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Autore: blackamethyst    21/05/2011    17 recensioni
[ Demenziale | Parodia ]
E se vi dico il nome Ermes, voi a che pensate? Un Dio intelligente e molto furbo, certo. Ma se in realtà non fosse così furbo come vuol dare a credere?
Smarrito in uno dei tanti covi delle sue amanti, con l'aiuto degli Dei dovrà cercare un oggetto perso a lui molto caro.
Apollo intanto si schiariva la voce.
- Allora :
Dimenticato,
è l'oggetto.. -
Poi si mise a pensare un possibile seguito.
Ermes gettò via la saponetta, che colpì fortemente la fronte del povero Poseidone, che intanto cascò nei possenti braccioni di Ares.
- NON VI RICORDATE COSA CERCAVAMO!? NON VI RICORDATE COSA CERCAVAMO!?.. oh, ma cosa cercavamo? -
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gli Dèi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A te,
che hai tanto coraggio da leggerla. 

                                                                                 Il Dio e il cellulare perso


Guardò appagato la donna accanto a sè, il Dio, con tenerezza e orgoglio, poi asportò le coperte con un gesto veloce e sbrigativo, e si issò su, mettendosi in piedi e oscillando appena. Iniziò a camminare ozioso, allungando le braccia sopra la sua testa.
Davvero una bella nottata, sorrise divertito tra sè e sè l'uomo biondo. Entrò nel bagno, per poco non inciampò in una pantofola ( " Inutili aggeggi umani, i coturni sono meglio! " aveva sospirato affranto e paonazzo per l'umiliazione, benchè fosse solo e nessuno l'avesse visto - Per sua fortuna - ), ficcò un oggetto impercettibile nella tasca dei pantaloni corti che avrebbe dovuto mettere, in gesto brusco, appoggiati sul bidè armoniosamente accanto ad una magliettina, e si infilò nella doccia con nonchalanche.
Pochi secondi dopo che la tendina si fu chiusa con un colpo repentino, si videro indumenti librarsi, ed atterrare con un tonfo poco udibile sul pavimento marmoreo e sfavillante del bagno. Una figura alta e muscolosa faceva da ombra sulla tenda rigorosamente a pois gialli.
Un colpo secco, e si sentì l'acqua emergere con una deliziosa melodia, che si stagliava nel silenzio della grande camera.
Il silenzio si interruppe, lo scrosciare dell'acqua fu rimpiazzato da un'allegra canzoncina, cantata così forte che il Dio non avrebbe sentito nemmeno un minotauro entrare in bagno:
Ermes Bello è una star,
è una star,
è una star,
Ermes Bello è una star,
e i suoi fan lo amano di più,
sempre più!

La canzone ( Era sempre quello snervante ritornello, badate. ) parve ripetersi all'infinito, finchè non si spense con la stessa rapidità con cui era incominciata, insieme allo scorrere dell'acqua. La tendina si riaprì con lo stesso colpo repentino di prima, e il Dio uscì, tirandosi dietro la tenda.
- Oh, santissimi numi.. - borbottò grattandosi la testa. Cercò di mettere a posto l'ingombrante telo, con il futile risultato che quest'ultimo gli fu caduta sul capo biondo più e più volte ; grugnì rabbioso e scaraventò scocciato la tendina a terra.

