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Autore: XxSilverGirlxX    22/05/2011    0 recensioni
Samira è una bellissima ragazza Californiana, che da sempre ha vissuto una vita frenetica fra scuola casa amici ecc.E... Se D'un tratto venisse catapultata in u'altra vita che non le appartiene. Si ritroverà in una nuova casa ,in una cittadina fra i sobborghi di New York , la sua vita sarà confinata da miglia di sciagure ,e dal incontro con tre affascinanti ragazzi Dan Nik e Sam , e la cosa che legherà questi quattro adolescenti sarà un'oscuro e misterioso "buco" nel seminterrato della casa di Dan che infatti gli ha già procurato molti problemi.Un Oscuro Segreto Verrà Rivelato e le loro vite non saranno più le STESSE.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo qualcosa di viscido e caldo colarmi sul corpo , alzai il viso . Una strana sostanza verdastra dall’odore quasi in riconoscibile , tranne per quella vaga punta di putrido , continuava a cadere dal cielo . mi trovavo in una stanza completamente buia , forse non era neppure un stanza , l’unica cosa che sapevo era che  c’era qualcosa che mi circondava , il vuoto o il nulla e se invece fosse stato il caos . Ma allora , il caos può farmi colare a dosso un liquido verdognolo ? Bella domanda . Credo che la colpa per il fatto che non sappia rispondere a questa domanda non è dovuta al fatto che non sono stata mai molto partecipe alle lezioni di Fisica di Mr.Donnelon  . Persino quando mi trovavo in situazioni al quanto paranormali riuscivo a fare la spiritosa. Alzai il viso , per una seconda volta , ma come la prima non trovai nulla che potesse spiegare da dove fuoriuscisse la “lava verde”.Quando d’un tratto assieme a  quel vischioso liquido mi cadde sulla testa una poltiglia grigiastra , all’apparenza poteva sembrare il cibo della mensa scolastica ma dal netto odore di putrido si distingueva dalla zaffata di cibo malsano che solitamente proveniva dalla maggior parte delle scuole Inglesi o di qualsiasi parte del mondo. Me ne continuo a cadere dell’altro per poi diventare sempre di più , mi inginocchiai per  terra e dal nulla comparvero strane sagome tutte accatastate, sdraiate l’una sull’altra come giocattoli di pezza in forme .Era inquietante , ma solo quando presa da un impeto di spavalderia mi feci coraggio e mi avvicinai , vidi che quelle “sagome-pezze” erano cadaveri di persone , di molte persone, di troppe persone , tutte denudate , sfregiate e mutilate . Un fremito di ribrezzo mi scosse da capo a piedi , indietreggiai con timore  lacrime scendevano sul mio viso dipinto da una maschera di terrore , feci circa una decina di passi all’indietro solo che ogni volta che ne facevo uno sembrava che la pila di cadaveri ne facesse uno verso di me . I cadaveri possono muoversi ? Si coerente ! rispose la parte del mio cervello che non era ne sconvolta ne terrorizzata . Be perché tutto ciò è coerente ! le risposero in coro le altre due parti … Accorgendomi che  la pila si moveva come mi dissi che non era il momento più adatto ne per avere una crisi dei tre cervelli ne di camminare all’indietro sperando che la massa di persone rimanga ferma , perciò decisi che era meglio girarsi di scatto e correre verso una meta , di cui non ero a conoscenza. Il mio corpo prese molto volentieri questa idea perciò mi girai di scatto e schizzai in una corsa disperata ma appena feci due  passi mi ritrovai davanti una gigantesca altra massa di cadaveri che mi faceva da muro insormontabile .  La parte della mia mente “incoerente” decise di scalare quella vetta di persone  morte ,anche se ciò mi costo un ribrezzo tale da farmi vomitare tutto ,iniziai a aggrapparmi alle persone morte era raccapricciante .Arrivata alla vetta  mi ritrovai davanti solo un tramonto che si stagliava su un mondo  post apocalittico ,case distrutte resti di strutture dimenticate e mozziconi di persone accatastate dappertutto .