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Autore: Rei Ayanami    01/02/2004    2 recensioni
La vita trascorre a Neo-Tokyo 3. In un modo o nell'altro, trascorre. Leggete e recensite -sarebbe davvero molto gradito qualsiasi commento... ma siate buoni^^
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Misato Katsuragi, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina si prospettava ancora più calda del giorno precedente

Prologo

 

La mattina si prospettava ancora più calda del giorno precedente.

Il termometro arrivò a toccare i 39 gradi, l’asfalto sembrava poter scomparire da un momento all’altro.

Il fumo che si sollevava da terra rendeva difficile distinguere in maniera nitida il grande edificio bianco in fondo alla strada.

La camicia del ragazzo senza cartella dalla parte opposta della strada era diventata fastidiosamente appiccicosa, i capelli castani bagnati e caldi erano attaccati alla fronte sudata.

Era soltanto metà maggio, ma sembrava di essere in pieno agosto: a scuola si tenevano lezioni in piscina da almeno due settimane, e per strada non si vedeva nessuno prima delle ore meno calde della sera.

Dal cortile della scuola provenivano il vociare e il disappunto degli studenti per il caldo asfissiante, e sembrava che nessuno avesse voglia di fare nulla; tantomeno frequentare le lezioni.

Il ragazzo si affrettò a raggiungere il cortile, sperando ingenuamente di poter ottenere così un po’ di quell’ombra che gli altri si stavano già spartendo con parsimonia e non senza un certo egoismo.

La breve corsa non fece altro che affaticarlo e procurargli ancora più caldo di quanto già non ne avesse.

Si rimboccò le maniche della camicia e sbuffò, passandosi una mano sulla fronte nel tentativo di asciugarla.

La campanella suonò con grande sollievo degli studenti che si riversarono disordinatamente all’interno dell’edificio, sperando che i condizionatori d’aria funzionassero; naturalmente, con grande disappunto di tutti, nessuno era preparato alla grande ondata di caldo e l’unica cosa che poterono ottenere fu di passare l’ultima ora di lezione in piscina.

Qualche ora più tardi il sole sembrava non essere mai stato così in alto, e il ragazzo senza cartella si trovò a correre verso casa, veloce e accaldato, con i lucidi capelli corti schiacciati contro la fronte e le guance rigate dal sudore che gli bruciava negli occhi.

Arrivò davanti all’appartamento qualche minuto dopo e si lasciò andare con tutto il peso del corpo addosso alla porta, che trovò stranamente aperta.

Irruppe nella stanza rotolando, mentre una scarpa si alzò girando su sé stessa e atterrò sul grande tavolo di legno grezzo.

La donna seduta al tavolo sobbalzò sgranando gli occhi, poi si girò verso il ragazzo e sorrise divertita.

Aveva i capelli lunghi fino a metà schiena, scuri e lucidi, che ricadevano con una frangia appena sopra i grandi occhi castani contornati da ciglia lunghe e folte e sopracciglia sottili.

Il ragazzo diventò tutto rosso e sorrise affrettatamente tra sé e sé: in quel momento si sentì davvero stupido… imbarazzato e stupido.

Alla vista di quell’espressione, la giovane donna non poté fare a meno che mettersi a ridere, in maniera sguaiata e scomposta; in un attimo si trasformò dall’immagine della femminilità a qualcosa che non ci si sarebbe avvicinata nemmeno alla lontana.

Il ragazzo si fece piccolo piccolo, poi si avvicinò a testa bassa al tavolo e si riprese la scarpa.

"Misato-san, un po’ di contegno" disse imbronciato.

La donna riuscì a ricomporsi a fatica, farfugliò qualche cosa e poi tornò a ridere, piegata in due e indicando con il dito il povero ragazzo che imboccò dritto la porta della camera per togliersi la camicia bagnata.

Ripresasi a stento, la giovane donna bussò alla porta della camera: "Shin-chan, non mangi niente ? Avanti, stavo scherzando !".

Il ragazzo era sdraiato sul letto duro, lo sguardo fisso al soffitto.

I capelli castani adesso erano coperti da un asciugamano arancione con una "A" rossa ricamata in un angolo, e le scarpe erano state buttate sotto il letto con noncuranza.

"No… no, fa troppo caldo per mangiare."

Il piccolo appartamento aveva un condizionatore, ma con la porta chiusa i benefici dell’aria fresca non arrivavano alla testa del ragazzo che per tutta la mattina non aveva fatto altro che girare… e girare…

Non sopportava il caldo; la temperatura era salita ancora, e da una settimana ormai non faceva che passare i pomeriggi sdraiato sul letto, sperando in un po’ di frescura che non arrivava.

Da dietro la porta provenne un risolino divertito, poi un rumore di passi riecheggiò nella sala da pranzo e scomparve.

Il ragazzo farfugliò qualcosa: "Misato-san… ?"

Nessuno gli rispose, e nel silenzio dell’appartamento i grandi occhi castani si chiusero.

  
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