— Stupidi aggeggi mortali!  mugugnò risentito. Afferrò la piccola tovaglietta sul lavandino anch'esso marmoreo e se la attorcigliò alla vita, incurante del sapone che scivolava a terra.
— Cos'è stato questo rumore!?  disse poi più a sè, che a qualcuno in particolare e avanzò con gli occhi socchiusi e aria misteriosa..
BADABOOM.
Il Dio si ritrovò a gambe all'aria e il sapone sfrecciava per tutto il pavimento allegro, lasciando una scia umida.
— PER TUTTE LE MUTANDINE DI PIZZO DI ZEUS! — imprecò questa volta ad alta voce, alzando appena il capo bagnato. Si rimise in piedi con stanchezza e riprese il sapone, stringendolo così tanto da affondarci dentro le lunghe dita.
 TU! Piccolo svergognato aggeggio mortale! Com'è che ti chiami, eh? Dimmelo! — le inveì contro il Messaggero degli Dei, probabilmente furente e troppo stordito dalla botta per capire che quello era un oggetto inanimato. Strinse la mano così tanto che sul sapone si formò la forma delle dita flussuose.
Alzò gli occhi, con quella vena impazzita, e incontrò il suo riflesso nel grande specchio. La stretta sulla saponetta parve affievolirsi, e un sorriso smagliante si aprì sul volto dell'uomo.
— Sono proprio un gran bel tipo — si contemplò orgogliosamente il Dio, ammiccando al suo riflesso con gli occhi blu.
" Divino Ermes " gracchiò una vocina femminile. " Non vorrei distubarla.. "
" Ho voglia di un ratto " commentò un'altra voce maschile.
Il Messaggero sgranò gli occhi e guardò il sapone nelle sue mani.
 E allora tu parli! Parlami e dimmi chi sei, ingrato! — sbraitò, incenerendo con lo sguardo la povera saponetta innocente, caduta chissà per qualche pecca da lei non commessa nelle sue mani. Cos'aveva fatto, quell'ingenuo oggetto, per meritarsi tutto ciò?
" Divino Ermes, sta parlando con una saponetta! " lo avvertì Martha il serpente con nota isterica nella voce, e strisciò vicino ai piedi nudi del Dio a lei Padrone.
 Una taponessa? — chiese Ermes, perplesso. —E cos'è? A cosa serve? PERCHE' NON MI PARLA!? — chiese offeso, rigirandosela tra le mani. — PARLAMI! — gli urlò contro, quasi in lacrime. — Mi ferisci così! — aggiunse afflitto, portandosi melodrammaticamente una mano al petto.
George sospirò, più divertito che lacerato dalla stupidità del suo padrone.
" è più fuori di un balcone. E approposito di balconi, io voglio un ratto! " spiattellò il serpente, impiaziente.
" George, per il sinistro floscio di Ares, sta zitto! " trillò allarmata Martha, agitando il corpo da vermetto.
Il Dio guardò i due serpentelli a terra.
— George, Martha, aiutatemi! — si lamentò mesto ed avvilito. — La taponessa non vuole parlarmi! —
George sogghignò appena, e Martha rimpianse di non essersene andate a gambe levate.. o magari, essere strisciata via.
" Divino Ermes, " rincominciò la serpentella, bramosa che il Padrone non sparasse un'altra cavolata " Ma quello è un oggetto inanimato. I mortali lo usano per lavarsi "
Il Dio, in preda agli spasmi, scaraventò la saponetta, ancora una volta molestata da quel pazzo, nel lavandino, e girò in tondo, finchè non si incastrò nel buco del lavello.
 CHE SCHIFO! — abbaiò Ermes, risentito.
" Divino Ermes " squittì ancora una volta Martha. " siamo caduti dal caduceo. "
Ermes scosse il capo.
— Oh — si guardò intorno, girando, e per un istante somigliò fatalmente ad un cagnolino desideroso di azzannarsi la coda. — Ma dove l'ho messo? Accidenti! —
— Aspettate che mi vesta — avvisò poi, stanco di girare su se stesso. I serpenti rimasero lì a fissarli. — Andate via! — li spronò. —  Che c'è, adesso nemmeno un pò di privacy? —
I vermetti strisciarono fuori dal bagno, mugugnando seccati.
" Si è fatto fare più di mille statue completamente nudo. Da quando è diventato così pudico? " borbottò Martha.
" L'ho detto io : E' più fuori di un balcone! " ripetè George, contento che la sua teoria fosse vera. ( Ed era vera, Gente. )
Il Dio, in bagno, dopo essersi asciugato, si vestì, si allacciò i coturni, e si diede un ultima specchiata.
 Sono troppo fighissimo — alzò le mani e le fece a mò di pistola, poi le fece muovere in avanti e si fece l'occhiolino. Fatto questo, uscì fuori allegro, aveva già forse tralasciato il fatto che avesse perso il suo cellulare/caduceo? — George, Martha! Dove siete? — domandò poi, grattandosi la testa. Perchè erano così maledettamente piccoli?
" Qui, Divino Ermes " rispose Martha con vocina stridula.
Ermes osservò il pavimento immacolato e a rombi.
 Non ricordate dove ho messo il caduceo? — chiese tentennante il biondo.
" No, Padrone, eravamo addormentati! " ribattè subito il rettile, difendendosi, ancora con la vocina alzata di una decima.
" Voglio il ratto! voglio il ratto! voglio il ratto! " George si mise a fare i cori da stadio, però ignorato dagli altri due.
 Ho bisogno di un aiuto! — schiamazzò il Dio mettendosi le mani nei folti capelli scintillanti — È una tragedia! il mio caduceo! e se fosse stato la taponessa!? —
I serpenti ignorarono la sua teoria. ( In realtà, era solo Il Serpente, George ignorava da tempo l'angoscia e le balordaggini del padrone. )
 Sì, ho decisamente bisogno di qualcuno! Ma chi potrei invocare? Pensiamo! — Il Dio si portò l'indice al mento, e con l'altra mano si teneva il gomito. Intanto guardava in un punto indefinito in aria con espressione afflitta e sofferente.
Zeus? No, affatto, non gli serviva uno Spara Fulmini. Poseidone? Nah, non voleva mica innondare la casa. Afrodite? Lei non capiva una ceppa, era la meno indicata! Dioniso? Lui si sarebbe di sicuro rifiutato. Apollo? Ma certo che no! Avrebbe solo recitato stupidi Haiku!
Ermes, angosciante, passò in rassegna di tutti gli Dei.
" Atena " gracchiò allegra Martha, improvvisamente. Gli occhietti neri scintillavano. " potrebbe chiamare Atena. "
Ma il Padrone non la sentì, nè la degnò di uno sguardo, ancora immerso nei suoi pensieri.
 Uhm.. vediamo.. vediamo vediamo.. — borbottò, carezzandosi il mento.
" Atena! Atena! " squittì ancora la serpentella, salticchiando appena.
Passarono dieci minuti così, in preda agli spasmi affranti di Martha e ai sogghigni di George.
" Datemi una A! e poi una T! e una E! e ancora una N! e infine una A! Atena, Atena, Atena! " cantilenò il serpente maschio, sorridendo come un ebete e facendo schioccare la lingua serpentina.
Poi Ermes scrocchiò le dita, e una lampadina si illuminò sopra la sua testa con un melodioso DING.
