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Autore: Kate_88    19/05/2011    13 recensioni
La pioggia sotto i diversi punti di vista di Marta/Minako. Diversi tipi di pioggia osservati con gli occhi di Sailor Venus.
Non so bene cosa vuole il cielo quando carica le nuvole d'acqua, forse vuole piangere e si sfoga con noi terrestri, forse vuole attirare l'attenzione o semplicemente prepara il suo manto per le stelle, liberando il suo cuore da tutta la tristezza che percepisce dalla Terra, regalando poi a noi umani le sue luci.
Seconda classificata al contest indetto da _Kiriku_, sul forum di Efp, intitolato "In un giorno di pioggia"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minako/Marta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie
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Buon pomeriggio ragazzi! Nessuno probabilmente s'aspettava questa storia perchè in realtà è stata scritta giorni fa ed era per un contest.
Sul forum di EFP, _Kiriku_ ha indetto un contest con il nome "in un giorno di pioggia" tuttavia si poteva analizzare la pioggia sotto diversi punti di vista e tadan! La mia mente bakata ha deciso di scrivere su Marta/Minako.
La Fic è arrivata seconda al contest e di questo ringrazio _kiriku_.
Adesso, delle piccole precisazioni.
Ho usato i nomi italiani (sapete quanto io adori quelli giapponesi) per venire incontro a Kiriku perchè, avendomi fatto il favore di inserire il fandom Sailor moon ed avendo visto solo l'anime, ho deciso di attenermi a questo ed alla versione italiana.
Ovviamente leggendo, alcune cose saranno diverse, infatti ho messo la nota What if? e missing Moments apposta.
Nella storia poi ci sarà un oggetto che sarà spesso ricorrente, questo perchè era nei parametri del contest.
Spero di avervi detto tutto e spero che leggerete questa fic e la recensirete, facendomi sapere cosa ne pensate.


Baci baci


Kate

 



 

 

Una stella per me

 

 

 

 

 

Pioggia di stelle

 

Non so bene cosa vuole il cielo quando carica le nuvole d'acqua, forse vuole piangere e si sfoga con noi terrestri, forse vuole attirare l'attenzione o semplicemente prepara il suo manto per le stelle, liberando il suo cuore da tutta la tristezza che percepisce dalla Terra, regalando poi a noi umani le sue luci.

Quella volta doveva aver raccolto davvero tanta tristezza perché regalò al mondo intero una pioggia di stelle.

Io e le altre osservavamo quello spettacolo, incuranti di cosa e chi avrebbe portato con sè, incurante io del male e del bene che avrei ricevuto.

C'era qualcosa oltre la semplicità di quella manifestazione ma io l'osservavo e sognavo ad occhi aperti esprimendo più di un desiderio, rivelando la mia piccola vena egoistica.

Fu una pioggia di stelle immensa, duratura ed invidiosa alternavo lo sguardo tra quel panorama notturno e Bunny e Marzio che si stringevano la mano, avidi di quel contatto che avevano rischiato di perdere dopo l'ultima battaglia con Nehellenia.

L'amore tra loro era tangibile ed io che sono protettrice di quel sentimento, al tempo ero invidiosa perché mi era difficile immaginarlo nonostante fossi la principessa di un Pianeta che dalla sua prima apparizione fu associato all'amore ed alla bellezza.

Era difficile immaginare quale fosse la sua forma migliore, quella sana e genuina che faceva sorridere e star bene senza doverlo paragonare ai fatti terribili che da sempre ci coinvolgevano: tranne Bunny e Marzio, io non avevo mai visto il vero amore con i miei occhi.

Io che non sono una ragazza normale ma resto comunque un'adolescente piena di sogni, ho sempre pensato che l'amore si trovasse tra i banchi di scuola, ai primi tra gli intelligenti, agli ultimi tra i ribelli oppure semplicemente seduto accanto a me, con lo sguardo scocciato ed un po' saccente.

La pioggia di stelle, nella sua grande manifestazione, non poteva essere un evento a sé, un evento senza conseguenze perchè era lo sfogo di un cielo dopo tanti pianti: la stella gialla che ornava il mio collarino nei panni di Sailor Venus avrebbe fatto la sua comparsa tante volte; la stella era l'inizio di ogni sorriso e pianto.

Era l'inizio della Vita e della Morte.

