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Autore: __blackbird    18/05/2011    6 recensioni
"Le pizze! Sono arrivate! Non ci posso credere"
Le grida di giubilo che esplosero al suono del campanello per poco non fecero cadere Kurt dalla sedia. Si voltò guardando i suoi compagni con gli occhi spalancati, cercando qualcuno che avesse avuto una reazione quantomeno consona di fronte all'arrivo delle pizze. Solo Wes sembrava non essere in preda al delirio e gli sorrise scuotendo la testa.
[Missing Moment tra Kurt e Sam - Spoiler 2x19]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sam Evans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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PIZZA PIE

 
"Le pizze! Sono arrivate! Non ci posso credere" 
Le grida di giubilo che esplosero al suono del campanello per poco non fecero cadere Kurt dalla sedia. Si voltò guardando i suoi compagni con gli occhi spalancati, cercando qualcuno che avesse avuto una reazione quantomeno consona di fronte all'arrivo delle pizze. Solo Wes sembrava non essere in preda al delirio e gli sorrise scuotendo la testa. Ok, avevano prenotato tre ore prima, ma l'agitazione pre-concerto di beneficenza li rendeva inquietanti. 
Incontrò lo sguardo di Blaine chiedendo comprensione; la ottene per qualche frazione di secondo, prima che il suo ragazzo saltasse senza troppi complimenti sul divano, cominciando a cantare a canone con gli altri il verso di That's Amore che parlava di pizza pie.
Si alzò prendendo la piccola scatola di legno che fungeva da cassa comune e andò verso il portone principale. Aveva effettivamente una fame da lupi e aspettare tre ore per una stupida pizza lo infastidiva non poco. Cominciò a pensare a quanto fossero degradanti le attese, di quanto le industrie e le aziende facessero i propri comodi speculando sulla bontà della gente e arrivò ad aprire la porta con tale rabbia che il ragazzo delle consegne per poco non fuggì via. 
E Kurt lo avrebbe mandato via senza tanti complimenti se quel ragazzo non fosse stato Sam. 
 I capelli biondi sotto il cappellino rosso fuoco erano lunghi più che mai e teneva le pizze nascondendosi parte del volto. 
"Sono 30 dollari"
Disse porgendogli le pizze, abbassando subito il capo. Non si accorse di avere davanti il suo vecchio compagno di Glee Club, che lo fissava sorridendo amichevolmente. Attese i soldi battendo il piede per terra con agitazione. 
"Sam?" Il ragazzo alzò gli occhi e quando si ritrovò a guardare gli occhi cerulei di Kurt inizialmente sbiancò e poi arrossì furiosamente. Perchè quella reazione?
Infondo stava solo consegnando delle pizze, non c'era nulla di cui vergognarsi. 
"Kurt, ciao, ehm che sorpresa trovarti qui." Disse cercando di sorridere. 
"E' la Dalton, io studio qui."
"Ah già, ok, beh sono 30 dollari."
Le mani del biondo tremavano, mentre le dita stringevano il marsupio, in attesa del denaro. 
Lo sguardo di Kurt vagò per un attimo dietro di lui e notò la bici con il porta-pizze incorporato. E accanto alla bici, due bambini giocavano stringendosi la mano e ridendo apparentemente senza motivo. 
"Credo che quei bambini ti stiano per rubare la bici" Disse mentre gli porgeva il denaro. Sam lo prese e il suo sorriso si allargò diventando più sincero, mentre li indicava con il capo. 
"Ecco, loro sono i miei fratellini."
Il cuore di Kurt si sciolse quando vide quei due angioletti biondi girare il capo e salutarli con la mano. Erano identici a Sam. Rispose al saluto e gli fece segno di raggiungerli. 
"Sam non sapevo avessi dei fratellini." Disse abbassandosi alla loro altezza per salutarli. "Ciao piccoli Evans, sono Kurt Hummel". 
I due bambini annuirono e si presentarono con arie cerimoniose ma divertite. Poi Stevie alzando il dito in aria esclamò "Ti conosco! Tu sei quello che Sam..." Sam gli portò una mano davanti alla bocca. Kurt ignorò il gesto e sorrise al piccolo che si mordicchiò le labbra in un gesto che ricordava molto il fratello maggiore. 
"Quello che Sam ha avuto la gentilezza di non prendere a male parole dopo la richiesta di un duetto insieme" Disse Kurt sorridendo al ragazzo biondo, che nel frattempo si passava una mano tra i capelli imbarazzato. 
