Capitolo uno: un
altro sopravvissuto
«Vai, Hygelac, cerca i
sopravvissuti del nostro popolo…»
«Zio…»
«Vai, prima che ti prendano,
fuggi e cerca le tue radici... Sayan…»
Il ragazzo si svegliò di
soprassalto, sudato e accaldato, ma si calmò subito rendendosi conto di trovarsi
nella sua piccola astronave.
Era da quando aveva lasciato suo pianeta, Geoon,
che faceva quel sogno, che altro non era che il ricordo dei suoi ultimi momenti
passati sul pianeta, prima che i Coolomban lo distruggessero, uccidendo prima
tutti i suoi abitanti, compresi i suoi zii.
Zia Nameena, di Geoon, e zio
Galtus, di Vegeta-sei, erano tutto quello che il ragazzo aveva, e i Coolomban
glieli avevano portati via.
Strinse i pugni per la rabbia, ricordando il
momento dell’invasione degli alieni nemici, i quali erano atterrati fingendo di
voler creare un’alleanza, e invece poco dopo avevano preso ad uccidere tutti i
capi di quel bel pianeta pacifico, che non aveva mai fatto male a nessuno ed era
abitato principalmente da allevatori e contadini.
Zio Galtus aveva una
fattoria e viveva come gli altri abitanti, eppure, come il nipote, discendeva da
una popolazione guerriera, quella dei Sayan, diventata ormai quasi un
mito.
Hygelac era stato cresciuto dagli zii perché i suoi genitori, che erano
andati a vivere su Geoon ma non avevano dimenticato le loro origini, erano
deceduti parecchi anni addietro combattendo contro alcuni soldati di Lord
Freezer, un perfido alieno che, quando Galtus era molto piccolo, aveva preso il
potere di Vegeta-sei e aveva addirittura fatto esplodere il pianeta.
Il
fratello di Galtus, Moris, e la sua compagna, Kana, apprendendo la notizia che
alcuni seguaci di Freezer erano ancora vivi, nonostante Freezer in persona fosse
ormai scomparso inspiegabilmente da molti anni, avevano deciso di vendicarsi ma
non erano abbastanza forti per batterli e perirono lottando per rivendicare il
loro pianeta natale, ma lasciando orfano il piccolo Hygelac, che allora aveva
due anni.
Galtus, nel frattempo, si era sposato con un’indigena di Geoon,
Nameena, e aveva lasciato completamente perdere il combattimento, ciò per cui
ogni Sayan era nato, ma nonostante questo si era preoccupato che Hygelac non
dimenticasse quali fossero le sue origini, e lo aveva allevato appunto come un
Sayan, allenandolo al combattimento e anche ficcandogli nella zucca alcuni
ideali tipicamente sayan, quali l’onore, l’orgoglio e la vendetta.
Il ragazzo
era cresciuto felicemente, diventando nel villaggio conosciuto per la sua grande
forza che incuteva anche timore sui suoi coetanei.
Poi però era arrivato quel
maledetto giorno…lo sbarco dei Coolomban: lì Hygelac aveva conosciuto per la
prima volta il vero significato di rabbia e odio… da allora aveva perso ogni
traccia di sentimento Geooniano, ed era diventato un puro Sayan, con lo scopo di
vendicarsi e far patire ai Coolomban tutto ciò che aveva sofferto lui…
Prima
però doveva seguire l’indicazione di suo zio che, in fin di vita, gli aveva
detto di cercare gli ultimi sopravvissuti della sua razza, anche se avesse
dovuto girare per lo spazio per mille anni, doveva trovare il suo condottiero,
il suo capo… il suo Principe, e aiutarlo a ricostruire la potente stirpe dei
Sayan.
Era in viaggio da due settimane e nonostante non avesse la più pallida
idea di come fare, sentiva che presto avrebbe trovato l’erede del re dei
Sayan.
In fondo, se era vero che
era ancora vivo, presto, girando di pianeta in pianeta, avrebbe sentito parlare
di lui.
Era ridicolo anche solo
pensare che il principe Vegeta fosse andato in “pensione” dalle battaglie e
dalle conquiste come aveva fatto zio Galtus.
Avrebbe accettato la sua
proposta? Certo, Hygelac era giovane, aveva solo diciassette anni, ma era forte
e determinato, e poi non c’erano molti altri Sayan sopravvissuti su cui il
principe potesse fare affidamento; aveva bisogno di lui, insieme avrebbero
ricostituito la stirpe dei Sayan… un momento, come, se non c’erano più femmine
della loro razza?
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