 

 

Pioggia di Sogni

 

 

Vestire i panni di Sailor iniziava a piacermi e temevo di farci l'abitudine, l'unico problema era che essere Sailor impediva alla mia vita di prendere una svolta, impedendomi di realizzare tutti quei sogni che riempivano il mio specchio.

Diventare un'idol, cantare, recitare ed anche ballare; un sogno che ormai stava andando in frantumi, urtando con la mia età che avanzava e che si sarebbe bloccata troppo tardi per quel mondo.

Avevo un futuro già scritto e non me l'aveva detto un indovino per strada, l'avevo visto con i miei occhi. I sogni che avevo qualcuno li avrebbe ritenuti futili eppure avevo il sostegno delle mie amiche, quelle care ragazze che mi affiancavano in battaglia e con le quali finalmente condividevo i sorrisi più belli.

Anche noi Sailor abbiamo avuto i nostri problemi, rischiando di non vedere l'alba del giorno dopo una battaglia e di vedere tutti i nostri sogni andare in frantumi a causa del nemico.

Amy, Rea e Morea hanno dei sogni bellissimi che sperano di realizzare e sinceramente non credo sia impossibile: è vero, nel futuro continueremo ad essere le guardiane protettrici della Regina Serenity, continueremo a vestire i panni di guerriere Sailor ma nessuno impedirà ad Amy di diventare Dottoressa, a Rea di diventare una donna di successo, a Morea di aprire una pasticceria o un vivaio, semplicemente dovranno assentarsi un po' in caso di pericolo.

Ho una teoria riguardo i sogni.

Ho scoperto che ogni persona nel petto ha uno specchio, questo racchiude i sogni tuttavia ho paragonato i sogni alla pioggia: se ogni sogno fosse una goccia di pioggia, il nostro specchio sarebbe un cielo d'estate.

In estate raramente piove e quando succede la temperatura resta fresca, i capelli si bagnano ma non ci si ammala e subito dopo torna il sereno perché la stagione dona solo piccoli temporali.

I nostri sogni sono così, tante gocce d'acqua, solo che qualcuna cade perché non riusciamo a realizzarli tutti e così scende quel piccolo temporale che subito viene sostituito da un cielo sereno, dove splende il sole ed osserviamo in lontananza quell'arcobaleno, frutto dell'unione tra i nostri sogni ed il cielo sereno.

Ogni persona è fatta di sogni e nel suo piccolo cerca un portafortuna per farli avverare, qualcosa a cui aggrapparsi o chiedere consiglio nei momenti di sconforto.

Anch'io avevo un portafortuna che non era la penna con la quale mi trasformavo, ne il fiocco che avevo sempre tra i capelli, bensì il mio collarino con la stella gialla, posta proprio lì, tra la testa ed il cuore, in quel giusto compromesso che dovevo accettare nella mia vita.

Mi domandavo chi era ad aver scelto la stella, preferendola ad altri simboli, come un banale cerchio che poteva simboleggiare il mio pianeta, lì dove realizzo il sogno di ogni ragazza: essere una principessa.

Non capivo perchè proprio a me spettasse quel simbolo, tuttavia dopo la pioggia di stelle compresi che il motivo c'era ed era nascosto in quella manifestazione, scendendo e confondendosi tra di noi, cantandomi le sue migliori canzoni, rivelandomi il vero motivo della sua presenza.

 

 

Pioggia nel cuore

 

 

Avevo la sensazione, tempo fa, che essere una Sailor fosse un onore e che tuttavia non avrebbe donato niente alla mia persona.

Avevo fatto del mio pianeta e della mia Dea una colpa e questo mi spingeva a non guardare mai oltre il compito che mi era stato assegnato, non andavo oltre il legame d'amicizia e lealtà che mi univa alle mie compagne.

Avevo anche la mia preferita.

È vero, con Morea avevo condiviso le battaglie più dure ma con Bunny avevo riso, pianto ed ero stata l'unica che quel giorno aveva avuto il permesso per entrare in camera sua a sistemarle i capelli e dirle che Marzio sarebbe tornato, che non era morto e che doveva ancora sperare.

Io e Bunny ci somigliavamo anche nell'aspetto e questo aveva creato un legame maggiore sin dai tempi di Silver Millennium, quando c'era la pace e Metallia non rovinava i terrestri.

