I don't
know how to be something you miss.
Se chiedete ad un bambino quanti anni ha, egli vi risponderà, fiero e
orgoglioso, con estrema precisione, la propria età.
Se quel bambino però veste di
verde e ti guarda con estrema sfrontatezza, probabilmente, vi risponderà
serenamente che, certamente, debba essere molto giovane.
Se avete più di dodici anni quello stesso ragazzo vi guarderà dall’altro in basso,
compiangendo dentro di sé la sventura in cui siete caduti: crescere.
Se il suddetto bambino, poi,
si metterà a volare o a cercare la propria ombra, non sorprendetevi troppo,
perché avreste davanti a voi Peter Pan in persona.
Nessuno sa con precisione da
quanto vive Peter Pan, me che meno lui stesso, quel
che è certo è che, se fosse cresciuto, sarebbe diventato un ricco borghese a
capo di una qualche società; o perlomeno questo è ciò che egli ricorda se gli
domandi che cosa avrebbero voluto che diventasse i suoi genitori.
In effetti, questo, è l’unico
ricordo che Peter Pan abbia mai conservato in così
tanti anni, ma forse non troppi, di vita.
Se avete intenzione di unirvi
ai “Bambini Sperduti”, dovete sapere che ci saranno mille avventure, avrete una
vita lontana dal dolore, fatta da continue avventure.
Conoscerete sirene, indiani,
pirati e mille altre creature, il guaio è che vi dimenticherete di tutto ciò
non appena l’avrete fatto.
E’ proprio per questo che, prima o poi, ogni Bambino Sperduto, decide di tornare sulla
terra e crescere, perché vivere in un sogno è bello, ma non è reale, e prima o
poi si deve crescere e affrontare la vita, la vita vera.
Solo una
bambino non ha mai abbandonato l’Isola che non c’è e credo che nessuno di voi
si sorprenderà se dirò che quel bambino, ebbene sì, è proprio Peter Pan.
Egli è convinto che al mondo
non esista gioia più grande che volare sereno o giocare con le stelle, ha da tempo scordato Campanellino, la fatina fedele che ha
condiviso con lui molte avventure, ed è passato molto tempo da quando si è
vantato l’ultima volta di aver ucciso il capitano Giacomo Uncino, non ha più
rivolto alcun pensiero ai fratelli Darling e a quella dolce bambina che, per
gioco, e, forse, anche un po’ nella realtà, è stata sua moglie.
Non ricorda niente di
sentimenti, strani ticchettii e uccelli di nome Wendy, d’altro canto tra
scherzi e giochi non c’è tempo per il ricordo.
Ci saranno altri nemici da
sconfiggere, altre bambini di cui occuparsi e altre
fatine gelose, ci saranno mille altre avventure, voli e giochi.
Eppure, ogni sera, prima di
andare a letto, Peter Pan, ricorda di prendere la
propria medicina.
E, se vivete a Londra, verso
Primavera, alzate gli occhi al cielo: se vedrete volare uno strano ragazzino
vestito di verde insieme ad una bambina, saprete che
quello non è altro che Peter Pan, il ragazzo che non vuole crescere, insieme
alla sua nuova Wendy, futura finta
moglie, compagna di avventure, racconta storie e una vana sostituta di una
bambina che, anni fa, raccomandò a Peter di prendere ogni sera la medicina,
prima di andare a letto.
Questa storia è stata iniziata
molto molto tempo fa, scritta su un fogliaccio,
gettata in una cassetto e mai realmente finita, fino
ad ieri. Ho amato questo libro fin dalla prima volta che l’ho letto e mi ha da
sempre affascinato la psicologia che gira tutto intorno al romanzo così, be’,
ho deciso di provare a scrivere qualcosa su questa inimitabile
opera.
Hope you like
it!