 Atena! potrei chiamare Atena! sono un genio! — continuò poi, euforico, ignorando i due animaletti, e l'aria seccata di Martha.
" Era ora! " borbottò Martha, stanca.
Il Dio si scrollò, alzò le mani in aria schiarendosi la voce, chiuse gli occhi e poi li riaprì.
 ANTEEENNAA! — urlò quasi da spaccare i timpani.
Martha parve afflosciarsi.
" Divino Ermes, è ATENA! " le suggerì impaziente. Ermes scosse il capo.
 È vero! quindi.. AATAANAA! — urlò di nuovo. Chiuse gli occhi, convinto che quando li avesse riaperti si fosse trovato davanti la formosa Atena dagli occhi grigi e i capelli neri. Ma trovò tutt'altro: Una bella donna dai capelli biondi, il sorriso dolce ( Non che lo fosse tanto in quel momento, la bocca somigliava più ad una linea orizzontale ), grandi occhi nuvolosi ( Ma decisamente non erano quelli di Atana ), le mani sui fianchi formosi, infuriata.
 GEORGE! — urlò la donna in pigiama. — MA CHI DIAVOLO E' ATANA!? — gli inveì contro.
George il serpentello sogghignò, era stato lui a suggerire al padrone di fingere di chiamarsi come lui. ( In realtà quando lui e la ragazza si erano incontrati, continuava a cantilenare " George George George " e il Dio aveva urlato " MI CHIAMO GEORGE " così forte da far arretrare la biondina.
Ermes sgranò gli occhi e sobbalzò, speventato dal fatto che quella non era Atena.
— Ehm.. tesoro! È che.. io.. LORO SI CHIAMANO ATANA! — cercò di scusarsi, indicando i serpenti a terra. La donna li guardò dapprima scocciata, ma appena avvistato che erano rettili, urlò di paura e volò nelle braccia di Ermes/George.
 AAHH! — urlò — SERPENTI! — continuò, stringendo il Dio. Quest'ultimo sorrise compiaciuto.
 Ehi May, sono innoqui! — esclamò sorridendo l'altro. — Adesso però.. ehm, cara, un.. tubo, è scoppiato in bagno.. —
Ermes balbettava, spingendo May nella toilette.
 Ecco lì.. — poi la spinse dentro e chiuse lesto la porta.
— George! GEORGE, IN NOME DEL CIELO, COSA FAI!? — sbraitò la donna nel bagno, sferrando colpi alla porta.
Ermes ritornò in cucina in fretta e furia.
 Bisogna fare qualcosa. ATENA, ACCIDENTI, VIENI QUI! — strepitò fuori di sè.
La Dea della saggezza gli si parò davanti, con sguardo severo. ( Ovvero la sua espressione abituale, quella che ti fa cagare sotto dalla paura solo a guardarla ed è peggio di quella di Medusa )
 Ermes — formulò impassibile Atena, gli occhi grigi scintillavano pericolosamente.
 Oh! Atena! — esclamò allegro lui, in tutta risposta.
La Dea si guardò attorno, con sopracciglio inarcato, indagatrice.
 Uhm. Deduco che siamo nel covo di un'altra tua am.. —
 Santi numi, Atena, si parlava così cinquant'anni fa! E comunque devi darmi una mano: Ho perso il caduceo! —
Atena scosse il capo, frustrata.
 Santissima cacca di ciclope, Ermes! Sei sempre lo stesso! Possibile che perdi tutto!?   lo assalì la Dea furente, puntandogli contro l'indice. Ermes sembrò messo con le spalle al muro.
 Se non fossi venuto qui.. mannaggia all'Amore!   sussurrò avvilito, le mani nei capelli.
Un lampo di luce e la ragazza più bella della terra e del sistema solare si materializzò lì. A Ermes parve di vedere la sua amata che era rinchiusa in bagno, poi quell'attrice che aveva cercato di abboccare.. Sì, dai. Era stupido ma non così tanto, aveva capito chi era: Afrodite.
La Dea era furente, e si applicava l'ombretto con il pennellino in modo così irato che rischiò di cavarsi l'occhio. Lo scaraventò poi nella piccola trousse e la chiuse di botto, lanciandola via.
— Fatina dai piedi alati! — iniziò  Come osi dire una cosa del gen.. OHH! UNO SPECCHIO! — Senza pensarci due volte, Afrodite saltellò allegra nella camera di May, e iniziò a frugare nel suo armadio, specchiandosi.  Oh santi numi, che brutta maglia!  squittì, sfogliando gli indumenti.
Ermes sospirò afflitto.
— Ma cos'ho fatto di male?! Ho solo fatto la pipì nella doccia! 
Un odore di salsedine si sparse per la casa e il Dio dei mari apparì lì.
— Ermes, Messaggero degli Dei, cos'hai fatto!?  tuonò imperioso.
 Ehm.. Ma scusa, tu sei il Dio dei mari non dei tubi di scarico! 
— Fregato, amico, faccio parte del servizio acquedotto dell'America!  — e fece l'occhiolino, raggiante.
 Voglio moriiiireee!  si lamentò Ermes, accasciandosi, e per poco non sgominò la povera Martha.
" Oh Santi numi! " aveva imprecato stridula il rettile.
Ade apparve brioso, con una lucina scintillante negli occhi neri come pece.
— Uhm, davvero voresti morire? Dovresti fare una firmettina qui, e qui...   propose carezzandosi la barba ispida e rude e mostrando un foglio scarabocchiato; Sembrava l'avesse scritto una furia. ( Probabilmente l'aveva scritto proprio la Furia )
 Via, Ade, non diceva mica sul serio!  obiettò irritata Atena.
 Oh cavolo, ma che..?  balbettò Ermes, vedendo il Dio degli Inferi. — SPACCATEMI UNA CHITARRA IN TESTA! 
Un bagliore, e apparve Apollo, di una bellezza abbagliante. ( Sì, dai, lo sappiamo tutti che è un gran gnocco ) 
 Il rumore si sente fin sopra l'Olimpo — proferì il Dio del sole. — Ma un haiku ci starebbe bene!
Ermes soccorro,
è uno stupido.
Qualcuno mi da una mano a finirla? 
— NOO! — Tutti gli Dei sono stranamente all'unisono.
— NO! PER I PIEDI PUZZOLENTI DI ZEUS, NO!  si esasperò Ermes.
Il rumore di un tuono, un'altro bagliore, e ecco Zeus, in barba e ossa.
 Ma come..!? FATE UNA RIUNIONE DI FAMIGLIA E NESSUNO SI E' PRESO LA BRIGA DI AVVISARE IL DIO SUPREMO E MAGNIFICO!? E per la cronaca, io mi lavo i piedi con il Bicarbonato Olimpico  esclamò mortificato e umiliato il Dio dei cieli.
 Albus Silente, che piacere vederti!  aveva salutato gioioso Ermes, ignorando il fatto che quello fosse suo padre.
Afrodite balzò dal padre.
 Papino, papino, mi serve qualche dracma!  squittì allegra.
 Non può dartele il tuo amante?  chiese burbero.
 Amen sentenziò Ermes, ormai agonizzante. - MI SERVE IL CELL.. -
Afrodite lo zittì con un gesto stizzito della mano e Ares apparve.
 Cosa? io non ho il becco di un quattrino, i miei figli mi hanno spillato ogni dracma! — si difese subito il Dio della guerra.  Non dargli strane idee! 
— Oh, ma quanto siete avidi! — mugugnò la Dea dell'Amore.
 POSSO AVERE L'ATTENZIONE DI TUTTI QUANTI!?  si era spazientito Ermes.
Tutti lo guardarono.
— Lì ed indicò il bagno  C'è una povera ragazza imprigionata, e io ho perso il cellullare! Visto che siamo tutti qui a mò di riunione di famiglia, mi aiutate? 
Tutti annuirono orgogliosi.
 Al mio segnale.. — disse Ermes, riducendo la voce ad un sussurro. — APRITE I MOBILI. 