L'avere una migliore amica su tutte non era comunque la completa felicità perché troppo spesso pensavo all'amore, alla forma che potesse avere, alla complessità di quel sentimento, alla forza di un'unione che andava oltre ogni cosa.

Avevo l'esempio di Bunny e Marzio ma necessitavo di un esempio tutto per me che si presentò una mattina, con l'aria un po' scocciata, accompagnato dai fratelli.

« Piacere. Sono Yaten Kou. »

Yaten. Una star. Yaten. Un ragazzo che catturò il mio sguardo e da grande egoista non me lo restituì.

Vederlo sulle copertine delle riviste accompagnato dai fratelli, non era la stessa cosa che vederlo di persona e non avrei mai creduto che mi facesse quell'effetto.

In un attimo avvertii una strana sensazione all'altezza dello stomaco, come se tante farfalle avessero iniziato a danzare dentro di me senza una particolare melodia, confuse ed indecise.

Dovevo avere Yaten con me, in quel momento lo capii, così alzai la mano cercando quanto più coraggio possibile ed indicai il banco, proprio quello libero al mio fianco.

Yaten mi guardava quasi sconvolto, forse non capiva perché un essere come me faceva tanto chiasso ma di me in realtà, non capiva tante cose.

Io in quel momento mi sentivo bene ed allo stesso tempo in colpa: mentre io godevo del mio colpo di fulmine, Bunny si logorava dentro per la partenza di Marzio.

Non potevo sapere realmente cosa provava e quindi mi limitavo a guardare i suoi occhi che nascondevano le lacrime ed i sorrisi che celavano la sua tristezza.

Voleva volare da lui, sposarlo subito e vivere con lui.

A Bunny non interessava fondare Crystal Tokyo. A lei interessava essere felice con Marzio e solo con la sua forza accanto avrebbe potuto fare tutto il resto.

Mentiva a se stessa.

Sapevo bene che aveva a cuore il bene del Pianeta e di ogni suo abitante ma la mancanza di Marzio faceva vacillare ogni sua certezza, rendendola una facile preda del vento.

Yaten intanto aveva preso posto al mio fianco e lo beccai a sbirciare i miei appunti che in realtà presentavano solo i disegni di vari microfoni, note musicali e bamboline stilizzate con abiti pomposi.

« È l'ora ricreativa? »

« No. È il mio sogno. »

Vidi la sua espressione mutare da semplice curiosità a puro scherno nei miei confronti.

Il suo sguardo mi aveva agganciata, rapita e deluso nello stesso momento, incantata dai capelli chiari, argentati e nuovamente delusa dalla sua bocca morbida che regalava spietate sentenze.

Mi lasciò al mio banco, regalandomi l'ennesimo sorriso di scherno e stritolando inconsapevolmente il mio cuore.

Dentro di me era come se piovesse.

Tutto d'un tratto il sole venne oscurato da nubi scure che poco dopo iniziarono a rilasciare gocce d'acqua fredde e fastidiose.

Non era più estate dentro di me perché in un attimo una stella cadente mi aveva colpito in pieno ed invece di regalarmi una notte stellata, regalò una stagione di piogge.

Non potevo ancora abbandonarmi alle lacrime ed a quella pioggia così forte nel mio petto perché il diluvio era ovunque, anche fuori le mura scolastiche dove il nemico escogitava nuovi modi per distruggere tutto.

Invocavo di nuovo il potere di Venere, dea dell'Amore che ancora m'assisteva nonostante i miei insuccessi e mi donava quel collarino che per una volta odiai.

Avevo una stella lì, tra la testa ed il cuore, quello che Yaten aveva prontamente ferito.

 

 

Pioggia

 

 

Ti piace pensare che io sia un'inutile ragazzina con un sogno infantile? Bè caro Yaten, oggi ti farò vedere di che pasta sono fatta. Se ce l'hai fatta tu, perché io non posso?

 

Quel giorno fuori pioveva come non mai e per recarmi agli studi avevo preso un ombrello resistente, che mi permettesse di arrivare asciutta agli studi e non far bagnare la valigetta contenente l'abito di scena e tutto l'occorrente per quell'audizione.

Avevo l'appoggio di Bunny ed anche delle altre, mi bastava questo.

