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Autore: Umbreon    18/05/2011    5 recensioni
Siamo sicuri che le storie debbano sempre essere felici?
Solitamente la parola "Pokèmon" viene associata a qualcosa di fanciullesco; propongo una sorta di strappo alla regola.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Pokemon; a sad story.


Benvenuti nella mia prima FF. Non saprei come definirla; l'argomento Pokèmon è sempre stato presente sin dalla mia prima infanzia; eccomi qui, con una FF che non riprende esattamente i temi adattati dall'Anime e dai Videogiochi. Ciò non toglie che non è una storia esageratamente drammatica; solo un po' diversa.
Che dire, buona lettura.

Capitolo 1: Il solito inizio felice.


Sophie si svegliò.
La sua sveglia a forma di Jigglypuff riportava le ore 6 del mattino.
Sconsolata, l’adolescente si ributtò a dormire affondando la testa nel cuscino.
 
*driin…driin…..DDDDRIIIIIN*
 
- Cavolo, ma che ore sono? –
La ragazzina guardò la sveglia…erano le 9 e mezza!
Imprecando, scese dal letto in un baleno: di certo non avrebbe perso la conferenza del famoso  Professor Oak, dato che aveva addirittura prenotato i posti in prima fila per lei e il suo migliore amico!
Si vestì rapidamente, prese lo zaino e si catapultò fuori di casa per andare a prendere Frederik.
 
Sophie era una ragazza non molto alta, dai capelli castani e gli occhi grandi e neri:  amava molto i Pokèmon, nonostante non ne avesse nessuno, e aveva seguito tutte le conferenze dei vari Professori.
Il suo migliore amico era Frederik, figlio di uno dei campioni della lega Pokèmon: sebbene fosse più alto, aveva la sua stessa età.  Aveva i capelli biondi e gli occhi azzuro intenso, e possedeva già due Pokèmon, un Umbreon e un Ponyta.
 
I due ragazzi si incontrarono nella piazza principale della città dove vivevano, Aranciopoli, e dopo aver scambiato due parole si incamminarono verso il porto per imbarcarsi sulla nave, la MN Anna, dove si sarebbe tenuta la conferenza.
 
-  Caaavolo, non sto più nella pelle! – esclamò la moretta. – Vedremo il Professor Oak dal vivo, te ne rendi conto? –
- Smettila di strattonarmi! Datti una calmata e sbrighiamoci, non voglio perdermi la conferenza per colpa tua. –
Sebbene fossero migliori amici, i due erano uno l’opposto dell’altra: lei allegra, spontanea e lunatica, lui scorbutico, taciturno e riflessivo.
 
Giunti finalmente al porto, i due mostrarono il pass al marinaio di guardia e finalmente entrarono nella Hall della nave.
La MN Anna era certamente la nave più famosa del continente di Kanto, e anno dopo anno si era migliorata continuamente:  la hall era lussuosa ma semplice, con i tavolini di cristallo e le poltroncine rosse; il personale era cordiale e disponibile; inoltre la nave ospitava 3 sale per conferenze, due piscine, un campo da calcio all’aperto, un cinema, una sala giochi e svariati negozi. Era anche presente un piccolo Centro Pokèmon.
Fortunatamente per i due ragazzi i biglietti erano gratuiti per i residenti ad Aranciopoli!
Essi si sistemarono sulle comode poltrone della Sala Conferenze n° 2 e attesero l’arrivo del professore.
 
Intanto, in una cabina della nave, una ragazza dall’aria misteriosa parlava al telefono.
- Ma certo,  – affermò con sicurezza – ho piazzato la bomba come mi avevate richiesto. No. Nessuno mi ha visto. Sì. D’accordo. Frederik mi farà sapere l’esito della missione. Certo. A dopo. –
Detto questo, spaccò con un pugno il finestrino della nave e salì in groppa al suo Salamance.
- E avrei sprecato i soldi del biglietto per stare una mezz’oretta sulla nave? Chiederò un rimborso al capo! –
  
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