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Autore: saraviktoria    18/05/2011    0 recensioni
che cosa avrà scritto Chiara a Valery, per spiegarle il motivo della sua partenza?? e perchè la ragazza non ne vuole parlare con il capitano Venturi??
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Sono nata in una fredda mattina di novembre, con un pallido sole che entrava dalle finestre. Mia madre mi ha messo al mondo con l'unico briciolo d'amore che è stata in grado di provare per me e con un urlo disumano che ha svegliato chi ancora dormiva in casa. Mi hanno chiamati Chiara, perché sul letto batteva il sole; Clarissa perché la mia pelle è diafana, come quella di un vampiro; Marie in ricordo di mia nonna e Bellalbianco perché è il cognome della mia famiglia, il cognome di mia madre. Nella nostra famiglia si usa dare alle femmine il nome della madre e ai maschi quello del padre. Sono la  quarta di cinque figli e ho quattro fratelli fantastici. Sono nata il quattro novembre del 1984. inutile dire che il quattro è sempre stato il mio numero fortunato.
Con mia madre non sono mai andata d'accordo. I camerieri raccontano con aria rassegnata di come correvo per gli immensi corridoi di villa Elena, con mia madre che urlava e ordinava al primo malcapitato di cercarmi e di riportarmi da lei. Ma io sono sempre stata più furba. Ho scoperto parti di quella casa che altri non hanno trovato in quattrocento anni, data della costruzione. Sono sempre stata magra, agile e capace di infilarmi negli angoli più impensabili. Alla morte di mio padre, con cui avevo un rapporto davvero speciale, mia madre mi ha spedito in collegio. Penso ce l'avesse in mente da un po', e solo mio padre l'aveva trattenuta dal farlo prima. Ha impacchettato tutti i miei averi e mi ha mandato, come un pacco postale, in un college di elite: la casa delle orsoline di Parigi. Tra le prediche delle suore sul timore di Dio, e le continue punizioni, sono rimasta in collegio fino a diciotto anni. Alla fine credo che anche le pie e timorate orsoline erano contente di non dovermi vedere più. Sono tornata a casa, a Nizza, dove mia madre mi ha accolto con un "sei già tornata?" e un nuovo arrivo: una sorellina, Soleille, con cui ancora oggi non sono in buoni rapporti. In seguito ho deciso di tornare a Parigi, e iscrivermi a una facoltà della Sorbonne, con specializzazione nel trattamento delle armi. Sono sempre stata un'ottima tiratrice, perché una delle tradizioni di famiglia è la caccia e il tiro con l'arco e non ho mai avuto problemi a centrare un bersaglio.  Mi sono laureata quattro anni più tardi e nel frattempo ho scoperto altre usanze della mia famiglia. Tra queste, la perdita dei diritti sulla tenuta di famiglia al compimento dei cinquant'anni. E mia madre, avendoli compiuti, era stata costretta a lasciare il governo di villa Elena nella mani della sua primogenita, mia sorella Veronica. Lei aveva rinunciato al suo diritto di nascita e, senza nascondere l'odio che prova per la Francia, si è trasferita in America. Dato che la successione per noi è in linea femminile, la casa è toccata a me, con gran rammarico di mia madre. E così sono diventata mademoiselle Bellalbianco e non solo miss Chiara: la gerarchia delle vecchie famiglie è dura a morire.
Grazie alla mia specializzazione e al servizio di leva pressoché obbligatorio, sono entrata nell'esercito e a quanto pare ho colpito qualcuno, perché sono stata assegnata ai servizi segreti, il DGSE. Qualche anno dopo, ho deciso, di comune accordo con il mio capo, di farmi assegnare a un corpo italiano, onde trasferirmi e proteggere la mia famiglia. Così sono entrata nella squadra del capitano Venturi. Non ho nulla contro di lui, anche se lui crede di si. È che non mi piace parlare di me, preferisco che la gente mi giudichi senza sapere cosa c'è dietro, e lui invece si è puntato a sapere tutto di me. Ho scoperto che ha fatto cercare il mio nome su internet, e ovviamente non ha trovato nulla. Non che non ci sia nulla, ha solo sbagliato campo di ricerca. Lui ha cercato un colonnello, un agente. Doveva cercare una nobile, una modella, magari una casa. Sarebbero uscite centinaia di pagine. Ma io non ho intenzione di dargli suggerimenti, se la veda lui. Dopotutto, è tanto intelligente …
Non so quando troverai questa lettera, ma sicuramente me ne sarò già andata. So che sola tu puoi capirmi, tu che sei cresciuta con me, come una sorella. Sta a te decidere cosa raccontare alle bambine, per me puoi anche dirgli la verità: sono grandi abbastanza per capire. Se vuoi tornare in Francia ti capisco, io è meglio che sparisca per un po'. Sei sicuramente una madre migliore di me, più attenta, più responsabile, che terrà le sue sorelle lontano dai guai. Te le affido, so che farai un lavoro migliore del mio. Perché io mi sono illusa di poter essere una madre, quando non sono in grado di badare a me stessa … buona fortuna, ti servirà
Chiara"
 
Valery rimase a fissare quella lettera per quelle che a lei sembrarono ore. Allora era vero: se n'era andata. Chiuse gli occhi e prese fiato, poi rientrò a casa, dalle bambine che chiedevano dove fosse la madre.
"maman deve stare via un po' per lavoro, enfants, non vi dovete preoccupare" ripete Valery per l'ennesima volta, alle sue sorelle. Perché le bambine piccole devono essere tanto curiose. Si rifugia in camera prima di scoppiare a piangere. Cosa sarà successo? Perché sua madre deve sempre fare la misteriosa? Andava tutto bene, prima che venissero in Italia, tutto bene rispetto ai loro standard, certo … ecco, sarebbe stato meglio rimanere in Francia, tutta colpa del capitano Venturi, della sua squadra, dell'Italia intera … che non deve sapere nulla perché non capirebbe … 
   
 
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