Nel camerino indossai l'abito più sgargiante, somigliavo ad una bellissima aliena provenuta da chissà quale pianeta, probabilmente una Venusiana e nel mio piccolo neanche mentivo.

Nonostante ci fosse l'audizione, nella testa avevo mille altri pensieri: Yaten aveva scoperto che ero una guerriera Sailor, avevo scoperto chi fosse realmente lui – una stella – ed alla fine, ma non meno importante, gli attacchi di Galaxia erano sempre più frequenti, riducendo all'osso le nostre vite sociali e distruggendo Bunny un po' alla volta, dal punto di vista psicologico.

Per mille motivi quel giorno il cielo piangeva.

Piangeva e versava lacrime amare per Marzio, sapendo che era perito in battaglia all'insaputa di Bunny.

Piangeva per Bunny che si struggeva per quel ragazzo che non le dava notizie.

Piangeva per il futuro incerto del nostro pianeta.

Piangeva e versava lacrime di gioia per me che finalmente partecipavo alla mia prima audizione.

Sul palco ero divina perché stavo dimostrando a Yaten, silenzioso tra la giuria, che io i miei sogni li avrei realizzati e sarei riuscita a diventare qualcuno anche mantenendo il mio ruolo di Sailor e Amica.

Il mio balletto ed il mio costume erano per lui.

Le mie parole.

Il miei sorrisi.

Ogni battito era per lui che mi osservava in silenzio, stringendo forte la penna rischiando di romperla.

A metà giornata, il capo della giuria annunciò una pausa per farci riprendere e permetterci di mangiare qualcosa.

Yaten approfittò di quella pausa e mi raggiunse in camerino, chiedendomi di seguirlo.

Raccolsi gli sguardi contrariati delle altre partecipanti, ma innamorata di quel ragazzo, lo seguii in un magazzino o forse una semplice stanza adibita a tale. Non ricordo.

La furia di Yaten era evidente, era rosso in viso e scaricò su di me quella tensione, sbattendomi contro un muro ed urlandomi contro il suo disappunto.

« Cosa stai facendo su quel palco? »

« Sto partecipando all'audizione. »

« Perchè? »

« Perchè io nel cuore ho un sogno. »

Ero determinata a far capire a Yaten che il mio sogno non era futile, che i miei sforzi non erano inutili e che potevo continuare ad essere Venus senza rinunciare ad essere Marta.

Lo capì dal mio sguardo e s'arrese come un bambino davanti alla madre, poggiandosi con la testa sulla mia spalla e le mani ancora contro il muro.

« Perchè devi essere così sfacciatamente determinata? »

Sussurrava quelle parole contro la pelle scoperta della mia spalla, creando crepe in quella mia determinazione a sua insaputa.

« Perchè non posso rinunciare a me stessa per il mio passato. L'ho vissuto, sono tornata e non sono una comune liceale ma non sarò mai schiava del mio passato. »

Yaten sorrise contro la mia spalla e con una mano mi carezzò il fianco.

« Io e te usciremo insieme. »

Non disse altro. Quelle parole furono come la freccia di Cupido ed il bacio di Venere.

Felice e soddisfatta vinsi l'audizione ma rinunciai al posto che mi avevano offerto: Ero Sailor Venus, ero Marta, potevo sfiorare l'amore e sapevo che i sogni potevano anche realizzarsi.

Quel giorno, avrei voluto con me quel collarino con quella stella gialla, sono sicura che sarebbe stato felice di assistere allo scambio di battiti ed impulsi tra il mio cuore ed il mio cervello.

 

 

La pioggia nel Pineto*

 

 

Il mio appuntamento fu il migliore di tutti, forse migliore anche di quello di Bunny e Marzio semplicemente perchè c'ero io, c'era Yaten e c'era il sole.

Aveva deciso di portarmi lontano da tutti e tutto, fuori dallo smog della città, dalle sirene frequenti e dal vociare caotico.

Voleva essere Yaten, il liceale sceso su di una stella.

Strinse la mia mano per tutto il tempo mentre camminavamo tra i pini di quel boschetto, mentre la luce solare lasciava spazio ad un ammasso di nubi estive.

Non lo sapevamo se erano nubi o se era il nemico.

Non sapevamo nulla, ma scambiammo quelle nubi come una benedizione, un manto che poteva coprirci dagli sguardi altrui mentre ci abbracciavamo per scoprire com'era il battito dell'altro.