<> Gridai in quel silenzio atroce che mi perforava i timpani . Aspettavo una risposta  anche se sapevo già che non mi sarebbe mai stata rivolta . Ma proprio nel momento in cui stavo per scoppiare un’altra volt in uno straziante pianto disperato una voce forte , che proveniva dall’alto ossia dal nulla , imponente che faceva trapelare un velo di malignità con un ghigno mi rispose << NON USCIRAI ! NON USCIRAI MAI DA QUI ! QUESTO è IL MIO MONDO E TU SEI SOLO UNA PEDINA NELLA MIA IMMENSA SCACCHIERA! AHAHAHAHAH>> quella voce agghiacciante mi fece venire la pelle d’oca <>Domandai al nulla in tutta risposta ebbi un nulla . ma mi sentii strattonare dalla caviglia, una mano mi teneva stretta  iniziai a urlare come una disperata mentre quell’apparente morto mi trascinava con se all’interno dei cadaveri le mani che cercavano un appiglio nel mio corpo aumentarono fina a quando una putrida mano mi chiuse la bocca e mi trascino con forza all’interno della catasta , urlavo e urlavo chiedevo soccorso ma in quel mondo nessuno poteva sentire le mie urla strazianti .D’un tratto caddi dal letto e mi svegliai di colpo . COME ERA TUTTO UN SOGNO ! UN FOTUTISSIMO SOGNO! Si lo ero poiché ero attorcigliata alle lenzuola e respiravo a fatica <> mi domando mia madre sul ciglio della porta  “cerco l’illuminazione tramite la provvidenza divina ! Secondo te?”<> Esclamai tutta stizzita , mia madre aggrotto la fronte e le amorevoli rughe sulla sua fronte rivelavano che anche se stava sulla cinquantina ne  poteva ancora dimostrare una quarantina . <>le chiesi con fare affabile mentre mi srotolavo con cautela dalle coperte <<è solo che … Tu non hai mai fatto brutti sogni per quello che ne so io >> balbetto un poco dubbiosa . Ripensandoci aveva ragione io non facevo mai brutti sogni .Beh fino a quel momento .<>Mi tirò su di morale , rivolgendomi uno dei suoi più amorevoli sorrisi da mamma - super  - coccole che la rendevano inconfondibile .<>Sottolineai molto il “nuovo” , perché una ragazza carina simpatica con un ragazzo e molti amici dalla bellissima Miami non si può trasferire in un buco di città come … Bella domanda come si chiamava quel posto  che tanto odiavo dove mio padre avrebbe insegnato e che si trovava a 107Km da New York ?Un grande punto interrogativo era stampato sul mio volto. Aah ! Una certa cittadina di nome Unione City , che all’apparenza poteva sembrare una cittadina carina alla “Tipica zona extra urbana dove tutti si conoscono “ .Io e la mia famiglia eravamo arrivati circa da un giorno , ma eravamo già disposti in questa casa come se ci abitavamo da molto tempo ,la casa era semplice con un giardino non molto ampio e che non ti dava la possibilità di poter uscire di mattina e fare una bella corsetta in riva al mare con surfisti  a torso nudo in cerca dell’onda perfetta. Tuttavia dovunque mi giravo trovavo case che erano uguali fra di loro , e cosa che mi confortava molto diverse dalla mia, tutto ciò era abbastanza inquietante .La staccionata di legno che costeggiava la casa era screpolata  e andava ritinteggiata , il patio di legno era forato e tarlato e appena vi facevi un minimo passo sopra iniziava a emettere scricchiolamenti vari  .La casa all’interno era accogliente e dipinta di colori sgargianti come giallo canarino o verde pisello radioattivo , appena entravi dalla porta principale potevi riconoscere lo stile inconfondibile della mia famiglia ossia l’abitudine di lasciare intere pile di libri dappertutto  la sala era piena di librerie i il divano vecchio e polveroso si trovava davanti a un camino a legna che mi faceva immaginare le lunghe giornate invernali fredde e pungenti  , e io accovacciata in posizioni semi fetale coperta dalla mia coperta con le maniche e con una bella tazza di cioccolata fusa , uh che  goduria!Poi passando per la cucina e  entrando in sala da pranzo si trovava la scala del seminterrato , che il giorno prima avevo accuratamente ispezionato in cerca di ipotetici cadaveri di ex abitanti , la scala che portava al piano superiore si trovava a ridosso del muro del soggiorno , al piano superiore si trovavano cinque camere da letto tutte provviste di bagni e di armadi a muro poi su per finire in mansarda c’era la mia camera .Molto grande e spaziosa, anche essa già provvista di bagno armadio a mura e di due grandi finestre che davano sull’intero isolato non ero ancora riuscita a aggiungere un tocco del mio stile alla stanza , beh contando che mi trovavo lì solo da ventisette ore era tanto che già conoscessi così tante cose.