Three Hours Later.

Erano passate la bellezza di tre ore, e i 9 Dei cercavano ancora, invano.
Ares prendeva a cazzotti il forno ( O il " Torto " oppure " Ripugnante aggeggio mortale! " come diceva lui), Apollo cantava Haiku ad un mestolo, Atena parlava sull'utilità delle lavatrici, così petulante che più di una volta Poseidone le aveva suggerito di infilarci la testa dentro e premere il tasto per strizzare, ma dal canto suo, il Dio dei mari giocava con l'acqua del lavandino, anche se il suo armonico desiderio era quello di far girare l'acqua del cesso al contrario. Ade, intanto, provocava terremoti a volontà. In poche parole, tutti gli Dei cazzeggiavano, senza preoccuparsi del fatto che stavano distruggendo la casa di una povera donna ( Che dopo avrebbe pestato a sangue il suo George per la sua casa ormai rovinata ) o che dovevano cercare qualcosa di estremamente importante. ( A sentire Ermes ) Ma un pianto si dissolveva nell'aria, e Poseidone, una volta aver smesso di insultare Atena, cercava di calmare la povera e piangente Afrodite con un'unghia spezzata, sotto gli sguardi accigliati e omicidi da parte del Dio della guerra che sferrava pugni al Torto, immaginando che quella fosse la testa atrofizzata del Dio.