A tempo dei nostri battiti le gocce iniziarono a scendere dal cielo, creando una melodia che riecheggiava nel Pineto, bagnando i nostri vestiti e spingendoci a correre per trovare riparo dove gli aghi s'intrecciavano creando un tetto naturale.

Non ci restava che ridere di quello scherzo del destino che ci donò in estate una tenera pioggia e mentre le mie labbra creavano una danza con quelle di Yaten, dimenticai tutto ciò che mi circondava, concentrandomi solo sulle sensazioni che mi donava quel ragazzo.

Qual'era il sapore di una stella?

Io non lo so descrivere in effetti, però ricordo che era un sapore naturale che aveva il retrogusto della vaniglia ed il cuore dell'arancio, scaglie di cioccolato bianco e scorzette di arancio candito.

Era dolce, stucchevole e dannatamente buono.

Il sapore della mia stella creava una forte dipendenza che neanche quella stella, che in combattimento portavo al collo, aveva mai fatto.

Quel giorno, tra gli alberi, notammo l'arcobaleno.

 

 

Pioggia di stelle al contrario.

 

 

Ho provato l'ebbrezza di essere una stella o qualcosa simile ad essa.

Ho provato la paura della morte e della distruzione, ho scoperto che perdere la persona a noi più cara è straziante.

L'ho visto morire sotto i miei occhi, l'ho vista piangere e soffrire quando pensava di essere sola.

Ho visto le persone a me più care disperarsi per la fine.

Dopo tante lacrime e caduti abbiamo vinto ed i nostri semi di stella, caldi ed intatti, hanno ritrovato il corpo giusto a cui appartenere.

Galaxia, purificata dalla presenza di Chaos, ci ha chiesto cosa volevamo fare e lei, con lo sguardo felice, ha detto a nome di tutte che volevamo tornare sulla Terra dai nostri cari.

Bunny aveva detto la verità e così, come tante stelle cadenti, siamo tornati sulla terra per godere di un tramonto pulito, del primo attimo di pace dopo la grande battaglia.

Bunny stringeva la mano di Marzio, Rea sperava di tornare al tempio al più presto, Morea voleva passare da Moran, Amy guardava Taiki in modo serio e capii che l'addio stavolta non sfiorava solo il mio cuore.

Davanti a noi, le Starlight e la Principessa ci guardavano con lo sguardo triste, con la consapevolezza che dovevano andare e che quello era un addio.

Seiya guardava Bunny e s'arrese all'evidenza, a quello sguardo luminoso per il tanto atteso ritorno del suo Marzio.

Taiki guardava Amy ed in quel silenzio la salutò con un cenno della mano, rompendo probabilmente il suo cuore in piccoli pezzetti.

Yaten mi guardò e mi sorrise chiedendomi in silenzio di non piangere.

Sarei stata forte per me e per lui, avrei sopportato la sua lontananza e l'avrei ringraziato per avermi fatto credere nell'amore.

Mi guardò ancora ed allungò la mano con un pacchetto.

Tutte loro credevano fosse un anello, io però sapevo che lui non l'avrebbe mai fatto ed aprendo il pacchetto trovai lui: un collarino arancione con una stella in metallo smaltata di giallo, con incisa l'iniziale dei nostri nomi.

Sorrisi e mentre mettevo il collarino attorno al mio collo, con la stella visibile tra testa e cuore, lui sparì nel cielo, regalandomi la prima pioggia di stelle al contrario, dove lui invece di atterrare, prendeva il volo.

Ci vogliono sia il sole sia la pioggia per fare un arcobaleno...**

Grazie a Yaten avevo capito che la nostra storia era un bellissimo arcobaleno, fugace e colorato, nato da due elementi opposti che erano riusciti a trovare il giusto punto d'incontro.

 

Sono Marta, sono una Sailor ed ho un sogno nel cuore.

Osservare ancora una volta, un bellissimo arcobaleno completo di tutti i colori.

 

 

 

 

Fine

 

 

* Il titolo è tratto da una Poesia di Gabriele d'Annunzio, la pioggia nel pineto e non mi appartiene.

** La frase non è di mia fantasia, ma è stata detta da Marcia Grad ed è la frase scelta per il contest.

   
 
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