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Autore: Heath Queen Bee    21/05/2011    7 recensioni
Cortissima Flashfic ispirata ad un amore impossibile...
-Nizzy-
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Odio la classe economica.- Ripetei accucciato in un angolo, seduto sulla scomoda panca di legno.
Era notte fonda.
Dalle numerose fessure entrava inesorabile il vento ghiacciato.
Un brivido mi percorse la schiena: era davvero freddo.
Mi alitai più volte sulle mani, illudendomi di scaldarle almeno un po’.
Alzai lo sguardo incrociando quello dell’unica ragazza che stava sveglia fino alle 5 del mattino, il suo bellissimo sguardo...
Seduta nella panca di fronte mi guardava sorridendo.
A volte mi viene l’atroce sospetto che dorma con gli occhi aperti...
Alzai un sopracciglio, perplesso, per poi chiederle:
-Cosa ci fai sveglia a quest’ora?-
-Ti guardo.- Rispose continuando a sorridere angelicamente.
-Perchè?- Piegai la testa di lato, perplesso.
-Perchè sei un gamberetto carino!- Squittì saltando in piedi, per poi sedersi di fianco a me.
-Com’era quel detto? Assecondare sempre i matti?- Sussurrai ricomponendomi.
-Sono quasi sicura che il mio dottore abbia detto psicotica...- Rispose, strappandomi una risatina...
Poi, cambiò improvvisamente tono di voce, si avvicinò a me e sussurrò:
-Noah, ho freddo.-
Non solo mi aveva chiamato con il nome giusto, aveva cambiato espressione... sembrava quasi normale!
Mi prese la mano e la passò sui suoi lunghi capelli rossi, fino a metà schiena.
-Stringimi.- Disse socchiudendo gli occhi.
Appoggiò la testa sul mio petto e strinse le braccia intorno al collo.
Mi abbandonai a quel folle abbraccio, che non durò più di un instante, le abbassai dolcemente le braccia spingendola ad allontanarsi, la guardai per un istante per poi abbassare lo sguardo.
-Tu stai con Owen...- Dissi voltandole le spalle.
-Ho sempre avuto un debole per i gamberetti! Anche se li preferisco alla griglia, non come quelli che ti danno al ristorante cinese... poi ci sono anche impa...-
Non le diedi tempo di finire la frase strappandole un bacio, il bacio più dolce, il bacio del tradimento, il primo bacio.
Sollevai le labbra da quelle della stordita ragazza, sussurrando:
-Non posso.-
Mi alzai dalla panca cigolante e mi rifugiai in bagno, consumato dai sensi di colpa, deliziato dal suo profumo, il sapore delle sue labbra, la morbidezza dei suoi capelli, il colore dei suoi occhi.
Non poteva finire così.
Mi sedetti a terra, tenendo la testa tra le mani, combattendo contro le lacrime.
La maniglia si abbassò lentamente lasciando intravedere il suo volto, di nuovo allegro.
-Io ti amo, gamberetto.- Sussurrò.
Alzai lo sguardo, non potevo più negarlo.
-Ti amo anch’io.-
 

 
  
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