<<… Cosa ne pensi … >> Solo in quel momento capii che mia madre mi stava parlando << Beh … Cosa ne penso ?>>balbettai  incerta , mia madre sospirò e mi aiutò a rifare il letto , dopo di che si sedette accanto a me e mi accarezzò amorevolmente <>Si accigliò mia madre poi mi scosto  una ciocca sei miei capelli neri dal volto , ancora dormiente, <>Esclamai , sollecitandola a farmi un bel sorrisone.<  . Su Presto che è Tardi !>> Canticchio tutta felice <  stavo dicendo che oggi sei costretta a essere accompagnata da tuo padre a scuola , poi quando capirai la strada se vuoi puoi andare a piedi o usare la bici .Dai non fare quella faccia mortificata non ti hanno mica fucilata>>Disse mia madre appena vide che inorridii alla sola idea di andare a scuola in bici, “Dimmi chi è il sedicenne che va ancora a scuola con la bici ! beh io!Ecco la risposte , e peggio ancora mio padre insegna pure in quella scuola! Wow di male in peggio !”.Mi feci baciare e strapazzare da la mia mammina poi la congedai dolcemente  , mentre mi facevo la doccia mi tornò alla mente il macabro sogno che avevo fatto .Mi guardai allo specchio e con mia grande soddisfazione ritrovai la bella ragazza dalla tintarella Californiana dai felini occhi verdi smeraldo e i capelli neri che le arrivano alle spalle , ecco si quella ero io  o no ? In fretta e furia mi feci dei boccoli a ferro e mi truccai leggermente poi con disinvoltura mi misi i vestiti più spartani che avevo , in bel paio di jeans aderenti con strappi sulle ginocchia e sua altre parti una maglietta dell’Hard Rock Coffe di Roma nera con le scritte rosse e le mie inimitabili Adidas Sport Ove anche esse nere con le righe rosa viola e rosso .Presi il mio zaino addobbato da miliardi di scritte che inneggiavano cose fuori dal mondo tipo : “Votate per il ritorno dei Nazisti “ o “Sempreeee” e milioni di scritte senza senso .Ci misi dentro qualche quaderno così  e il mio astuccio il portafoglio e lo chiusi .Scesi le scale con velocità e in un battibaleno mi ritrovai in cucina con il resto della mia famiglio cioè mia sorella minore Cecilia e mio fratello maggiore Thomas ,Mio padre e mia madre avevano una lunga discussione su quanto la mitologia influiva la vita quotidiana cosa che io trovavo al quanto assurda .Mio fratello impressionava mi sorella facendole vedere il così detto “incidente in galleria” cioè mio fratello cercava di mettere più cibo possibile poi lo masticava appena e apriva la bocca per esibire la sua opera d’arte a Cecilia , che dall’alto della sua età dieci anni lo trovava così ripugnante da piacerle da matti .Mio fratello esibiva sempre la sua stupidità con chiunque  e anche se sarebbe dovuto essere il più maturo dei tre , era solo un diciassettenne un po’ egocentrico che occasionalmente aveva  successo con le ragazze .Diciamoci la verità lui come ragazzo era molto carino e aveva anche un bel fisico e tutte le mie amiche ne erano innamorate , era sempre stato uno sportivo nato e mi copriva sempre quando la sera uscivo con i ragazzi e  era il fratellone migliore del mondo  ,anche se spesso e volentieri dubita dell’esistenza di un cervello all’interno della sua massa di ricci capelli biondi . Noi figli Stoon  eravamo molto strani , nessuno avrebbe mai detto , vedendoci per la prima volta e senza conoscerci , che eravamo tre fratelli , eravamo diversissimi fra di noi a partire da me capelli neri occhi verdi alta magra e pelle che era sull’avorio da abbronzatura innaturale , che nel mio caso  era naturalissimo,poi Thomas era