"Ma allora i tuoi capelli erano tinti o no?"
Sam stava per rispondere quando alle spalle di Kurt sopraggiunse Blaine, che senza troppe cerimonie prese le scatole delle pizze. 
"Vieni Kurt?" Disse lanciando uno sguardo a Sam "Ciao, Sam, giusto?" Sam annuì tornando ad arrossire.
"Cominciate pure a mangiare, arrivo subito" disse il soprano, guardando il suo ragazzo con un sorriso dolce. Blaine annuì, gli diede un bacio sulla guancia e tornò dentro. 
Stacey aveva applaudito al bacio. Kurt le sorrise e le fece l'occhiolino mentre tornava a posare la sua attenzione su Sam. Non ricordava di cosa stessero parlando. 
"Mi sarebbe piaciuto fare un duetto con te." Disse Sam, tornando a sorridere. 
Il suo sorriso era qualcosa di disarmante e adorabile. 
Blaine sorrideva in modo sicuro, anche dolce, ma dopo la sua dichiarazione erano state rare le volte in cui lo aveva scoperto comportarsi in modo imbarazzato. Kurt invece non faceva che arrossire. 
Le labbra di Sam creavano delle fossette perfettamente asimmetriche e i denti bianchi creavano un forte contrasto con la bocca rosso ciliegia. 
"Anche a me. Ma avete vinto, siete stati bravi."
Sam annuì, provò a dire qualcosa ma preferì tacere. 
"Magari una volta ci incontreremo tutti, porterai la tua chitarra e faremo il duetto che non abbiamo mai fatto."
Sam sorrise nuovamente, illuminando lo sguardo ma Stevie parlò imbronciato, stringendo la mano del fratello maggiore. 
"Peccato che abbia dovuto vendere la sua chitarra."
Kurt e Sam spalancarono gli occhi, e Stacey diede un pizzicotto al fratellino, intimandogli di tacere. Sam prese velocemente in braccio i due fratellini, ma Kurt cercò di fermarlo, senza sapere perchè.
"Perchè hai venduto la tua chitarra?"
Sam era girato, e andava verso la bicicletta tenendo stretti i bambini, che nel frattempo litigavano per chi dovesse sedersi nel seggiolino davanti e chi in quello dietro. Kurt continuava a chiamare Sam invano, quando decise di correre più velocemente di lui e posizionarsi davanti alla bici, a braccia conserte. Gli lanciò uno sguardo eloquente e altezzoso, anche se in realtà si sentiva solo preoccupato. 
Sam aveva il voltò contratto in una smorfia di dolore e si mordeva il labbro inferiore con ferocia. Sembrava lacerato da non si sa quali pensieri e Kurt fece un passo verso di lui. I fratellini si chiusero a riccio sulle sue spalle, cominciando a piangere piano. Kurt non ci stava capendo niente ma si avvicinò comunque, mentre Sam cercava di far smettere di piangere i fratellini con parole dolci e appoggiando la guancia prima sul capo dell'uno, poi su quello dell'altro. 
Il cuore di Kurt sembrò rattappirsi su se stesso mentre guardava quella scena impotente e inconsapevole. 
"Sam...cos'è successo?"
Non rispose per qualche minuto, attese che i fratellini tornassero calmi e li lasciò andare giù, a giocare sulle statue della Dalton. Avevano gli occhi rossi ma presto il sorriso tornò sulle loro labbra. Solo Stacey richiese qualche bacio e qualche abbraccio in più da Sam, prima di tornare totalmente allegra. Kurt indicò la scalinata laterale della scuola, vicino a dove stavano giocando Stacey e Stevie e si andarono a sedere senza scambiarsi alcuna parola. 
Gli raccontò cosa gli era accaduto, la voce tremava ma non versò alcuna lacrima. A questo ci pensò Kurt che stringeva la sua divisa quasi facendosi male senza pensare ad asciugarsi le guance piene di lacrime. 
Aveva perso tutto. Kurt si lamentava ogni dannato giorno per ogni dannata cosa. Teneva il broncio se non trovava la sua sciarpa preferita o se dimenticava di indossare la spilla più adatta quel pomeriggio. Si arrabbiava se Burt non capiva che aveva bisogno di cambiare colore alle pareti perchè stava arrivando la primavera e non poteva permettersi di arrivare nella stagione degli amori con un colore che non fosse grano o lavanda. Sperperava denaro in ogni genere di cose, senza preoccuparsi del fatto che il denaro poteva finire o che c'erano persone per cui il denaro era davvero essenziale per la loro sopravvivenza.