— Dai, Afr, ti sei solo spezzata un'unghia...  azzardò il Signore dei mari.
E adesso, chiunque ( Tutti compresi, perfino animali, cadaveri e compagnia ) conosca il nome " Afrodite " e tutte le allegre storielle in cui lei appare, sa perfettamente che non deve discutere su due cose alla presenza della Dea ( Ma nemmeno, quella megera ha le orecchie radar! ) che potrebbe assumere tratti omicidi : L'amore. E il decesso di un'unghia.
Nessuno sa il perchè. Forse perchè è la Dea dell'amore e della bellezza. Forse perché la celestiale estetista è un pò troppo cara in fatto di manicure. Ma il fatto è questo: A chiunque rimanga un pochino di cervello e neuroni, sa che non deve mai contraddire ( MAI, badate, MAI. E' la vostra salute che ci va di mezzo ) la Dea, nemmeno mentalmente o per scherzo.
E quindi, ci sono poche opzioni per sapere che fine ha fatto il cervello di Poseidone.
La prima è quella che ormai ce l'ha intasato d'alghe.
La seconda, dice che non ce l'ha proprio.
Martha e George guardavano intimoriti e spaventati il Dio, pensando già a come avrebbero dovuto addobbare per bene la bara.
La Dea sussultò, gli occhi igniettati di sangue. Con le mani attorcigliate attorno al collo di Poseidone, prese a scuoterlo con forza violenta.
— SOLO!? MI SONO SOLO SPEZZATA UN'UNGHIA!?  sbraitò come una forsennata Afrodite, mentre Ares gongolava leggermente. — TUU! COME OSI DIRE CHE MI SONO SOLO SPEZZATA UN'UNGHIA!? 
Tutti erano stanchi ed irritati, mentre Ermes litigava con la " Taponessa ". Poi Zeus si fermò, portandosi un'indice al mento.
— Ma cos'è che cercavamo? 
Afrodite lasciò la presa su Poseidone. Quello cadde all'indietro con uno stormo di gabbiani che volava a cerchio sulla testa.
 Oh, cavoletti, è vero! Cosa cercavamo? 
Apollo intanto si schiariva la voce.
 Allora :
Dimenticato,
è l'oggetto.. 
Poi si mise a pensare un possibile seguito.
Ermes gettò via la saponetta, che colpì fortemente la fronte del povero Poseidone appena rialzatosi, che intanto cascò nei possenti braccioni di Ares.
 NON VI RICORDATE COSA CERCAVAMO!? NON VI RICORDATE COSA CERCAVAMO!?.. Oh, ma cosa cercavamo? 
" Oh, il caduceo! " trillò Martha, stanca e arrabbiata per la stupidità mastodontica di tutti gli Dei.