biondo grano e aveva gli occhi color nocciola chiara anche lui come me era magro  ma di una testa più alto di me la sua pelle era chiara color caffellatte uguale alla carnagione di papà che era uguale a mio fratello tranne per il fatto che la sua fronte era sempre corrugata da rughe  e anche perché non si vestiva come lui , cioè magliette dei  Greendey e pantaloni a tubo neri .Ma la più strana di tutti era mia sorella più piccola Cecilia era di un vivo bianco latte e il suo volto era ornato da un milione di lentiggini arancioni , e come una leoncino aveva una  foltissima criniera formata da miliardi di ricci di un rosso scarlatto che le incorniciavano il visetto magro e asciutto , Cecilia era la più schizzo frenica  dei tre molte volte la si vedeva sul tetto della nostra vecchia casa cercare di spiccare il volo , spesso era inquietante perché conosceva tutto di tutti e di qualsiasi data storica , e per una ragazzina di dieci anni tutto ciò è assurdo , spesso e volentieri ero costretta a chiederle una mano nei compiti e la sua quota era formata da cinque caramelle a ora e una tavoletta di cioccolata quando  l’aiuto comprendeva una ricerca più approfondita, io credevo che in un futuro sarebbe potuta facilmente diventare un genio del crimine. Messi assieme eravamo un gruppo di spostati tutti matti. << Samira !Muoviti che oggi non voglio fare una figura di cacca per colpa tua !>>Disse Thomas con aria scocciata <>si lamentò Cecilia <  mamma !>>Esclamai quando intesi che mio fratello era riuscito a farsi  dare l’autorizzazione per usare la Jeep per andare a scuola <>Mi schernì mio fratello,  questo era il suo aspetto peggiore ossia quello che io odiavo ,<><>Lo rimbeccò mia madre con tono severo <  Cecilia a scuola !>>Cercavo una scusa plausibile per far capire a mia madre che io in macchina con il pazzo squilibrano numero due non ci volevo stare .< e tu sei fregata >>Canticchio lui di rimando , cercai di aggrapparmi alla cosa più stupida <>ma mio fratello trovò due tesi che annullarono la mia <>mi canzonò .Arresa decisi di non continuare a combattere quella battaglia già persa dal principio ,mangiai il mio toast con la nutella e un sorso di tè al jeans en  e avvilita salutai mia madre e mia sorella .Ora che ci penso io non ho descritto le due persone più importanti della mia vita , mia madre e mio padre .Mia madre era una bellissima donna magra ma un po’ minuta son il nasino corvino e i capelli neri come la pece , gli occhi color nocciola, che Thomas  aveva ereditato ,e aveva sempre una costante  posizione impeccabile , aveva una voce flautata e di rado mi sgridava per il mio comportamento , in fatti capitava che mi sgridasse  solo  per il disordine che regnava costantemente ovunque io vivessi . Mio padre in vece era l’esatto contrario un uomo alto e magro  con occhi molto chiari verso il verde acqua , e la sua pelle era color caffè latte  , era muscoloso ma ultimamente visto che era impegnato nella sua professione di insegnante di Storia  Mitologia e Filosofia  non aveva più tempo di fare jogging con me e mio fratello perciò la sua tartaruga  si stava lentamente capovolgendo .Anche lui come mia madre era  sempre una posa in modo impeccabile, come padre era amorevole e gentile solo che quando metteva la sua maschera da professore metteva timore e soggezione a chiunque , infatti più volte mi arrivarono lettere in qui mie amiche si lamentavano di quanto mio padre fosse severo , e la cosa peggiore era con i miei ragazzi ufficiali cioè mio padre cercava di persuadere i mie ragazzi a lasciarmi con sfilze di quattro , per lo meno quando erano  suoi alunni , e la maggior parte delle volte questa tattica funzionava e tutto ciò finiva con liti furibonde dove io poi piangevo a dirotto e mia madre mi consolava con cioccolata calda o gelato in base al periodo .Uscii fuori dalla porta del portone principale di casa con in mano il mio IPhon nuovo di zecca , regalatomi dalla mia migliore amica come regalo di addio , e in spalla