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Autore: Feel Good Inc    19/05/2011    0 recensioni
[ Vol. III, Ozma of Oz ]
I guanti già intrisi di sangue si sporcarono di pittura blu.
[ Spaventapasseri/Dorothy - death!fic ]
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa, Spaventapasseri
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Guanti sporchi

ice in her eyes  ~ fire in his head

 

 

 

 

 

 

 

 

Everything burns; watching it all fade away.

 

 

 

Né il cigolio della porta che si apriva piano né l’eco dei passi nello spazio vuoto della stanzetta umida furono più sinistri dello sguardo che Dorothy calò sul suo prigioniero. L’uomo di paglia restò immobile, accucciato sopra il corpo prono sul pavimento di pietra, incapace di chinare il capo. Non poteva far altro che ricambiare quello sguardo, bellissimo e terribile.

« Le volevi molto bene, vero, Spaventapasseri? »

Non era la voce che ricordava. Quando Dorothy parlava, era come se cento usignoli cantassero lo spuntare del giorno sulla strada di mattoni gialli. Quando Dorothy rideva, era come se il vento soffiasse il suo suono dolce nelle campanule nei prati dell’Est. Ma questa Dorothy era diversa; non c’era nulla, in lei, che lo Spaventapasseri potesse chiamare casa.

Continuò a guardarla in silenzio, consapevole del corpo ancora caldo sotto i propri guanti sporchi di rosso. Era bella, più bella forse. Stava in piedi davanti a lui sulle sue gambe nuove, più lunghe, le mani più affusolate congiunte dietro i fianchi del vestito più ampio, la testa [di sempre] inclinata di lato sulla spalla e le labbra incurvate in un sorriso più freddo, molto più freddo di quelli che lui ricordava. O dei suoi occhi diventati di ghiaccio.

« Non ti conforta sapere che sarà lei l’ultima cosa che vedrai? »

Lo Spaventapasseri si rammaricò di non avere dita più consistenti, di non poter stringere forte le spalle minute riverse sul pavimento, di non poterle in alcun modo trattenere – non lasciarmi, non andar via, non lasciarmi di nuovo, non lasciarmi. Ma sapeva, capiva che era tutto inutile. Lei se n’era già andata, e questa volta nessun ciclone e nessun oceano avrebbero mai potuto restituirgliela, mai, mai, mai.

Dorothy si mosse verso di lui; non fu per non vedere la verga infuocata nelle sue dita che lo Spaventapasseri staccò infine le mani dal corpicino spento portandosele agli occhi. I guanti già intrisi di sangue si sporcarono di pittura blu.

E ora lei era sopra di lui, ma era anche sotto di lui, e i suoi lunghi capelli biondi scesero a sfiorargli il volto da un posto sbagliato, e forse lui avrebbe quasi preferito vederli invece lì adagiati e sparsi dentro la pozza di sangue, e il crepitio del fuoco gli risuonò vicinissimo all’orecchio dipinto ma non gli fece nessuna paura, non più, non ora che tutto il mondo bruciava.

« Dille addio, stupido pupazzo innamorato. »

Ma non le diede il tempo di sferrare il colpo. Da qualche parte nel proprio essere pieno di niente trovò la forza di strappare la tela; e il volto del fantoccio venne via con facilità e la paglia e gli spilli che erano il suo cervello si mescolarono al sangue fresco della ragazzina. Alla verga non rimase che d’infierire sul guscio vuoto che era stato lo Spaventapasseri di Oz, il Saggio della Città di Smeraldo, uno stupido pupazzo innamorato.

La Principessa Langwidere non avrebbe mai più potuto ucciderlo. Era morto nel momento in cui lei aveva rubato la testa e il sorriso di Dorothy.

 

 

[ 500 parole ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Sì, be’. Ecco. Probabilmente le vicissitudini del momento influenzano la mia scrittura.

Per una volta ho voluto scrivere una, uhm, cosa dark, per il semplice motivo che il personaggio di Langwidere ci offre il dark su un piatto d’argento: insomma, una bella Principessa che ruba le teste alle giovani fanciulle che si avventurano nella sua Corte e se ne appropria per la sua collezione privata? Dovevo sfruttare l’idea. Così è nata questa what ifLangwidere non ha preso bene il rifiuto di Dorothy, Dorothy non è mai stata salvata da Ozma e compagnia, Ozma e compagnia sono stati fatti prigionieri da Langwidere, e in tutto ciò chi soffre di più è quel povero tesoro del mio Spaventapasseri, che faccio sempre tanto patire. Spero che mi perdoni, e che mi perdoniate anche voi.

Il verso iniziale è tratto da Everything burns di Anastacia feat. Ben Moody.

Alla prossima, che spero sarà più allegra. ^^’

Aya ~

   
 
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