 Il caduceo? 
— Il caduceo? 
 Il caduceo? 
 Il caduceo? 
 Il caduceo? 
 Il caduceo? 
 Il caduceo? 
Ermes parve ricordarsi, e preso dall'angoscia, impazzì.
— CERCO QUESTO FUNESTO, MALEDETTO CADUCEO! — e pescò dalla tasca dei jeans un telefonino che emanava un'aura azzurra.A Martha venne un mancamento, e si accasciò al suolo. George, come suo solito, sghignazzava. Tutti gli Dei erano sbigottiti. Ermes aprì una bocca grande quanto il lago di Garda.
 E quindi.. io.. l'avevo..Tutto questo casino... 
BOOM.

l'angolo della miws.
Per la chiappa sinistra moscia di Efesto, non so nemmeno io perchè ho pubblicato questa.. cosa.
Un paio di avvisi fatti così, velocemente: E' tutto a scopo parodiaco, quindi prego gli Dei divini di non fulminarmi e sì, la May citata è proprio May Castellan, ladies and gentleman, la mamma di Luke!
Mi scuso tantissimo, ma è un parto demenziale della mia mente malata. A volte la stanchezza fa questo.
Dovrei eclissarmi, suppongo.
Umiliatemi quanto volete.
psicoticamente vostra,
midnightsun.

 

  
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