Sam si accorse dei suoi singhiozzi solo quando finì di parlare e si voltò verso di lui preoccupato. 
Kurt voleva abbracciarlo, ma il senso del pudore e la paura di sembrare appiccicoso lo frenarono. Non voleva che Sam pensasse che fosse un approfittatore, eppure quegli occhi così tristi lo mandavano in tilt.
"Kurt..."
Sam non lo abbracciò. Gli posò una mano prima su una guancia, poi sull'altra. E sorrise, ispirando  e sospirando con una lentezza quasi inumana. Kurt non era mai stato toccato in un modo così delicato da un ragazzo che non fosse il suo fidanzato. Si sentì strano, il cuore cominciò a bettere forte e arrossì senza comprenderne il perchè.
Con un rapido collegamento mentale, casa, abiti, Sam, prestito, si alzò in piedi e scappò dentro. Corse nella sala dei Warblers, salutò tutti rapidamente prendendo la borsa che si trovava accanto ad un Blaine con una pancia troppo piena per salutarlo. Uscì fuori cercando Sam e il cuore mancò di un battito quando non lo vide più seduto. Neanche i fratellini c'erano. Si morse il labbro inferiore, dandosi dello stupido per non avergli detto di aspettare. 
Poi sentii un urletto felice e si voltò verso un gruppo di cespugli di rose.
"Micetto Micetto" ridacchiò Stacey tenendo un gattino tra le braccia che senza divincolarsi miagolava festoso. La bambina corse verso Kurt sgambettando attenta a non pestare i fiori; Kurt sorrise e si inginocchiò attendendola con le braccia aperte.
La bambina gli corse incontro stringendosi a lui, mostrandogli un gattino tigrato che chinò il capo in attesa di qualche carezza. Più lontano, Sam portava sulle spalle Stevie, che cantava il tema di Pirati di Caraibi.
"Credevo fossi andato via" Disse Kurt continuando a far dondolare Stacey sul suo ginocchio, alzando poi lo sguardo verso i due fratelli.
"Non potevo lasciarti in quello stato."
Disse Sam, ormai vicino e Kurt non potè non trattenere una risata: era Sam ad essere preoccupato? Era lui quello che si trovava a vivere, a sedici anni, una situazione tanto scomoda, a ritrovarsi cresciuto tutto di un colpo e carico di responsabilità. "Scemo."
Stacey ridacchiò e si rimise in piedi lasciando andare il gattino; probabilmente apparteneva alla cucciolata della casa di fronte alla Dalton. Infatti poco dopo spuntò la madre che muovendosi con cautela, raggiunse il piccolo, lo prese per la collottola e scappò via. La bambina salutò il gattino, senza essere triste. Il sorriso sulle labbra di quei bambini era una fonte preziosa per Sam che la guardò teneramente, per poi tornare a osservare Kurt, che nel frattempo rimuginava sul da farsi
"Allora: tu riporti la bici in pizzeria; io e i due angioletti qui di fronte a me cominciamo ad andare a casa mia a preparare una bella cioccolata calda. Li porto con me perchè inizia a fare freddo e in bici potrebbero prendersi un raffreddore. Tu ci raggiungi, sai dov'è casa mia. Tranquillo, Finn è fuori con mio padre per una partita di football e Carole è a casa di amiche. Poi metto su loro un film di animazione, ti trovo qualche cosa che potrebbe starti, quella maglietta te l'ho vista troppe volte addosso e sa ancora di granita al lampone." Parlò velocemente indicando la sua maglia blu con la stampa di un bersaglio, battè le mani e prese i due bambini in braccio. Erano due piume e si aggrapparono a lui ridendo allegramente, e canticchiando una canzone sulla cioccolata, inventata sul momento. 
Sam rimase senza parole per qualche secondo, poi annuii. E poi ritirò un altro di quei suoi sorrisi sciogli-cuore e a Kurt sembrò girare la testa, ma pensò fosse dovuto al fatto che era a stomaco vuoto ormai da mezza giornata. 
"Grazie Kurt"
Disse mentre si avvicinava a dare un bacio sulla guancia a Stacey e Stevie. Si stava per allontanare quando decise di avvicinare le sue labbra anche alla guancia di Kurt.
Abbassò lo sguardo e andò verso la bici. 
"Mi presterai i tuoi vestiti? Solo..."
Kurt sorrise.
"Tranquillo, terrò alla larga i miei pantaloni da cavallerizzo con i lustrini."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
  
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