spalle e sul petto.
Dopo osservò
attenta quei capelli ondulati che ricadevano sulle sue spalle. Infine
notò la profondità delle sue pupille e l'oscurità
delle sue iridi.
Abbozzò un altro sorriso, prima di sedersi
per terra e guardarsi intorno, per rendersi conto di dove Katerina
l'avesse portata.
Di fronte a lei vi erano una serie di alberi e
diverse colline. Il cielo era libero da qualsiasi nuvola.
Si
poteva sentire il fruscio dell'acqua in lontananza, probabilmente vi
era un ruscello da qualche parte dietro le colline.
«E'
fantastico» constatò Elena, quasi a bocca aperta.
Katerina si adagiò di fianco a lei, cingendosi le gambe con
entrambe braccia.
«Lo pensi davvero? Io amo questo posto,
vengo qui da quando ero bambina» disse la giovane Bulgara, con
occhi illuminati da mille ricordi.
Elena notò questo
particolare e non fece a meno di sorridere.
Forse non aveva mai
sorriso così tanto come in quel momento, nell'arco degli
ultimi mesi.
«E' tutto così tranquillo. Rimarrei qui
per ore, a riflettere» disse Elena sospirando. Ripensò a
tutte le sue tragedie, alle sue perdite e alla sua dannata vita.
Deglutì e cercò di cacciar via una lacrima che con
prepotenza avrebbe voluto rigarle il volto.
Katerina trovò
nella sua voce quella nota di malinconia, così prese la sua
mano destra e la strinse forte, mostrandole conforto.
«Non
sarai triste per sempre, malki»
le sussurrò all'orecchio, continuando a stringerle la mano.
Elena amò quell'alternarsi delle parole, la dolcezza
infinita con cui Katerina le pronunciava.
«Sembri sicura di
ciò che dici» Elena la guardò, poi spostò
lo sguardo sulle loro dita intrecciate.
«Continua a credere
nell'amore»
Katerina le alzò lo sguardo, guardandola. Le sorrise
nuovamente, questa volta il sorriso fu molto più
sincero.
Elena ricambiò e – come se fosse il gesto
più naturale del mondo – poggiò la testa sul
petto della giovane, lasciandosi cullare da un abbraccio colmo di
affetto.
Si rilassò, ascoltando il suo battito del cuore.
Il venticello continuava a sfiorarle la pelle, facendola rilassare
ulteriormente.
«Quanti anni hai, Katerina?» le
domandò, alzando leggermente il capo per
guardarla.
«Diciannove anni» rispose la ragazza,
guardando di fronte a lei.
Elena scosse il capo, sistemando
nuovamente la testa sul suo petto.
«Devo chiederti una cosa»
il tono di voce di Katerina si fece improvvisamente serio. Elena notò
la cosa e la guardò, corrugando la fronte. Le fece cenno di sì
e si spostò leggermente.
«Devi salvarla» disse
la Bulgara, prendendole entrambe le mani e stringendole.
«Chi
devo salvare?» domandò confusa la ragazza, tentando di
capire. Katerina si fece ancora più seria, guardandola con
preoccupazione.
«Ha bisogno che qualcuno le ricordi
l'importanza dell'amore.
Solo così potrà liberarsi dalla sua eterna dannazione»
una lacrima improvvisamente rigò il volto di Katerina.
Elena
la guardò dispiaciuta e con un dito raccolse la lacrima,
accarezzandole con leggerezza la guancia calda.
Si rese conto di
chi stesse parlando. Non aveva ancora collegato le due identità,
forse non c'è n'era alcun bisogno.
Si ricordò di
Katherine
e
del suo profondo egoismo.
Rimase stupita quando realizzò
che, al contrario di come avrebbe mai voluto pensare, si sentiva al
sicuro insieme a lei.
Insieme a Katerina.
«Come posso farlo?» domandò, insicura del
compito che le aveva assegnato.
Katerina si avvicinò a
lei, cingendole i fianchi con un braccio.
«Dalle speranza,
solo tu puoi farlo» si interruppe un attimo, prima di
riprendere il discorso. «Sei tu la sua fonte di salvezza, la
sua umanità
perduta»
sussurrò Katerina.
Elena rimase abbastanza allibita da
quelle parole, che però non le suonavano nuove. In cuor suo
sapeva che era la verità.
Improvvisamente il cielo venne
ricoperto da nubi cariche di pioggia, mentre il vento cominciò
a soffiare sempre più forte.
«E' ora di andare»
affermò Katerina, che senza indulgi scoppiò in un
pianto liberatorio.
«No, non voglio andar via. Voglio
restare qui con te»
cominciò anche lei a piangere, scuotendo la testa ed ignorando
i tuoni che rimbombavano su tutta la vallata.
Cominciò a
diluviare, i loro corpi in poco tempo si inzupparono di acqua.
Katerina tentava di lasciarla andare, ma Elena non mollava la
presa. Si avvicinò ulteriormente, permettendo alle loro labbra
umide di sfiorarsi.
Passò più di un minuto. Il
temporale era sempre più intenso e la non voglia di
abbandonare la giovane Bulgara si faceva sempre più
convinta.
Katerina si alzò da terra, toccandosi il vestito
completamente bagnato.
«Ci rivedremo, obeshtavam»
«Lo prometto» ripeté Elena, prima di ammirare
il sorriso di Katerina, per
l'ultima volta.
“Our
party is almost over,
why don't you stay a little longer,
please?
I need you back, I need you better.
I need you back
that I could kill.
I need you back, I need you better...
Evening
sun,
Why don't you stay?
Just a little longer, please.”
▪▪▪
Note
Finali:
sŭkrovishte:
tesoro;
Moeto ime e Katerina: il mio nome è
Katerina;
Zdravei, Katerina: ciao, Katerina;
malki:
piccola;
obeshtavam: lo prometto;
Ho
pianto mentre la scrivevo. Sarà il mio umore, il mio stato
d'animo, ma credo che questa sia la cosa più dolce e semplice
che io abbia mai scritto.