lo zaino .Forse non avete ancora capito perché io non volevo salire in macchina con mio fratello e la questione non è data dal fatto che io odio o invidio mio fratello, più che altro io ho il terrore di ammazzarmi con lui alla guida .Avete presente  un pirata  della strada beh mio fratello è la cosa che più su avvicina a esso , tal volta mi stupivo del fatto che gli avessero potuto dare la patente .Con riluttanza salii sulla Jeep nera che i miei gli avevano regalato per i suoi sedici anni ,e che al compire dei miei sedici anni sarebbe dovuta essere di entrambi  cosa che non fu affatto anzi al compiere dei miei sedici anni divenne ancora più improbabile che io e lui potessimo condividere qualcosa ,più di due secondi senza litigare o distruggerlo .Mi misi davanti al posto del secondo passeggero , e velocemente mi allacciai la cintura di sicurezza per poi aggrappar mici appena Thomas  accese il motore , mise la destinazione sul JPS e dopo aver acceso la radio e messo a palla uno dei suoi Cd di musica Heavy Metal  e dopo aver fatto retro marcia per uscire dal  vialetto in giardino in cui era parcheggiata la macchina schiaccio con la massima potenza l’acceleratore .Iniziai a emettere grida di puro terrore <> Continuai a piagnucolare  sempre più forte ad ogni curva e più lui rideva più mi saliva la paura che potesse accelerare ancora più di quanto già stesse facendo, cosa che  mi risultava al quanto improbabile,e aumentare così il rischio di sfracellarci da qualche parte .Beh qualcosa di positivo c’era se ci fossimo sfracellati contro un muro per lo meno l’impatto sarebbe stato così violento che mi sarei potuta rompere il cranio in due senza sentire il minimo dolore . Quando Inchiodò di colpo capii che potevo riaprire gli occhi che per la maggior parte del tragitto tenei sbarrati dal terrore di riaprirli e vedere la luce del paradiso.<>Mi scherni mio fratello , un rivolo di vomito mi salì su per la gola e quando uscii dalla Jeep e toccai con il piede il cemento del parcheggio fui quasi presa dalla voglia  di inginocchiarmi  e baciarlo .Ero sollevata  anzi leggera come una piuma ma il rivolo di vomito continuava  a farmi da groppo in gola .<>Mi desse mio fratello  , dandomi delle pacche sulla schiena .<>ribattei piccata , mi alzai  in po’ altalenante e con passo incerto mi feci trascinare in quella che sarebbe dovuta essere la mia nuova scuola .Come edificio era  il tipico lice Americano , una struttura fatta di mattoncini di creta messi l’uno sopra l’altro per sostenere un tetto quadrato da dove si vedeva una piccola parte di quello che a mia ipotesi  sarebbe dovuto essere il laboratorio di biologia  . Una breve scalinata fatta di pietra conduceva all’entrata principale della scuola , il parcheggio si trovava nell’aria davanti della scuola , proprio davanti a dei  giardini che costeggiavano  il perimetro della struttura , spesso intervallati da querce .Non potevo credere che in una cittadina come quella ci poteva essere una scuola come quella , era un luogo veramente bello , mi piaceva  particolarmente per l’odore di erba appena tagliata , che solitamente non si poteva sentire  in California ,infatti ero solita quando Ancora abitavo nella mia casa in riva al mare , a mettermi sul patio in legno e farmi travolgere dai travolgenti aromi salmastri che fuoriuscivano dalle acque cristalline o quando  ne uscivi e  residui di acqua salmastra rimanevano fra i capelli  o sulla pelle .Tutte quelle immagini che stavo rivisitando tramite memoria , si perché solo quello mi rimaneva di esse piccoli flashback ,mi fecero fremere di nostalgia e nella mia mente vidi me che crollava inginocchiandosi  sul suolo ,sfogandosi di tutte le sue frustrazioni piangendo .Ma come ero abituata da molti anni cioè  ogni volta che i miei non potevano stare con noi almeno per un giorno ,ricacciai le lacrime e con sguardo e volto chino varcai le porte immaginarie della mia nuova vita.

  
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